venerdì 20 marzo 2015

Due parole con Vito Ranucci



Questa volta in palude ascoltiamo musica classica, anzi, cerchiamo di ucciderla, per farla rivivere come ha provato a fare Vito Ranucci, con questo suo recente disco: KTC Killing The Classics, uscito lo scorso dicembre presso CNI Music. Provocazione audace nelle parole, tanta quanta nei suoni. L’autore partenopeo ha infatti preso alcuni brani classici, dal Medioevo al Novecento, rileggendoli in chiave moderna. Gli amati Bach e Vivaldi, monumenti quali Mozart o Chopin, Puccini e Ravel, contaminati in modo audace, impastati di elettronica, fatti saltare in trip-hop, fritti dalla techno. Esperimento affascinante, molto più del mio banale modo di descriverlo.
Può piacere o meno, ma la musica è arrangiamento e riscrittura, o almeno per buona parte è così. Ne è consapevole Vito Ranucci, viste le molte esperienze, tra le quali cito volentieri la sua collaborazione all’ultimo film di Mario Monicelli, Le rose del deserto, in veste di compositore del tema principale della pellicola. Ascoltando KTC Killing The Classics, si ha quasi la sensazione di assistere a un film, a un flusso ininterrotto di emozioni, immagini, salti nel tempo. Ad accompagnare Vito Ranucci, un bel gruppo di musicanti, tra i quali la voce e le parole di Federica Mazzocchi, e il piano/synth di Ernesto Vitolo. Pronti?

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