martedì 28 marzo 2023

Non riesco a trovare la mia copia di questo fondamentale libro, "Il racconto di Fidel" , che consiglio di leggere spassionatamente, in particolare a un giovane di oggi. Capisci molto su politica e economia, perché ci siamo ridotti così male a livello sociale e ecologico (dentro c'erano alcune rice per ed evitare il tracollo prossimo venturo, poi arrivsto". Lo penso mentre sono in auto e sento della morte di Gianni Minà , il più grande giornalista italiano vivente. Questa intervista viene citata anche da Oliver Stone, come una di quelle importanti. Prefazione di un nobel come Marquez. Vabbè, questo è stato Gianni Minà: un uomo di cultura a 360 (politica, televisione, letteratura, cinema, sudamerica, cinema, musica), curioso e con una fede nel vero giornalismo. Per questo, nella Rai dei lacchè non trovava più spazio da troppi anni. Resterà sempre con noi, proprio per questo.

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martedì 29 novembre 2016

La Storia lo assolverà


Ho sempre pensato a Fidel Castro come a un’icona pop,
avevo cercato quella famosa foto mentre beve la Coca Cola,
ma non avendone trovate di belle, ho messo questa.

In questa si vede la bandiera del suo paese alle spalle,
un saluto al suo popolo prima o dopo uno dei suoi discorsi
fiume, che lo hanno reso famoso nel mondo.

Perché la Storia lo assolverà? Perché, bene o male, ha liberato
il suo Paese dalla tirannia, dai ricconi del nord che lo volevano
solo depredare, e questo i vicini Usa non potevano tollerare.

Ha liberato Cuba da Batista in piena guerra fredda, e questo
ha comportato una scelta di campo, discutibile quanto si vuole,
ma alla fin fine giusta per il processo rivoluzionario.

Errori ne ha commessi, certo, il suo compagno Che Guevara
è diventato un mito perché morto giovane, mentre lui è morto
anziano, nel 2016, e la Revolución invecchiava con lui.

2016 funesto anche per la famosa agenda telefonica di Gianni
Minà: mi ricordo Troisi, che scherzava con Minà sulla sua agenda
piena di nomi famosi, Cassius Clay e Fidel Castro tra i più noti …

Questo ricordo mi fa sorridere, mentre mi giro tra le mani un buon
mojito fumandomi un altrettanto buon sigaro e cerco in tv quei film 
di Oliver Stone su Fidel: Comandante e Looking for Fidel.

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mercoledì 11 febbraio 2015

Blog creativi contro il captcha

Sono felice di aver fatto una settimana NO CAPTCHA, e non solo un giorno, perché più a lungo passa il messaggio, più blogger hanno tempo di aderire, anche chi è più distratto o pigro. Sono già 18 i blog che da domenica ad oggi hanno fatto un post NO CAPTCHA. A fine settimana saranno citati tutti, rigraziati, baciati e abbracciati, con link al loro post. 
Per ora mi piace ricordare i più creativi, quelli più divertenti, quelli con la propria faccia dentro.
Cito l'amico di blog (da quanti anni ci frequentiamo?) LYSERGICFUNK, dal quale ho preso la foto sopra, l'abbraccio tra me e Fidel. Troppo buono quello che fuma (intendo l'amico blogger, non Fidel).
Cito un altro blogger che frequento da molto, Mr Hyde; a blog unificati ha fatto un post situazionista mettendoci proprio lasua faccia. Ammiratelo su uno dei suoi blog, il vostro preferito ...
Mi ha colpito molto anche Vera, con la sua foto surreale e dolcissima (piccoli alligatori crescono...).
Incontenibile Kermitilrospo, che, prendendomi alla lettera, fa un post anti-captcha al giorno, con la solita ironia.
La Santa Furiosa, nuova amica di blog, ha fatto un post colto e sofisticato come nelle sue corde.
Sono in attesa del post di Moz, del blog Moz O' Clock. Ho già visto il video che posterà a mezzanotte, mi ha raccontato le peripezie per realizzarlo. Io l'ho trovato un piccolo cult, via di mezzo tra CinicoTv giovane e il Nanni Moretti degli esordi. Vedrete ...
Domenica tireremo le somme, con tutti i blog attivamente partecipanti alla SETTIMANA INTERNAZIONALE ANTI CAPTCHA ...

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lunedì 25 maggio 2009

CINEMA: il Che di Soderbergh… un film storico (anzi due) senza perdere la cinefilia

È un film importante, attesissimo e non delude le attese (anzi, due film che non deludono le attese). A dirigerli Steven Soderbergh, cineasta con un’idea di cinema indipendente in testa, perfezionista, a tratti freddo, perfetto per questa pellicola su uno dei miti più importanti del Novecento. Chi meglio di lui sarebbe riuscito a realizzare il film sul Che senza farne un santino o denigrarlo, ma facendo semplicemente cinema? E pure Benicio Del Toro appare l’interprete ideale: non gigioneggia (a differenza dell’interprete di Fidel, ma forse era inevitabile), ha una certa somiglianza con il Che, inseguiva il progetto da alcuni anni.
Che-L'argentino, cioè la prima pellicola, quella sulla vittoria della Revoluciòn, è un film molto europeo, con salti cronologici da far paura; Soderbergh se ne fotte altamente dello svolgimento lineare, grazie alle sue capacità tecniche da sempre apprezzate. All’avanzare della guerriglia nella Sierra Maestra fino alla vittoriosa conclusione (il nucleo centrale del film, a colori, con il verde a dominare la scena), vengono inseriti momenti del discorso del Che alle Nazioni Unite nel 1964 (in un bianco e nero da doc storico), e momenti ancora precedenti, come l'incontro tra Che Guevara e Fidel Castro in Messico nel 1955. Questi salti di tempo danno alla pellicola un buon ritmo e nell’economia del film il tutto risulta perfetto.
Che-Il guerrigliero, sul fallimentare tentativo di esportare la Revolucòn in Bolivia, ha invece un andamento più lineare, più da film “tradizionale” con un inizio, uno svolgimento, una fine. Una fine che già conosciamo (come del resto il film n.1), ma non per questo meno interessante. Sembra una parabola inversa alla precedente. Mentre nel primo film tutto (o quasi), procedeva per il verso giusto, qui tutto va storto: non c’è simpatia da parte della popolazione per i rivoluzionari, l’esercito non si unisce a loro, ci sono delle incomprensioni tra i militanti, il territorio è ostile, vengono presi facilmente i simpatizzanti…c’è solo il Che.
Soderbergh però, anche qui costruisce con precisione chirurgica un’epoca e un personaggio che ha fatto epoca. Sembra proprio di sentire, di respirare, quel periodo storico ahimé lontano, con quei personaggi storici, quel modo di parlare, quel modo di credere, quando tutto aveva un significato preciso a partire proprio dalle parole: intellettuali, rivoluzionari, comunisti, anticomunisti, reazionari, rivoluzione, colpo di stato, dittatura … quando le parole erano importanti.
Per me sono state due visioni coinvolgenti: mi sono smarrito nel film per ritrovarmi in un'altra realtà. È questo che il cinema dovrebbe darci. Sì, due film coinvolgenti e alla loro maniera commoventi. Uscito dalla sala cinematografica mi pareva di provenire da un altro mondo. Poi, piano piano, mi sono riadattato, sono tornato alla piattezza dei nostri giorni. Giusta la divisione in due parti. Sbagliata l’uscita un anno dopo (era a Cannes 2008, dove Del Toro ha ricevuto lo strameritato premio come miglior attore …). Ripescatelo in questa stagione calda. Sarà ancora più coinvolgente.
VAI AL DISTRIUBUTORE DEL FILM http://www.bimfilm.com/

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giovedì 21 febbraio 2008

La pin dell’Alligatore a Fidel Castro


Le ipotesi sono le più disparate. È possibile che sia stato l’amico Robert Redford a consegnarla direttamente nelle sue mani (al Sundance ne avevo date un paio, forse tre, all’autore di Leoni per Agnelli); altri sostengono ci sia stato un passaggio in più: Redford l’ha data a Sidney Pollack e Pollack l’ha portata a L’Avana in uno dei suoi shopping di sigari. I più maliziosi dicono che Oliver Stone abbia rubato la spilletta a Tarantino (sono ancora incazzati tra di loro dai tempi di Natural Borns Killers, ogni occasione è buona per farsi qualche scherzetto). C’è anche una pista tutta politica (o quasi): Naomi Campbell l’ha presa a Tarantino in una festa hollywoodiana (l’avevo detto a Quentin che sul suo berretto era poco sicura), l’ha poi regalata a Chávez e il Presidente venezuelano l’ha poi portata a Fidel. Il succo non cambia, la pin dell’Alligatore ha quasi sicuramente superato lo stupido embargo ed è ora sopra il famoso berretto di Fidel proprio nei giorni del suo annuncio. Storico.

http://www.granma.cu/italiano/2008/febrero/mar19/mensaje.html

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