sabato 5 marzo 2011

Quasi fuori strada per andare da Gino Strada

L’avevo detto agli amici che bisognava partire prima. Immaginavo la folla oceanica per uno dei primi appuntamenti di Il mondo che vogliamo, il manifesto di Emergency per la Pace… e allora corri, dicevo all’amico di Parma al volante. E lui corre, mentre parliamo di tutto come succede in queste occasioni (in cinque poi), non accorgendoci dell’uscita per Rovereto; l’amico frena all’ultimo momento e per un pelo non usciamo fuori strada. Sarebbe stato il colmo. Uscire di strada per andare a vedere Gino Strada. Be’ alla fine, niente danni alle persone, forse qualche graffio all’auto. Al limite, ci sarebbe stato in zona uno dei migliori chirurghi in circolazione.

Usciamo dall’autostrada a Trento, rientriamo e arriviamo a MART di Rovereto quando Gino Strada ha già iniziato a parlare da poco. Dentro non c’è più posto però (come quando andai a sentire Terzani per gli incontri di Lettere contro la guerra). Fuori c’è una folla concentrata davanti al maxischermo. Mi inserisco nella mischia, destinato a diventare un ghiacciolo, ma felice di sentire parlare di pace. Sì, perché io nasco pacifista integrale (è la mia identità più forte), e trovo necessario rilanciare la Pace, come valore assoluto, in questo momento storico, con la guerra accettata come inevitabile, giusta, un prodotto da pubblicizzare nelle scuole. E allora serve un manifesto per la pace, tipo quello di Russell-Einstein, citato non a caso da Strada.

Davanti al maxischermo nel freddo di Rovereto, le parole di Strada (e di Maso Notarianni accanto), mi scaldano. Se, come ricorda il fondatore di Emergency, più del novanta per cento del parlamento italiano votò nel 2001 per la guerra all’Afghanistan in contrasto con la nostra Costituzione (e poi in Iraq e poi quelli sempre compatti nei rifinanziamenti delle cosiddette missioni umanitarie), c’è qualcosa di storto nel sistema politico. Ma non è una cosa solo italiana, c’è l’economia internazionale a dettare alla politica. Un’economia di guerra. Sono riflessioni che nascono dalla discussione, dalle domande del pubblico, tra di noi. Sono cose così evidenti, che nessuno può negare, ma andiamo avanti così, verso il barato… anzi, ci siamo già dentro.

Il mondo che vogliamo è un manifesto semplice e diretto, come la discussione durante l’incontro. Richiama alle proprie responsabilità una classe politica con le spalle al muro, dopo la caduta di quel famoso Muro. C’è un sistema unico a dominare da allora, e questo detta l’agenda politica, con tagli alla sanità pubblica, alla scuola, alla cultura. Una guerra ai poveri in casa, la guerra nel mondo. Anche questo c’è nel manifesto.

Alla fine riusciamo ad entrare. In piedi assistiamo alle ultime battute. Si parla pure della rivista mensile di Emergency, presto nelle edicole (il primo numero ad aprile), con tanti compagni di Strada che ci scriveranno sopra. Diretta da Gianni Mura (divertente il video/scambio di battute) e Maso Notarianni. Spero abbia successo, per diffondere in modo sistematico una cultura di Pace. Ne abbiamo bisogno estremo.

Calendario degli incontri

E: il mensile di Emergency

Il manifesto "Il mondo che vogliamo"

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domenica 27 febbraio 2011

Il mondo che vogliamo


"Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un'equa distribuzione delle risorse..."

Inizia così Il mondo che vogliamo, il manifesto di Emergency che verrà discusso nel corso di 20 incontri in tutta Italia da Gino Strada, insieme con tanti ospiti del mondo della cultura, della società civile e con tutti i cittadini che vorranno partecipare.

Questa non è una semplice comunicazione di servizio, o un copia e incolla dalla newsletter di Emergency. Questo è ciò che credo profondamente senza se e senza ma …

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