sabato 22 luglio 2017

L'eccezione alla regola

Gran bel film dall'ottantenne Warren Beatty (qui, anche nella parte importante dell'eccentrico miliardario Howard Huges da vecchio), che ambienta nella Hollywood anni '50/'60 un biopic molto interessate (peccato sia uscito in sordina solo in questa afosa estate con pochi cinema aperti). Una pellicola che in parte ricorda il recente Allen di Café Society e il cult dell'anno La La Land per ambientazione, personaggi, mito.
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martedì 14 febbraio 2017

Post La La Land

Nel cinema americano
tutto è bello.
Nel cinema americano
le immondizie sono belle,
poetiche.
Nel cinema americano, le
lacrime sono belle,  la
disperazione è bella.
Nel cinema americano gli
amori impossibili sono
belli, fanno sognare.
Nel cinema americano
l'insonnia è bella, i pugni
sono belli, il jazz.
Nel cinema americano
le carceri sono belle,  i
manicomi, gli ospedali,
i collegi duri ...
Nel cinema americano
le donne violentate
sono belle, le guerre
sono belle.
Vinte o perse, sono
sempre belle, nel
cinema americano.
Per non parlare dei
marziani, con una testa
malformata, che ti vogliono
succhiare il cervello, belli.
La violenza, le auto con dei
pazzi che ti inseguono nella
notte, sono belli.
Le insicurezze sul lavoro,
un lavoro di merda, un
locale da aprire, bello.
Suonare a un party in
piscina, canzoni orribili
è bello, sempre e comunque
nel cinema americano.
Tutto è bello, per questo
ci piace.

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martedì 5 luglio 2016

Michael Cimino non è morto ...


Michael Cimino non è morto quest'anno,
Michael Cimino è stato ucciso dalla "sua"
Hollywood molti anni fa.

Michael Cimino era un grande regista,
cineasta degli spazi aperti: immagini
forti, colorate, fiammeggianti.

Penso a un film immenso, che, dicono,
fece fallire una major: I cancelli del cielo,
grande affresco sul capitalismo rapace.

Penso a un film sul Vietnam, non a uno
qualsiasi: Il cacciatore, la follia della guerra,
di quella guerra, la roulette russa.

Penso al suo esordio, che sembrava una banale
storia di rapine, con Eastwood e Jeff Bridges,
invece era molto di più.

Penso ai suoi ultimi film, che ci impedivano di
vedere, perché il sistema voleva così: Cimino
si doveva insabbiare, nascondere, zittire.

Per questo Michael Cimino non è morto oggi,
in questo tristo 2016, Cimino è morto anni fa,
anzi, diciamo che non è mai esistito.

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mercoledì 6 maggio 2015

Oggi avrebbe 100 anni

Nato il 6 maggio di 100 anni fa, a Kenosha, morto ad Hollywood il 10 ottobre del 1985 a soli settant'anni. Quanti altri capolavori avrebbe potuto darci Orson Welles? Del resto lui è stato il re dei capolavori interrotti, incompiuti, massacrati da produttori arroganti, o più semplicemente schiavi delle logiche di mercato. Ultimamente lo sento citare meno, ma rimane uno dei cineasti imprescindibili per ogni appassionato di cinema, e Quarto potere una lezione di cinema e politica fondamentale per capire il mondo.

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domenica 27 gennaio 2008

Sundance 2008: Tarantino con la pin dell’Alligatore

Oggi mi sento un gonzo journalist. Oggi ho incontrato un mito vivente. L’ho incontrato quasi per caso, dopo averlo cercato inutilmente. Oggi ho incontrato Quentin Tarantino e sono riuscito, finalmente, a donargli la pin dell’Alligatore …
Sono entrato in un locale caratteristico e ho visto subito il suo berretto (il berretto che c’è in tante versioni nel sottovalutatissimo Jackie Brown). Vuoi vedere che c’è Quentin, mi sono detto. Ho gironzolato nel piccolo bar di montagna (con tanto di corna di cervo appese, fucile di Hemingway, legna scoppiettante) e ho visto il papà di Pulp Fiction seduto da solo, in un angolo. Beveva del caffé con delle paste. Mi sono avvicinato, poi, con il mio povero inglese mi sono presentato. Quando ha sentito che vengo dall’Italia ha cominciato a parlarmi di Lucio Fulci, che adora. E poi di Barbara Bouchet, che straadora …
È vero, non dico niente di nuovo, Tarantino sul cinema di casa nostra ha delle idee tutte sue (del resto, uno che si è formato in un negozio di noleggio videocassette negli States anni ‘80 cosa può aver visto? Antonioni? Pasolini?). Ma almeno conosce un sacco di nomi del nostro cinema stracult, e per uno statunitense è già molto, visto la loro chiusura culturale.
Ovviamente ho chiesto a Quentin di posare con una delle mie pins. Non ha voluto per una questione di diritti fotografici, da quello che ho capito. Ma almeno ha accettato di immortalare il suo berretto con l’ormai mitica pin. Ho chiesto quante possibilità di vittoria ha Riprendimi, ma lui non ha detto nulla, anche se è nell’altra giuria e non deve “giudicare” il bel film di Anna Negri.
Tarantino è veramente come lo vedi. Un icona pop vivente.

In questi giorni di festival mi sono visto un sacco di documentari. Sì perché quella dei documentari sembra essere la nota dominante del festival (o almeno del mio festival; trai tanti film è difficile muoversi).
Non potevo mancare alla visione di Gonzo: The Life and Work of Dr. Hunter S. Thompson, di Alex Gibney. Personaggio a tutto tondo Hunter S. Thompson, esperto di droghe e armi, pazzo come un cavallo e come il quadrupede capace di macinare strada senza fermarsi mai; il padre del gonzo journalism è l’uomo ideale per un documentario avvincente. Grande amico di Johnny Deep (c’è il suo zampino in tutto il film), pezzo meno riconciliato della controcultura a stelle e strisce, Hunter S. Thompson sembra un personaggio inventato. Difficile capire dove finisce l’arte e comincia la vita (anche viceversa).
Sempre a proposito di controcultura Usa (anzi, controcultura punto e basta), segnalo Patti Smith, Dream of Life di Steven Sebring, noto fotografo al debutto cinematografico. Il film è un misto ben congegnato di immagini di repertorio, sogni, testimonianze. Nonostante abbia gli elementi classici del doc su personaggi noti (magari di quelli in campo musicale) sembra avere un qualcosa in più: forse, quel qualcosa in più, è solo la sacerdotessa del rock (accidenti, mi sono perso il suo concerto, non me lo perdonerò mai …).

Quotazioni in crescita per Riprendimi. L’Alligatore continua a fare il tifo per Anna Negri, non perché italiana ma perché la precarietà ha preso tutti noi, ed è bello vedere in un film anche degli artisti precari (di solito si pensa che la gente di cinema sia ricca); la precarietà è dei giornalisti, come dei musicanti, degli attori come dei telefonisti del call center …

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giovedì 24 gennaio 2008

Sundance 2008: Redford con la pin dell’Alligatore

Missione compiuta: come vedete dalla foto, Robert Redford ha accettato con entusiasmo di mettere sulla sua mitica giacchetta di velluto la pin dell’Alligatore. Modestia a parte, devo dire che gli dona.
Sul fronte film una vera e propria sbornia di immagini. Difficile uscirne asciutti. In breve: delusione per gli U2 in 3D (ma gli U2 mi hanno stufato già da un pezzo, sia come musica, sia come personaggi, Bonovox in testa); entusiasmo per il solito colorato Michel Gondry con uno strepitoso Jack Black (omaggio indiretto a John Belushi che proprio oggi avrebbe compiuto 59 anni), interessantissimo e con una fotografia perfetta Roman Polanski, Wanted and Desired, doc. di Marina Zenovich, destinato a diventare un documentario di culto come molti in questi ultimi anni. Visto il soggetto poi…
Quotazioni in crescita per Riprendimi. L’Alligatore continua a fare il tifo per Anna Negri, non perché italiana, ma perché parla di/a/per/con noi …
E adesso caccia a Quentin Tarantino, giurato del festival.
http://www.sundance.org/festival/

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martedì 22 gennaio 2008

Sundance 2008: "Riprendimi" di Anna Negri in concorso


Niente pins per Robert Redford. Non ancora almeno. Sono riuscito ad incrociarlo un paio di volte ma niente spilletta sulla sua giacca. Per il momento…
Come consolazione però, un bel film italiano, in concorso, Riprendimi di Anna Negri, la cineasta di In principio erano le mutande. Questo è il suo secondo lungometraggio e come il primo analizza senza moralismi la situazione della nostra giovane generazione precaria: lavori precari, amori precari, attori precari, tutto fottutamente precario. Sembra un Effetto notte girato in Italia con la forza di un Ken Loach. Ambientato nel mondo del cinema, mostra con garbo e intelligenza la crisi economica/lavorativa (di conseguenza sentimentale) di un attore. Metafora della crisi di tutti noi? Certo. Spero di portare fortuna al film, accolto tra l’altro, molto bene. E non era scontato. Meriterebbe il premio (anche se non ho visto gli altri) solo per la sfilza di giovani attori di casa nostra presenti. Attori con due-tre film all’attivo al massimo, ma meritevoli di farne altri cento. Magari come questo Riprendimi, perché il cinema italiano si riprenda e magari anche la nostra società …
E adesso un po' di sci...

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domenica 20 gennaio 2008

Sundance 2008: l’Alligatore alla ricerca di Redford


Sono completamente d’accordo con Robert Redford riguardo le presidenziali del suo paese, così d’accordo che ho deciso di raggiungere le nevi di Park City per portare in dono la pins alligatoriana al divo hollywoodiano.
Oggi, come vedete dalla foto, ho fatto una passeggiata sulla coltre bianca. Nei prossimi giorni cercherò di vedere qualche film del Sundance sperando di incontrare Redford, ringraziarlo per la sua ultima pellicola e attaccare sulla sua mitica giacchetta di velluto la pins dell’Alligatore.
Penso anch’io, come lui, che un nero e una donna candidati alle elezioni statunitensi siano un buon inizio.
E poi, sono sicuro che nessuno riuscirà a fare peggio di dabliu…

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domenica 23 dicembre 2007

Leoni per agnelli – Robert Redford come Tiziano Terzani?




Tra caccia a regali inutili, cinepanettoni indigesti, conti di fine anno che non tornano, resta solo una cosa da fare: andare a vedere questo film perfetto, giocato su più piani, sperimentale, sessantottino, con tre star come Redford, Streep, Cruise.
Profonda riflessione su sei anni di guerre infinite (sei anni, ragazzi), mi ha fatto venire in mente Tiziano Terzani e il suo fondamentale Lettere contro la guerra, un libro e una strada da seguire.
“È un vecchio detto che in tutte le guerre la verità è la prima a morire. In questa la verità non ha fatto neppure in tempo a nascere,” diceva a proposito della guerra contro l’Afghanistan Terzani. Questo lo vediamo bene nel personaggio confuso/colpevole della giornalista liberal interpretata dalla sempre brava Streep. Nel suo network hanno passato le verità ufficiali dei politici falchi, attenti a sfruttare politicamente le paure del dopo 11/9, e adesso lei si chiede se sia corretto rendere pubbliche le strategie militari del rampante senatore repubblicano interpretato da Cruise, strategie fallimentari ma di sicuro effetto per raggiungere una poltrona comoda, possibilmente in alto, strategie che offre alla giornalista su di un piatto d’argento; troppo facile…
“A volte mi chiedo se il senso di frustrazione, d’impotenza che molti, specie fra i giovani, hanno dinnanzi al mondo moderno dovuto al fatto che esso appare così complicato, così difficile da capire che la sola reazione possibile è crederlo il mondo di qualcun altro: un mondo che non si può cambiare. Ma non è così: il mondo è di tutti,” diceva Terzani nello stesso libro. Una frase così avrebbe potuta dirla il professore interpretato da Redford nel tentativo di indicare una via al suo studente più dotato, però stanco e poco presente, che si chiede perché dovrebbe impegnarsi politicamente “tra iene fameliche assetate di potere, che fingono ipocriticamente di non voler neppure correre alla Presidenza.”
“Facciamo più quello che è giusto, invece di quel che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi,” insegnava Terzani. Un insegnamento molto in linea con il professor Redford, tanto che due suoi allievi vanno a morire in Afghanistan, credendo di essere esportatori di democrazia, contro l’oscurantismo talebano. Lui, che è stato in Vietnam, (ma non da volontario) e che l’unica ferita l’ha presa a una manifestazione contro la sporca guerra, non approva, ovviamente, ma capisce il loro percorso (anche perché devono pagare le tasse universitarie, sono uno ispanico e l'altro nero e non hanno santi in paradiso).
Non è un film facile, però è un film necessario. A fine anno si tirano le somme, e Leoni per agnelli tira le somme di sei anni. Sei anni dove non si salva nessuno. Può partire il dibattito …

ANDATE SUL SITO WEB DI LEONI PER AGNELLI. C’E’ UNA VERSIONE PER OGNI PAESE, COME NEL FILM TUTTI GLI ARTICOLI E LE SCRITTE SONO TRADOTTE IN ITALIANO. POTENZA DI HOLLYWOOD!

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