mercoledì 11 gennaio 2023

20 anni e 10 giorni senza Giorgio Gaber


Perché vent'anni  e dieci giorni? Perché era un anticonformista e una cifra tonda non l'avrebbe gradita. No, scherzo, perché perdo colpi e mi ero dimenticato, e quando oggi alla radio ho sentito John Vignola ricordarlo, dicendo che il 1 gennaio del 2003 era morto il grande Giorgio Gaber mi sono cadute le braccia. Lo ha ricordato anche lui oggi su Radio 1 a La nota del giorno, assieme a De André morto l'11 gennaio nel 1999. Ha ricordato il Gaber degli inizi con Jannacci (i due corsari), Tenco, Celentano.... poi quello che scriveva canzoni per Cochi e Renato, quello dei programmi tv del sabato sera (pensate, c'era una tv che il sabato sera aveva gente come lui, l'amico Nobel Dario Fo, altro le cazzate che fanno oggi), e poi quello del teatro-canzone con Luporini. Io quello della tv non l'ho visto non essendo ancora nato o piccolissimo, e mi sono perso anche quello del teatro-canzone. Avrei avuto l'occasione di andarlo a vedere con mio fratello maggiore, che me lo propose, ma io, ragazzino non acculturato, dissi di no, non mi interessava. Mi mangio le mani, ovviamente, ma che volete, bisogna crescere per capire... ciao Giorgio.

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giovedì 25 giugno 2020

Lontano lontano, neorealismo digregoriano

Volevo vedere Lontano lontano da quando era uscito, il 20 febbraio 2020, ma come sapete da allora la nostra vita è cambiata, e una delle cose che ha pagato il prezzo più alto per il lockdown è stata la visione dei film al Cinema. Pare di vederlo il grande Gianni Di Gregorio, qui al suo quarto film, dispiacersi della mancanza di pubblico in sala per la sua pellicola, ma non più di tanto. Con il suo garbo, il suo prenderla con filosofia, come in Lontano lontano, dove interpreta proprio un professore di filosofia. Ho avuto la fortuna di vederlo ora in tv, grazie a RaiPlay, una delle "cose" positive di questi mesi di blocco forzato. 
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mercoledì 6 maggio 2020

In palude con NADDEI


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Elettronica / Cantautorave
DOVE ASCOLTARLO 
Spotify, Apple Music, Bandcamp e tutti i maggiori portali digitali
LABEL Cosabeat studio
PARTICOLARITA’ Un disco che reinterpreta in chiave elettronica alcuni grandi brani dei mostri sacri del cantautorato italiano
CITTA’ Forlì
DATA DI USCITA Febbraio 2020
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venerdì 16 febbraio 2018

De André in tv

Lo schermo è piccolo, banale, banalizzante,
ma qualche volta s'illumina d'immenso,
come questa settimana, martedì e
mercoledì, su Rai 1.
C'era De André, il film su De André, con
il buon Luca Marinelli (un nostro bravo
giovane attore) a interpretare il nostro
maggior cantautore.
Ho trovato, come sempre, troppi spot,
(in un canale pubblico assurdi, se non
tra un tempo e l'altro), a rompere
l'emozione.
Ho trovato banali, da sceneggiato tv,
certi passaggi (l'amore per due donne,
il rapporto con il padre, con Tenco), ma
nel complesso mi è piaciuto.
Con Elle ci siamo sorpresi del finale troppo
veloce, un taglio netto, brutale, cretino, e
abbiamo spento subito, al primo ronzar
di vespa.

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giovedì 26 gennaio 2017

Cinquant'anni senza Tenco

Vedrai, vedrai
Vedrai che cambierà
Forse non sarà domani
Ma un bel giorno cambierà
Vedrai, vedrai ...

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lunedì 17 ottobre 2016

Rece d'Alligatore: Pier Mazzoleni


Pier Mazzoleni, Gente di terra
Autoproduzione
Quinto disco di Pier Mazzoleni, cantautore bergamasco (anche scrittore) ricco di suoni e parole, tra il mistico e il sociale. Undici pezzi maestosi, che colpiscono per questa loro pienezza, questa ricerca di suoni e spiritualità, a volte eccessiva. Pier Mazzoleni non è certo nelle mie corde, ma alcune canzoni, ammetto, possono suonare suggestive.
Penso a Esmeralda, bel racconto di una sofferenza d’amore voce/piano con flauto magico in coda, o Una rosa che non c’è, folk voce/piano con un bel fischio da western all’inizio, Volo, esaltazione totale del sogno, con tanto di archi, Per chi, dal testo non certo nuovo, ma con una fisarmonica che sembra uscire da altri tempi.
Gente di terra è un disco ambizioso nei suoni, con testi che vogliono rappresentare la semplicità dell’uomo, ma alla fine risultano troppo ermetici. Paragonarlo a Tenco o De André, come ho letto in giro, mi sembra esagerato, fa più male che bene a Mazzoleni. La vita è un viaggio, o i viaggi aiutano a vivere meglio? Esco con questo interrogativo marzulliano, dopo l’ascolto di un album che mi è piaciuto poco. Alla prossima.

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mercoledì 28 marzo 2012

Luigi Tenco, suicidio?... omicidio?

Sono sempre stato affascinato dalla figura di Luigi Tenco, e dal mistero della sua morte. Nonostante le indagini abbiano detto si sia trattato di suicidio, ho sempre avuto dei dubbi. Il bel libro rimesso in circolazione da BeccoGiallo, pur non prendendo posizione netta, ma presentando le varie ipotesi (suicidio? omicidio a sfondo sentimentale? omicidio perchè aveva scoperto il gioco truccato del baraccone sanremese?), mette in evidenzia il carattere di Tenco e la sua sofferenza per la società dello spot-(acolo), già nel 1967 dominante, ma con ancora molte resistenze.

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