giovedì 28 gennaio 2010

Intervista a Trivo

Questa sera ritorno con piacere in Puglia, dove trovo sempre suoni originali e voglia di cultura forte. Non è per buttarla in politica, ma negli ultimi anni si è respirata un’aria nuova anche nell’arte, oltre che nella società pugliese. Ecco perché ritorno volentieri a parlare con musicanti di questa zona, come il giovane Trivo, artista totale, per nulla banale, fautore da sempre della musica gratuita (non a caso si può scaricare il suo Emoterapia dal myspace trivano, oppure richiedere il cd fisico con libretto e disegni dell’autore al solo prezzo di costo).
L’ascolto in questo momento Emoterapia, concentrato acido di umori neri e surreali emozioni. Volo alto perché non è facilmente classificabile la musica di Trivo, come le sue foto, il cinema, i dipinti (buttate un occhio al suo myspace, usato in modo molto creativo come in Tim lo spaventapasseri). Lo dicevo prima, artista totale, fa tutto da solo, senza spocchia, con molta ironia. Mi ricorda Felix Lalù, per la creatività ampia, i cambi di marcia musicali, la capacità di fare arte senza paura. Ma mi rendo conto di girare troppo al largo. Com’è la musica di Trivo? Bella domanda. Girano nel mio lettore 17 canzoni dai titoli inequivocabili: Ho un gatto nel cervello, Ho bisogno di qualcosa di cui non ho bisogno, Perché la cattiveria è enorme, Questa non è una canzone …e allora cos’è? Proverò a chiederlo a chi l’ha scritta. Sei pronto Trivo? VAI AL SUO MYSPACE http://www.myspace.com/elephantsuicide

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