domenica 23 dicembre 2007

Leoni per agnelli – Robert Redford come Tiziano Terzani?




Tra caccia a regali inutili, cinepanettoni indigesti, conti di fine anno che non tornano, resta solo una cosa da fare: andare a vedere questo film perfetto, giocato su più piani, sperimentale, sessantottino, con tre star come Redford, Streep, Cruise.
Profonda riflessione su sei anni di guerre infinite (sei anni, ragazzi), mi ha fatto venire in mente Tiziano Terzani e il suo fondamentale Lettere contro la guerra, un libro e una strada da seguire.
“È un vecchio detto che in tutte le guerre la verità è la prima a morire. In questa la verità non ha fatto neppure in tempo a nascere,” diceva a proposito della guerra contro l’Afghanistan Terzani. Questo lo vediamo bene nel personaggio confuso/colpevole della giornalista liberal interpretata dalla sempre brava Streep. Nel suo network hanno passato le verità ufficiali dei politici falchi, attenti a sfruttare politicamente le paure del dopo 11/9, e adesso lei si chiede se sia corretto rendere pubbliche le strategie militari del rampante senatore repubblicano interpretato da Cruise, strategie fallimentari ma di sicuro effetto per raggiungere una poltrona comoda, possibilmente in alto, strategie che offre alla giornalista su di un piatto d’argento; troppo facile…
“A volte mi chiedo se il senso di frustrazione, d’impotenza che molti, specie fra i giovani, hanno dinnanzi al mondo moderno dovuto al fatto che esso appare così complicato, così difficile da capire che la sola reazione possibile è crederlo il mondo di qualcun altro: un mondo che non si può cambiare. Ma non è così: il mondo è di tutti,” diceva Terzani nello stesso libro. Una frase così avrebbe potuta dirla il professore interpretato da Redford nel tentativo di indicare una via al suo studente più dotato, però stanco e poco presente, che si chiede perché dovrebbe impegnarsi politicamente “tra iene fameliche assetate di potere, che fingono ipocriticamente di non voler neppure correre alla Presidenza.”
“Facciamo più quello che è giusto, invece di quel che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi,” insegnava Terzani. Un insegnamento molto in linea con il professor Redford, tanto che due suoi allievi vanno a morire in Afghanistan, credendo di essere esportatori di democrazia, contro l’oscurantismo talebano. Lui, che è stato in Vietnam, (ma non da volontario) e che l’unica ferita l’ha presa a una manifestazione contro la sporca guerra, non approva, ovviamente, ma capisce il loro percorso (anche perché devono pagare le tasse universitarie, sono uno ispanico e l'altro nero e non hanno santi in paradiso).
Non è un film facile, però è un film necessario. A fine anno si tirano le somme, e Leoni per agnelli tira le somme di sei anni. Sei anni dove non si salva nessuno. Può partire il dibattito …

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