martedì 21 aprile 2020

Rece d'Alligatore: Beppe Dettori/Raoul Moretti


Beppe Dettori/Raoul Moretti, InCanto rituale - Omaggio a Maria Carta
Undas Edizioni Musicali
Fortunato incontro tra il cantautore Beppe Dettori, noto musicista con un sacco di esperienze nella musica pop italiana (non ultima, essere stato voce dei Tazenda per un certo periodo dopo la scomparsa di Andrea Parodi) e l’arpista italo-svizzero Raoul Moretti, nel nome di Maria Carta. Un omaggio alla grande artista sarda sotto forma di sette canzoni del suo repertorio più un inedito.
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giovedì 2 novembre 2017

Rece d'Alligatore: Iron Mais


Iron Mais, The Magnificent Six
Maninalto! Records

Ironia e citazioni a piene mani nel nuovo disco degli Iron Mais, band lombarda demenzial-folk-bluegrass. Gruppo da alcuni anni sulle scene, capaci di suonare di tutto, e con un passaggio pure a X-Factor, con questo album dimostrano il loro virtuoso dinamismo. Un titolo e una copertina per omaggiare il famoso western, e dentro notissimi pezzi rock degli ultimi anni rivisitati in chiave folk-country-hardcore, mischiati a loro brani.
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domenica 24 luglio 2016

Rece d'Alligatore: Valeria Caucino


Valeria Caucino, At the Break of Dawn
Autoprodotto
In copertina una donna con la chitarra, in mezzo alla natura, con montagne e il riflesso del sole. Immagine perfetta per descrivere la musica di Valeria Caucino, con At the Break of Dawn al suo esordio come solista. Un delicato folk d’ispirazione dichiaratamente celtica, con chitarra/voce, strumenti acustici e storie che ruotano attorno ai sentimenti più delicati, più intimi. L’amore, essenzialmente l’amore, visto sotto aspetti diversi.
Un temporale in lontananza, poi la chitarra, il violino e la sua voce, intro perfetto per raccontare di un amore finito in A Pillow Full of Tears, e le lacrime cadono come pioggia. Pedal steel guitar per una dichiarazione d’amore in perfetto stile country, da ascoltare al tramonto in You’re The One. Solenne voce/piano/violino per descrivere quanto un amore ti cambi la vita in Now. Canzone d'amore non corrisposto, appartenente alla tradizione irlandese, qui riproposta in versione elettronica, dura e dolce allo stesso tempo As I Roved Out
Amore, amore, amore, se fosse un concept-album sarebbe sull’amore. Detta così può suonare sdolcinato, ma credetemi, è sfaccettato, e per nulla improvvisato. Valeria Caucino è all’esordio come solista, ma conta un sacco di collaborazioni, una lunga gavetta. Datele un ascolto, poi deciderete se fa per voi …

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lunedì 6 aprile 2015

Due parole con Don Juan and the Saguaros

Don Juan And The Saguaros tra poco in palude, per questa intervista di pasquetta. Se avete fatto la gita fuoriporta, con il sole o la pioggia, sicuramente in campagna, questa musica vi allieterà, facendovi continuare l’atmosfera di fiesta. Se non l’avete fatta, meglio, non avete perso tempo, e potrete recuperare le sensazioni campestri ascoltando il disco cliccando qui, sul sito di Backstreets Of Buscadero. Don Juan Fragalà e il suo folk alt/country è quello che fa per voi. Io lo sto già ascoltando, la mia coda batte al ritmo giusto, le vibrazioni sono buone, come leggere Tex o guardarsi un buon vecchio western: larghe distese, profumo di erba e fieno, strumenti della tradizione country accanto all’elettricità del rock. Provate ad ascoltare anche voi, poi mi direte.
Oltre a  Don Juan Fragalà (voce/chitarra acustica/armonica), fanno parte del gruppo Andrea Pesaturo (chitarra elettrica/banjo), Adriano “Lallo” Cucinella (basso elettrico/contrabbasso), Andrea Palmieri (batteria), ottimi musicisti che hanno fatto con grazia questo esordio particolare, disponibile ufficialmente venerdì 10 aprile  tramite la South Side Songs, distribuzione Goodfellas. Amore vero per maestri quali Bob Dylan e Johnny Cash, la partecipazione di ottimi musicisti della scena roots/americana, una capacità di scrittura invidiabile, melodie che restano, questo mi sento di dire dopo i primi ascolti dell’esordio dei Don Juan And The Saguaros tra poco in palude. Pronti?

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lunedì 20 gennaio 2014

Due parole con Stella Burns



Stella Burns tra poco in palude per parlare del suo primo album, ufficialmente fuori tra poche ore: Stella Burns Loves You, dato alle stampe per Twelve Records, label di Pescara tra le più aperte e innovative d’Italia (scorrete il suo catalogo, prego). Stella Burns è una mia vecchia conoscenza, che non ero però mai riuscito ad avere sul blog, Stella Burns è Gianluca Maria Sorace degli Hollowblue, storica band livornese di livello internazionale. Il suo nuovo progetto musicale, Stella Burns, appunto, è nato da una canzone, Morricone, che profuma di western al solo accennare. Da qui la svolta, un nuovo percorso personale, senza perdere di vista la sua band, ma coinvolgendo anche altri.
Stella Burns Loves You è contraddistinto da ben quindici pezzi di rock contaminato con il country, il folk e il blues, canzoni senza tempo ben rappresentate dall’uomo con il cappello e la chitarra Harmony sulla copertina del disco (ascoltatelo tutto in streaming gratuito qui). Ovviamente è lui, Stella Burns, che ha iniziato a cavalcare sul pianeta a Parigi, nel 2011 presso il teatro La Loge, poi un tour in Italia con la cantante e attrice Sukie Smith aka Madam, e poi, passo dopo passo, è arrivato a questo primo stupefacente album (ovviamente, tra le canzoni, c’è anche Morricone). Ora sento il suo cavallo avvicinarsi alla palude. Tra poco scriveremo un'altra pagina importante della nostra musica più amata, per questo faccio partire subito il disco. Pronti? 

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venerdì 28 settembre 2012

Due parole con Johnnie Selfish & the Worried Men


Gran ritorno in palude per Johnnie Selfish e the Worried Men, band di Lambrate al terzo disco, Kauntri Muzik, ambizioso prodotto di culto a partire dalla copertina, che sembra l’inizio di un film dei fratelli Coen. Come i mitici fratelli del cinema, i Johnnie Selfish & the Worried Men, hanno il gusto per la citazione e l’amore per il meglio del passato. Per questo loro nuovo album sono andati alle radici della nostra musica più amata, a Nashville, Tennessee, dove sotto la guida di John Wheeler, leader degli Hayseed Dixie, lo hanno registrato, con ospiti di tutto riguardo, quali Hank Williams Jr e Mike Daly.
Quattordici tracce che profumano folk-combat-country-rock, passione per la Storia, la politica e un sacco di riferimenti alti (ma anche bassi, perché no?), tra i quali spicca la citazione diretta di Woody Guthrie nella splendida This Machine Kills Fascists, la cover di Letter to the Censors dei Mano Negra e un classico tirato a lucido come Buffalo Skinners. Salti musicali nel tempo, una strumentazione classica, dal banjo all’ukulele, washboard, armonica, chitarre acustiche e chitarre elettriche, per far sentire questa palude ancora più palude. Un gran bel disco, che uscirà in ottobre, ma sta già ottenendo un sacco di critiche positive. Un vero onore averli qui … pronti?   

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