martedì 30 settembre 2008

Le Man Avec Les Lunettes gratis


Non sono uno che si abitua facilmente alle novità e non riesco ad immaginarmi un mondo senza cd, come del resto non riuscivo ad immaginarmi un mondo senza vinili (non avrei mai ascoltato la musica su quei piccoli supporti metallici, dicevo, e invece, cazzo, quanti ne ho …e i vinili giù in cantina.). Eppure in questo ultimo anno ho scaricato sul mio pc più di un disco, legalmente s’intende, e anche se non mi piace molto ascoltarli direttamente dal computer e non ho l’iPod, ogni tanto faccio partire le canzoni con un clic. È il caso di questo primo cd dei Le Man Avec Les Lunettes, in uscita ad ottobre, ma già scaricabile da Internet con la formula “fai tu il prezzo”, come il cd degli Yuppie Flu: si può scaricare il disco intero gratis in formato MP3 (oppure, con un’offerta, che loro indicano corretta in 5 euro), la versione normale (anche se normale non è, visto l’artwork molto curato) a 12 euro, o quella con la maglietta a 22 euro.
Dopo aver ascoltato le 9 canzoni di Plaskaplaskabombelibom, vi dico che il prezzo è molto buono, anzi, scontatissimo. La qualità di questo pop dolce e raffinato è alta. Si sentono i chilometri di concerti macinati dalla band in questi ultimi anni e s’intravede la strada di un pop-rock europeo in pezzi come l’ironica A summer song, la laboriosa The Biggest Way, o l’estrosa Supermarket for Superman. E poi, l’indie My Honey rec., Zahr rec. sono una garanzia di qualità per la nuova musica italica. Provate a scaricare e poi mi direte se racconto balle e faccio il marchettaro oppure no.
Questo il link http://www.lmall.it/

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domenica 28 settembre 2008

Ciao Paul Newman


Paul Newman, attore, regista, attivista politico è morto ieri, a 83 anni, nella sua casa di New Haven. Il mondo piange per la scomparsa di uno dei più grandi «testimonial» della sinistra americana. Vinse due Oscar e incantò Hollywood.

Con questa copertina e con questo incipit il manifesto oggi saluta Paul Newman. Lo riprendo perché non ho parole e non riesco a ricordare un film solo di Paul Newman da citare. Era un attore più importante dei film stessi da lui interpretati, pur non essendo una maschera ma un attore puro come James Dean, come Marlon Brando.
Di lui ricordo subito il suo impegno umanitario, mai sbandierato per farsi bello. Un impegno politico e intellettuale serio, come quello a favore dello storico periodico della sinistra Usa The Nation, spesso aiutato finanziariamente.
Ci vorrebbe anche per il manifesto in crisi un Paul Newman …
http://www.ilmanifesto.it/
http://www.thenation.com/

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venerdì 26 settembre 2008

La guerra infinita – Questa sera, 21,05 su Rai 3


“Gli studenti che prendono l'autobus per andare all'università e sulla strada incontrano una bomba che li incenerisce. I contadini che vanno alla mietitura e trovano un gruppo che li rapisce e li massacra. I ragazzi che scendono al chiosco sotto casa per un hamburger e vengono uccisi da una raffica di khalashnikov. Non siamo in Afghanistan o in Iraq, ma ad appena un'ora di aereo da Roma, nel libero, democratico e indipendente Kosovo. Nel paese martoriato dall'atroce guerra civile, la pulizia etnica contro i serbi non si è mai fermata. Si sono spenti invece i riflettori che la illuminarono, nove anni fa, con i bombardamenti Nato di Belgrado. Riaccenderli e scoprire cosa è diventato il paese dei monasteri, come vivono i serbi rimasti laggiù, è uno shock violento. Le immagini e le testimonianze raccolte da Riccardo Iacona sono il risultato di un'inchiesta durata un anno («La guerra infinita, Kosovo», Raitre venerdì), battendo le strade, visitando le famiglie, leggendo documenti riservati, scoprendo l'intreccio tra nuova classe dirigente e criminalità organizzata. Sotto gli occhi della Nato.”
Questo è l’incipit di un impeccabile articolo scritto da Norma Rangeri su il manifesto del 20 settembre intitolato L'inchiesta di Iacona alza il velo della guerra infinita, riguardo quel gran pezzo di televisione d’inchiesta proposta venerdì scorso da Riccardo Iacona sul “democratico e indipendente” Kosovo, Kosovo nove anni dopo .
Se vi siete persi la prima puntata, non perseverate nell’errore, collegatevi questa sera, venerdì 26 settembre, dalle 21,05 circa in poi, su Rai 3, per vedere la seconda e ultima puntata, Afghanistan: oppio, armi e talebani.

Questa è una notizia che difficilmente avrei letto su di un altro quotidiano. Come hanno notato amici blogger nel post precedente, su il manifesto si trovano notizie che non danno altri, oppure con un taglio diverso, molto diverso (non è scontato, purtroppo). Ecco perché insisto nell’invitarvi a leggere, sostenere, diffondere il messaggio de il manifesto. Sopratutto in questo periodo di crisi (e magari anche dopo).

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giovedì 25 settembre 2008

Facciamolo uscire


Ogni giorno ha la sua pena. Il decreto legge sull’editoria portato avanti dal ministro Tremonti (che in passato, è dura crederci, scriveva ogni tanto su il manifesto), ha previsto dei pesanti tagli alla stampa cooperativa e politica. A farne le spese, tra gli altri, un quotidiano libero e indipendente, di sinistra, come il manifesto.
Per questo, il giornale “da 37 anni dalla parte del torto” ha lanciato la sua campagna di sopravivenza, con una copertina che spiega bene il tutto e fotografa in maniera implacabile la crisi che stiamo attraversando in Italia, tra privatizzazioni, svendite, tagli, divieti, censure. Una crisi economica, culturale, democratica. Per questo vi invito a leggere e, se potete, contribuire a Farlo uscire …
Per sapere tutto leggete qui il manifesto

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martedì 23 settembre 2008

Intervista agli Stone Martens


Alcuni di voi pensavano che dalla Val di Non venissero solo (solo?) le mele. In verità vengono anche buoni dischi, come l’esordio Samizdat degli Stone Martens, gruppo trentino tra poco in diretta online. Vedete quante cose si scoprono collegandosi ogni tanto con il blog dell’Alligatore? (Perdonate l’immodestia, ma oggi festeggio pure il post numero 100…)
Ritornando a bomba, vi confesso che Samizdat ha riempito le mie orecchie spesso e volentieri nell’ultimo periodo. Mi piace sentirlo anche come sottofondo quando leggo. Oltre ad un richiamo esplicito a certi Radiohead, senza per questo sembrarne una volgare copia (anzi, di volgare non hanno proprio nulla), gli Stone a tratti mi ricordano un gruppo come i Thin White Rope, band seminale anni ‘80/’90 tra le mie preferite. Troppo in là nel tempo e nello spazio?
Allora, per rimanere vicini, dico che la loro musica vi porta in paesaggi innevati e senza tempo, come quella dello splendido cartonato che racchiude il loro cd. Canzoni dai titoli inequivocabili come Acid Rain, Morpheus, Devotional dicono chiaramente da dove vengono e a chi possono piacere. A me divertono un sacco, tanto, tanto che ho voluto sentirli in diretta sul Blog.
Stone, ci siete?

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domenica 21 settembre 2008

Il seme della discordia – Quando alto e basso si mescolano


Questa è la seconda pellicola che ha rotto la mia astinenza da sala cinematografica assieme a Pranzo di Ferragosto. Si tratta del ritorno al film di Pappi Corsicato dopo un sacco di anni, troppi per uno così in gamba (sette), con una commedia almodovariana com’è nelle sue corde, Il seme della discordia.
L’intreccio, liberamente tratto da von Kleist (La marchesa von O), è semplice: una coppia in carriera non riesce ad avere figli e allora decide di sottoporsi a delle analisi per vedere chi dei due è sterile. Le analisi dicono che è lui (un Alessandro Gassman freddo e “veloce” in casa quanto focoso fuori), mentre lei rischia di rimanere incita solo a guardarla (Caterina Murino, da guardare assolutamente). Proprio in quel momento lei si accorge di essere in dolce attesa. Lui, ferito nell’onore, l’abbandona.
Dopo un periodo di smarrimento (di vero culto l’illusione di essere una nuova madonna fecondata dallo spirito santo, illusione subito delusa dopo aver parlato con una finta suora sboccata), la donna pensa ai suoi ultimi giorni, e capisce, un po’ per volta, di essere incinta di qualcuno che ha abusato di lei quando era svenuta dopo un tentativo di rapina. Indaga scopre chi è. È … Decide così di abortire.
Ho trovato la pellicola perfetta, con citazioni alte e citazioni basse, un’atmosfera sospesa di rara bellezza tra certi Hitch-movie acidi e il Legami! di almodovariana memoria. Il cast è strepitoso, soprattutto quello femminile: della Murino ho già detto (che altro dire?), Gassman ha trovato la parte della sua vita (sembra nato per fare il rappresentate di fertilizzanti, non me ne voglia e non me ne vogliano i rappresentanti di fertilizzanti). Poi c’è Isabella Ferrari, in un ruolo più leggero del solito, la pappicorsicatiana Iaia Forte dall’orgasmo ritardato (ma devastante), Martina Stella che sembra un manichino (è un complimento), Michele Venitucci agente della sicurezza che sembra un omino della lego (idem), Angelo Infanti, Valeria Fabrizi, Lucilla Agosti, Cristina Donadio, Rosalia Porcaro, Monica Guerritore … tutti/e con una recitazione antinaturalistica tipica del cinema di Corsicato.
Il finale, con la donna ritornata insieme al marito e con un bambino fatto da loro (grazie all’inseminazione artificiale nella libera Spagna?), a prima vista può sembrare consolatorio, chiesto dalla produzione. Forse è così, o forse è una presa in giro del mucciniano Ricordati di me (ricordate?) con infanti scorazzanti in un magazzino natalizio.

Müller ha fatto bene a prenderlo in concorso a Venezia. Il cinema italiano non deve essere solo film carini e politicamente corretti.

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giovedì 18 settembre 2008

Intervista ai Glen or Glenda?


Glen or Glenda? No, questa non è la prima domanda, ma il nome della band intervistata questa sera. Un nome con un punto interrogativo finale, un nome preso in prestito da un film di Ed Wood, il cineasta Usa passato alla storia come il peggior regista della storia del cinema (omaggiato da Tim Burton con un commovente film interpretato da Johnny Deep, ricordate?). Perché mai avranno preso tale nome, questi cinque giovani musicanti di Vittorio Veneto? Tenteremo di scoprirlo questa sera.
Intanto vi dico che ascoltando il loro recente cd autoprodotto, Causa mutuo, ho sentito un dolce suono da cantautori veri, con molta ironia e professionalità. Canzoni dai titoli inequivocabili come Amore finito causa mutuo, Mi restano solo cavi neri, Mondo interinale, che mostrano una band con delle idee sul mondo e la società. E non è poco, signora mia. Metteteci poi colte citazioni cinematografiche, un gusto per il pop sofisticato e mai banale, la capacità di creare emozioni dal niente, la citazione di un altro cult-movie dimenticato (Leaving Las Vegas, ve lo ricordate Nicolas Cage ubriaco fradicio e Elisabeth Shue? ), una voce di donna …
Ci siete ?

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martedì 16 settembre 2008

A fine estate un bel Pranzo di Ferragosto


Non lo facevo da parecchi mesi. Da fine maggio, per l’esattezza. Dico andare al cinema. Ho rotto l’astinenza da sala cinematografica con due film (uno dietro l’altro) incredibili per il cinema di casa nostra. Due film presentati a Venezia 2008. Questo Pranzo di Ferragosto e un altro, del quale parlerò in un successivo post, forse.
Pranzo di Ferragosto è una pellicola forte nei contenuti, quanto leggera nell’esecuzione. Cioè perfetta dal punto di vista cinematografico. Un’opera prima di un regista quasi sessantenne, che racconta di un Ferragosto passato con tre vecchiette e l’anziana madre, ospitate in casa in cambio dell’annullamento di alcuni debiti condominiali.
Economia del dono, un’Italia povera e invecchiata, i problemi della terza età, le difficoltà di arrivare a fine mese, la disoccupazione, l’adolescenza eterna … potrei continuare all’infinito a snocciolare le problematiche che il film di Gianni Di Gregorio butta sul tappeto, ma servirebbe solo a darne un’impressione cupa. In realtà il film è una commedia divertente, leggera come i calici di vino bianco bevuti in gran quantità dal protagonista. Sembra un film sociale britannico, con la lievità di certe pellicole francesi (penso anche a Truffaut, o a certi Rohmer) ambientato in Trastevere. E poi si ride da matti.
Girato con attori non protagonisti, ha dalla sua un montaggio perfetto, delle musiche centrate (a tratti sembra di sentire il Paolo Conte più spensierato), una sceneggiatura ben oliata (anche se Di Greorio dice di essersi affidato molto all’improvvisazione), la felice produzione di Matteo Garrone con il quale il regista del Pranzo ha scritto diversi film, dei pezzi da antologia e soprattutto delle attrici perfette…
http://www.pranzodiferragosto.it/

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domenica 14 settembre 2008

Tiziano Terzani oggi avrebbe settant’anni


“È un vecchio detto che in tutte le guerre la verità è la prima a morire. In questa la verità non ha fatto neppure in tempo a nascere. Spie, informatori, millantatori e mestatori pullulano ormai ovunque, specie in una città di frontiera come questa, ma il loro ruolo è diventato marginale. Quelli che davvero contano in questa guerra di bugie sono gli spin doctors, gli esperti in comunicazione, gli addetti alle pubbliche relazioni. Sono loro ad offuscare il fondo di inutilità di questa guerra e ad impedire così all’opinione pubblica del mondo, specie quella dell’Europa, di prendere una posizione morale e creativa in proposito.”
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra, Longanesi 2002

La guerra, per chi non lo ricordasse, è quella contro l’Afghanistan, attiva ancora oggi. Altre, dopo di quella, sono venute, sempre più feroci e assurde, sempre più nell’indifferenza generale. Forse gli spin doctors hanno lavorato bene, purtroppo. Ecco perché mi piace ricordare Tiziano Terzani, uomo di pace scomparso quattro anni fa. Oggi avrebbe giusto settant’anni. Invito a leggere o rileggere Lettere contro la guerra e tutti i suoi libri, e, per chi ha il satellite, a vedere Tutti i colori di una vita: Tiziano Terzani si racconta (oggi, 14 settembre a partire dalle 21,30 su Rainews24).

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martedì 9 settembre 2008

Intervista ai Forget About Mario


Questa sera abbiamo con noi una band giovane e bella, che è da poco uscita con un ep scaricabile gratis del quale vi ho già cantato le lodi (vedi il post del 25 agosto scorso). Ho voluto parlarne direttamente con loro perché sono vecchi amici, daranno ottimi consigli ai giovani musicanti e perché la loro musica è l’ideale per passare senza troppi inconvenienti dall’estate piovosa all’autunno caldo. Sono i Forget About Mario, band per 1/5 femmina, progetto parallelo dei viterbesi Winter Beach Disco (qui suonano Fabrizio, Antonio, Alfonso) con un pugno di canzoni da ascoltare assolutamente e un pregevole video femminil-femminista.
Già al primo pezzo la mia coda comincia a vibrare, grazie alla ritmica incessante di Ullrich e alla voce di Roberta, indimenticabile pure nel duetto femminile/maschile di Avant gospel kills the hype, beat sgembo dove suona anche l’organetto, o nella seguente Too much badminton will kill you. Troppi kill nei loro titoli? Meglio chiederlo direttamente a loro. A Roberta, Matteo, Fabrizio, Antonio, Alfonso…
Ci siete tutti?

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giovedì 4 settembre 2008

Gianni Mura al Festivaletteratura di Mantova 2008


Il ciclismo, ancora il ciclismo, lo sport più amato dagli intellettuali, cantato dai musicanti e scritto, spesso, da grandi giornalisti. Uno di questi è sicuramente Gianni Mura, ora con un libro dedicato al Tour in uscita presso minimum fax: La fiamma rossa. Non un romanzo puro, come il suo esordio Giallo sul giallo, ma un racconto in presa diretta dei protagonisti della corsa a tappe più appassionante che ci sia.
Per saperne di più potete leggere l’intervista sul sito dell’editrice romana Fabio Stassi ha intervistato Gianni Mura
Oppure andare sabato 6 settembre al Festivaletteratura di Mantova.
Oppure comprare il libro al più presto (esce il 7 settembre) in libreria o sul sito di http://www.minimumfax.com/
I diritti d'autore di La fiamma rossa sono interamente devoluti a Emergency Una buona occasione per fare beneficenza al proprio cervello.

Non è una marchetta, ma un consiglio spassionato.

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martedì 2 settembre 2008

La guerra dei poveri


Sempre più spesso, purtroppo, sono testimone di sfoghi di amici/che musicanti, artisti, creativi ecc. riguardo una bassa considerazione nei confronti del loro lavoro. Sempre più spesso, per i padroni del vapore, dovrebbero lavorare per un pezzo di pane, per il rimborso spese o, ancora meglio, GRATIS (“accontentatevi di far curriculum”, si sentono dire da chi intanto con loro fa i soldi). Certo, questa è la condizione nella quale viviamo quasi tutti, non solo gli artisti. L’epoca del neoliberismo trionfante, della precarietà, dei prezzi che salgono e degli stipendi e salari fermi, di chi non arriva alla terza settimana e di chi manco comincia… però impressiona sentire che anche nel dorato mondo degli artisti succedono cose così. Un buon esempio è il documentario dell’amica Ila, giovane musicante/creativa ideatrice di LA GUERRA DEI POVERI “volevo fare il musicista …”
VAI QUI http://www.myspace.com/laguerradeipoveri PER ALTRE INFO, SCARICARE E DIFFONDERE IL DOC ...

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