Voglio la t-shirt di John Cazale
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Cultura Rock a 360°
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Cesare Basile me l’immagino così, come nelle foto: seduto in poltrona a strimpellare e rispondere alle domande con semplicità e umanità. La stessa semplicità e umanità delle sue canzoni, giunte ad una perfezione che solo i grandi cantautori raggiungono dopo anni di rielaborazione del loro vissuto. Sapevo che mi sarebbe piaciuto il nuovo disco di Cesare Basile appena ho visto la copertina (anzi, appena ne ho letto il titolo), ma non così tanto. Un disco da cantautore di razza e allo stesso tempo bluesman internazionale.
C’è la sua Sicilia e c’è il mondo in Sette pietre per tenere il diavolo a bada; del resto le sue esperienze in giro per il globo sono tali e tante che non ci si può aspettare niente di meno. Da Catania a Roma, da Berlino Est alla Macedonia, Milano, Catania … ha girato tanto e ogni suo disco risente dei suoi viaggi e delle collaborazioni con altri musicanti girovaghi (cito per tutti il gruppo di Songs With Other Strangers, del quale è una delle anime). In questo disco ogni sua canzone risente dei viaggi fatti, anche quando canta in dialetto. Ma mi rendo conto di aver sbrodolato troppo. La parola a Cesare…se ci sei batti un colpo.
VAI AL SUO MYSPACE http://www.myspace.com/cesarebasile
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Ancora una volta i governanti hanno scelto la guerra. Gheddafi ha scelto la guerra contro i propri cittadini e i migranti che attraversano la Libia. E il nostro Paese ha scelto la guerra "contro Gheddafi": ci viene presentata, ancora una volta, come umanitaria, inevitabile, necessaria.
Nessuna guerra può essere umanitaria. La guerra è sempre stata distruzione di pezzi di umanità, uccisione di nostri simili. Ogni "guerra umanitaria" è in realtà un crimine contro l'umanità.
Per leggerlo tutto e firmare clicca qui www.emergency.it
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Fortune Is Always Hiding, nuovo gioiellino dal sapore di rock’n’roll delle origini, è targato, come il precedente, Shyrec (con il supporto di Rambla e JamEventi), label indipendente che sta scrivendo dei bei capitoli della nostra musica più amata dal sapore di zolfo (gli ultimi, passati di qua, sono stati i GuruBanana). Dieci pezzi per soli venticinque e rotti minuti d’intese emozioni, questo nuovo album, ma sembra più lungo. Denso, stratificato, ti perdi ad ascoltarlo, come nel volto da duro dal cuore tenero della copertina. Chi è? Sarà una delle domande dell’intervista che va ad incominciare … pronti Zabrisky?
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Rimaniamo in Piemonte questa sera, da Verbania a Vercelli, dove andiamo alla ricerca di Carlot-ta, nome nuovo della scena delle cantautrici di casa nostra. Una bella voce che canta in inglese e in francese, suona un sacco di strumenti a partire dal pianoforte (ha cominciato con quello a cinque anni), scrive canzoni ispirate ai grandi: Jacques Prévert, Emily Dickinson, William Blake, Charles Baudelaire, William Shakespeare …e ha solo vent’anni.
In tour in questi giorni a presentare l’atteso esordio Make Me A Picture Of The Sun, è stata dura trovare una serata libera. Uscito per la giovane label Anna The Granny (è la stessa di unePassante, passata di qua giusto un anno fa) è un gioiellino di rara bellezza. Sarà la sua voce, sarà l’arrangiamento dove spiccano archi suonati da amiche (ci sono molte donne con lei), sarà il fascino intellettuale di una giovane artista in viaggio, ma questo disco sento resterà molto sul mio lettore. Ma non vorrei tediarvi con giochi di parole da critico. Lascio la parola a Carlot-ta … pronta?
http://www.myspace.com/fromthecarlottahotel
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“Le guerre cominciano nella mente degli uomini ed è nella mente degli uomini che bisogna costruire la difesa della pace” - dice il preambolo della costituzione dell’UNESCO. Perché non provare a cercare nelle nostre menti una soluzione che non sia quella brutale e banale di altre bombe e di altro morti? Abbiamo sviluppato una grande conoscenza, ma non quella appunto della nostra mente, ed ancor meno quella della nostra coscienza, mi dicevo tentando di tenere lontane le zanzare.
Tiziano Terzani Lettere contro la guerra
Domanda molto attuale. Io faccio sventolare la mia bandiera arcobaleno.
Per seguire la guerra alla Libia, segnalo questo articolo da PeaceReporter
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Questa sera sul blog una band d’acqua dolce, i Mauve. Ritornano a grande richiesta a tre anni di distanza dalla loro prima volta (furono il quarto gruppo a sperimentare la cosa nell’aprile del 2008, qui facciamo la storia). Vengono da Verbania, sulla sponda piemontese del lago Maggiore, vengono con un cd che sta già facendo molto discutere, anche se ufficialmente esce oggi, The Night All Crickets Died, titolo poetico ed ecologista, come la loro musica (ecologia per il corpo e la mente). Copertina bianca, essenziale, con delle pennellate di colore stese da un moderno Pollock a scrivere The Night All Crickets Died.
Dato alle stampe per la label Face Like a Frog Records, dopo anni passati con la Canebagnato,The Night All Crickets Died è un cd che sembra un vinile, per quanto è denso e pieno di suggestioni. Ballate, momenti cinema, il rock dei Rolling Stones accoppiato con la new wave. Nove tracce da ascoltare e riascoltare (lo potete fare direttamente dal loro blog http://mauvemusic.blogspot.com/) per capire quanto può essere solida la musica liquida. Un cd molto carico, come sento carichi i Mauve. Sono sul punto di scoppiare, meglio sentire se sono arrivati nella palude …
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Le cipolle rosse fanno bene alla salute, al nostro fisico, le cipolle rosse ospiti questa sera sul blog fanno bene alla mente. Red Onions appunto, una giovane band umbra difficilmente classificabile (Cantautorato? Rock progressive? Hard-rock?... chiamiamola musica vera), in parte di origini calabresi, terra nota, tra l’altro, per la cipolla rossa. Veramente forti e sconvolgenti, ad ogni ascolto ti sorprendono con cose nuove. Non sembrano di questa nostra epoca i Red Onions, visto l’impegno e la ricerca nei loro testi e nelle loro musiche.
Il recente cd autoprodotto, Diario d’un uomo qualunque, è spiazzante nei cambi di marcia, nell’alternare cantato in italiano a cantato in inglese, nella lunghezza dei pezzi, nell’elettricità, ma alla fine si sente di aver ascoltato un’opera unica, un vero e proprio concept-album sull’uomo di oggi, schiacciato dal regime mediatico (ma ne parleremo con loro). Cipolle, fondamentali nel Storia del rock, fondamentali nella nostra cucina. Questa sera vero e proprio cibo per la mente. Pronte in tavola?
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“Che brutto, squallido farsi regalare soldi … si c’è la crisi …ma dai!”
“ … non è squallido, è per prendere il Passaporto di Frigolandia.”
“Fritto che? …intendi Arcore? Ne servono molti di soldi allora.”
“Non Frittolandia, FRI GO LAN DIA.”
“Frigolandia…”
“Frigolandia, la mitica terra di Frigidaire di Sparagna e tanti altri.”
“Chiapperi …”
“Con 100 euro si prende il Passaporto, si ha diritto a 7 giorni di vacanza a Frigolandia, sconti e, cosa ancora più importante, sostenere la libertà dell’arte …”
Così ho convinto parenti e amici a sganciare il grano e oggi ho fatto il bonifico. Se anche voi siete interessati al Passaporto per la libertà dell’arte, trovate tutte le info cliccando qui:
Magari ci incontreremo a Frigolandia …
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Consonni (qui il suo blog and) collabora anche con il portale Lankelot, è autore di un romanzo molto forte, Wrong, uscito qualche anno fa presso Edizioni Il Foglio (niente a che spartire con Ferrara). Un monologo interiore dinamico e acido sulla crisi morale del nostro paese a partire dalla Brianza e le sue fabbrichette. Se fosse un disco sarebbe punk-rock per come vomita bene sulla nostra società. Tra Boris Vian e Kurt Cobain.
Bonfanti (questo il suo sito Rob), è autore più classico. Nei suoi tre romanzi (Tutto passa invano, Uniservice 2007, L’uomo a pedali, 2009, In fondo ai suoi occhi, 2010, entrambi Falzea editore), c’è insoddisfazione e una recitazione “a togliere”. Pop-rock? New wave? Mi ricorda Dante Arfelli, ma se volete un riferimento più vicino dico un Troisi spostato al nord ai giorni nostri. Ama fare reading-concerto, anche con amici musicisti (non per nulla è stato titolare di una label musicale indipendente).
Pezzoli (qui il suo blog Zio Scriba) è divertente e senza peli sulla lingua. Cantautorato rock, tra denuncia e autobiografia. Il suo Tutta colpa di Tondelli è un romanzo pubblicato da Kaos edizioni, editrice specializzata in libri sui casi più scottanti della nostra povera patria, e questa la dice lunga. Il sottotitolo, Viaggio tragicomico di un autore inedito nel mondo editoriale, dice ancora di più. Pezzoli racconta con ironia e senza nascondere nulla la sua esperienza nel mondo editoriale di casa nostra, molto meno dorato di quel che si pensa. Autore prolifico di romanzi e racconti inediti pubblicati spesso e volentieri sul suo blog con un seguito sempre più crescente. Bukowskiano dichiarato.
Citati così, in rigoroso ordina alfabetico di nickname, come cercheremo di mandare avanti questo forum non appena avranno parcheggiato le loro barchette nella mia palude. Gettate gli ormeggi…
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Usciamo dall’autostrada a Trento, rientriamo e arriviamo a MART di Rovereto quando Gino Strada ha già iniziato a parlare da poco. Dentro non c’è più posto però (come quando andai a sentire Terzani per gli incontri di Lettere contro la guerra). Fuori c’è una folla concentrata davanti al maxischermo. Mi inserisco nella mischia, destinato a diventare un ghiacciolo, ma felice di sentire parlare di pace. Sì, perché io nasco pacifista integrale (è la mia identità più forte), e trovo necessario rilanciare la Pace, come valore assoluto, in questo momento storico, con la guerra accettata come inevitabile, giusta, un prodotto da pubblicizzare nelle scuole. E allora serve un manifesto per la pace, tipo quello di Russell-Einstein, citato non a caso da Strada.
Davanti al maxischermo nel freddo di Rovereto, le parole di Strada (e di Maso Notarianni accanto), mi scaldano. Se, come ricorda il fondatore di Emergency, più del novanta per cento del parlamento italiano votò nel 2001 per la guerra all’Afghanistan in contrasto con la nostra Costituzione (e poi in Iraq e poi quelli sempre compatti nei rifinanziamenti delle cosiddette missioni umanitarie), c’è qualcosa di storto nel sistema politico. Ma non è una cosa solo italiana, c’è l’economia internazionale a dettare alla politica. Un’economia di guerra. Sono riflessioni che nascono dalla discussione, dalle domande del pubblico, tra di noi. Sono cose così evidenti, che nessuno può negare, ma andiamo avanti così, verso il barato… anzi, ci siamo già dentro.
Il mondo che vogliamo è un manifesto semplice e diretto, come la discussione durante l’incontro. Richiama alle proprie responsabilità una classe politica con le spalle al muro, dopo la caduta di quel famoso Muro. C’è un sistema unico a dominare da allora, e questo detta l’agenda politica, con tagli alla sanità pubblica, alla scuola, alla cultura. Una guerra ai poveri in casa, la guerra nel mondo. Anche questo c’è nel manifesto.
Alla fine riusciamo ad entrare. In piedi assistiamo alle ultime battute. Si parla pure della rivista mensile di Emergency, presto nelle edicole (il primo numero ad aprile), con tanti compagni di Strada che ci scriveranno sopra. Diretta da Gianni Mura (divertente il video/scambio di battute) e Maso Notarianni. Spero abbia successo, per diffondere in modo sistematico una cultura di Pace. Ne abbiamo bisogno estremo.
Il manifesto "Il mondo che vogliamo"
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Questa sera sul blog dell’Alligatore arrivano i Synusonde, che ringrazio subito per aver anticipato di un giorno l’arrivo nella palude, per la loro musica, per l’impegno nella ricerca di qualcosa che vada un po’ più in là del semplice concetto di canzone. Sì, perché è questo che colpisce ascoltando il recente Yug, cd uscito per l’indipendente sofisticata Minus Habens Records: musica dinamica, pezzi unici, brani incredibili tra le avanguardie novecentesche e la più moderna elettronica.
I Synusonde nascono dall’incontro tra il compositore elettronico Paolo F. Bragaglia con il pianista di formazione classica Matteo Ramon Arevalos. Incontro/scontro tra classico e moderno, tra acustica ed elettronica, tra emozione e freddezza. Ti pare di vedere i suoni mentre escono dal lettore cd, come una magia strana. Saranno le ondes Martenot, raro strumento degli anni ’20, suonato in Motetus II da Bruno Perrault? Sarà che non siamo più abituati a cercare cose nuove, e appena arrivano restiamo stupiti? Saranno molte cose da dire e da sottolineare riguardo Yug. Lo faremo nell’intervista che va ad incominciare. Pronti Synusonde?
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Era bello andare a letto e svegliarsi con questa immagine nella mente. È la copertina di Gasogramma, l’unico romanzo di Serge Gainsbourg. Si trovava in cima alla pila di libri da leggere sul mio comodino. L’avevo messo in testa perché è il più piccolo, ma anche per la sensualità dell’immagine. È stato altrettanto bello leggerlo. In ottanta dense paginette, il bel Serge ti fa capire il vero significato dell’arte viscerale. È la bio, drammatica e comica allo stesso tempo, di un pittore famoso, noto per una strana cosa: dipinge con il sedere, cioè utilizza una disfunzione intestinale per comporre i suoi dipinti. È ironico, forse autoironico, dissacrante nei confronti del mondo dell’arte, ma allo stesso tempo profondo, vero, drammaticamente vero. Un’artista, se è tale, e non una marionetta in mano al business, quando compone qualcosa ci deve mettere le viscere, il negativo e positivo dentro. Dal sangue allo sperma al liquido seminale alla merda (d’artista), dai suoi disagi, dai suoi malanni. Poi non è detto che ne esca una cosa triste e buia, anzi… è il caso di questo Gasogramma, dove si ride, si riflette, ci si eccita e deprime. Pare impossibile quante cose riesca a narrare Gainsbourg in sole ottantasette pagine …
Casualmente ho scoperto che oggi, 2 marzo 2011, sono vent’anni giusti dalla scomparsa del cantautore francese nato, vissuto e morto a Parigi. Ringrazio l’amico and che mi ha fatto conoscere questo libro e vi invito ad andare nel suo blog se siete interessanti ad un Concorso letterario semiserio (leggete il post del 28/02/2011).
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