Gradito ritorno in palude quello
di Maria Devigili, cantautrice trentina al secondo disco, disco importante e
intenso. Il titolo è forte, La trasformazione: con questa vuole parlare di
crisi, tra le parole più usate in questo periodo, fino a svalutarla. Maria
Devigili la vuole rivedere, ribaltare, rivoluzionare, spiegandoci che il passaggio
inevitabile da un sistema a un altro, è da sempre un momento doloroso, ma da
affrontare, magari ben attrezzati. Qui si sentono i suoi studi filosofici,
Eraclito e Platone in particolare, nei testi delle canzoni meno ermetici del
precedente Motori e Introspezioni, l’esordio di tre anni fa.
La trasformazione è uscito proprio oggi, 23 marzo 2015, tramite Riff Records, label spesso ospite su questi schermi.
In questi ultimi mesi ha sfornato album interessanti dell’underground più vero
e sofisticato, con coraggio e voglia di trasformare. Il disco di Maria Devigili
è il perfetto esempio: parole e suoni non addomesticati, un bel gruppo di
ospiti da me molto apprezzati (da Stefano Orzes, fin dagli inizi accanto a
Maria, al mitico Claudio Lolli, e poi Francesca Bono, passata di qui in sacco
di volte con i suoi Ofeliafdorme, ma anche prima, Lorenzo “Loz” Ori, spesso
citato e una volta intervistato con il suo progetto Tack At). 1, 2 3
Trasformazione. Pronti?
Etichette: Cantautorato, Claudio Lolli, Due parole, Francesca Bono, Intervista, La Trasformazione, Maria Devigili, Motori e Introspezioni, Ofeliadorme, Riff Records, Rock, Stefano Orzes, Tack At, Trentino Alto Adige, Trento