sabato 13 agosto 2011

Me brüsa tanto 'l cü ...


Me brüsa tanto 'l cü ..., così diceva a fine gara Luigi Ganna, muratore di Varese, vincitore del primo Giro d'Italia nel 1909. Frase tratta dal libro Pedalare, la grande avventura del ciclismo italiano. Il ciclismo come metafora della storia del nostro paese, visto da uno straniero, John Foot. Da appassionato di bici, direi che è perfetta per descrivere gli effetti dopo tanto pedalare, ma anche per quelli che sentiremo dopo l'attuale manovra approvata dal governo. Un consiglio: prepariamoci, andando tanto in giro in bici, magari su strade come quella della foto ... e buone vacanze italiani.
Su il manifesto di sabato 13 agosto un articolo di Alberto Burgio che sottoscriverei:
L'austerity necessaria, ma al contrario
Come sempre grande Alessandro Robecchi, su il manifesto della domenica e poi sul suo blog con questo pezzo esilarante
... e su il manifesto di ieri, mercoledì 17 agosto, un pezzo di Guido Viale, che faccio mio La chimera di una crescita che non ci sarà

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sabato 27 giugno 2009

LIBRI: Zona del silenzio, fumetto su Aldro, ragazzo

È un caso ancora giuridicamente aperto (la sentenza di primo grado è attesa a giorni), ma ampiamente discusso sui media, grazie al coraggio di alcuni giornalisti e ad un blog, quello della mamma del ragazzo morto, Federico Aldrovandi, Aldro per gli amici.
Il libro ripercorre quei giorni tristi, seguendo il giornalista che indaga assieme ad uno studente. È l’Italia di qualche anno fa quella ritratta in questo fumetto, con i personaggi disegnati come animali, alla maniera del capolavoro Art Spiegelman.
E questo Zona del silenzio è un piccolo capolavoro di gusto e misura. Unisce ad un tratto sporco, tipo certi fumetti alla Frigidaire, un racconto lineare, di cronaca italica ben conosciuto. Val la pena ripassarlo.
ALTRE INFO DIRETTAMENTE DAL SITO DI MINIMUM FAX
Zona del silenzio

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giovedì 28 maggio 2009

Intervista ai Tecnosospiri

Mi sembra che la band ospite questa sera su questi schermi abbia trovato uno splendido luogo per collegarsi: al mare, con la chitarra pronta all’uso, una scacchiera per stare ben concentrati e il portatile vicino. Non si fanno mancare niente i Tecnosospiri, come non manca nulla alla loro musica, un pop-rock con venature cantantuorali molto maturo, nonostante la giovane età.
Io i Tecnosospiri li seguo da alcuni anni. Li seguo dal loro precedente cd, In confidenza, uscito come il recente I lupi, per la romana CinicoDisincanto. Devo dire che sono cresciuti, molto cresciuti. I lupi è un concept-album che tocca tematiche sociali e politiche senza perdersi in discorsi banali o complicati, ma facendo vera musica.
Non dimenticano la melodia, non dimenticano la tenerezza i Tecnosospiri (come potrebbero, con un nome del genere?) e passano con incanto e consapevolezza dalle macerie di Sarajevo all’amato Pasolini, da Varsavia sporcata dalle multinazionali ai palazzinari delle nostre metropoli. Ma questo non è un comizio, è un concept-album sullo stato di crisi dei nostri giorni con dieci pezzi perfettamente legati insieme. Per questo lascio la parola a loro. Ci siete?

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