lunedì 23 maggio 2022

In palude con Femina Ridens


NOTE SINTETICHE ALL'ASCOLTO DEL DISCO

 GENERE contemporary folk

DOVE ASCOLTARLO su tutti i negozi fisici e digitali, tipo qui

LABEL Radicimusic Records

PARTICOLARITA’ nuova musica antica

SITO, INSTAGRAM, FB

CITTA’ Firenze

DATA DI USCITA 13 maggio 2022 

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lunedì 16 marzo 2015

Due parole con Femina Ridens

Ritorna in palude Femina Ridens, ritorna a due anni dal primo incontro con un disco ancora più forte del precedente. L’ho amato fin dal primo ascolto questo album, anzi, appena ho visto la copertina (particolare e personale, come quella precedente), ho pensato di aver fatto bene a contribuirne alla sua realizzazione, aderendo alla campagna di crowdfunding lanciata alcuni mesi fa. Il disco si intitola Schiaffi, ed è vero e carnale come uno schiaffo. Come quelli di certi film che sembravano autentici, con la mano a colpire la faccia. Dico questo perché ho sentito in Schiaffi qualcosa che ti tocca nel corpo e non ti lascia indifferente, lancia dei segnali corporei a partire dalla mente.
Schiaffi, uscito per le edizioni ABuzzSupreme, che seguo con  piacere estremo da anni, è nato durante i molti live che Francesca Messina/Femina Ridens, ha fatto in giro per l’Italia e anche fuori (tra le varie cose, ha partecipato a Resistenze in quel di Berlino, insieme a Wu Ming e Luciana Castellina). È nato vivo dunque, con accanto, ancora una volta, Massimiliano Lo Sardo, con il quale c’è una sintonia non solo artistica. Otto pezzi per niente facili, autentici, di cantautorato femminile da un’altra Era (gli anni ’70? … il futuro?). Titoli come L’educazione sentimentale, La banalità, Masturbati (pezzo preso in prestito da Andrea Tich), Rivendica l’erogeno. Ecco, questo disco rivendica l’erogeno, direi pasolinianamente. Parliamone. Pronti?

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lunedì 11 marzo 2013

Due parole con Femina Ridens



Femina Ridens questa sera per la prima volta in palude, e sono onorato di ospitarla per questo suo esordio omonimo in uscita proprio oggi. Un primo disco bello a partire dalla copertina, che potete vedere qui sopra (messa appositamente senza il nome per poterla apprezzare in tutto il suo splendore). Femina Ridens, al secolo Francesca Messina, è autrice di tutti i pezzi dell’album (a parte la cover di Vorrei incontrati di Alan Sorrenti, una delle mie canzoni preferite di sempre, attualissima, un’interpretazione che non ha nulla da invidiare all’originale o all’altrettanto splendida versione dei La Crus). Un disco fatto quasi tutto da sola, dalla scrittura dei testi (da leggere come dei mini-racconti di una donna oggi), alla musica e alla produzione (canzoni edizioni ABuzzSupreme).
Francesca l’ha pure cantato e suonato tutto (chitarra/synth/marranzano/agogò/kalimba…), con accanto il fido Massimiliano Lo Sardo (basso/synth), proveniente dalla sua esperienza precedente, quella nel gruppo La Materia Strana, penultima tappa di un percorso artistico ricco e pieno di cose: da cantante solista nei primi anni novanta nei Jubilee Shouters a voce del progetto dance di successo Lady Violet sul finire di quel decennio, dal teatro impegnato al doppiaggio di B-movies. Che sia nata da qui l’idea di chiamarsi Femina Ridens? Chi lo sa, di certo tutte queste esperienze l’hanno arricchita, portandola con naturalezza a questo magnifico esito. Alcuni la paragonano a Carmen Consoli, altri a Cristina Donà, ma a me sembra assomigliare solo a Femina Ridens. Ascoltiamola. Pronti?
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