In questa breve estate poco calda, mi sono imbattuto
in alcune buone letture decisamente calde. Una di queste è il romanzo di Paolo
Ganz, Perché a nessuno piace il mio caffé? storia con un’idea di base
folgorante, uno svolgimento dove l’autore segue con umanità e assoluta
dedizione le molte sfumature dei protagonisti dell’intreccio, un “poliziesco”
che vediamo trasformarsi in un romanzo di formazione con un finale aperto.
L’idea base folgorante è quella del lavoro svolto dal
protagonista, Denis Bortolato, ex galeotto veneziano, uomo di mezza età che
vive con la madre: aggiusta cellulari, e spesso si perde a curiosare nelle foto
dei suoi clienti trovate nelle memorie dei telefonini. Un brutto giorno si imbatte
nel filmato di una violenza ad un ragazzino. I malviventi si accorgono del
fatto e lo pestano a sangue. È l’inizio della sua odissea, tra Venezia e la Croazia, amori di una vita
e amori folgoranti (sono molte le donne importanti in questo libro), storie di
guerre dimenticate ma ancora brucianti, amici veri, un commissario da libro
giallo, le foibe messe nel giusto contesto storico, una Venezia protagonista
perché per nulla da cartolina.
Venezia, tanto amata dall’autore di Perché
a nessuno piace il mio caffé?, il veneziano di Cannaregio Paolo
Ganz, musicista,
critico musicale (suo l’importante e primo Metodo per Armonica Blues Bèrben, 1987), autore, a partire dal
2006, di un pugno di romanzi dove la musica è spesso presente. È presente anche
in questo nuovo romanzo, uscito da qualche mese per La
Toletta edizioni.
Un altro libro importante dell’estate 2013. Per questo ho chiesto a Paolo
Ganz
di parlare del romanzo e di quello che ruota attorno alla sua scrittura. Ne è uscita
una chiacchierata interessante, per chi ama scrivere e per chi ama leggere.
State
a sentire …
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