
Forse non si legge bene a causa del sole, ma l’inseparabile contachilometri della mia bici ieri segnava 7523 e rotti. Il 10 aprile 2010, al mio primo giro dell’anno, segnava 5523 e rotti. Se la matematica non è un’opinione sono
2000.
Poco dopo aver raggiunto la meta, dall’olivo della foto ho visto saltare giù una serpe. Non avevo mai visto un serpente su di un albero, a parte quello di Adamo ed Eva. Forse un segno dei tempi (cade il governo?), forse un segno della fine della bella stagione (piccoli e grandi rettili in letargo), forse solo un caso. Comunque aveva la pancia bianca, il corpo mi pareva nero, ha fatto un rumore tipo poffete ed è scomparso nell’erba. Credo fosse quello che dalle mie parti chiamiamo carbonasso (in italiano biacco), presenza costante dei miei giri in bici.

Questo è il mio piede dopo i 2000 km. Sembra un tatuaggio, ma è l’abbronzatura dei miei sandali. Sullo sfondo l’isoletta di Trimelone. Da buon pacifista il mio è un calcio a quello storico avamposto militare, pieno di bombe di tutte le guerre, anche dell’ultimo conflitto mondiale: i nazisti in fuga vi abbandonarono molti ordigni, e si favoleggiava sul tesoro del puzzone (Salò è dall’altra parte del lago, spostata un po’ più a sinistra), nascosto lì poco prima della sua fine a Piazzale Loreto. Se lo saranno spartito gabbiani e cormorani, unici abitanti dell’isoletta, visto che è vietato andarci. Tarantino ne farebbe un gran film.

Dopo una salita in funivia a 1770 e rotti metri di altitudine (freddo e nebbia) sul Monte Baldo, monte diviso tra Trento e Verona, un lauto pasto con tagliatelle al tartufo, mezzo litro di rosso e una Sacher con panna per festeggiare, si riparte. Altri quaranta km verso casa, quasi tutti discesa e curve (le ho raddrizzate). Alla fine arrivo a 7581 …mi fermerò presto.