Due tre cose sul clima
Sono poco sul blog, e troppo spesso su altri social, ma vorrei dire qui come la penso su ciò che sta accadendo al clima e sulle varie polemiche. Proprio su un social, sono stato "ripreso" da un amico che mi segue, qualche mese fa. Avevo pubblicato una storia su Instagram nella quale dicevo "Finalmente il caldo" e lui mi ha scritto in un messaggio privato "Da che parte stai?". Era fine luglio di un'estate fino ad allora con poco caldo, una delle più fredde e piovose a mia memoria. Intanto bisogna dire, per chi non lo sa, che io abito nel nord dell'Italia, e chi, come me abita in questa zona d'Italia, deve avere l'onestà intellettuale di dire le cose come stanno: l'estate del 2023 nel nord dell'Italia è stata un'estate con temperature basse, e pioggia, molta, moltissima pioggia (vi sarete accorti di prati/giardini verdi senza dare troppa acqua). Ha fatto seriamente caldo, a fine giugno e le prime due settimane di luglio, poi a fine agosto, con un'umidità altissima e una caldo veramente asfissiante (e se lo dico io che adoro il caldo, dovete credermi) per circa una settimana/dieci giorni. Al sud è tutto un altro discorso, probabilmente (nei pochi giorni che ho passato in Puglia, ho sentito un caldo piacevole, sempre ventilato, un clima perfetto per me). Detto questo, vorrei rispondere alla domanda "io sto dalla stessa parte di sempre, molto a sinistra, molto anticapitalista, molto incazzato per come stanno, ancora una volta, prendendoci per il naso". Il cambiamento climatico è un fatto evidente, dato da molti fattori, l'attività dell'uomo in primis. Già i beat, negli anni '50 ne parlavano, e da allora le cose sono andate peggiorando. Ma non è un'estate più calda del normale a doverci preoccupare (e manco più fredda), come il mangiare i pomodori a ottobre/novembre (sempre nel nord-Italia, zona dove, fino a qualche anno fa, si levavano le piante a settembre). A doverci preoccupare sono gli episodi estremi, la siccità che perdura per mesi e mesi, le improvvise inondazioni, le previsioni del tempo che ci azzeccano sempre meno, i tg di regime che aprono sempre di più su "emergenza clima". Poi, dovrebbe preoccuparci che chi sta in alto, dopo anni e anni di denunce del dissesto idrogeologico (dal basso), dell'inquinamento, dell'agricoltura intensiva, di un modo di produrre sbagliato, fattosi sistema dominante in tutto il mondo, ci vengano a chiedere rinunce, blocchi, sacrifici. L'unica cosa da fare è fermare il mondo e cambiare radicalmente il sistema, l'ho sempre detto e continuerò a dirlo. Non è il clima impazzito, è il capitalismo!
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