Come mai un libro su Saffo oggi?
Esistono
storie senza tempo, basta solo trovare il modo giusto di raccontarle.
Non tutti sanno che sostantivi come “saffico” o “lesbica”, derivano
proprio da Saffo e dalla cultura dell’isola di Lesbo. A Saffo dobbiamo,
anche e soprattutto, il modo in cui si parla d’amore nelle poesie: le
sue liriche hanno ispirato poeti greci, latini; hanno parlato di lei
Leopardi, Pasolini. Molti attribuiscono a lei l’invenzione del plettro.
Mi piaceva l’idea di approfondire la sessualità nell’antica Grecia che
spesso prendiamo impropriamente come esempio, ma anche di restituire a
Saffo un’identità quanto più vicina alla realtà poiché di lei si è
parlato tanto. E, perché no, volevo sottolineare la naturalezza del suo
ruolo di donna in un contesto in cui pensiamo, erroneamente, che la
donna non potesse avere questa rilevanza. Infine volevo parlare d’amore
in tutte le sue sfumature e la sua figura si è prestata tantissimo.
Ritengo che ciò che siamo oggi lo dobbiamo a ciò che c’è stato. Bisogna
sempre dare spazio al passato.
QUI per leggere tutta la mia intervista ad Arianna Melone
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