Intervista a Trivo
Questa sera ritorno con piacere in Puglia, dove trovo sempre suoni originali e voglia di cultura forte. Non è per buttarla in politica, ma negli ultimi anni si è respirata un’aria nuova anche nell’arte, oltre che nella società pugliese. Ecco perché ritorno volentieri a parlare con musicanti di questa zona, come il giovane Trivo, artista totale, per nulla banale, fautore da sempre della musica gratuita (non a caso si può scaricare il suo Emoterapia dal myspace trivano, oppure richiedere il cd fisico con libretto e disegni dell’autore al solo prezzo di costo).
L’ascolto in questo momento Emoterapia, concentrato acido di umori neri e surreali emozioni. Volo alto perché non è facilmente classificabile la musica di Trivo, come le sue foto, il cinema, i dipinti (buttate un occhio al suo myspace, usato in modo molto creativo come in Tim lo spaventapasseri). Lo dicevo prima, artista totale, fa tutto da solo, senza spocchia, con molta ironia. Mi ricorda Felix Lalù, per la creatività ampia, i cambi di marcia musicali, la capacità di fare arte senza paura. Ma mi rendo conto di girare troppo al largo. Com’è la musica di Trivo? Bella domanda. Girano nel mio lettore 17 canzoni dai titoli inequivocabili: Ho un gatto nel cervello, Ho bisogno di qualcosa di cui non ho bisogno, Perché la cattiveria è enorme, Questa non è una canzone …e allora cos’è? Proverò a chiederlo a chi l’ha scritta. Sei pronto Trivo? VAI AL SUO MYSPACE http://www.myspace.com/elephantsuicide
L’ascolto in questo momento Emoterapia, concentrato acido di umori neri e surreali emozioni. Volo alto perché non è facilmente classificabile la musica di Trivo, come le sue foto, il cinema, i dipinti (buttate un occhio al suo myspace, usato in modo molto creativo come in Tim lo spaventapasseri). Lo dicevo prima, artista totale, fa tutto da solo, senza spocchia, con molta ironia. Mi ricorda Felix Lalù, per la creatività ampia, i cambi di marcia musicali, la capacità di fare arte senza paura. Ma mi rendo conto di girare troppo al largo. Com’è la musica di Trivo? Bella domanda. Girano nel mio lettore 17 canzoni dai titoli inequivocabili: Ho un gatto nel cervello, Ho bisogno di qualcosa di cui non ho bisogno, Perché la cattiveria è enorme, Questa non è una canzone …e allora cos’è? Proverò a chiederlo a chi l’ha scritta. Sei pronto Trivo? VAI AL SUO MYSPACE http://www.myspace.com/elephantsuicide
Etichette: Alternative, Autoproduzione, Emoterapia, Foggia, Intervista, Pop, Puglia, Rock, Trivo
110 Commenti:
Ciao Diego... sono pronto!
Ciao Trivo, benvenuto nella palude...
Sto ascoltando il tuo cd, c'è la canzone "Ho un gatto nel cervello" e c'è il mio gatto che ha alzato le orecchie preoccupato a sentire il gatto che canta ... è preoccupatissimo, guarda il lettore cd come fosse l'oracolo.
Grazie a te... mi sento in una palude anche io... oggi qui piove e c'è nebbia... ma sul Lago di Garda ci sono davvero gli alligatori?
ahaha... quel miagolìo è la mia voce... e non è campionata! Ne ho registrati una serie infinita... immagina la scena di mia madre che entra in camera e mi trova a miagolare con le cuffie davanti a un microfono! :-)
Miagolio molto realistico...
Quanto agli alligatore direi di no, di alligatore nel lago solo io (quando faccio il bagno, d'estate ovviamente...oggi rischierei la pellaccia).
Ehehe... allora al gatto il cd piace e a te?
Sì, io mi fido sempre del parere del mio gatto... è un cd molto genuino, artigianale, e sapere che hai fatto tutto da solo, dai miagolii ai disegni della confezione, mi impressiona molto.
...ma partiamo con la prima vera domanda: chi è Trivo? ...lo so, è difficilissima.
Grazie... in effetti volevo mantenere questo spirito. Non so se hai notato la foto che sta proprio sul cd (dovresti tirare fuori il disco dal lettore per guardarla bene)... ho voluto mettere le cose in chiaro da subito!
Ok, proviamo a descrivermi. Trivo è un ultra-adolescente - da due giorni ormai 33enne - nato e cresciuto a Foggia. Attratto fin da bambino da colori, penne, matite, macchine da scrivere, fotografie, fumetti, radio, cinema, cartoni animati… tra le altre cose, Trivo compone, arrangia, suona, canta e registra "canzoni" a casa sua da quando ha 12 anni, anche se le prime cose erano più che altro collage di altre canzoni con inserti di rumori pescati nell'etere.
Una bella presentazione tutta d'un fiato, bene. Quanto alla foto che c'è sul cd, il supporto fisico, ci arriviamo ...
Perfetto... sono pronto per la seconda domanda!
Perché questo nome? ...solo un diminutivo? ...tipo Bugo.
Un po' si ma c'è dell'altro. Da giovincello sono stato il cantante di alcune rock-band locali, ma a casa continuavo a registrare le mie canzoni che venivano scartate dagli altri miei ex-compagni perché ritenute “troppo strane”. I primi demo in cassetta che facevo girare fra gli amici riportavano solo il titolo dell’album senza autore, poi mi sono creato due pseudo-band (Crazy 4 Edwige e Radiozorz) dove riportavo nei crediti finti musicisti (Roe, Akira, Castaldo… oppure anagrammi del mio nome come ad esempio Vittorio Crenc, Concetto Virri, Vince Cirrotto…). Quando ho deciso di raccogliere un po’ di pezzi per far uscire Emoterapia ho deciso che era il momento di presentarmi come singolo. Ci voleva un nome molto vicino al mio vero, ma corto e semplice.
La scelta è caduta su “Trivo” per tre motivi:
a) Trivo viene semplicemente da una troncatura del mio cognome
b) Trivo viene da "Trivio", le tre discipline filosofico-letterarie (grammatica, retorica e dialettica).
c) Trivo viene da un errore di battitura del sottoscritto durante una conversazione cybernetica nella quale stavo confidando a un'amica "io mi trivo male in questa società".
Be', direi altra risposta esatta... molto divertente e interessante.
Come nascono le tue canzoni? Prima la musica e poi le parole o è il contrario?
Né in un modo e né in un altro. Le due cose nascono divise, in diversi momenti e non sanno di essere “musica” e “parole” fatte l’una per l’altra.
Girano per la mia testa con la voglia di restare single per non perdere la loro etereità - suppongo – così qualche volta cerco di combinare degli incontri per vedere cosa succede, ma spesso l’unione fallisce e allora aspetto che magicamente qualcosa possa incrociare le loro strade indipendentemente dalla mia volontà.
Possono passare anche molti anni prima di vedere una coppia benedetta dalla sacra unione (incisione su cassetta o cd) e quando finalmente le due parti si incontrano ognuno cerca di adattarsi all’altra rinunciando a qualcosina. E’ per questo che non posso dire che nasce prima una o l’altra cosa… non esiste una musica perfetta che si sposa a un testo perfetto senza modificarsi o viceversa… sono sempre pronto a vedere cosa viene fuori unendo le due intuizioni per creare una cosa che prima non c'era.
Molte volte devo riconoscere la durezza e l’incompatibilità di alcune melodie che non riescono ad adattarsi a nessun testo e preferiscono essere incise come brani strumentali ed altre volte devo assistere immobile a certe musiche libertine che cambiano anche 3-4 testi diversi nel corso della loro vita.
Insomma, c'è dello zen nell'arte della tua scrittura?
Diciamo che scrivere una canzone è un modo per mettere ordine tra i mille pensieri indisciplinati che mi girano in testa.
Certo, l'arte, in un certo senso, serve a mettere ordine nel caos...non solo questo, ma anche questo.
Anche con Emoterapia è stato così? Come sono nate le canzoni di questo cd?
Sono canzoni nate in un periodo molto lungo di tempo. Alcune musiche le ho composte addirittura nel 1995, mentre le registrazioni le ho effettuate dal 2002 al 2008. E’ un concept album. Dopo una serie di difficoltà personali – nel 2005 persi anche più della metà delle canzoni per colpa di un hard disk che si fuse - ho deciso di chiudermi in casa per condensare in un dischetto ottico tutte le mie impressioni e i miei pensieri, quasi per leccarmi le ferite, per esorcizzare le negatività e per chiudere un capitolo della mia vita guardando avanti con uno spirito diverso. Il titolo viene da chemioterapia, e l’ho pensato mentre accompagnavo mio padre ad un ciclo di questa cura. Nella mia testa si è trasformato in una sorta di terapia dell’anima, perché comunque anche se la medicina non serviva a curare il corpo, "credendo" di stare meglio potevamo curare tutti la sua anima con una sorta di linfa vitale. E così il concept parla di smarrimento, paura, angoscia, rabbia, morte... ma alla fine del buio c'è sempre una luce.
Sì, direi che è una buona definizione delle tue canzoni, humor nero, ma humor, e sapere da dove nasce non mi sorprende.
C’è una canzone in particolare che rappresenta il trivo-sound?
Non lo so. Non credo che ci sia. Se parliamo solo di sound mi piacciono diverse cose e non è possibile trovarle tutte in una canzone. Parliamo di hardrock e lo-fi, trip hop e post rock, elettronica e industrial, cantautorato e world music, pop e classica... non posso proprio trovare una canzone che mi rappresenta. Ogni volta che hanno provato a dirmi “questo è il tuo brano migliore” non ero d’accordo. Se parliamo di testi è lo stesso.
Essendo un cd nato per esigenze interne ogni canzone è un tassello di un mosaico che mi rappresenta o rappresenta l’ascoltatore in base all’umore. Sarebbe come dire… vorrei che fosse sempre estate… o vorrei sempre ridere… ma che seccatura!
Io penso che sia giusta l’alternanza di tutte le stagioni-emozioni della vita con le loro diversità e le loro contraddizioni.
Certo, è difficile estrapolare un pezzo da un concept... sarei in difficoltà pure io; forse "Ho un gatto nel cervello" lo rappresenta bene... e non lo dice solo il mio gatto.
Dove trovi l’ispirazione?
Mai capitato?
Giri con un quadernetto o un registratore?
E' sicuramente quello che rimane subito impresso. Ha una melodia molto pop, un ritornello "scassa zebedei", un testo ermetico, una struttura schizoide, semplice, ma complesso e disarmante... be si potrebbe essere uno dei pezzi che mi rappresenta.
Sì, d'accordo su Ho un gatto nel cervello, ma l'ispirazione?
In generale, non solo nel gatto...
Eccome! Le canzoni migliori sono quelle che non ho inciso, quelle che si perdono. Ma non mi fa rabbia, evidentemente sono destinate a rimanere nel limbo e a scendere sulla terra in un altro momento.
Prima giravo proprio con un quadernetto e un registratore, sembravo un agente della CIA! Adesso mi capita di segnarmi delle frasi sul cellulare quando sono in posti "scomodi" come ad esempio se mi trovo sul wc, in coda all’ufficio postale o in autobus.
L’ispirazione per quanto mi riguarda viene da tutto ciò che è dentro e fuori di me.
“La disciplina delle fermentazioni” mi è venuta leggendo un manifesto per gli agricoltori.
“Nero” era nata come la storia di un serial killer e si è trasformata in quella di una ragazza con disturbi alimentari.
“Veronica ha un virus” è una frase che ho sentito urlare da una ragazza nella sala d’aspetto in ospedale.
“Perché la cattiveria è enorme” è nata mentre guardavo delle interviste ai passanti su una tv locale.
"Tu non sei normale" contiene un solo verso ("No, Charlie Brown non è affatto un mio amico") ed è nata dalla mia urgente necessità di dissociarmi da quelle stupide feste di capodanno dove sei costretto a ballare per forza e c'è quella canzone, credo si chiami Disco Samba, che a un certo punto fa "eh meu amigo Charlie Brown" …e così via.
Infatti, mi chiedevo perchè Charlie Brown non è affatto un tuo amico...
ahaha... si in molti se lo chiedono... la risposta è quella! :-)
Niente di personale, dunque.
No... anzi, mi sta anche simpatico al punto che volevo farmi una maglietta con la fascia zigzagata come la sua! :-D
Bella... e magari metti la frase "No, Charlie Brown non è affatto un mio amico".
Il cd è totalmente autoprodotto. È stato difficile farlo? È difficile farlo girare, o il fatto di non avere una label alle spalle oggi, con la Rete, è indifferente?
In effetti è un'idea... però poi tutti mi fermerebbero chiedendomi di quella frase e sarei costretto a fare pubblicità a Trivo!
Sarebbe un ottima strategia situazionista.
Fare tutto da solo è una cosa che mi piace tantissimo, è la mia specialità, quindi per me non è stato affatto difficile farlo, anzi mi sono divertito tantissimo e ogni volta mi emoziono quando penso che in tutto il mondo ci sono persone che hanno tra le mani un lavoro completamente artigianale nato nella mia cameretta. Sto parlando di foto, immagini, stampe, spillatura, piegatura, assemblaggio, masterizzazione…
Premetto che inizialmente non pensavo di venderlo, volevo solo registrare le mie canzoni, metterle in rete e tutelarmi con una licenza (Creative Commons) come autore. Il resto è stato inaspettato. Nonostante l’album fosse scaricabile gratuitamente, la gente ha iniziato a contattarmi tramite myspace per avere proprio il cd fisico a casa, e grazie al tam tam dei miei fans (che saluto calorosamente) e alle numerose recensioni positive che ho raccolto per il web sono arrivato a spedire in giro per il mondo più di 200 copie, il che è un risultato incredibile se pensi che dal vivo non mi esibisco!
Ho spedito anche il cd a qualche etichetta indipendente e a qualche “mostro sacro” della scena rock italiana, ma per adesso, oltre i soliti complimenti a distanza, niente di concreto si muove… e in fondo mi va bene così.
L’industria è in crisi e non è facile puntare su uno sconosciuto, poi dovrei registrare in un vero studio, con dei veri musicisti, fare foto da figo, interviste per giornali alla moda, partecipare a insulsi programmi televisivi per promuovermi… ma chi me lo fa fare? La mia soddisfazione più grande è il passaparola del brufoloso mondo dell’underground sonoro e le mail che mi scrive la gente per ringraziarmi per le sensazioni che riesco a trasmettere.
Certo, ti capisco totalmente: la libertà degli indipendenti.
Anche questa intervista fatta da casa mia direttamente sul tuo blog era impensabile mentre registravo le mie canzoni... è un grande onore che qualcuno distante tanti km da me abbia voglia di conoscermi e di saperne di più sulle mie canzoni.
Prima dicevi della foto sul cd, sul vero supporto fisico…
C'è una vecchia cassetta, un pezzo di cassetta musicale di un tempo...
Oltre alla sigla Creative Commons...
Al tuo nome e a quello del cd...
Si è una foto di una musicassetta. E' la cassetta dove registrai le mie prime canzoni nel 1989. L'ho fotografata e centrata sul cd facendo combaciare il foro del cd con la testina della cassetta, come per dire a tutti... Ok questo è un cd ma è come se aveste in mano una vecchia cassetta, quindi non spaventatevi del fruscìo e dei rumori di fondo, questo è il mio mondo.
...il mondo da dove vengo (quello dei demo registrati sulle cassette con la tecnica della sovraincisione) e non intendo lasciarlo così facilmente.
Un bel modo di fondere il passato con il presente/futuro...
A proposito di presente/futuro, con Internet che rapporto da utente?
Si, esatto. Bravo.
Buono… è una gran bella cosa. A volte però mi dimentico che è sempre una rete e ci finisco impigliato!
Ah, ah, ah, bella, hai sempre la risposta pronta...comunque è vero, succede a molti.
… e da musicante, il rapporto con la Rete delle Reti e le nuove tecnologie in genere?
Come veicolo per gli esordienti come me è molto importante, direi quasi vitale. Diverso il discorso per gli artisti affermati. Capisco la loro lotta contro la pirateria, dietro un disco c’è tanta gente che lavora e anche loro hanno delle famiglie da mantenere.
Bisognerebbe abbassare il prezzo dei cd. Io credo che se riuscissimo ad arrivare a 10 euro contro i 5 euro di una copia pirata la gente sceglierebbe l’originale. Ma qui in Italia c'è l'iva, la siae... e allora bisognerebbe essere per lo meno più furbi della concorrenza… aggiungere dei biglietti omaggio per i concerti nascosti nei cd originali come i fogliettini d’oro di Willy Wonka, applicare tagliandi all'interno con sconti sul merchandising… o cose del genere.
Poi stanno scomparendo i booklet nei cd originali… ormai va di moda questo packaging di cartone con un fogliettino... e non c’è più quella curiosità di leggere e capire quello che si ascolta. E’ un peccato!
Quindi ben venga la rete per scoprire musica nascosta, ma non serve a niente scaricare tutta la discografia di David Bowie in due ore solo per fare il fanfarone con gli amici... non perdiamo il fascino di comprare un cd, scartarlo e sentirne l'odore, leggerne e tradurne i testi, e soprattutto, ascoltarselo allo stereo in solitudine e non davanti al pc tra un video porno e una chattata con gli amici. La musica merita un po' più di cura e cuore.
Sono considerazioni che condivido, ma Myspace ti sembra una cosa buona o solo una vetrinetta? ... superato da Facebook? Anche se ora FB appare ridimensionato, non è più la moda del momento, fa pure cose impegnate, manifestazioni, appelli ...
Non saprei dirti di Facebook perché non sono iscritto, però ho notato che da quando è esploso questo social network Myspace è tornato ad essere una vetrina per musicisti… e questo non mi dispiace affatto.
E' davvero affascinante l'idea di scoprire band nascoste tramite amici di amici di amici... e poi anche il gruppetto dei compagni di classe del liceo ha la possibilità di entrare in contatto con tutto il mondo pur non avendo le conoscenze informatiche e le possibilità economiche per crearsi un sito. Questa è una bellissima libertà che non scambierei con nessun facebook.
Sì, in effetti è una cosa sulla quale quasi tutti i musicanti concordano: FB è stato utile, perchè ha liberato di molta "zavorra"...
...e ha preso il volo.
Myspace ha preso il volo come una mongolfiera...
Esatto... diciamo che gli esibizionisti non musicisti si sono trasferiti su facebook che è anche più facile da usare perchè non ha bisogno di grafiche e widget vari.
Sì, è più di massa, anche se ultimamente sento che c'è il tentativo di usarlo in modo creativo. Non so come, pure io non sono iscritto a FB...mi preoccupa il fattore privacy, il potere di staccarti da un momento all'altro perchè non gli vai bene (come è successo più volte allo scrittore Aldo Nove)... nonstante questo, Fb sta forse diventanto adulto, ed è usato in modo più impegnato ultimamente. Vedremo ...
Torniamo al territorio...
... tu sei di Foggia, pugliese dunque, regione lontana dai grandi centri, ma che ha dato alcuni nomi in campo musicale e anche cinematografico…per non parlare della politica. Questo essere pugliese ti ha aiutato in quello che fai?...insomma, è meglio essere vicini o lontani al grande centro?
E’ difficile rispondere a questa domanda. I miei genitori venivano dalla provincia, io non ho molto di foggiano ma in fondo sono legato alla mia gente.
La storia dei foggiani famosi mi insegna che "nemo propheta in patria (sua)", quindi a vedere le statistiche dovrei scappare via al più presto da questa città. Io invece credo che in un grande centro sarei stato distratto da mille luci e forse mi sarei perso intimamente. Magari avrei avuto più possibilità per farmi conoscere ma non sarei mai riuscito a tirare fuori le stesse cose che ho fatto qui nei momenti in cui dovevo pensare alla mia vita da solo nella mia stanza e per le strade desolate della mia città.
A Foggia come in molti piccoli centri del sud non c’è molto da fare e la noia è uno degli stati d’animo che preferisco.
La noia ti costringe ad inventarti qualcosa per non morire, ti costringe a non spegnere il cervello perché le alternative -sane- per non pensare fuori da te sono pochissime. Se hai paura della noia è facile perdersi, invece la noia è tutt’altro che noiosa, la noia è fantastica… sempre che tu non voglia sottostare a lei!
Una noia creativa ... anche nei piccoli centri del nord-est è così.
Allora ci intendiamo a meraviglia!
Certo, come vedi la Rete annulla le distanze...
Il mondo è molto più piccolo di quello che pensavamo prima di Internet.
Mi ricordi Herself, musicante siciliano passato qua poco più di un anno fa...non so se lo conosci.
Si me ne ha parlato uno scrittore brianzolo, Andrea Consonni, che scrisse un articolo su Trivo dopo Herself e mi narrò di queste analogie. Ho ascoltato qualcosa, è bravo, ma canta in inglese e forse troppo filo-folk americano. Che dici?
Sì, conosco Andrea, spesso ci scriviamo, e quanto a Herself, sento delle analogie più nello spirito, che nella musica...come del resto, ti sento vicino allo stesso Consonni.
Ma il discorso sarebbe lungo e ci porterebbe fuori ...
Hai contatti con altri artisti della tua città o regione? Di altre?
ok, andiamo avanti con le domande!
Forse si è persa: hai contatti con altri artisti della tua città o regione? Di altre?
...o non si è persa, ed è una bella risposta autarchica?
Qui a Foggia c’è un gran movimento di musicisti e spesso capita di suonare insieme. Io non ho proprio un bel carattere aperto, però le proposte di collaborazioni non mancano. Lasciami citare alcuni foggiani meritevoli di attenzione come: Dj Dfonq, The Twentythree gli Pseudofonia, gli Out of Tunes, K9, O.L.D. Astrdalong e i Caos Dementia - con i quali ho suonato in una jam session in un concerto di beneficenza. Tornando al discorso di Myspace è un mezzo di confronto e scambio con gli altri musicisti italiani e non.
Sì, utilissimo...tanto che, pochi hanno un sito, myspace è quasi il sinonimo di sito, nel mondo musicale.
Il tuo rapporto con il cinema? Hai girato un corto, premiato, se non sbaglio…
Si, il cinema è un’altra mia passione, e non a caso nel mio disco ci sono parecchi rimandi e citazioni cinematografiche, una su tutte la canzone “Ho un gatto nel cervello” che riprende il titolo dal quasi omonimo film horror di Lucio Fulci.
Il mio primo corto d’esordio è andato molto bene, ma al più presto voglio tornare a girare di nuovo con una sceneggiatura che ho ormai terminato.
Staremo a vedere dove trovare il tempo per fare tutto.
In copertina c’è un uomo con la faccia da elefante. Perché? Un'altra citazione cinematografica?
No, in effetti l’accostamento con The Elephant Man di Lynch è fin troppo facile ma c’è altro. Questa figura risale a qualche anno fa quando suonavo con la mia ultima band. Quando eravamo in procinto di esibirci per la prima volta e non avevamo ancora scelto il nome mi venne in mente una notizia che avevo letto qualche anno prima.
Era successo in India, dove quattro elefanti si erano ubriacati bevendo birra e dopo aver devastato un villaggio si erano suicidati contro un palo della luce finendo folgorati.
La storia era davvero tragicomica e non sapevi se ridere o piangere... proprio come i testi e le atmosfere che volevamo portare in giro. Noi eravamo giusto quattro e ci sembrò un nome azzeccatissimo per quel progetto.
Quando sono rimasto solo ho continuato a portare avanti questa figura perchè continua a rappresentare il mio modo d'essere: raccontare con leggerezza argomenti molto tristi e viceversa, il che non significa non avere sensibilità e rispetto, vuol dire solo esporre i pensieri in una maniera diversa.
Il primo disco/cassetta della tua vita?...quello acquistato, intendo.
Da qui anche il nome del myspace "elephant suicide" che non ho voluto cambiare nel più facile e memorizzabile "trivo".
Infatti, mi chiedevo perchè del nome del myspace...
Penso che fosse una cassetta di Jovanotti... For president! :-)
Se si è persa: il primo disco/cassetta della tua vita?...quello acquistato, intendo.
No, non si è persa, Jovanotti...
Penso che anche a lui la storia degli elefanti piacerebbe...
Il senso ultimo intendo dire...
si forse si
Perché fai musica? Per liberarti dai demoni interiori? Per essere amato? Perché ti piace?
Perchè mi piace, per liberarmi dai demoni e per continuare a rimettere in circolo quello che ho avuto dai miei maestri. Per essere amato no... è molto più bello sentirsi un tramite di qualcosa di più grande di noi che aspirare a prendere il posto di quella cosa.
A proposito di "cose", cosa si muove nella scena indipendente? Gli Afterhours vanno a Sanremo e poi fanno un cd con molti nomi della scena indipendente. Qualche grosso giornale scopre l’acqua calda, il sottobosco indipendente. Wow! Dove sono stati in questi ultimi quindici/venti anni? Cosa ne pensi di tutto questo?
Ben vengano. Io non sono di quelli che urla "venduti". Non ha molto senso ghettizzarsi e poi disprezzare la stampa che non parla mai di te. Un mio amico che frequentava centri sociali nei primi anni 90 ripeteva sempre "punk nella testa e non nella cresta"!
Mi pare giusto.
E per finire … una domanda che non ti ho fatto, una risposta e poi tutti a nanna …
...è saltato il satellite?
Domanda: Che ore sono?
Risposta: Ammazza quanto è tardi!
No scherzo...
Domanda: Riuscirà Trivo un giorno a firmare per un'etichetta, guadagnare tanti soldoni senza perdere la sua spontaneità?
Risposta: Ci proverà, ma appena si sentirà non a suo agio, tornerà ad autoprodursi i suoi cd e li manderà in giro solo a gente genuina come L'alligatore!
Genuino come il vino del contadino ...Gino! Wow, è proprio tardi.
Ti ringrazio di aver pazientato fino a quest'ora...
Mi è sembrata una bella chiacchierata.
Grazie mille Diego, è stato veramente un piacere conoscerti. Ora andiamo veramente a nanna! Spero di risentirti presto. Ciao!
Ciao Trivo. Buona notte e buona fortuna!
Si è stata proprio una bella chiacchierata! Complimenti ancora per il blog! Buonanotte!
Grazie, grazie a te... ora mi ributto nel fango; sotto il fango della palude c'è meno freddo.
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