martedì 31 marzo 2009

Il premio Symbelmine e le donne

Oggi ho visto il nuovo film di Faenza, Il caso dell'infedele Klara, con al centro la gelosia di un uomo, poi, tornato a casa, sono stato colpito dalla notizia della morte di una donna, uccisa per gelosia, pare, mentre era davanti al pc per una mail. Non entro nel merito, però, preso da questa scena, dove la massima espressione di modernità (qualsiasi cosa voglia dire di negativo e positivo questa parola) giace accanto alla massima espressione di arcaicità (e in questa non c'è nulla di positivo), voglio fare un gesto in direzione opposta: consegno il Premio Symbelmine, preso dalle mani dall'amica Marte, a 7 amiche blogger per la loro attività informativa fatta con radicalismo, cultura, sensualità, intelligenza, ironia e un sano spirito dissacrante (di queste ultime 3 cose siamo un po' deficienti noi maschietti, lo ammetto). Come tutti i premi, esso ha un regolamento, che io, rigidamente ligio al dovere, ho seguito, ma che invito le amiche premiate a sconvolgere liberamente con la fantasia e l'anarchia che le contraddistingue.

REGOLAMENTO Il regolamento prevede: linkare il blog che ha consegnato il premio e premiare, comunicandolo agli interessati, altri 7 blog meritevoli.
Linko il blog dell'amica Marte, In Circolo e indico le magnifiche sette in rigoroso ordine alfabetico:
ATTACCABOTTONE
Cristiana
cronopios e famas
LA FORZA DELLE DONNE
La Mente Persa
manu
Uhuru na usalama

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domenica 29 marzo 2009

A qualcuno piace caldo, cinquant’anni dopo ancora caldo …

Osgood, voglio essere leale con te: non possiamo sposarci affatto.
Perché no?
Bè…in primo luogo io non sono una bionda naturale…
Non m’importa.
E fumo, fumo come un turco…
Non m’interessa.
Ho un passato burrascoso: per più di tre anni ho vissuto con un sassofonista.
Ti perdono.
Non potrò mai avere bambini…
Ne adotteremo un po’.
Ma non capisci proprio niente, Osgood! Sono un uomo!
Bè, nessuno è perfetto.
Scambio di battute finali tra Jack Lemmon/Daphne e Joe E. Brown/Osgood Fielding III in A qualcuno piace caldo, memorabile film del grande Billy Wilder, pellicola che spegne oggi cinquanta candeline. Un bianco e nero da essenza della Settima Arte (all’inzio pensavano di girarlo a colori, inconcepibile), citazioni di note pellicole del passato, la farsa legata indissolubilmente alla tragedia, come il sesso e la morte, una sceneggiatura perfetta (scritta come molte dal regista assieme al fido I.A.L. Diamond), Jack Lemmon e Tony Curtis nel travestimento della loro vita, Marilyn/Zucchero Kowalczyk che suona l’ukulele, beve whisky e canta I Wanna Be Loved By You...
No, non dimostra proprio il suo mezzo secolo di vita questo film pregno di cultura rock: il proibizionismo, musicisti sempre in bolletta costretti a travestirsi da donna per sfuggire ad un gangster perchè testimoni del famoso “massacro di S.Valentino”, vecchi miliardari rimbambiti a caccia di giovani donzelle. Sembra l’Italia del 2009, non trovate? Purtroppo manca un Billy Wilder che con caustico umorismo ritragga la nostra società dei consumi sempre più consumata. Per questo invito a rivedere A qualcuno piace caldo oggi e a postare qualche suo spezzone (io non ci riesco… nessuno è perfetto).

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giovedì 26 marzo 2009

Intervista a Giancarlo Frigieri + Mosquitos


Conosco Giancarlo Frigieri e i Mosquitos da un bel pezzo. Sono stati tra i primi da me intervistati da quando mi sono trasformato in alligatore. Allora facevo delle conversazioni tramite posta elettronica. Frigieri è forse stato il secondo (all’epoca suonava con i Joe Leaman) e i Mosquitos sono venuti poco dopo (avevano pubblicato il mini-album di cover Brian di Nazareth And Other Assorted Teen Idols, con in copertina un’emblematica scena del cult-movie maledetto dei Monty Pyton) Così, quando ho saputo che avevano fatto un cd insieme, ho detto, chiapperi, bisogna che chieda loro di venire sul blog.
È stata un’ottima idea, perché il cd, In love (un amore di cd, se mi passate la battuta) merita. Uscito presso la storica label indipendente Black Candy di Firenze, è costituito da nove ballate intense e dirette come un calcio nelle palle. Un cd che non smetterei mai di ascoltare. Infatti l’ho inserito nel lettore della mia auto e non riesco più a toglierlo. Si è incastrato. Insomma, adoro la loro musica. Per questo passo subito la parola ai musicanti. A Frigieri, Mario Martufi, Gianluca Testani, Fabrizio Gori, Sandro Martufi. Ci siete? Tra Frosinone e la via Emilia il collegamento funzionerà? Speriamo ...
VAI AL MYSPACE DI GIANCARLO FRIGIERI
http://www.myspace.com/miomarito
VAI AL MYSPACE DEI MOSQUITOS

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martedì 24 marzo 2009

CINEMA: Andiamo Verso l’Eden


Non vorrei passasse sotto silenzio un film importante per la nostra italietta del 2009, anzi, per l’Europa tutta. Un film scomodo e forte, bello, diverso. Parlo di Verso l’Eden di Costa-Gavras. È interpretato da Scamarcio, e non vorrei che proprio per questo venisse snobbato, perché si ritiene l’attore pugliese solo un divetto che piace alle ragazzine. Qui è in parte, ve l’assicuro, con una recitazione “a togliere”: stralunato, perso, clandestino inseguito da tutti come un moderno Charlot (sempre qualcuno alle costole, sempre qualcuno che deve abusare di lui come di un oggetto, come in un moderno lager aperto).
Il film butta giù dei temi di stringente attualità, direbbe De André, ma non con pesantezza (chissà perché si associa sempre a Costa-Gavras la pesantezza? Ci vedo qualcosa di ideologico contro di lui), ma con uno stile onirico, da realismo magico. Penso a Pasolini o a Citti. C’è la nudità, la carnalità della vita (e della morte), la fame, il sottoproletariato, la politica di oggi, gli usi e abusi dell’Occidente su chi viene in cerca di fortuna, maghi surreali, cialtroni, furfanti e approfittatori …
Ci sono delle scene da antologia del cinema. Penso alla caccia al clandestino dentro il villaggio turistico greco. Sur(reale) come poche negli ultimi anni. Ma anche l’arrivo sulla spiaggia di nudisti (l’eden?) non è da meno…e l’accampamento rom dato alle fiamme per un niente…e la Torre Eiffel illuminata grazie alla bacchetta magica stile Miracolo a Milano.
Rischia di passare inosservato Verso l’Eden: il pubblico impegnato lo snobba perchè c’è Scamarcio, quello di Scamarcio perchè è impegnato... E tutti si astengono. Non fatelo. Sarebbe un grave errore.

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sabato 21 marzo 2009

LIBRI: Pink Floyd ri-visti da Alessandro Besselva Averame

Non si dovrebbe parlare di un libro ancora in lettura (vabbe’, alcuni critici manco li leggono i libri…), ma le prime pagine mi hanno così conquistato che non posso trattenermi.
Non mi ritengo un pinkfloydiano stretto, perché conosco poco, troppo poco questa band psichedelica, anzi, la quintessenza della psichedelia rock. Molti la citano a sproposito, senza conoscerla a fondo. Non è così per Alessandro Besselva Averame, storica penna de Il Mucchio Selvaggio (e molto altro ancora), intellettuale rock, qui alle prese con un analisi rigorosa sulla musica e l’epopea dei Pink Floyd a partire dai testi.
DALL’INTRO
“In questo libro si è cercato di mettere nero su bianco, con la maggiore accuratezza possibile, i percorsi di un immaginario così peculiare e ordinario allo stesso tempo, con la speranza di non parlare solamente ai convertiti e di spingere i possessori di The Dark Side Of The Moon e The Wall a scavare, se non l’hanno ancora fatto, sotto una superficie diventata luogo comune.”
Per chi vuole scavare le indicazioni sono: Pink Floyd – The Lunatic. Testi commentati di Alessandro Besselva Averame, Arcana Edizioni
www.myspace.com/arcanaedizioni

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giovedì 19 marzo 2009

Intervista ai Lowave


Dopo gruppi affermati e ospiti internazionali in diretta dagli States, l’Alligatore ritorna a dialogare con una giovane band all’esordio, direttamente da Prato, con un cd autoprodotto come nella migliore tradizione underground. Come sempre roba buona però, di prima qualità (altrimenti passerei il tempo in altro modo, altrimenti anche questa sera sarei al cine) che fa battere la mia coda con buone vibrazioni.
I Lowave, così si chiamano, sono una classica formazione voce, chitarra, basso, batteria e piacevoli deformazioni. Non a caso il loro recente album di gran classe (ogni copia è un originale cartonato gioiosamente artigianale) s’intitola Warpage, cioè deformazione, curvatura, distorsione … sentiremo quale si adatta di più a loro. Lo sentiremo dalla viva scrittura di Ivano, Loris, Matteo, Tommaso, tutti nati nei primi anni ’80, tutti impegnati a costruire un nuovo panorama indipendente.
Possono ricordare i Radiohead e i primi U2 oppure in nostrani cod (gruppo che saluto con affetto) anche se i Lowave cantano in inglese. Hanno avuto un collaboratore di culto come l’infaticabile Paolo Benvegnù e questa sera sono riusciti a ritrovarsi tutti qui. O almeno spero. Siete pronti Lowave?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/lowavenet
VAI AL LORO SITO http://www.lowave.net/

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martedì 17 marzo 2009

Intervista a Vanessa Peters


Venerdì scorso c’era online Pap dei Les Fauves, che appena finita l’intervista è volato con la band in Texas, per il concerto che faranno domani al mitico SXSW di Austin. Oggi, ironia del destino, sono collegato proprio con il Texas, dove dovrebbe essere pronta Vanessa Peters, cantautrice statunitense da poco rientrata a casa dopo il tour europeo con la sua band, i toscani Ice Cream on Mondays.
La storia di Vanessa è particolare, come la sua musica, dolce e appassionato folk-rock vestito di nuovo. Vanessa, venuta qualche anno fa in Italia per studiare, si è innamorata del nostro paese e ha deciso di incidere degli album (ne aveva già fatti un paio negli States) con una giovane band toscana, gli Ice Cream on Mondays, appunto. Sweetheart, Keep Your Chin Up, il recente lavoro che sta portando in giro per il mondo dopo essere partita dall’Italia, si può definire un concept-album, dove miti classici e favole moderne si fondono per dare vita a nuove narrazioni. Tema dominante sembra essere il viaggio (lei se ne intende, visto anche il numero impressionante di concerti; è stata una fortuna trovare una giornata libera), accompagnato da melodie cullanti e poetiche.
Ho avuto la fortuna di ascoltarla di recente dal vivo su Radio Base Popolare nella trasmissione degli amici Ste e Press Sheep, il FRANKY’S MOTEL, in onda ogni sabato pomeriggio. Mi è piaciuta subito, visto la freschezza e capacità di ricordare i grandi del folk-rock senza scimmiottarli, ma rinnovando il genere con stile. Non potevo farmi sfuggire l’occasione di sentirla (tra l’altro, parla un ottimo italiano). Per questo l’ho contattata per due chiacchiere sul blog in collegamento diretto con gli States, dove dovrebbe essere pomeriggio. Ci sei Vanessa?
VAI AL SUO BLOG http://vanessapeters.wordpress.com/
VAI AL SUO MYSPACE http://www.myspace.com/vanessapeters
VAI AL SUO SITO http://www.vanessapeters.com/

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venerdì 13 marzo 2009

Intervista ai Les Fauves

Stupore incantato, intellettualismo bohemien, intellettualismo forte, colorato surrealismo pop. Così si presentano nella foto i Les Favues, così è la loro musica. Alto e basso si stringono la mano e vanno a braccetto come dimostra il nuovo cd uscito in questi giorni, N.A.L.T. 2 Liquid Modernity, sovversivo secondo capitolo della trilogia iniziata con A Fast Introduction un paio di anni fa. Sempre con la label indipendente Urtovox, sempre in giro per il mondo a suonare (dopo il rodaggio con alcune date la scorsa settimana, saranno mercoledì prossimo in Texas al SXSW di Austin, rassegna cult dell’alternative mondiale, per poi tornare in Italia a sostenere una lunga serie di concerti).
Citano fin dal titolo del nuovo album il sociologo polacco Zygmunt Bauman e il suo concetto di postmodernità liquida (quale miglior luogo per parlarne di un blog?), ricordano Frank Zappa e il rock’n’roll dei primordi rivisitato dalla psichedelia, richiamano alla memoria suggestioni filmiche (non a caso hanno collaborato alla colonna sonora di una perfetta pellicola psico-rock della passata stagione come Non Pensarci, di Gianni Zanasi; ricordate Mastandrea artista grunge in crisi?), vengono da Sassuolo e dintorni, centro nevralgico della miglior musica italica di oggi.
Ma sto cominciando a fare il critico saccente e rischio di parlarmi addosso. Allora è meglio sentire se sono pronti i Les Fauves. Ci siete? Possiamo partire con la prima?
VAI AL LORO SITO http://www.lesfauves.net/
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/lesfauves

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lunedì 9 marzo 2009

A 15 anni dalla morte del più grande scrittore vivente ri-leggere Charles Bukowski

Certo, la storia della letteratura mondiale è leggermente più lunga di quella del cinema e definire Charles Bukowski il più grande scrittore può sembrare un azzardo (più facile definire Kubrick il più grande cineasta). Io credo però, che lui sia il più grande scrittore vivente. Nel senso che i suoi libri sono energia pura, vita incandescente, ormoni in continuo movimento. Ho capito questo fin dal primo suo racconto letto tanti anni fa, ambientato al tavolo di un ristornate (mi pare) dove ne succedevano di cotte e di crude. Per questo, per tutti i libri venuti dopo (non me ne sono perso uno, credo, di Buk leggerei pure i biglietti della spesa), voglio ricordarlo a15 anni dalla morte: il 9 marzo del 1994, quando smettemmo per un attimo di bere…
RILEGGI IL MIO POST DELLO SCORSO ANNO
Charles Bukowski – Una cover

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sabato 7 marzo 2009

A 10 anni dalla morte del più grande cineasta vivente ri-leggere Eyes Wide Shut

Ricordo quel 7 di marzo di 10 anni fa come fosse ieri, anche se di acqua sotto i ponti ne è passata e molte cose, forse troppe, sono cambiate.
Mio nipotino mi chiede chi è Stanley Kubrick e io, come se fosse la cosa più ovvia del mondo:
Kubrick, è il più grande cineasta vivente.”
“Be’, è morto”, dice lui
Insomma, io penso ancora che Kubrick sia il più grande cineasta vivente. I suoi film sono attualmente vibranti, dal primo all’ultimo. L’ultimo poi, quasi come un presagio di morte, gli contiene tutti, chiudendo una vita artistica esemplare donata alla perfezione dell’immagine in movimento. L’ultimo è l’estremo omaggio al cinema fatto dal Cinema in persona.


Eyes Wide Shut, occhi aperti spalancati, come quelli dell’Alex di Arancia Meccanica, uscito negli States nell’estate dello stesso anno e da noi in autunno, è una sofisticata riflessione sul potere e sul potere dell’immagine, sul sogno e sulla realtà. Doppio sogno, appunto, come il romanzo di Arthur Schnitzler che l’ha ispirato, come il cinema, sognato nella mente del regista e poi in quella dello spettatore. Sognato due volte quindi. Per non farmi mancare nulla, io andai pure a vederlo due volte al cinema (poi non l’ho più rivisto: non in dvd, non in videocassetta, non nel pruriginoso passaggio tv, con tanto di scandalo preconfezionato).

Il film segue pedissequamente il libro, a parte il cambio d’epoca e città. Traumnovelle è ambientato nella Vienna anni ’20, EWS nella New York di fine secolo perfettamente ricostruita in studio: la bella mogliettina di uno stimato medico confessa al marito un tradimento pensato ma mai messo in atto. Lui si sente umiliato, le racconta a sua volta un desiderio simile per “pareggiare il conto”, però rimane inquieto. Di notte va alla ricerca di una “vendetta” che non riesce a soddisfare. Tra l’incontro con una prostituta non consumato e un’orgia dalla quale viene cacciato perché non invitato, l’uomo ritorna a casa ancora più umiliato. Temendo che lei scopra qualcosa (cosa?), confessa tutto, venendo dalla moglie perdonato.
EWS è quindi un banale film sul rapporto di coppia e sul ritirarsi nel nido di famiglia, nonostante tradimenti, violenze, falsità e ripicche? Morale da Family Day? Direi di no. Kubrick faceva cinema, non sociologia spiccia. EWS è un raffinato gioco sulla psicanalisi, parente stretta del cinema. Schnitzler, amico di Freud, sosteneva la presenza di qualcosa di più palese dell’inconscio. Una via di mezzo tra il conscio e l’inconscio, un sognare ad occhi aperti. Questo suo romanzo, è lo svolgimento pratico delle sue teorie. “Nessun sogno è interamente sogno” dicono alla fine i due protagonisti.

È il cinema, come non capirlo? Il Cinema! Chi, meglio di Kubrick, lo sapeva?

FOTO TRATTE DAL SITO http://www.archiviokubrick.it/ MOLTO RICCO DI IMMAGINI, FILMATI E APPROFONDIMENTI. WOW!

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giovedì 5 marzo 2009

Intervista ai Julie’s Haircut


I Julie’s Haircut sono questa sera in diretta sul blog e quasi stento a crederlo. Di solito ospito giovani al primo o secondo cd, raramente al terzo (uno o due al quarto), ma loro sono al quinto, chiapperi! E non un album qualsiasi, ma un goloso doppio di novanta minuti superbamente rock e psichedelico, con innesti di elettronica mai invadente e la volontà/capacità di andare al di là del semplice concetto di canzone. Our Secret Ceremony s’intitola, ed è un album kubrickiano nella forma e nella sostanza.
Rockerilla ha dedicato loro la copertina (una delle possenti foto di Ilaria Magliocchetti, che ringrazio per l’immagine di questo post) e ha fatto bene, perché se la scena indipendente di casa nostra vuole crescere e andare da qualche parte, è nella sperimentazione sonora, nella musica che si fa immagine, nella dilatazione del suono che deve puntare, e non in comparsate televisive e/o carine compilation promozionali. E qui mi fermo, perché non m’interessa fomentare sterili polemiche, ma solo parlare di musica. La band emiliana è la più adatta per fare questo. A parlare per loro è questa “cerimonia segreta” incisa su due dischetti metallici (ma hanno fatto pure il vinile): uno più forma-canzone (ma non troppo), l’altro più liquido, acido, da Alice nel paese delle meraviglie.
Ne parleranno tanto quest’anno e pure negli anni a venire. Lo citeranno tutti. Intanto sentiamo cosa hanno da dirci i diretti interessati, o almeno alcuni di loro. Julie’s ci siete?
VAI AL LORO SITO http://www.julieshaircut.com/
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/julieshaircut
ASCOLTA ESTRATTI DEL NUOVO ALBUM CLICCANDO QUI

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martedì 3 marzo 2009

Imperdibile: Charles Burns a Bologna


Segnalo due appuntamenti imperdibili per tutti gli appassionati di fumetti degni di questo nome. Nei prossimi giorni arriverà in Italia un autore con i controfiocchi, un autore di cultura rock, un’icona pop vivente sempre a suo agio con i mostri della mente e del corpo (forse per questo viene nell'Italia del 2009). Parlo di Charles Burns, il “papà” di Black Hole (e ho detto tutto, chi non l’ha ancora letto si vergogni).
Il grande fumettista sarà uno degli ospiti d’onore del festival internazionale Bilbolbul di Bologna (4-8 marzo), che gli dedica la sua prima mostra antologica italica, Sotto la pelle (150 tavole e disegni alla Pinacoteca nazionale, dal 6 marzo al 3 maggio).
La Coconino Press, dopo aver meritoriamente pubblicato i tre volumi Black Hole, farà uscire per l’occasione il graphic novel Big Baby, storia inquietante di feroce umorismo noir, dicono quelli che l’hanno già letta. Io non vedo l’ora.
Il pubblico potrà incontrare Burns all’inaugurazione della mostra (venerdì 6 marzo in Pinacoteca, ore 19) e poi domenica 8 marzo alle 15 al cinema Lumière, dove sarà proiettato il film d’animazione Peur(s) du Noir al quale Burns ha lavorato. L’autore statunitense dialogherà poi con Igort e Lorenzo Mattotti, suoi compagni d’avventura nel gruppo Valvoline negli anni ’80. Altri due mostri sacri dell’arte del fumetto.
PER INFO SUI SUOI LIBRI E NON SOLO

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domenica 1 marzo 2009

Omaggio alla ciaspola

L’inverno è ormai alle spalle, con marzo è finalmente iniziata la primavera meteorologica. È stato un inverno pieno di neve, così pieno che mi sono ritrovato spesso e volentieri con le ciaspole ai piedi. Camminare con le ciaspole è un modo diverso di muoversi nella neve, un nuovo sport invernale, ecologico, per chi non ama gli sport invernali. Perfetto per me. Per salutare l’inverno metto alcune foto delle mie uscite, sul Monte Baldo e in Val di Fiemme. Mi sono sentito un po' Charlot ne La febbre dell'oro, con la casa sul burrone, e un po' Belushi in Chiamami aquila. Anche per queso, posso dire, sì, mi piace la ciaspola!

PER ALTRE INFO LEGGI Ciaspole - Wikipedia

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