giovedì 29 maggio 2014

Due parole con i VeiveCura

VeiveCura tra poco in palude. Il progetto musicale (come a dire, un uomo con intorno tanti amici che suonano) di Davide Iacono, giunto al terzo capitolo, conquista per la bella idea di fondo e la sua realizzazione impeccabilmente dolce (ma non dolciastra, attenti). Il titolo rivela molto: Goodmorning Utopia, storie intorno al sogno massimo di ogni vero uomo. L'utopia, come qualcosa di irraggiungibile, e proprio per questo da mirare sempre. Un viaggio a tappe tortuose, con speranze e delusioni, sconfitte, nuove speranze, riflessioni e azioni. Dall'iniziale Persepolis alla finale Goodnight Utopia, questo disco quasi esclusivamente strumentale, conquista con i suoi suoni di alternative-pop di gusto internazionale.
Dato alle stampe a metà maggio per La Vigna Dischi, Goodmorning Utopia sembra, a tratti, musica filmica, suggestiva, onirica. Visto il titolo e le intenzioni, è normale sia così, ma anche le esperienze in ambito cinematografico dei VeiveCura hanno giocato a favore: dal doc Terra Bagnata, girato nella Sicilia sud-orientale, che accompagna la maggior parte dei loro live, al coinvolgimento nelle musiche per il film indipendente La strada verso casa. Da sogno anche la copertina, perfettamente in linea con la musica, piena di pathos e buone vibrazioni. Tanti gli amici coinvolti per questo album originale e unico. Ma sto cominciando a sbrodolare, non va bene. Meglio parlarne direttamente con i VeiveCura. Pronti?

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mercoledì 28 maggio 2014

Elogio di Mia Wasikowska

Bella non è bella, almeno non è il mio tipo, di sicuro è un tipo, e con soli tre film ha conquistato gli occhi dei cinefili più attenti, compresi i miei. L'attrice australiana di chiare origini est-europee (ha preso il cognome dalla madre, fotografa polacca) ha recitato in più di un film, nonostante sia abbastanza giovane (è del 1989), ma a me sono bastati tre per notare la sua bravura: Stoker, di Park Chan-wook, dello scorso anno, e due film usciti in Italia quest'anno, quali Tracks - Attraverso il deserto (Australia 2013) di John Curran, e il recente sorprendente Maps to the Stars, del sempre più gigantesco David Cronenberg.
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lunedì 26 maggio 2014

Due parole con The Manges

Ho il piacere di ospitare questa sera in palude The Manges, band di La Spezia sulle scene da più di vent'anni. Un gruppo coerente con la sua storia e il genere che ha deciso di interpretare. Come vedete dalla copertina del recente All Is Well, i quattro Manges sono dei duri (magari dal cuore tenero), fedeli al punk-rock più vero, più viscerale e per questo si troveranno a loro agio qui in palude. Nei dodici pezzi dell'album, dato alle stampe per la Monster Zero Records, con distribuzione tramite la propria mailorder Striped Punk Rock Shop, si toccano vari argomenti tosti, dalla guerra alla depressione/ansia dell'individuo di oggi, temi trattati senza perdere di vista il sense of humor. Anche per questo mi piacciono moltol
Registrato e mixato all'ormai leggendario TUP Studio di Brescia a fine 2013 da Pierluigi Ballarin e Pietro Barcella, è stato masterizzato al Close To The Edge Mastering, in quel di Twickerham da Jon Astley. All Is Well è diretto, senza fronzoli, con uno spiccato gusto per il punk-rock stile Ramones. Nonostante questo, sono riusciti pure ad inserire nell'album un omaggio al folk, con la sorprendente versione di I Tried To Die Young, della folksinger Usa Melanie Safka. Altro pezzo non scritto da loro è Secret Agent Super Dragon, inedito di Dan Vapid, perfettamente in linea con le altre canzoni del disco, del quale esiste anche la versione in vinile. Ora ne ho una gran voglia di parlarne con la band. Pronti?

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sabato 24 maggio 2014

... quasi quasi chiudo il blog

Mi giravano e mi girano ancora, ero incazzato e lo sono ancora. Perché? Perché fai un post dove tenti di scrivere una seria analisi di un personaggio, alla ricerca di un'altra Europa, cioè una vera strada alternativa per uscire dalla crisi, quella che ti morde sulla schiena tutti i giorni, e ti leggono/commentano in pochi. Mi riferisco al post dedicato al libro Tsipras chi? Ne fai uno minimale dove colpisci con parole e immagini (tipo quello sulle palle che girano), e in poco tempo ti si riempiono i commenti, anche di blogger poco frequenti qui. Capisco, c'è caldo, si tende a stare lontani dal pc (ma non dallo smartphone), la politica interessa poco (a parte la gazzarra, a parte gli interessi particolari), però che delusione... quasi quasi chiudo il blog e me ne vado nel Bosco d'Amore di Guttuso. Ci sto pensando da un po', forse ho fatto il mio tempo...

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giovedì 22 maggio 2014

Due parole con i Sunneva

Rimaniamo in Campania questa settimana con le interviste sul blog, questa volta però con una band di Napoli, i Sunneva, nuova formazione di cinque elementi tra poco in palude. Cinque elementi provenienti da esperienze diverse, chi dal jazz, chi dall'hardcore, chi dall'universo indie, chi dall'elettronica, per confluire in un progetto originale di piacevole folk dilatato, difficilmente ascoltabile a queste latitudini. We Are Trees, è infatti un album di alternative-rock, con arrangiamenti che vanno oltre il basilare voce/chitarra/basso/batteria, con l'inserimento di ukulele e contrabbasso (sempre più presente questo strumento), archi, pianoforte, beat elettronici, samples presi da dischi e dal web... e tante altre diavolerie.
Tutto questo fermento musicale è ovviamente dato dalla varia provenienza dei componenti della band, ma anche dallo spirito libero dei Sunneva. We Are Trees, prodotto in totale autarchia, è uscito con distribuzione Audioglobe ai primi di maggio, con licenza Creative Commons (a proposito, ascoltatelo liberamente qui). Sei pezzi, per quasi trenta minuti di musica senza tempo, un'esperienza sensoriale intensa, come lascia intuire la copertina dell'artista Rinedda, sempre in viaggio tra la sua Napoli e Berlino mi dicono (approfondiremo). Intanto faccio partire per l'ennesima volta l'album, in attesa del gruppo. Pronti?

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mercoledì 21 maggio 2014

Mi girano ...


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lunedì 19 maggio 2014

Due parole con This is not a Brothel

Una tetta con una parrucca a specchiarsi sopra un tavolo dove succede di tutto; due labbroni (manco gli Stones) in libera uscita, un uomo con i pantaloni abbassati che fa sesso con il manico dello specchio (che detta così...), una donna nuda lo guarda e sembra incitarlo. Insomma, succede di tutto sulla copertina del disco d'esordio dei campani This is not a Brotel, autentica alternative-band dal gusto forte in immagini, opere, parole e missioni. Per non dire dei suoni, rock gajardo, con distorsioni e contorsioni, sicuramente in linea con i testi da sapore erotico. Non a caso due canzoni dell'album sono state scritte dallo scrittore casertano Gianluca Merola, specialista del genere.
L'album, del quale parleremo in palude tra poco, è uscito a marzo come vinile (c'è un bel ritorno al vinile in questo periodo, da un po' lo noto con piacere), e in digital download, attraverso la piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso. Il nome del disco è anche quello della band, This is not a Brothel, come il singolo che ha anticipato l'uscita di questo oggettino di culto. Quando lo faccio partire la mia coda non riesce a stare ferma, la voce grida versi osceni sopra un rock genuinamente duro (assaggiatelo qui). Non sembrano una band di oggi This is not a Brothel, cinque ragazzacci provenienti da diverse esperienze musicali. Sono proprio curioso di sentire cosa ci diranno. Pronti?

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sabato 17 maggio 2014

Un libro, un voto: Tsipras...

Dalla copertina sembra qualcosa che sta nascendo, in Italia si è formata un lista che porta il suo nome, la Lista Tsipras, lui è candidato alla presidenza per la Commissione europea. Nel suo paese, la Grecia flagellata dalla politica di austerity, il giovane Alexis Tsipras, con il suo partito Syriza, punta direttamente al governo. Questa è la novità più bella, che emerge da questo libro, da questa storia: la volontà di portare un pensiero alternativo e di sinistra all'interno del governo del paese, in Europa (non in Asia o in America Latina), senza compromessi al ribasso, ma con l'idea di cambiare il sistema, invece di farsi cambiare da esso.
Lo conoscevo poco
Tsipras, il libro di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena, in 127 agili pagine (edito da Alegre- il megafono delle idee), mi ha aiutato a capire molte cose. La sua storia, da giovanissimo militante No Global (a Genova 2001, voleva esserci, ma assieme ad altri compagni venne poco democraticamente respinto, nella UE della libera circolazione dei capitali, ma non delle persone), a leader di un partito in crescita. La sua avanzata elezione dopo elezione, in mezzo alla grande crisi alimentata dalla politica comunitaria, la disfatta del Pasok (lo storico partito socialista), la capacità di unire tutti gli spezzoni della sinistra di alternativa e la sfida del governo, per cambiare radicalmente l'Europa. Spero ci riesca, anche per questo voterò la lista che porta il suo nome.
QUI L'INTERVISTA CHE APRE IL LIBRO

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venerdì 16 maggio 2014

Due parole con i Prizeday

Prizeday al primo disco, Prizeday al primo sbarco in palude. Saranno qui, tra poco, a presentare il loro vero e proprio esordio, Apps Will Grow Like Feathers, elettrico ed eclettico album dato alle stampe per la ByeBite, in Italia, come in gran parte d'Europa. Del resto i Prizeday sono da sempre abituati a calcare i palchi stranieri, tipo Londra, dove sono stati protagonisti di un bel tour prima di produrre questo loro album. In Inghilterra sono stati notati dal mitico Arthur Brown (il Dio del fuoco infernale, l'ideatore degli acidi Crazy World e Kingdome Come, uomo culto della musica inglese anni 60/70), che gli ha voluti vicini in tre suoi concerti.
Nel disco hanno portato la passione e le esperienze vissute con la musica britannica. La musica del gruppo lombardo ha il buon sapore del pop-rock di ottima fattura internazionale, senza per questo sembrare freddo o impersonale. E la copertina non tragga in inganno, questa immagine strana, che sembra uscire dalla grafica anni '80, rappresenta la meglio i colori e la varia tavolozza compositiva di Apps Will Grow Like Feathers. Il gruppo di Quarry ha fatto un bel lavoro personale, pur partendo da esempi e/o influenze ben precise: dagli U2 ai Depeche Mode, Julian Cope o i Suicide. Avremo modo di approfondire questo e molto altro, nell'intervista che va ad incominciare. Pronti?

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giovedì 15 maggio 2014

Buon compleanno Emergency

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lunedì 12 maggio 2014

Due parole con i Portfolio

Stanno arrivando per la prima volta in palude i Portfolio, che presenteranno su questi schermi Due, loro secondo disco, come lascia intuire il titolo. Ma il titolo ha molteplici significati, tipo dualismo/ambivalenza, tipo necessario/dovuto, o altri, che cercheremo di capire durante l'intervista. Il gruppo emiliano ha prodotto da solo Due, con il contributo di molti nomi di culto della scena italica più viva. Penso a Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò, a loro vicini, chitarra nel dilatato/dilatante pezzo finale, sonorizzazione del film documentario di Dziga Vertov su Lenin, penso alla voce di Laura Loriga (Mimes of Wine, già gradita ospite su questi schermi), o a quella di Claudia Domenichini, presenza fissa nei primi Portfolio.
Con questo loro secondo disco, i cinque di Castelnove ne' Monti hanno voluto dare una svolta rispetto ai loro primi prodotti (due EP e il full-lenght del 2012 The Standing Babas), nel senso di esprimere una maggiore dinamicità, anzi un maggior movimento. Questa intenzione si vede già dalla bella copertina colorata, con degli sportivi intenti a giocare, ma si dispiega alla perfezione nei sette pezzi dell'album. Canzoni con una ritmica ben presente nei primi brani, che si fanno via via più dilatati/dilatanti fino alla reinterpretazione della Criminal World dei Metro e alla conclusiva Three Songs About Lenin. Assaggiate Due cliccando qui, mentre ne parlo con la band... o anche dopo. Pronti?

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domenica 11 maggio 2014

The Vickers live in SmartLab Rovereto

Post sperimentale, in camera d'albergo,  per trasmettervi l'immediatezza di un gran live. Lo faccio dal telefonino, quindi per ora senza foto o tag (domani, al pc sistemerò tutto, perdonate gli errori). Il concerto é quello dei toscani The Vickers in quel di Rovereto , nel per me nuovo SmartLab, teatro con un'acustica eccezionale, che ha esaltato la forza della band (si trova lungo la strada del Mart, poco dopo il noto museo d'arte moderna).
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giovedì 8 maggio 2014

Due parole con The Gentelmen’s Agreement

Tra poco in palude The Gentelmen’s Agreement, band partenopea innovativa sotto molti punti di vista. Partiamo dal disco, partiamo dalla sua confezione: Apocalypse Town, è un cartonato strano, bianco, legato da un vero bullone di fabbrica. È stato pensato dalla facoltà di Architettura di Napoli, in cambio di un concerto in università. Un baratto, come tutte le fasi del disco, dalla registrazione al SudEstudio di Campi (Lecce), ai costumi futuristi utilizzati durante il tour, realizzati dalla giovane stilista Simona Napolitano. Una scelta lontana dalle normali scelte produttive, diversa anche dal crowdfunding “di moda” oggi, in quanto non c'è moneta.
Apocalypse Town, uscito da circa un mese con la Subcava Sonora, giovane etichetta che ha rinunciato alla Siae, per diffondere le proprie produzioni in Creative Commons, è un disco alternativo al 100%. Queste scelte produttive rispecchiano alla perfezione il contenuto dell’album, un vero e proprio concept-album, con al centro un operaio, che stufo dei ritmi ripetitivi della fabbrica, come e peggio dell'omino di Charlot, fugge. L'uomo, finalmente liberato, trova nella natura il giusto modo di vivere. Un percorso nuovo, per niente banale, scandito dalle quattordici canzoni di Apocalypse Town... avrei altro da dire, ma non voglio rivelare troppo. Lascio la parola al gruppo. Pronti?

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mercoledì 7 maggio 2014

Sentite condoglianze Fosbury

Quando ho saputo la notizia mi si è stretto il cuore, perché la Fosbury Records ha accompagnato fin dall'inizio il percorso rock dell'Alligatore. Manco due anni fa avevo festeggiato i 10 anni di attività della label di Treviso (leggi qui), nata qualche mese prima che io mi trasformassi in alligatore, ora sono qui ad annunciarne la scomparsa. Le esequie ufficiali, come vedete dalla divertente locandina, avranno luogo il 30 maggio, con un concerto al quale parteciperanno un bel numero di musicanti legati all'etichetta indipendente; a parte i Soviet Ladies, sono tutti passati in palude, o gli ho intervistati tramite mail per Smemoranda. Questo per dirvi del legame stretto con la Fosbury Records, questo per dirvi quanto mi dispiaccia. Le mie lacrime d'Alligatore sono vere...
PER PORGERE LE CONDOGLIANZE QUI

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lunedì 5 maggio 2014

Due parole con Johann Sebastian Punk



Arriva Johann Sebastian Punk, arriva con tutta la forza dirompente della sua musica. Ovviamente per la prima volta su questi schermi, questo suo More Lovely and More Temperate, è infatti un esordio, un primo disco molto discusso e atteso. Ascoltandolo si può capire che non è per niente fuffa, e l’attesa è decisamente ben ripagata (provate a sentire qualche pezzo qui). L’album è prodotto da SRI (Società a Responsabilità Illimitata) Productions, un collettivo di musicanti che amano scommettere sulla loro musica, trovandosi insieme su progetti validi. More Lovely and More è la loro prima scommessa, ampiamente vinta, secondo il sottoscritto.
Il disco colpisce al primo ascolto, poi, come una droga, non se ne può fare a meno. Anche a distanza di tempo, risuonano in testa alcune canzoni, o pezzi di esse, melodie, chitarre... Ha ragione Beatrice Antolini, diva del nostro underground, produttrice esecutiva dell’album: fantasia nella melodia libera e senza schemi e l’estro e la personalità fuori dal tempo… sì, da ascoltatore di gran parte dell’universo giovanile degli ultimi decenni, posso dire di aver sentito poche volte un esordio così (mi vengono in mente quello della Antolini, appunto, Samuel Katarro, chi altri?...). Insomma, gran disco, credo proprio sia valsa la pena posticipare di un pelo la blog-intervista. Pronti?
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sabato 3 maggio 2014

L'ultimo film di Mazzacurati

La sedia della felicità è l'ultimo film di Mazzacurati, l'ultimo veramente. Il regista padovano non ne farà più, essendo morto ad inizio anno di questo triste 2014, triste per la scomparsa di molti artisti geniali (qui un mio post). La sedia della della felicità è una farsaccia romantica, una commedia molto divertente e strampalata, al pari del suo precedente La Passione. A differenza di questa,  ambientata in Toscana, ritorna a girare nel suo Veneto, dalla campagna alla montagna, la laguna, i centri commerciali, le ville, i fiumi, le espressioni dialettali  ... un ritorno alle origini, in questo un ritorno alle prime pellicole. 
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giovedì 1 maggio 2014

Il senso del 1° maggio ...

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 “Costruire il potere dei lavoratori è vitale ai fini di guidare la trasformazione economica, industriale e sociale. Il sistema internazionale oggigiorno preme pesantemente contro i lavoratori e le loro famiglie e i Governi sono sempre di più intimoriti dalla grande finanza e dai grandi affari. Una piccola parte della popolazione mondiale detiene vasti poteri e ricchezze, mentre milioni di persone non hanno un lavoro oppure lavorano in condizioni precarie e di sfruttamento per un piccolo compenso”. Inizia così il messaggio della Confederazione internazionale dei sindacati (Csi – Ituc) in occasione del Primo Maggio. 

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