Per la terza volta in palude (se non è un record poco
ci manca) ritorna, graditissimo ospite, The Child of a Creek, per presentare il
suo nuovo sofferto disco: The Earth Cries Blood, titolo esplicito a
rappresentare un male dentro molto forte. Ritorna a pubblicare con la Seahorse Recordings,
bella realtà delle indie italiche, dopo il precedente disco uscito con una
label danese, ritorna con la solita intensità e la forza di fare tutto da solo:
Lorenzo Bracaloni, cantautore toscano, ha scritto, suonato, cantato, composto,
arrangiato, mixato e prodotto artisticamente in perfetta solitudine questo suo
nuovo album.
The Earth Cries Blood è ricco di una tensione emotiva
impressionante, capace di smuovere l’animo umano, quasi un’opera di rock acido
dilatato/dilatante, dove la voce si confonde con gli altri strumenti musicali,
quali chitarre elettriche e acustiche, un flauto, un piano classico e uno elettrico,
organi, sintetizzatori, più il magico incontro con la voce di donna, quella di
Pantaleimon (già con i Current 93), nella splendida Don’t Cry to the Moon. Un
album fatto in maniera artigianale, da ascoltare e riascoltare, per coglierne
meglio l’essenza. E per farlo ancora al meglio, seguiteci nell’intervista che
va ad incominciare. Pronti?
Etichette: Current 93, Danimarca, Due parole, Folk, Intervista, Livorno, Pantaleimon, Psichedelia, Rock, Seahorse, Storia del blog, The Child of a Creek, The Earth Cries Blood, Toscana