Conoscevo Vitaliano Trevisan solo di nome, e per averlo intravisto in
qualche film. Dopo la sua scomparsa, colpevolmente dopo, ho iniziato a
interessarmi ai suoi libri e ai film. Dopo avere visto Primo amore,
un film toccante, che mi ha molto impressionato, ho letto Una notte in
Tunisia, testo teatrale che ricorda il Craxi esule, portato in scena
qualche anno fa da Alessandro Haber, e ora Tristissimi giardini.
Questo ultimo sembra un'autobiografia sotto forma di pensieri sulla
vita, sulla morte, sulla vecchiaia, sul Veneto, sui veneti, sugli
scrittori veneti, sui politici veneti, sul mondo del cinema, sulla moto, sul Palladio...
Ho
scoperto uno scrittore lucido e intelligente, ironico, decisamente senza
peli sulla lingua. I tristissimi giardini del titolo sono quelli delle
villette del suo paese, tutti uguali, con il prato all'inglese, qualche
ulivo secolare trapiantato. Trevisan va contro i luoghi comuni, anche sulla
malattia, la medicina che ci ha allungato la vita, però a caro prezzo.
Anziani con acciacchi più o meno gravi, che tirano avanti ingrassando
cliniche private. Ma bisogna leggerlo, parlarne si rischia di
banalizzarlo. Buffo il suo incontro con Meneghello, conosciuto in
occasione della lettura di Libera nos a Malo. Avevano chiamato
Trevisan a leggerne alcuni capitoli, e dopo erano andati a cena, dove
parlarono di moto, una loro grande passione comune, escludendo gli altri
commensali che non se ne intendevano (per fortuna, dice Trevisan, si
sarebbe annoiato a morte a parlare di libri). Insomma, una bella testa
questo Trevisan, mi piace. Leggerò presto altri suoi libri. Voi lo
conoscete?
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