venerdì 28 febbraio 2014

Due parole con i Bluoltremarte



La palude è onorata di ospitare una giovane band all’esordio, con un disco molto intenso e ben fatto, sì, un disco che mi è piaciuto un sacco quello dei Bluoltremarte. Ascolto dopo ascolto, ho trovato in Spomenik elementi originali, senza clamore, ma con ardore, passione vera. Spomenik, termine sloveno per indicare un concetto architettonico relativo a costruzioni fuori scala, brutali e allo stesso tempo affascinati, nate nei regimi totalitari, è un disco di sano pop-rock cantautorale. Otto pezzi cantati senza enfasi in italiano, divisi da uno strumentale intitolato come il disco stesso (ascoltatatelo tutto in streaming gratuito qui).
Prodotto artisticamente dagli stessi Bluoltremarte insieme alla VdM Sound, Spomenikè il risultato maturo della band, nata solo nel 2012 dall’incontro/fusione tra gli elementi che fino al 2011 condividevano solo la sala prove. In una veloce e chiara evoluzione delle cose, la band ha prima prodotto un singolo, con relativo video, Bachi, poi l’intero cd completato a novembre 2013, per uscire ufficialmente ora. La distribuzione, per stessa scelta della band, è in FreeDownload. Mentre lo assaggiate, io provo a sentire cosa hanno da dirci i Bluoltremarte. Pronti?
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martedì 25 febbraio 2014

24 Febbraio... primo giro in bici


Incredibile, manco lo scorso anno avevo cominciato così presto, ma la giornata era troppo invitante, e ieri ho inforcato la bici per il primo giro stagionale. Il contachilometri segnava 2888 (la fotografia è stata scattata dopo il primo km, per tirare il fiato). Vediamo se riuscirò a battere il record superomistico di 2306 km, fatto nel 2013. Se ci saranno giornate così, probabilmente sì ... guardate le foto dei dintorni della palude.
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lunedì 24 febbraio 2014

Due parole con Sugarpie and the Candymen



Ritornano piacevolmente in palude Sugarpie and the Candymen, ritornano con un disco che ripete/approfondisce l’esperimento del disco precedente, Swing’n’roll, presentato su questi schermi circa tre anni fa. Stessa label, cioè Irma Records, sezione La Douce, molto simile la copertina di gusto retrò e birichino, in parte echeggiante il suo titolo Waiting For the One (Aspettando quello giusto). In effetti, sembra proprio in attesa di quello giusto la bella Georgia, ma poi, mi chiedo: si dovrà portare via tutta la strumentazione? O è forse solo un trucco? In altre foto sorride con in mano una pistola e il resto della banda su di un auto. Io non mi fiderei.
Mi fido invece della loro musica, questo impasto sonoro con molte epoche dentro. Ben 14 pezzi, tra cover e originali, con echi fab four e richiami al buon vecchio Tom Waits, il folk accanto al progressive. E poi le cover, autentiche giravolte stilistiche che sono ormai il loro marchio di fabbrica. Pezzi storici rifatti in maniera più che originale, dai Deep Purple a Beyoncè, la Bohemian Rhapsody dei Queen come la Good Vibrations dei Beach Boys, rilette personalmente senza perdere di vista l’originale. E poi Bad e Material Girl, per chi come me è stato ragazzo negli anni ’80 (e le detestava), Britney Speers irriconoscibile (per fortuna). Non dico altro, se non il consiglio di ascoltarli, magari live. Pronti?

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sabato 22 febbraio 2014

Ad ovest di Berlusconi

Giuliano, su IL NUOVO MALE n.13, marzo/aprile 2013

Il nuovo governo ha giurato, e la sensazione è di una gran presa per le palle mediatica. Pare impossibile, ma con tutti i nostri intellettuali, pensatori, poeti e navigatori, noi riusciamo a farci rappresentare sempre dal peggio mascherato di nuovo. Il gattopardo è il nostro animale simbolo, sarebbe ora di metterlo sulla bandiera. Dai, rinnoviamo anche la bandiera, già che ci siamo...
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giovedì 20 febbraio 2014

Due parole con Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat



È sempre bello ospitare in palude Above the Tree, perché, pur rimanendo fedele al suo stile, porta cose nuove, tra musica moderna e sperimentalismo world, e poi te le spiega con assoluta semplicità. Due anni fa era qua a parlare del suo Wild, creato in coppia con E-side, che poi portarono in giro mascherati (lui da gallo, l’altro da maiale, e detta così sembra una carnevalata, ma vi assicuro, era cosa seria e giusta), ora propone il nuovo album, di imminente uscita, Cave_Man, fatto insieme al duo elettro-percussivo Drum Ensemble Du Beat. Un disco, prodotto sempre con l’ottima Locomotiv Records, alla quale si è affiancata la nuova Bloody Sound Fucktory.
Sei tracce sonore molto intense, con titoli espliciti come la magica copertina, titoli capaci di dare forza/immagine ad un mondo, come Aborigenal Dream, People From the Cave, Black Spirit. Registrato in analogico presso l’Argo lab di Gorla Minore da Maurizio Abate, che l’ha pure mixato in quel di Montebelluna (Outside Inside), Cave_Man è il tentativo riuscito di rileggere in chiave occidentale l’immaginario tropicale. Quindi ritmo e psichedelia distribuito in buone dosi, musica etnica e dance floor. L’impatto è celebrale ma allo stesso tempo fisico. Una droga potentissima. Parliamone. Pronti?
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mercoledì 19 febbraio 2014

NO CAPTCHA DAY... un grazie a tutti voi

IL CONTRIBUTO AL NO CAPTHCA DAY 2014
DA PARTE DEGLI HONEYBIRD & THE BIRDIES
MITICI!
... e qui tutti i partecipanti in ordine di apparizione del loro post
(se salto qualcuno, ditelo, lo insierisco appena posso)
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lunedì 17 febbraio 2014

A proposito, auguri GoodyGoody ...

A proposito di Davis è un piccolo gioiellino di film, fatto con la solita maestria dai fratelloni Coen. Un omaggio al folk vero, povero, poco prima delle rivoluzione di Bob Dylan (infatti il film si chiude con lui durante una delle sue prime esibizioni, mentre in un vicolo buio picchiano il protagonista della pellicola). Si vede una scena vivace, bella, con tanti musicanti solidali tra di loro, sia nei concerti dei localini del Greenwich Village, sia in sala di registrazione. Vista la passione e i pochi soldi che girano, mi ricordano i musicanti della nostra scena indipendente spesso ospiti in palude. 
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venerdì 14 febbraio 2014

Due parole con Nicola Sartori



Fa piacere avere un cantautore della propria città ogni tanto in palude, come questa sera, che vedrà protagonista Nicola Sartori. Anzi, qualcosa di più, un cantattore, come il titolo del suo disco d’esordio Cantattore, che lo porta per la prima volta su questi schermi. Il titolo lascia presagire un vero interprete delle proprie canzoni. Scrittore, autore, attore.  Del resto, la copertina parla chiaro: c’è lui con un disegno esplicativo, un grafico con cinepresa, una nota musicale, il simbolo del vil denaro d’Europa. Una metafora sullo stato dell’arte? Una critica alla politica economica del vecchio continente? Sarà di sicuro un argomento da approfondire.
Registrato nel cuore della Valpolicella, terra di quel buon vino, Cantattore ha il gusto del prodotto artigianale, fatto con calma e dedizione, una serie di amici giusti accanto alla voce e chitarra acustica di Nicola. A produrre il disco, un’altra bella realtà della città, quella Cabezon records di John Mario, passato di qui con altri suoi pregiati prodotti. Questo è un pop cantautorale, un po’ folk, un po’ rock, con fiati, archi, la fisarmonica, ma anche le chitarre elettriche, il basso e il contrabbasso. E poi la voce di Nicola Sartori, da cantautore autentico, capace con le parole di disegnarti un mondo. Ascoltiamolo qui. Pronti?
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giovedì 13 febbraio 2014

IO DICO NO AL CAPTCHA 2014

Quando ho saputo della morte di Freak Antoni ho pensato di rinunciare al NO CAPTCHA DAY. Impossibile, troppe intelligenze coinvolte, troppo importante per noi blogger, questa giornata. E poi anche lui era contro, come vedete dalla maglietta. Allora dedico a Freak Antoni, il mitico leader degli Skiantos, questo NO CAPTCHA DAY 2014
Qui sotto un brano scritto appositamente per l'occasione da un musicante amico mio, anche blogger. Si tratta della No Captcha Song, scritta ed eseguita da Novanta, il progetto di Manfredi Lamartina, già ospite in palude. Nei prossimi post, segnalerò altri brani scritti da musicanti per l'occasione. Più di uno mi ha scritto, ne potrebbe uscire una mini-compilation.


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martedì 11 febbraio 2014

Due parole con gli ex KGB



Ritornano in palude gli ex KGB, più forti e dissacranti che mai. Ritornano con il nuovo disco, che fin dal titolo e dalla splendida copertina del satiro Hurricane grida il loro spirito punk: False Hope Corporation è un concentrato acido di suoni, parole, distorsioni, che non può certo lasciare indifferenti. Dato alle stampe sul finire dell’anno scorso per la label del loro primo cd Prosdocimi Records insieme alla Ma.ra.cash Records, va avanti per trenta minuti e rotti senza mai fermarsi, se non per segnalare il lato A e lato B dei vecchi vinili. Ci sono cinque canzoni per parte, anche se sembrano due brani unici (è per tenere desta l’attenzione).
Registrato in analogico, come da tradizione di casa Prosdocimi, False Hope Corporation è stato prodotto dal californiano Ronan Chris Murphy, che ha suggerito al trio veneto di fare il cd senza nessuna interruzione. I ragazzi terribili hanno sposato in pieno l’idea, per andare contro la moda corrente del web di comprare/scaricare singole tracce. Il disco si gode tutto insieme, e i motivi per farlo sono molti: dal radicalismo nei testi, allo sperimentalismo nella musica. Gli ex KGB definiscono la loro musica Avant-Punk, per cercare di sintetizzare funk, post-punk, e groovy rock. Cosa? Ne parleremo nell’intervista che va ad incominciare. Pronti?
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domenica 9 febbraio 2014

NO CAPTCHA DAY - 4


13.02.2014 ... partecipa anche tu!
Mancano 4 giorni al NO CAPTCHA DAY. Avete pensato a qualcosa di creativo per partecipare? Se siete a corto di idee potete prendere una delle immagini con l'Alligatore che si mangia il captcha, e se mi scrivete vi mando anche un brano musicale scritto appositamente da un musicante amico mio, che è anche blogger ...
NE PARLANO ANCHE SUL SITO DI SMEMORANDA (clicca qui ...)

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giovedì 6 febbraio 2014

Due parole con i Junkfood



Copertina magnifica, che fa la sua figura qui in palude, ad annunciare i Junkfood, presto ospiti su questi schermi. È il primo passaggio per loro, qui portano la loro seconda prova, The Cold Summer Of The Dead, titolo affascinante, in linea con le trame sonore che riescono a dar vita. Un titolo che prende spunto dall’ultimo verso della famosa poesia di Giovanni Pascoli, Novembre: … è l’estate fredda dei morti. La lirica, come saprete, è ambientata durante la cosiddetta estate di San Martino, quando un illusorio caldo estivo, lascia il posto alla brutta stagione. Taglio brutale, netto, dai lugubri presagi per la natura.
The Cold Summer Of The Dead, è stato registrato proprio in quel periodo (alle Officine Meccaniche di Milano da Tommaso Colliva), pigiando sul tasto dark di quei giorni, un carnevale senza speranza. È così il disco, otto sorprendenti tracce sonore di rock di ottima fattura elettronica. Non a caso le due etichette coinvolte nel progetto sono la Trovarobato e la Blinde Proteus, dietro alle quali ci sono musicanti sulla stessa lunghezza d’onda (Mariposa e Simona Gretchen). I quattro Junkfood, talentuosi giovani musici dalle svariate esperienze, non potevano trovare di meglio (qui per assaggiarli). Inevitabile il salto in palude. Pronti?  
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mercoledì 5 febbraio 2014

Nebraska, Cinico TV made Usa

Ha dovuto attendere la vecchiaia Bruce Dern, per avere le giuste soddisfazioni, come il premio a Cannes, il riconoscimento di molti spettatori, e forse, presto, l'Oscar. Ha dovuto attendere questo meraviglioso film, Nebraska, di Alexander Payne, regista sempre più bravo. Bravo nel raccontare gli States più veri e profondi, quel paese sottoproletario senza sogno americano, fatto di gente che campa di espedienti, tra bevute, scazzottate, guerre. L'avevo già apprezzato nel precedente Paradiso amaro, ma qui, cambiando scenario, riesce a fare un altro centro. Anzi, diciamola tutta, riesce a fare un grandissimo film...
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lunedì 3 febbraio 2014

Due parole con i Misère de la Philosophie



Misère de la Philosophie  tra poco graditi ospiti in palude. È per loro la prima volta, sono all’esordio con Ka-Meh, migliore posto per parlarne non potevano trovare. Un post-rock cantato in italiano, psichedelico e beat (quanto basta per non infastidire), con delle liriche ispirate a Marx, Bertold Brecht e Walter Benjamin. Del resto il nome, ispirato dal barbone come me di Treviri (Miseria della filosofia è uno dei suoi testi più tosti e radicali), non lascia dubbi, e pure il logo industrialista, se è per questo. Ma voglio che gli ascoltate a palla, in streaming gratuito qui, prima di emettere giudizi affrettati. A me sono piaciuti al primo colpo, senza sapere di che parlavano (sorbendoli senza aver letto nulla di loro).
Ka-Meh, uscito da qualche giorno per Garage Records, è un album tiratissimo, con dieci pezzi dove senti le chitarre (tre) costruire muri di suono, una bella voce da classico cantautore rock, l’organetto, un ritmo incalzante. I testi, molto belli, si possono leggere nel libretto interno, essenziale e rigoroso (sarebbe piaciuto a Brecht), perché ci si perde nel bel connubio con la musica coinvolgente. Sì, un disco che prende bene (questa sera sarà dura ascoltare/intervistare/prendere appunti), quello dei livornesi di Piombino Misère de la Philosophie. L’ho già fatto partire un paio di volte. Parliamone. Pronti?
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sabato 1 febbraio 2014

Carlo Mazzacurati, un ricordo

Faccio fatica a credere che Carlo Mazzacurati sia morto. Per me Mazzacurati rappresenta il Nuovo Cinema Italiano. Quando sento parlare di lui, ripenso a quel suo primo film, Notte italiana, con Marco Messeri finalmente in un ruolo di protagonista, la bella Giulia Boschi, credo all'esordio (poi ha fatto pochi altri film), i gemelli Ruggeri, che allora andavano forte in tv (la nuova comicità italiana), il mitico Remo Remotti. Un film che anticipava tangetopoli, si disse poi, io non credo, almeno non solo. Un film sul nord-est, i schei, i soldi facili, sugli intrallazzi tipici dove gira il denaro: dove c'è il capitalismo c'è corruzione. Ma non voglio buttarla in politica. Notte italiana era un film poetico, volava alto. Un film notturno anche, adatto al cinema, alla buia sala cinematografica. Infatti, dopo la prima visione al cinema, non credo di averlo più visto (forse solo nel passaggio su Rai 3 di qualche anno dopo). Al cinema faceva parte di una rassegna sul Nuovo Cinema Italiano, assieme a Domani accadrà, di Lucchetti. Infatti associo sempre i due film, i due gggiovani cineasti italiani. Lo andai a vedere con mio fratello e la sua morosa, in un cineclub con le poltroncine verdi (niente a che fare con l'identità padana e altre balle, era così da sempre), ora chiuso da anni.
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