giovedì 25 dicembre 2008

Come dio comanda, il cinetorrone di Salvatores

Ha detto bene Vergassola nella trasmissione della Dandini, dove la scorsa settimana era ospite proprio Gabriele Salvatores: Come dio comanda è un cinetorrone, di quelli belli duri. Ti colpisce, ti stende come certe canzoni di de Andrè. E proprio al cantautore genovese il regista milanese ha fatto riferimento riguardo ai personaggi del film (quasi tutti uomini), personaggi con molte sfaccettature, fondamentalmente negativi, neri.
Inevitabilmente anche il film si rivela dalle molte sfaccettature, tanto che quando esci dalla sala cinematografica non sai dire se ti è piaciuto fino in fondo. Veramente, sono combattuto: è il miglior film di Salvatores o il suo peggiore? La realtà rappresentata è troppo carica di luoghi comuni oppure no? Il profondo nord-est (vero protagonista della pellicola, anche se, giustamente, il cineasta ha detto che ormai è tutta l’Italia così) con le villette, i centri commerciali, un benessere diffuso, ma con delle sacche di povertà e disagio che possono sfociare in tragedia, è troppo sociologico? Lo stesso dicasi per le studentesse disinibite, con iPod sempre in funzione, diligenti a scuola, pornodive in privato …
E gli attori? Il mio giovin attore italico preferito, Elio Germano, non calca troppo la mano nel disegnare Quattro Formaggi, ex operaio diventato pazzo in seguito ad un incidente sul lavoro?
Lavoro che non c’è più, se non per gli stranieri, perché i padroni attuali possono sfruttare e ricattare come credono la manodopera dell’est o del sud del mondo … Potrei continuare all’infinito perché Come dio comanda è un film pensante (e fa pensare); però è anche girato da dio, costruito bene nella scrittura (Ammaniti è ancora pieno di schegge pulp, speriamo non se ne liberi), montato superbamente, con Filippo Timi dalla recitazione “a togliere” (per compensare quella di Germano?), e il giovanissimo Alvaro Caleca come protagonista che vede e capisce (quasi) tutto. Lui è il personaggio più vero (possibile che nei film ambientati nel mio nord-est, vedi Mazzacurati, solo dai ragazzini non escano caricature, come se gli adulti fossero tutti tagliati con l’accetta? Siamo così?).
Poi c’è Fabio De Luigi, uscito da un cinepanettone (faccio fatica a non ridere quando è in scena, anche se è un serio assistente sociale, ma mi ricordo troppo il grande comico …), Angelica Leo/cappuccetto rosso nel bosco, altro bel giovane volto da segnarsi sull’agendina …
Insomma, dopo una settimana di rimuginamenti mi sembra uno dei migliori film di Salvatores. Un cinetorrone da mangiare. O mi sbaglio?

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