giovedì 30 gennaio 2014

Due parole con i Kyle



I Kyle si stanno avvicinando alla palude, e nonostante il maltempo di questi giorni, hanno risalito lo stivale piano piano, dalla lontana Calabria, per arrivare fino a qui. Direi per la prima volta, considerando che il cantante e fondatore del gruppo, Michele Alessi, non è mai stato su questi schermi (mentre altri della band, sì: Yandro Estrada e Ignazio Nisticò con i loro Camera 237 ora anche con i Kyle). Sono arrivati per presentare Space Animals, disco dato alle stampe sul finire dello scorso anno con la label Overdrive Records, da sempre specializzata in chicche (vinile 12”, più supporto cd, più coupon per scaricare l’album online). Un pop-rock virato verso il folk cantautorale acido, tutto molto suggestivo.
Suggestivo come suggestiva è la copertina, con questo elefante violaceo e brillantato su sfondo giallo opaco. Qualcosa di psichedelico e grande, come è Space Animals, pieno di suoni e strumenti dal mandolino all’ukulele, piano rhodes, farfisa e wurlitzer, l’originale ritmica contrabbasso/batteria, e poi flauti e il sax, il banjo … già il banjo. Insomma, un disco pieno di colori e sapori folk (ascoltateli comefaccio io da qui), con tematiche spaziali, esistenziali, ma anche animali, più basse, cioè umane. Un disco dove alto e basso convivono, dai testi alle musiche al modo di proporsi. Sarà così anche nell’intervista che va ad incominciare. Pronti?
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mercoledì 29 gennaio 2014

L'esistenza delle formiche, Terzani a fumetti

Come sapete sono un terzaniano de fero. Ho letto tutto (o quasi), di lui, l'ho incontrato ai tempi della presentazione del suo Lettere contro la guerra, trovando una sintonia quasi totale con lui, a partire dal no alla guerra all'Afghanistan e poi a tante altre . Pur avendolo scoperto tardi, ho recuperato, e da più di dieci anni a questa parte non mi perdo nulla che lo riguardi, dal cinema al web, a libri di foto, mostre ... ora anche un fumetto, ma non un fumetto qualsiasi, L'esistenza delle formiche, di Silvia Rocchi. Vi lascio le immagini, perché parlano da sole. L'editore è il sempre meritevole di attenzione BeccoGiallo.
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lunedì 27 gennaio 2014

Due parole con i NUT



NUT per la prima volta su questi schermi. Incontro inevitabile, essendo i due membri del gruppo appassionati di Storia e Filosofia, Fumetti e Mitologia (in particolare quella greca). In palude troveranno il loro ambiente ideale, Matteo D’Ignazi (chitarra e batteria) e Matteo Sciocchetto (voce, chitarra e basso), trovando me, uomo-alligatore, mostro mito-logico. Con questo nuovo disco, uscito da qualche settimana per Blotch Records/The Orchard, i NUT si sono trovati in due e per la prima volta hanno provato a cantare in inglese. Esperimento riuscito, Babylon è un album spiccatamente psichedelico, con punte di prog e un sapore di autentico alternative-rock. Difficile immaginarlo in italiano.
Prodotto artisticamente dai due insieme a Marco Gorini, che l’ha pure registrato, mixato e masterizzato al Sam Studio di Lari (Pisa), conta su cinque brani più due intro. Tematiche introspettive, tra il mistico e il sensuale, momenti dilatati/dilatanti (scusate se il critichese prende il sopravvento nella mia scrittura), tutta un’atmosfera strana; come a guardare la copertina, ascoltando il disco si è presi da un sentimento misto tra stupore e paura: c’è un corpo umano, anzi, una parte, poi un lucchetto, e sul retro una chiave. A me viene in mente una storia torbida, magari da fumetto di serie B, sull’inquisizione. Ma è solo una mia idea. Chiederemo lumi ai NUT, tra poco online. Pronti?
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sabato 25 gennaio 2014

Regala(ti)UnLibro2014: Viaggiatori nella notte


Per l’iniziativa Regala(ti)UnLibro2014, lanciata qualche giorno fa insieme all’amica Elle, con questo post "Regala(ti) un libro 2014", segnalo il mio primo libro regalato, invitando a fare altrettanto: più libri, più liberi, diceva uno slogan che faccio mio.

TITOLO: Viaggiatori nella notte

AUTORE: Bartolo Federico

EDITORE: Lulu

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giovedì 23 gennaio 2014

Due parole con i Luminal



Luminal, per la terza volta incredibilmente su questi schermi. Un piccolo record (diviso con pochi altri), che mi fa piacere, perché vuol dire non si sono ancora stancati delle mie domande sempre uguali. Il trio della capitale, a dispetto dei luoghi comuni sul moderarsi diventando grandi, più cresce e più diventa cattivo, con canzoni dure, senza concedere nulla alle carinerie da music business. Sì, sputano forte, con autentico spirito punk, nel loro ultimo disco Amatoriale Italia (un titolo che è tutto un programma), dato alle stampe con Le Narcisse, label indipendente di tutto rispetto. E il successo è stato forte, con un sacco di premi vinti nell’arco del loro magico 2013. Incredibile, credevo che in Italia ad essere intelligenti non ci fosse possibilità, invece… eccoli qua.
Amatoriale Italia è un disco, come dicevo sopra, duro, dove nessuno viene risparmiato, da Facebook alle sue fregature/illusioni, dal rock fintamente alternativo a Lele Mora (irresistibile quel pezzo), dalle bollette alle primedonne della tv. Quindici pezzi per niente facili, sparati con violenza, sarcasmo e un ritmo spaccacoda come non si sente spesso. Del resto, il trio si regge su basso (Alessandra Perna) e batteria (Alessandro Commisso), con la stessa Alessandra ad alternarsi piacevolmente al cantato con Carlo Martinelli (anche armonica in qualche brano). Quindi, oltre a testi esplicitamente osceni (nel senso più positivo del termine), anche musicalmente non concedono nulla al pop. Per questo trovo siano perfetti per passare per la terza volta in palude. Pronti?
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mercoledì 22 gennaio 2014

Regala(ti) un libro 2014

Vi è capitato di leggere sul blog della mia amica Elle la bozza fumosa dell'iniziativa Regala(ti) un libro 2014, e non ci avete capito molto?

Non vi preoccupate è semplicissima: l'iniziativa, che faccio anche mia e rilancio oggi insieme a lei, consiste nel regalare libri e nel segnalarli in una lista personale e pubblica, così che tutti possano consultarla e trarne spunto, ispirazione, e sentirsi spronati da voi a regalare libri e, perché no, a leggere di più.
Se avete un blog: create una pagina apposita oppure scrivete di volta in volta dei post dedicati ai libri che regalerete nel corso del 2014. Mettete fra le etichette "Regala(ti)UnLibro2014".
Se siete anche su facebook: iscrivetevi al gruppo aperto a tutti e ogni volta che regalate un libro segnalatelo in bacheca.
Non sapete cosa scrivere? Tranquilli, non serve una recensione, non servono foto, non serve la dedica: bastano titolo, autore e eventuale traduttore del libro regalato, anzi sono obbligatori - tutto il resto è a piacere.
Ricordatevi di segnalare nella pagina o nel post sul blog, o sul vostro diario facebook, che con quel regalo partecipate all'iniziativa Regala(ti) un Libro 2014. Potete anche prelevare la foto ufficiale dell'iniziativa, ma soprattutto: fatela conoscere a tutti!

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lunedì 20 gennaio 2014

Due parole con Stella Burns



Stella Burns tra poco in palude per parlare del suo primo album, ufficialmente fuori tra poche ore: Stella Burns Loves You, dato alle stampe per Twelve Records, label di Pescara tra le più aperte e innovative d’Italia (scorrete il suo catalogo, prego). Stella Burns è una mia vecchia conoscenza, che non ero però mai riuscito ad avere sul blog, Stella Burns è Gianluca Maria Sorace degli Hollowblue, storica band livornese di livello internazionale. Il suo nuovo progetto musicale, Stella Burns, appunto, è nato da una canzone, Morricone, che profuma di western al solo accennare. Da qui la svolta, un nuovo percorso personale, senza perdere di vista la sua band, ma coinvolgendo anche altri.
Stella Burns Loves You è contraddistinto da ben quindici pezzi di rock contaminato con il country, il folk e il blues, canzoni senza tempo ben rappresentate dall’uomo con il cappello e la chitarra Harmony sulla copertina del disco (ascoltatelo tutto in streaming gratuito qui). Ovviamente è lui, Stella Burns, che ha iniziato a cavalcare sul pianeta a Parigi, nel 2011 presso il teatro La Loge, poi un tour in Italia con la cantante e attrice Sukie Smith aka Madam, e poi, passo dopo passo, è arrivato a questo primo stupefacente album (ovviamente, tra le canzoni, c’è anche Morricone). Ora sento il suo cavallo avvicinarsi alla palude. Tra poco scriveremo un'altra pagina importante della nostra musica più amata, per questo faccio partire subito il disco. Pronti? 

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domenica 19 gennaio 2014

NO CAPTCHA DAY 2014 ... FUORI LE IDEE

13.02.2014
Il post più attaccato è NO CAPTCHA DAY - COME, DOVE, QUANDO. Giornalmente trovo spam in questo post, ma spam che non passa (la vedo nella posta), perché il filtro di blogger è così forte da impedire ormai il passaggio di qualsiasi messaggio molesto. Ditemi se non è così anche da voi. Questo dimostra l'inutilità del CAPTCHA nei nostri blog, e rinforza la mia idea di dare vita ancora ad un NO CAPTCHA DAY. Quest'anno vorrei fosse più vario, e con la partecipazione attiva e creativa di chi vorrà, con racconti, disegni, fumetti, canzoni (potrei dirlo a qualche musicante provvisto di blog), performance di strada, magari filmate e diffuse in Rete. Lancio l'idea, chi vuole la raccolga. Scrivetemi pure se avete altre idee da sviluppare, e se ci credete, fate sapere in giro che il prossimo 13 febbraio sarà NO CAPTCHA DAY.

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venerdì 17 gennaio 2014

Due parole con i Melampus



Melampus presto in palude, sarà un vero piacere ospitarli. Non ero riuscito ad averli circa un anno fa, per presentare il loro esordio cult Ode Road, ma ci sono riuscito per questa seconda prova, intitolata N° 7 (7, perché? … sarà una delle domande, ovvio). Accanto alla Locomotiv, che aveva prodotto il precedente album, troviamo la Riff Records, label di Bolzano da me sempre seguita (la prima intervista sul blog, nel 2008, fu ad un loro gruppo). Ottimi supporti produttivi per Francesca Pizzo e Angelo Casarrubia, che non si sono fatti mancare nulla: registrazione presso il Locomotiv Club di Bologna con Lorenzo “Loz” Ori e Giovanni Garoia, ospiti di autentico grido (isterico) quali due … A Toys Orchestra, Enzo Moretto e Ilaria d’Angelis.
Copertina elegante e asettica, tra un film muto e una setta segreta, molto in linea con le atmosfere “a togliere” dell’intero disco. N°7 sembra infatti, un album dove non c’è nulla fuori posto, le cose sono state controllate al millimetro ed eseguite con rigore post-punk brechtiano. Un indie-rock dal sapore internazionale, nordico direi, che in poco più di mezz’ora delinea un mondo sonoro autenticamene underground. Già all’esordio avevo pensato ai Melampus come alla coppia che ci mancava, questo N°7 (ascoltatelo qui), mi conferma nell’idea. E allora sentiamo cosa hanno da dirci. Pronti?  
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giovedì 16 gennaio 2014

Buon compleanno Happy Days

Happy Days ha fatto quarant'anni. Come ieri, nel 1974, andava in onda la prima puntata sul canale statunitense ABC (in Italia dovemmo aspettare fino al 1977). Per me, lo confesso, è un telefilm culto, più passano gli anni e più lo identifico con la tv della mia infanzia. Ogni tanto lo ritrovo su qualche canale televisivo, e mi fermo a guardarlo ancora, ridendo come uno scemo delle avventure di Fonzie, Richie Cunnigham e la sua famiglia, gli amici, il bar di Arnold. Niente di clamoroso, sia ben chiaro, ma sicuramente una delle serie tv che maggiormente influenzarono il costume e la moda di più di qualche generazione tra gli anni '70 e gli anni '80 (pure i giovani dirigenti PCI lo guardavano, secondo un Nanni Moretti incazzato, che rimprovera loro questo in una scena di Aprile). Happy Days mitizzava gli anni '50, anni felici, come dice il titolo, rispetto agli anni '60 e '70, dopo l'assassinio Kennedy, la guerra in Vietnam, la fine del Sogno americano... Non voglio addentrarmi in analisi sociologiche o filosofiche sul telefilm, non è questo il contesto, ma semplicemente omaggiarlo con una piccola, parzialissima, carrellata di immagini, e porvi una domanda: a voi piaceva Happy Days?
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martedì 14 gennaio 2014

Due parole con Zuffanti



Per la prima volta in palude Fabio Zuffanti, nome importantissimo della nostra musica, da anni impegnato in vari progetti dal forte sapore di progressive-rock, quel genere troppo poco considerato in Italia e per questo spesso ospitato su questi schermi. Tra qualche minuto con Fabio parleremo del nuovo disco, in uscita giovedì 16 gennaio, ma del quale già molto si vocifera. La quarta vittima (cliccate qui per sentirlo direttamente in anteprima) è prodotto da una label come la AMS, da sempre vicina al progressive, a progetti capaci di andare al di là del semplice concetto di canzone. La quarta vittima è musica densa, che ascolto dopo ascolto rivela cose diverse (lo sento da un bel po’, e di cose me ne ha dette): cantautorato acido, prog, elettronica, jazz, classica, … molto altro ancora.
L’album è ispirato dal libro di Michael Ende, Lo specchio nello specchio, costituito da una trentina di racconti apparentemente slegati, scritti dall’autore nel corso di un decennio. Così, le canzoni di Zuffanti, vogliono riassumere venti anni di onorata attività musicale, e anch’esse sembrano apparentemente slegate. Solo in apparenza però, perché un filo rosso le unisce, cioè il lato surreale, a tratti gotico, forse poco italiano (a me la copertina ricorda il giardino inglese di Blow Up di Antonioni), che ascolto dopo ascolto sentirete. Ne ho una gran voglia di parlarne con l’autore. Pronti?     
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sabato 11 gennaio 2014

15 anni senza Faber

Immaginatevi i protagonisti delle canzoni di Faber 15 anni fa, appena saputo la brutta notizia ... smarrimento, malinconia, tristezza, perché il proprio papà era morto, ma poi, la consapevolezza di far parte di un patrimonio condiviso da un popolo intero, di essere vivi sempre nella memoria collettiva, e Fabrizio De André vivo con loro.
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venerdì 10 gennaio 2014

Due parole con i Reflue

Per la prima volta in palude i Reflue, tornati sul finire dello scorso anno con un nuovo disco dopo ben sette anni di pausa. Jazz4Indies il suo titolo, terzo album della loro vita artistica, uscito per la label indipendente SFEM/LEVEL49, già passata su questi schermi con altre sue produzioni. Un lavoro difficilmente classificabile, perché le sue undici canzoni giocano sul confine libero di più generi: dal jazz richiamato dal titolo, al blues, dal post-rock al pop dal sapore internazionale. Del resto, il teatro senza tempo della copertina, sembra poter ospitare di tutto, e i quattro ragazzi di Parma lo sanno bene. Provate ad immaginarvelo animato, ascoltando liberamente le canzoni del gruppo cliccando qui.
Registrato tra La Fabbrica di Plastica a Taneto (RE) da Domenico Vigliotti, e la casa di Carlo Martinelli, voce e chitarra della band, in quel di Sorbolo, mixato da Jeff Saltzman, masterizzato da Tony Lash in quel di Portland, Jazz4Indies è un disco buono per tutte le stagioni, una sfilata di pezzi intensi presentati in una bella confezione con tanto di testi delle canzoni cantate in inglese. Accanto a Carlo, troviamo Federico Del Santo (voce, piano e chitarre), Michele Della Malva (basso), Gianluigi Bianchi (batteria). Amano farsi fotografare con un sacchetto di carta in testa, ma non è certo per nascondersi. E allora perché? Sarà una delle domande dell’intervista che va ad iniziare. Pronti?  
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giovedì 9 gennaio 2014

Buon inizio anno, Frigidaire torna in edicola ...


A dispetto dell'omino in copertina, io ho due buone notizie: 1. È tornato in edicola Il Nuovo Male; 2. Come inserto trovate il nuovo numero di FRIGIDAIRE, che ritorna in edicola ad un anno di distanza dall'ultimo numero. Spero riescano ad uscire con puntualità entrambi, e magari riesca a mandare in tempo le mie rece. Tra le cose più interessante, oltre agli incredibili fumetti e vignette spiazzanti, una sorprendente storia ucronica di Andrea Panzironi, sulla vita di John Lennon dopo l’attentato del 1980 in cui venne uccisa per errore… Yoko Ono. Subito dopo una esilarante ricostruzione a fumetti, Il fascino dell’uomo dedito alla politica, di Marco Pinna e Carlo Gubitosa sulla folgorante carriera di Matteo Renzi da concorrente di Mike Bongiorno a segretario del PD. Da segnalare una nuova inchiesta di Teodonio Diodato sulle più curiose religioni del pianeta (tutte vere): questa volta si parla del Maradonismo, culto fondato da due tifosi argentini in omaggio perpetuo al pibe de oro.

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martedì 7 gennaio 2014

Due parole con Claudio Milano


Per la prima intervista del nuovo anno torna in palude Claudio Milano, torna per parlare di due suoi importanti album, gli ultimi, mi ha scritto nella mail, ultimi per un certo periodo, spero bene. Il perché cercheremo di capirlo insieme, di sicuro in questa scelta gioca molto l’imponenza del lavoro uscito nel 2013 con l’etichetta Lizard Records, una delle poche in Italia a produrre chicche per palati fini, poco convenzionali, ma di mirabile bellezza. Chi la vuole cercare qui la troverà. In sostanza, trattasi di ben due dischi doppi, che il nostro ha fatto come InSonar e come Nichelodeon, già ospiti su questi schermi. Due dischi che hanno il coraggio di volare alto, e per i quali si può parlare apertamente di concept-album.
Quello firmato InSonar, L’Enfant Et Le Ménure (ascoltate qui), ha come tema forte il potere dell'immaginazione infantile che trasforma l'orrore in meraviglia. Partecipano 62 musicanti provenienti dai 5 continenti, l’inconfondibile voce di Claudio gioca con un sacco di strumenti, anche molto poco sentiti, e rende omaggio, tra gli altri a Bowie e Brian Eno, Tim Buckley, The Velvet Underground (di culto Venus in Furs), arie di Gounod, Martini, Giordano, liriche da opere di Agatha Christie, David Lynch, Federico Garcia Lorca, la Bibbia e il Sutra del Loto, un omaggio ai Pierrot Lunaire di Gaio Chiocchio e Arturo Stalteri. Bath Salts è invece il titolo del disco firmato Nichelodeon, politicamente forte, con la partecipazione di importanti nomi dell’avanguardia  e dell’undergorund italico più vero degli ultimi cinquant’anni. Tutta questa bellezza, mi è arrivata da un paio di settimane, in un bel pacchettino artigianale, cartonato blu, racchiuso da uno spago giallo. Non vi dico dei deliziosi disegni dei booklet, ne parleremo nell’intervista che va ad iniziare. Pronti?  
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domenica 5 gennaio 2014

La mia Berlino


Tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 ho fatto il turista, cosa che non facevo da anni, ma fare il turista a Berlino non è come farlo in un'altra qualsiasi città. Ti imbatti, volente o nolente, nella Storia, in particolare quella del Secolo Breve, con i suoi orrori, ma anche grandi sogni e speranze. Le grandi ideologie qui hanno dato il meglio e il peggio, camminando per strada si sente tutta la loro forza, lo vedi nei monumenti, come nei resti di palazzi, nelle strade, nei semafori (l'Ampelmann, il simpatico omino dei semafori dell'est), nelle socialista Trabant, auto mito che trovi in ogni salsa (magliette, tazze da tè, modellini con pezzo del muro attaccato...), in ciò che resta del Muro. Io, come vedete dalla foto, al mio arrivo con la Trabant, ne ho abbattuto un altro pezzo.
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