lunedì 18 agosto 2025

In palude con Orchestra SMS

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE – Pop/Rock/Psychedelia/Post-Punk/Classica colta

DOVE ASCOLTARLO – CD da acquistare nei vari negozi di dischi o sulle principali piattaforme

qui o qui

LABEL – altrOck, distribuzione Ma.Ra.Cash Records

PARTICOLARITA’ – Progetto didattico alla Scuola di Musica Sinfonia - Disco di cover/riletture di musiche meno note di gruppi meno famosi, più un paio di hits, ad opera di un’orchestra da camera ibrida, formata interamente da allievi e amatori musicali.

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 CITTA’ - Lucca

DATA DI USCITA – 14 febbraio 2025

 

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giovedì 26 gennaio 2023

Rece d'Alligatore: Carovana Tabù

Carovana Tabù, Miles to go

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domenica 10 ottobre 2021

In palude con Valentina Fin

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE : Classica/Jazz contemporaneo

DOVE ASCOLTARLO qui

LABEL : Velut Luna

PARTICOLARITA’ : un disco a metà tra musica classica e jazz che ci fa sognare con un pizzico di spleen. Il modo di usare la voce con uno stile quasi lirico, ma che allo stesso tempo si rifà al jazz, è forse la peculiarità di questo progetto che, proprio per questo, diventa un ibrido che si colloca proprio a meta tra entrambi  gli universi (classica e jazz)

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 CITTA’ Vicenza

DATA DI USCITA 1 settembre 2021

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sabato 8 agosto 2020

In palude con Naomi Berrill


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE  decide chi ascolta
DOVE ASCOLTARLO in mezzo alla natura, l’importante che non ci siano distrazioni, inizia qui
LABEL Warner Music Italy
PARTICOLARITA’ È  diviso in Suite
CITTA’   Firenze
DATA DI USCITA  8 maggio 2020
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mercoledì 15 novembre 2017

In palude con Naomi Berrill


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Genreless
DOVE ASCOLTARLO in mezzo alla natura con il telefono spento! ... da qui
LABEL Casa Musicale Sonzogno
PARTICOLARITA’ fa venire il mal di terra …
CITTA’ Firenze
DATA DI USCITA 27 ottobre

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sabato 16 settembre 2017

In palude con Nicola Segatta


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE Pop o classica? Questo è il problema.
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto) su Spotify, ITunes, e naturalmente a casa con il libro CD
LABEL Squi[libri] con Visage music
PARTICOLARITA’ qualcuno  lo ha definito “ stranissimo e affascinante “
CITTA’:  Trento
DATA DI USCITA 24 marzo 2016

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venerdì 23 giugno 2017

In palude con la Classica Orchestra Afrobeat


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE - afrobeat / classica / folk
DOVE ASCOLTARLO (in parte o tutto) - iTunes - Spotify - ecc
LABEL - Brutture Moderne / Sidecar
PARTICOLARITA’ - feat. Njamy Sitson (Camerun)
CITTA’: Ravenna / Bologna
DATA DI USCITA : 21/4/2017

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mercoledì 25 gennaio 2017

In palude con Tiziano Bianchi


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO
GENERE:
Jazz, classica, ambient.
DOVE ASCOLTARLO
In uno di questi storie musicali qui
... o nella playlist di youtube
LABEL
Irma Records (Italia), Pony Canyon (Japan)
PARTICOLARITA’
Partecipazione di Giovanni Lindo Ferretti sulla title track “Now and then”.
Produzione artistica di Tiger Okoshi e featuring sul brano “Grease”.
CITTA’
Castelnovo ne’ Monti, Reggio Emilia
DATA DI USCITA
16/11/2016

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venerdì 20 marzo 2015

Due parole con Vito Ranucci



Questa volta in palude ascoltiamo musica classica, anzi, cerchiamo di ucciderla, per farla rivivere come ha provato a fare Vito Ranucci, con questo suo recente disco: KTC Killing The Classics, uscito lo scorso dicembre presso CNI Music. Provocazione audace nelle parole, tanta quanta nei suoni. L’autore partenopeo ha infatti preso alcuni brani classici, dal Medioevo al Novecento, rileggendoli in chiave moderna. Gli amati Bach e Vivaldi, monumenti quali Mozart o Chopin, Puccini e Ravel, contaminati in modo audace, impastati di elettronica, fatti saltare in trip-hop, fritti dalla techno. Esperimento affascinante, molto più del mio banale modo di descriverlo.
Può piacere o meno, ma la musica è arrangiamento e riscrittura, o almeno per buona parte è così. Ne è consapevole Vito Ranucci, viste le molte esperienze, tra le quali cito volentieri la sua collaborazione all’ultimo film di Mario Monicelli, Le rose del deserto, in veste di compositore del tema principale della pellicola. Ascoltando KTC Killing The Classics, si ha quasi la sensazione di assistere a un film, a un flusso ininterrotto di emozioni, immagini, salti nel tempo. Ad accompagnare Vito Ranucci, un bel gruppo di musicanti, tra i quali la voce e le parole di Federica Mazzocchi, e il piano/synth di Ernesto Vitolo. Pronti?

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lunedì 2 febbraio 2015

Due parole con Naomi Berrill



Naomi Berrill, giovane violoncellista e cantante irlandese, ma di adozione italiana, tra poco in palude per presentare un disco davvero speciale: From the Ground, viaggio nel tempo e nei generi musicali che sembra impossibile, e invece … Invece ecco brani di classica accanto ad altri pop, testi impegnati e soavi melodie. Nomi a me cari, come Nick Drake (ritorna sempre), o il Pete Seeger di una canzone anti-guerra del 1955, altri meno frequentati quali Robert Schumann e Claude Debussy. E poi Emiliana Torrini e Paul Simon, un pezzo folk della tradizione scozzese, Henry Purcell. Insomma, molto materiale (sono 14 pezzi), da far storcere il naso ai puristi, ma che vi assicuro, stanno benissimo insieme.   
From the Ground è uscito solo il mese scorso, arrangiato e prodotto da Naomi Berrill stessa con la collaborazione di Musicamorfosi. Un disco fatto con la voce e il suo violoncello, che a volte imbraccia come fosse una chitarra, altro modo di andare al di là dei generi e delle banali convenzioni. Dietro a questo ardire, dietro a questo virtuosismo, ci sono ovviamente anni di studio. Naomi ha assorbito prima dai genitori, entrambi musicisti, e poi si è specializzata nei luoghi dove ha vissuto e studiato: da Glasgow al Canada, dall’Olanda alla Scuola Musicale di Fiesole e alla Musik-Akademie di Basilea. In questi luoghi ha imparato a fondere il folk delle sue origini al pop moderno, il jazz con il barocco … e qui arriviamo al disco. Parliamone. Pronti?

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giovedì 27 marzo 2014

Due parole con i Werner



Bello ospitare ancora una volta in palude i Werner, bello il loro ritorno, a due anni di distanza, con un disco targato ancora White Birch Records, piccola label in pista ogni volta con lavori nuovi e diversi. Una realtà artigianale da sempre gradita ospite su questi schermi. Il loro nuovo album, uscito da qualche settimana, è contraddistinto da un tenue folk-rock confinante con la classica e il cantautorato, che incanta per la precisione nell’esecuzione e nelle emozioni generate dal suo ascolto. S’intitola Down Below On Your Own, sembra un fenomeno naturale, al pari della sua copertina, opera di Cuoredicane, come di consueto per l’artwork della band toscana.
Cuoredicane (vi consiglio un giro sul suo blog), è Alessia Castellano, anche violoncello della band, assieme ad Elettra Capecchi (piano), e Stefano Venturini (chitarre). Con le loro voci, spesso in armonia con gli altri strumenti musicali, direi quasi confuse, hanno dato vita a un disco intenso, uniforme, nuovo ad ogni ascolto. Loro soli, con pochi fidati amici (per esempio Mirko Maddaleno dei Blue Willa voce in un pezzo, e coro nel suggestivo finale con tanti altri, in particolare voci femminili) hanno saputo creare un altro disco importante. Un disco da diffondere ed ascoltare Down Below On Your Own. Sì, ascoltiamo i Werner. Pronti?
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martedì 7 gennaio 2014

Due parole con Claudio Milano


Per la prima intervista del nuovo anno torna in palude Claudio Milano, torna per parlare di due suoi importanti album, gli ultimi, mi ha scritto nella mail, ultimi per un certo periodo, spero bene. Il perché cercheremo di capirlo insieme, di sicuro in questa scelta gioca molto l’imponenza del lavoro uscito nel 2013 con l’etichetta Lizard Records, una delle poche in Italia a produrre chicche per palati fini, poco convenzionali, ma di mirabile bellezza. Chi la vuole cercare qui la troverà. In sostanza, trattasi di ben due dischi doppi, che il nostro ha fatto come InSonar e come Nichelodeon, già ospiti su questi schermi. Due dischi che hanno il coraggio di volare alto, e per i quali si può parlare apertamente di concept-album.
Quello firmato InSonar, L’Enfant Et Le Ménure (ascoltate qui), ha come tema forte il potere dell'immaginazione infantile che trasforma l'orrore in meraviglia. Partecipano 62 musicanti provenienti dai 5 continenti, l’inconfondibile voce di Claudio gioca con un sacco di strumenti, anche molto poco sentiti, e rende omaggio, tra gli altri a Bowie e Brian Eno, Tim Buckley, The Velvet Underground (di culto Venus in Furs), arie di Gounod, Martini, Giordano, liriche da opere di Agatha Christie, David Lynch, Federico Garcia Lorca, la Bibbia e il Sutra del Loto, un omaggio ai Pierrot Lunaire di Gaio Chiocchio e Arturo Stalteri. Bath Salts è invece il titolo del disco firmato Nichelodeon, politicamente forte, con la partecipazione di importanti nomi dell’avanguardia  e dell’undergorund italico più vero degli ultimi cinquant’anni. Tutta questa bellezza, mi è arrivata da un paio di settimane, in un bel pacchettino artigianale, cartonato blu, racchiuso da uno spago giallo. Non vi dico dei deliziosi disegni dei booklet, ne parleremo nell’intervista che va ad iniziare. Pronti?  
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martedì 23 luglio 2013

Due parole con i Delay Lama



I Delay Lama per la prima volta in palude, tra poco arriveranno con la forza del pensiero e la loro carica ironica unita ad un entusiasmo contagioso. Ho scoperto questo trio geniale dopo il concerto di Dagger Moth in quel di Rovereto, incontrando in un bel locale della cittadina trentina Luciano Turella (batteria/voce/viola/synth), che assieme ad Antonio Dell’Aquila (tastiere/synth/elettronica/voce), ha dato vita nel 2008 al gruppo, al quale si è subito unito Marko Mikulcic (basso). Dopo alcune prove, il fatidico ep (Peace and Prog), concerti e sbattimenti vari, nella primavera del 2013 è uscito il loro primo cd Hablacablah, con la giovane label Technicolor Dischi.
Per rendervi conto di che pasta sono fatti, vi invito a vedere il gran video di Muore la moglie e lui per il dolore la segue dopo poche ore (messo tra i preferiti sul mio canale YouTube ALLYDIEGO clicca qua per vederlo), qualcosa che va oltre il concetto di musica, o ad ascoltare tutto il loro Hablacablah, generosamente messo online (clicca qui per ascoltarlo). Nove pezzi dove i Delay Lama cercano di infondere la musica nei robot, ribaltando la moda del periodo storico, in cui i robot cercano di infondere anima nella musica. Questa la loro missione dichiarata. Ascolto dopo ascolto posso dire: missione compiuta! E adesso parliamone in palude. Pronti? 
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