Per la prima volta in palude Angus Mc Og un nome che decisamente
suona poco italiano. Ascoltando le sue canzoni, questa sensazione si fa più
forte, ma leggendo le note sul libretto, misterioso quanto la copertina, si
scopre, dai dati anagrafici, che non
così: Antonio Tavoni (voce, chitarra acustica ed elettrica, organo),
Lucio Pedrazzi (batteria, percussioni, cori), Daniele Rossi (banjo,
violoncello, chitarra, piano, organo), Enrico Pasini (tromba e flicorno),
Davide Cristiani (piano). Capirete che ci troviamo di fronte ad un
gradevolissimo folk-rock, ottimo per queste giornate incerte di neve e gelo.
Dieci pezzi di musica celestiale, con una voce che
non scordi questo Arnaut, cd fatto in gioiosa e ingegnosa autoproduzione, titolo
ispirato ad Arnaut Daniel, trovatore francese cantato nelle pagine di Dante e,
più vicino nel tempo, T.S. Eliot. Titoli inequivocabili come Siddharta, Beyond
Ancona Harbour, Jonah, The Fire Sermon, che ci aprono davanti un mondo. Come
musica, molti citano i Wilco, altri Okkervil River, altri ancora Tim Buckley,
Eddie Vedder solista …a me ricordano solo gli Angus Mc Og, musicanti con
esperienze internazionali a partire dall’Australia (dove alcuni componenti del
gruppo hanno suonato). Potevano saltare un passaggio in palude? No! … pronti?
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