lunedì 26 novembre 2018

C'era il mare, Stucky di classe

Bello, bello, bello! Leggendolo ho spesso pensato a questo. Parlo di C'era il mare, libro di Fulvio Ervas, uscito da qualche settimana per la Marcos Y Marcos. Ancora una volta un'indagine dell'ispettore Stucky, che sicuramente conoscerete per l'interpretazione di Battiston nel film (prima romanzo di Ervas) Finché c'è prosecco c'è speranza, ma che vi consiglio di approfondire in tutti i romanzi dello scrittore veneto. In C'era il mare l'indagine si divide in due, tra la sua Treviso e Venezia, in particolare Porto Marghera. Infatti il libro si dipana in capitoli alternati, semplicemente intitolati Treviso, Marghera, Treviso, Marghera ... in una città fanno fuori un giornalista in pensione, nell'altra un ex operaio di Porto Marghera. Non due persone qualsiasi: il giornalista aveva fatto articoli forti sull'inquinamento e non solo, l'operaio era stato un leader sindacale. A Treviso indaga Stucky, a Venezia Luana Bertelli. A un certo punto c'è un terzo omicidio, di un avvocato, anche lui in pensione, un omicidio a metà strada, che unirà inevitabilmente le due indagini. Bello, veramente bello. Perché ha il sapore di un classico, fin dalle prime pagine, perché sembra già un film (inevitabile pensare a Battiston, mentre lo si legge), perché racconta un bel pezzo di storia d'Italia, Porto Marghera e le lotte operaie, una città industriale nata cento anni fa, sul finire della Grande Guerra, perché lo fa con una coscienza e conoscenza di classe. E poi la storia (che incontra la Storia) è davvero appassionante. Si rimane con gli occhi incollati alle pagine del libro fino alla fine. Una bella impressione.
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mercoledì 11 aprile 2018

Ervas intervistato su I Think Magazine


La parte finale del romanzo è occupata da una favola moderna. È nata appositamente per questo libro o l’avevi già in testa autonoma? Perché per questa c’è un cambio cromatico? Parole scritte in bianco su foglio nero …
La fiaba nasce come tentativo del nonno di sottrarre il suo nipotino ai pericoli del mondo. Perché un mondo dove due adolescenti psichici, uno negli USA e uno in Corea, dissertano sulla lunghezza e potenza dei loro missili, è un luogo pericoloso per bambini e adulti. Quindi rischiamo di trascinare il mondo in un’epoca tremenda, dalla quale si potrà emergere solo grazie all’energia e all’immaginazione dei bambini. Che leggono.
...riguardo al libro Nonnitudine, uscito con Marcos Y Marcos da qualche mese
 

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giovedì 14 dicembre 2017

Letture sotto l'albero

Carrellata di libri letti o in lettura in questi giorni, che consiglio a chi vuole fare un bel regalo.
- Finché c'è prosecco c'è speranza di Fulvio Ervas, Marcos y Marcos: divertente giallo farsesco, ambientato nel territorio del prosecco. Da questo libro un altrettanto divertente film sul grande schermo in questi giorni.
- Multifilter - Mito e memoria del padre nella canzone a cura di Sergio Secondiano Sacchi, squi[libri]: un libro, due cd zeppi di pezzi più o meno storici, dedicati al padre nella canzone italiana d'autore.
- Blues per fuorilegge e vecchie puttane, di Massimo Carlotto, Edizioni e/o: un grande ritorno dell'Alligatore, un libro imperdibile, ambientato tra Padova e la Svizzera, Vienna, Cagliari ...
- Il mio Salinger di Valentina Grande e Eva Rossetti, BeccoGiallo: un capolavoro a fumetti che racconta il primo matrimonio di Salinger con una tedesca dopo la II^ guerra mondiale, misterioso e nascosto dopo il grande successo letterario. "Che bello, che bello", continuiamo a dire Elle e io ... qui in palude siamo stati folgorati dalla sua lettura.
- Il bambino che sbagliava le parolacce di Nicola Pezzoli, Irrenhaus 2: 43 racconti del nostro caro amico Zio Scriba, che da vero indipendente si è autoprodotto questo libro di racconti, alcuni già editi sul suo storico blog, ma bello rileggere in questo nuovo volume.

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venerdì 27 ottobre 2017

Finché c’è prosecco c’è speranza, buona la prima

In settimana siamo stati al Cinema Kappadue, uno dei pochi cinema rimasti in città, a vedere l'anteprima di Finché c'è prosecco c'è speranza, dell'esordiente Antonio Padovan, presente in sala con gran parte del cast, Battiston in testa, e molti giovani apprezzati tecnici. 
Il prosecco, come si intuisce dal titolo, anzi, le splendide colline del prosecco, sono il perfetto scenario di questo giallo di provincia, un giallo come se ne facevano una volta. Una provincia veneta profonda, con al centro un conte tanto affascinante quanto anticonformista interpretato da Rade Serbedzija. Produce prosecco di qualità, poco, ma buono, ci tiene a dire; contro l'eccesso di produzione, fa riposare un campo all'anno con spirito bio che sarebbe piaciuto all'anarchenolgo Veronelli. Nemico giurato dei potenti della zona, che vediamo sfidare all'inizio del film, si rifugia nella sua cantina con la giovane amante, poi stappa l'ultima bottiglia ... e nel piccolo cimitero del paese si toglie la vita. Perché? ... 
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