Ritornano
in palude i JoyCut (da Joey, traccia
di Time of No Reply di Nick Drake, e Cut dal lavoro di Roger Waters, The Final Cut, tanto per dire le basi),
ritornano con un nuovo disco fortemente strumentale targato Irma Records: PiecesOfUsWhereLeftOnTheGround (scritto
rigorosamente tutto attaccato come piace a loro). Un album, suggerisce anche la
copertina, pulito nei suoni, a tratti acido, lineare, che ascolto dopo ascolto
può creare dipendenza. È elettronica, sì, ma per niente citazionista,
elettronica del presente, come è possibile farla oggi, senza scimmiottare
nessuno. Del resto, i dieci e passa anni di esperienza dei JoyCut si sentono.
Registrato tra Bologna, New York e Düsseldorf, PiecesOfUsWhereLeftOnTheGround si presenta fisicamente come un piccolo vecchio vinile nero, e questo
apparentemente stride con la modernità della loro musica (sarà una delle
domande dell’intervista), ma tutto il disco è costellato da apparenti
contraddizioni irrisolvibili: umanità/tecnica, uomo/macchina,
ritminaturali/ritmiindustriali, caldo/freddo …e via di questo passo. Inoltre, a
leggere bene le note, si scopre che l’album è dedicato a Domenico Lorusso (&
His Never Ending Way of Love), e a leggere della sua assurda morte, si possono
capire certe antinomie del cd. Da ascoltare tutto. Pronti?
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