A proposito di Davis è un piccolo gioiellino di film, fatto con la
solita maestria dai fratelloni Coen. Un omaggio al folk vero,
povero, poco prima delle rivoluzione di Bob Dylan (infatti il film
si chiude con lui durante una delle sue prime esibizioni, mentre in
un vicolo buio picchiano il protagonista della pellicola). Si vede
una scena vivace, bella, con tanti musicanti solidali tra di loro,
sia nei concerti dei localini del Greenwich Village, sia in sala di
registrazione. Vista la passione e i pochi soldi che girano, mi
ricordano i musicanti della nostra scena indipendente spesso ospiti
in palude.
La pellicola dei Coen però, non è solo un omaggio alla folk-music
prima del big ben, è qualcosa di più. Ci sono dentro viaggi da
scrittori beat, in auto, con autisti usciti da On the road (è di
sicuro molto meglio del film di Salles tratto dal romanzo di
Kerouac), gatti rossi come quello di Colazione da Tiffany (è
ambientato nel 1961, data di uscita del cult di Blake Edwards), vero
motore di A proposito di Davis. Infatti, è grazie ad Ulisse, gatto
rosso della casa degli intellettuali dove di solito il cantautore
dorme a scrocco, che il film muove i primi passi e si sviluppa nella
sua circolarità surreale. Finisce dove e come si era iniziato, e
io rimango a chiedermi: è stato tutto un sogno?
Sì, il gatto rosso interpretato da GoodyGoody (ora posso
rivelarvelo, i Coen l'hanno trovato leggendo per caso il mio blog,
rendendolo una star del cinema), è il simbolo di libertà e
indipendenza, quella sognata dai grandi artisti, siano folksinger di
protesta, o scrittori alle prime armi. Non disdegnano gli agi delle
case borghesi, ma non scenderanno mai a compromessi trasformando la
loro arte in prodotti di consumo. Hanno una vita sessuale molto
vivace e poca attenta alle conseguenze. Rivelatore di questo, il
dialogo con la cantante folk interpretata da Carey Mullingan (sempre
diversa in ogni sua interpretazione, è veramente una grande), che
rimprovera al cantautore del film (Oscar Isaac, attore e pure
cantante punk-rock), di non stare attento in camera da letto. Lei è
rimasta incinta, e visto che potrebbe essere suo, decide di non tenerlo
(ma forse lo tiene...).
A proposito di Davis è ricco di interpretazioni memorabili, a
partire da quella di uno degli attori simbolo del cinema dei Coen,
cioè John Goodman. Qui è un jazzista cocainomane grasso e vizioso,
protagonista di uno stralunato viaggio in auto insieme al folksinger,
dove ha modo di mettere in luce la rivalità tra le due grandi espressioni
musicali Usa. Un viaggio con una fine tragica e assurda, a rendere
ancora più onirico-surreale il tutto. F. Murray Abraham è un
importante produttore musicale ispirato alla figura del noto
produttore di musica folk Al Grossman: l'audizione in quel di
Chicago non andrà bene, ma serve per capire le contraddizioni tra
arte e mercato, e perché si parla di industria culturale. Justin
Timberlake si ritaglia un altro piccolo ruolo importante: accanto
alla già citata Carey Mulligan, e a una terza voce maschile,
compone un trio molto somigliante al noto trio folk Peter, Paul and
Mary.
Mentre guardavo il film, anzi, poco prima di entrare in sala, pensavo alla famosa copertina di quel disco
di Bob Dylan, The Freewheelin' Bob Dylan. Album storico, come quella
foto, con il menestrello di Duluth mentre cammina in una strada di
New York in mezzo alla neve, abbracciato alla sua fidanzata di
allora, Suze Rotolo. Il disco, uscito nel 1963, è il primo con
canzoni originali sue (tra le 13 tracce cito solo Blowin' in the
Wind, Masters of War, A Hard Rain's A-Gonna Fall), e ricorda molto
la foto della locandina del film: stessa giacca e stesso passo del
folksinger protagonista di A proposito di Davis, stessi luoghi e
stesso colore grigio. A parte GoodyGoody/Ulisse, tenuto in braccio,
stretto stretto come la fidanzata di Bob Dylan. Del resto oggi è il
17 febbraio, Festa dei gatti. Quale miglior occasione
per festeggiarli? Se non l'avete ancora fatto, andate al cinema per vedere questo gioiellino di
film. A proposito, auguri GoodyGoody.
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La star del cinema GoodyGoody fuori dal set. Vincerà l'Oscar? |
Etichette: A proposito di Davis, Blake Edwards, Bob Dylan, Carey Mulligan, Cinema, Colazione da Tiffany, Festa dei gatti, Festa del gatto, Film, Folk, Fratelli Coen, Gatti, GoodyGoody, John Goodman, Kerouac, Oscar Isaac
20 Commenti:
Buongiorno! Che bella recensione Ally, un piacere leggerti di "prima" mattina!
Una coccola speciale a Goody Goody, i micioni rossi sono sempre sulla cresta dell'onda...
Tempo fa ho letto con piacere una bellissima storia "Io e Dewey", poi "A spasso con Bob", entrambi hanno come protagonista un micioso rosso-rosso.
Non è un caso che tu ne "possegga" un rappresentante?!
Buona settimana;-)
Foss'anche solo per Goody Goody non me lo posso perdere! :)
Dicono sia il gatto più bello e simpatico, insieme a quello di Colazione da Tiffany, della storia del cinema. (Ma si potrebbero fare dei post per tirarne fuori altri...)
bel film, per la musica, per il gatto e per carey, però come al solito nelle pellicole dei coen ci sono anche troppe cose lasciate al caso...
Bah, avrà usato una controfigura, mentre lui andava a giocare da un'altra parte.. Però bella recensione, sicuro che non te l'ha scritta Goody mentre tu giocavi da un'altra parte? Il film non l'ho ancora visto, rimando e rimando, finisce che me lo perdo. Ciauu
Non mi ha entusiasmato, ma mi è piaciuto il gatto. Forse è un film da intenditori di quel mondo
Confesso: sono andata a vederlo solo per il gatto! Ok i fratelli Coen, la musica e tutto il resto ma... quando c'è un gatto di mezzo il mio cuore batte solo per quello.
Il protagonista poi ispirava violenza, essere un po' amorfi mi va anche bene ma così è troppo irreale, avrebbe dovuto per lo meno prendere a calci la tipa incinta...io l'avrei fatto al posto suo, così risolveva almeno un problema e si faceva ridare i soldi dal dottore..(oggi mi son alzata bene ma dopo aver letto un paio di news mi son già avvelenata).
Comunque al mio Lui il film non è piaciuto, io sono andata preparata perchè sapevo che non aveva una trama, se non il gatto, così ho seguyito il felino e alla fine ho capito il film, siccome poi l'abbiamo visto a Pescia e lo strappabiglietti è uno dei miei pochi amici, mi ha detto che sono stata una delle poche ad aver capito il film e mi son pure gasata! Grazie Ulisse!
Ah, ieri sera siamo andati a vedere "Smetto quando voglio" carino, bei colori e venerdì "Dallas Buyers Club" per farti capire quante cose c'erano da fare questo finesettimana..
@Maura
Qui in palude gatti ne sono passati molti, ma quelli rossi hanno una magia particolare, grazie delle segnalazioni libresche, ora vado a cercarle e grazie del "Non è un caso che tu ne "possegga" un rappresentante?!"... anche se sai, che i gatti non si posseggono, ci sono, con il loro spazio.
@Zio Scriba
Sì, dicono anche che il gatto del film dei Coen sia lo stesso di Colazione da Tiffany ... altro che sette vite allora ;)
E poi è vero, ci sarebbe da fare una bella carrellata di tutti gatti del cinema...
@Marco Goi
Concordo su tutto... e aggiungo che, forse, le cose lasciate al caso, lo sono di proposito. Magici come dei gatti rossi.
@Elle
Possibilissimo, i gatti rossi sono veramente magici, mentre tu pensi siano da una parte, li vedi sbucare dall'altra ...come nel film, che di gatti rossi se ne vedono almeno tre (ma è sempre GoodyGoody, che fa Ulisse, poi un gatto femmina e uno che attraversa la strada nella notte). Se riesci, vai a vederlo, merita (e ci sono molte canzoni).
@Redcats
Credo che, come ho letto in un blog di cinema, questo sia un film "da meditazione" come un buon vino rosso. Di sicuro lo metto tra i Coen migliori, anche se non ha suscitato entusiasmi, e subito ti lascia così, pensieroso su molte scene del film.
@Serena
Hai detto bene, il film non ha una vera trama, del resto come potrebbe? I sogni non hanno trama, e per me, questo è un film onirico, dentro al quale bisogna perdersi, magari vederlo e rivederlo, pippando qualcosa di psichedelico... e bisogna seguire il gatto, Ulisse, perché è lui, il vero protagonista del film. Anche per questo il protagonista non reagisce, è sonno-lento, se la prende comoda... insomma, credo sia un film per chi ama i gatti e la loro filosofia di vita. Non per tutti, quindi. Smetto quando voglio e Dallas Buyers Club sono in lista, spero di riuscire a vederli presto.
Devo guardarlo per riuscire a dare un giudizio.
Scientifico come sempre ... non ti preoccupare, aspetterò.
Auguri GoodyGoody! E per il film... slurp, lo sto pregustando!
GoodyGoody è qua che dorme (dopo i bagordi della notte), e ti ringrazia nel sonno (lui si legge il blog mentre sogna, è magico)... per il film, immagino già che lo apprezzerai... magari in lingua originale.
bella bella recensione!
Gran bel film e gran bella recensione Ally. Auguri a GoodyGoody e a tutti i gatti.
@Ernest
Grazie, e mi raccomando, vai a vedere il film. Oggi se puoi.
@George
Grazie, concordo sul film ;)
alli mi perdoni se non leggo nulla ma guardo solo le foto perchè vorrei vederlo e non farmi influenzare??? GoodyGoody è uno splendore, vincerà Oscar ;)
Certo che ti perdono, io stesso, a volte, faccio così. Su GoodyGoody concordo :)
Ti ho trovato entusiasta, su diversi punti che ho battezzato deboli.. devo trovare cosa ne pensi de L'uomo che non c'era e A serious man allora.. ;)
Se hai trovato deboli GoodyGoody e la Mulligan allora siamo molto lontani. L'uomo che non c'era è per me uno dei Coen maggiori, e pure A seious man non è niente male. Ho visto quasi tutti i film dei Coen al cinema, anche i primi, grazie ad una rassegna al cineforum. Non è un paese per vecchi e il cult Il grande Lebovski sono il loro vertice. Alla base il deludente Prima ti sposo e poi ti rovino.
devo assolutamente guardarlo.
mi hai proprio incuriosita
http://www.nonsidicepiacere.it/
Fidati, i Coen, e questo loro film in particolare, sono come il titolo del tuo blog: La moda passa, lo stile resta ;)
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