Rece d'Alligatore: Giulio Spagnolo
Giulio Spagnolo, Beato chi
iMD
Buon esordio del salentino Giulio Spagnolo questo Beato chi, disco fatto di otto pezzi originali, ognuno diverso dall’altro ma allo stesso uguali. Uguali nella tematica principale, cioè quella del viaggio, ma anche del confronto con se stessi e/o dio.
L’album inizia con Giro del mondo, un viaggio politico-poetico tra guerre e cambiamento climatico, egoismi internazionali dichiarati in modo esplicito, uno pop-rap-ska che ricorda Caparezza. Bel modo di iniziare, come quello di finire con Lupi di mare, cantato in dialetto salentino, ha il ritmo della taranta ed è dedicato ai lupi di mare. In mezzo ricordo piacevolmente Shaila, chitarra malinconica, molto suggestiva per un pezzo dedicato a una felicità che potremmo avere perso, che cerchiamo, perdiamo, ritroviamo ..., o Chi se ne frega, pezzo dal gran ritmo, fiato e fiati, contro il cinismo dell’attuale società dei consumi.
Un disco tutto da ascoltare questo Beato chi, del buon Giulio Spagnolo, che si sente avere ascoltato da sempre i grandi (nelle sue note bio si dice che a quattro anni iniziò ascoltando De André) e pare averli assimilati bene, trovando una sua strada. Lo attendiamo con prossime canzoni…
Etichette: Beato chi, Cantautorato, De André, Folk, Giulio Spagnolo, Lecce, Puglia, Rece d’Alligatore, Rock, Salento, Taranta, Viaggi
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