Marlene Kuntz live – Verona, Teatro Romano 29.05.2009
La sera, saliti sul palco dell’intimo Teatro Romano di Verona , quasi totalmente gremito nonostante il freddo (quasi in perfetto orario, da veri professionisti), cominciano a snocciolare classici e qualche pezzo recente, con un’energia ed una freschezza straordinarie. Nel pomeriggio avevano parlato degli anni che passano, ma non sembrano siano passati gli anni per i Marlene Kuntz. Precisi, se non per qualche capello bianco, a quando andavo a vederli ai primi concerti da ragazzino.
Il pubblico è molto vario. Dai quarantenni ai trentenni che con i Marlene sono cresciuti, ad un pubblico più giovane, ma molto entusiasta, che quando il terzetto aveva cominciato a suonare era appena nato; sembrano conoscerli meglio del sottoscritto: cantano, chiamano la canzone, scattano immagini con il telefonino. Una ragazza davanti a me, tutta ricci ed energia, corre vicino al palco e abbraccia e bacia Godano alla fine del concerto, fregando i gorilla attenti (ma, almeno in questo caso, tolleranti). Fine del concerto per modo di dire, perché i Marlene Kuntz non si stancano mai, e concedono due bis tirando fino alle undici e mezza passate.
Alla vera fine il pubblico si avvicina al palco ed abbraccia (proprio fisicamente) la band, anche qui estremamente generosa nello stringere mani e regalare sorrisi. Non in modo ruffiano, come fanno i politicanti a caccia di voti in questi giorni, ma da amici di sangue. La ragazza di prima si prende in regalo la bacchetta e il plettro (se li è guadagnati), ed io rincaso felice, quasi ritornato adolescente. Nella mezz’oretta di viaggio non accendo la radio. Ho nelle orecchie buona musica a sufficienza per un bel po’.
Ho detto di Godano, leader carismatico senza pose da duro. Ma i Marlene sono anche una grande chitarra, umile ma necessaria come quella di Riccardo Tesio (c’è sempre) e un fantasista dietro alla batteria come Luca Bergia. Questo è il gruppo, il terzetto così entrato nella storia del nostro rock (e così Godano ama, come ha detto nell’intervista, essere ricordato), ma fondamentale è l’apporto di due innesti come il sicuro basso di Luca Lagash Saporiti e il giovane ma molto bravo Davide Arneodo (tastiere, violino e percussioni). Due Marlene Kuntz extraparlamentari, che spero rimangano a lungo accanto al terzetto. Le canzoni. Le canzoni. Non sono bravo a ricordarmi le canzoni, è un mio difetto. Ho la memoria di pasta frolla e ho sempre invidiato chi se le ricorda tutte e le canta a squarciagola. A fine concerto non ho avuto la prontezza di riflessi di prendere al volo la scaletta, altrimenti sarei qui a sparare titoli. L’ha presa la ragazza di prima (no, scherzo, questa l’ha preso un ragazzo). Ho avuto l’impressione di un concerto molto rock, con un sacco di energia e qualche momento psichedelico. Accanto ai classici fatti fuori uno dietro l’altro, nuovi piacevoli pezzi, come quello che chiude il recente film di Davide Ferrario (Tutta colpa di Giuda, dove Godano stesso ha recitato) Canzone in prigione, bel rock sociale e Pregiudizio, ritmico, nervoso, instabile come una vera marlenekuntzsong. Nota a parte per Impressioni di settembre, cover della PFM: acida, dilatata/dilatante, vera ecologia per la mente e il corpo; i Marlene Kuntz l’hanno fatta loro come nessuno altro mai. Ciliegina sulla torta di un grande concerto rock.
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