Gloria di Sebastian Lelio
Film dell'anno. Inaspettato cult-movie (va forte il cinema
cileno in questo periodo), con in coda la versione spagnola dell'hit
di Tozzi, Gloria appunto (forse per questo non mi aspettavo
un capolavoro così). E invece lo è: per come racconta il Cile di
oggi e la nostra società in generale, per come racconta questa
storia di donna, impiegata vicino ai sessanta. Gloria ama ballare, è
divorziata ma ha un buon rapporto con l'ex e i figli già grandi, le
piace concedersi qualche avventura dopo il ballo, senza malizia ma
con una naturalezza invidiabile. Una sera incontra Rodolfo, uomo
poco più anziano di lei, e inizia a frequentarlo. L'uomo si rivela
un tipo ambiguo e un po' vile, legato ancora alla ex moglie (sarà
veramente ex?), e alle ridicolmente viziate figlie. Due episodi
mostrano la mancanza di libertà ed educazione di lui: una, quando
pianta in asso senza dire nulla Gloria al compleanno del figlio di
lei (si sentiva a disagio, dice), e poi, quando, perdonato, la
pianta in asso durante una vacanza al mare, dopo una notte di
splendido sesso.
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