domenica 30 dicembre 2012

Un simbolo per Monti

La paura della crisi, la paura dello spread alle stelle l'ha catapultato a Palazzo Chigi, ma la crisi con la sua permanenza al governo non si è fermata, anzi, è peggiorata inesorabilmente, perché a parte l'immagine internazionale, non è cambiato nulla, anzi, Monti è stato il continuatore delle politiche neoliberiste del governo Berlusconi. Alberto Burgio, in uno degli articoli più lucidi sull'amico del Vaticano e delle banche (Il montismo, verità del berlusconismo), ha colto perfettamente la sua essenza e le trappole politiche per il futuro prossimo. Per questo ne riporto un passaggio importante, invitandovi, tra una festa e l'altra, a leggerlo tutto.

Continua a leggere...»

Etichette: , , , , , , , , , ,

venerdì 28 dicembre 2012

Due parole con Fabio de Matteis

Ancora un cantautore su questi schermi, nota dominante del dicembre in palude. Sarà perché il freddo ci spinge dentro, a raccoglierci dietro alle parole? Di sicuro questo nuovo musicante italico, gran giocoliere delle parole, invita all’ascolto concentrato, e la sua dolce voce riscalda. Io non mi fido di questo Mare, esordio dalla vena malinconica di Fabio de Matteis, è quel che ci vuole per concludere l’anno in musica. C’è il ritmo e l’intensità giusta, e non manca l’impegno a cominciare alla sua passione per l’Africa, continente dimenticato o lasciato ad un timido pietismo caritatevole. Lui invece l’Africa la conosce e può cantarne con ragione.
Io non mi fido di questo Mare come grande metafora del senso di impotenza di fronte a questa immensità: galleggiare o navigare? … trasparenza o buio dei fondali? Nei dieci pezzi del disco ci sono dubbi e domande, quelle di sempre, ma oggi ancora più fondamentali, visto il momento di crisi (che prima di essere economico è esistenziale). Ma non voglio appesantire il discorso, perché il modo di porsi di Fabio è leggero, a tratti da grande voce della musica italica (ascoltate Rimetto la maschera o Amami e forse capirete cosa intendo). Un album fatto bene, con nomi importanti tra i collaboratori, mi fa piacere che Fabio abbia voluto parlarne qui, questa sera, perché della palude si fida. Pronti?

Etichette: , , , , , , , , , , , ,

mercoledì 26 dicembre 2012

DOSSIER TAV Una questione democratica




Questa recensione partecipa all’iniziativa Parliamo di Tav per stimolare la discussione su di una questione nodale della nostra democrazia, e in più, per chi vuole, tentare di vincere, con la propria rece, una tavola originale di questo fumetto originale. C’è tempo fino all’11 gennaio 2013. Provateci anche voi ...
Continua a leggere...»

Etichette: , , , , , , , , , , , , , ,

lunedì 24 dicembre 2012

Natale 2012

Etichette: , , , , , ,

venerdì 21 dicembre 2012

Due parole con Lorenzo Lambiase



Per la prima volta in palude Lorenzo Lambiase, giovane cantautore romano alla seconda uscita, dopo il fortunato esordio di tre anni fa La Cena (Altipiani come etichetta). Sarà la mia ultima intervista? La Profezia Maya potrebbe avverarsi tra qualche ora, e mi troverebbe qui in palude a parlare di Lupi e vergini, il nuovo album di Lorenzo uscito il 10 dicembre, questa volta con la label Modern Life. Che sia la sua Profezia? Un mondo popolato solo di lupi e vergini, dopo questa sera? Oppure l’assurdo della vita?... ci si crede lupi, e alla fine ci si ritrova vergini e viceversa.
Comunque sia, la musica di Lorenzo Lambiase è un pop-rock cantautorale con venature di acida psichedelia. Pezzo dopo pezzo, le sue originali canzoni cantate in italiano disegnano un mondo. Un mondo misterioso, a volte bello, a volte oscuro, vero o da cartone animato, come la copertina scelta per contenerlo. La donna ritratta, nel pieghevole interno, rivela altre cose, come i testi riportati con cura sul lato opposto. Altre cose rivelerà Lorenzo nella blog-intervista che va ad iniziare… Maya permettendo. Pronti?  
PERCONOSCERLO MEGLIO

Etichette: , , , , , , , , , , , , ,

mercoledì 19 dicembre 2012

... è nato, è nato ... 5 anni fa il blog dell'Alligatore


Etichette: , , , ,

lunedì 17 dicembre 2012

Due parole con Io non sono Bogte



Io non sono Bogte per la prima volta in palude, ed era ora. Dico questo perché le idee innovative di questo gruppo sulla musica, sulla vecchia discografia morta e sepolta, sono molto vicine a quelle di questo blog, da sempre impegnato a supportare il giovane rock italico. Il titolo e il modo di farlo viaggiare sono emblematici in questo: La discografia è morta e io non vedevo l’ora, pubblicato su scheda USB. La scheda, simile alla musicassette della mia infanzia, è una penna USB, da 2GB, sulla quale è possibile salvare/scrivere anche dell’altro. Insomma, un progetto aperto.
Anche la loro musica è aperta, un cantautorato rock ironico e indignato (Rino Gaetano?), dato alle stampe per Labelpot Records. Dietro a questo nome pulp, Daniele Coluzzi (voci e chitarre acustiche), Carlotta Benedetti (chitarre elettriche), Federico Petitto (basso), Dario Masani (batteria), un quartetto in grado di esaltare in modo perfetto le parole scritte da Daniele, con staffilate rock e un ritmo sempre sostenuto. Un esordio impeccabile dietro il lato teorico, tecnico e letterario. Insomma, pensiero e azione sotto forma di giovane rock-band. Un nome che resterà, sono felice di ospitarlo qui, adesso. Pronti? 

Etichette: , , , , , , , , , , ,

sabato 15 dicembre 2012

IL NUOVO MALE, FRIGIDAIRE e ... ciao Schicchi

In questi giorni in edicola IL NUOVO MALE n.11 e FRIGIDAIRE N.245. Lo segnalo per le mie rece (questa volta al cd dei Drunken Butterfly e a quello di Honeybird & the Birdies), ma anche per il bel  ricordo di Riccardo Schicchi scritto da Sparagna sul sito di Frigolandia. Forse qualcuno storcerà la bocca, in giro ho visto molta falsità e perbenismo nel saluto a questo uomo (tra l'altro, ho scoperto era nato 20 anni esatti prima di me), che ha rappresentato molto per lo spettacolo del porno, sottogenere tanto ricco, quanto nascosto e disprezzato.
 
Porno e libertà
di Vincenzo Sparagna

D
opo la morte di Riccardo Schicchi, sui giornali sono apparse brevi ricostruzioni della sua carriera. Schede precotte sul suo essere stato l’inventore del porno italiano, sulla sua capacità di lanciare personaggi come Cicciolina, Moana Pozzi, Barbarella, Rocco Siffredi ed altri, sul matrimonio con la pornostar Eva Henger, da cui aveva avuto due figli e che, fatta la sua strada, l’ha poi lasciato. Quasi sempre sono stati coccodrilli di maniera, testi scritti in omaggio alla notorietà del personaggio, ma con la sufficienza di chi osserva da lontano questo bizzarro tipo che fu espulso da scuola perché spiava le ragazze in bagno. Qui invece vorrei ricordare Riccardo Schicchi, che collaborò con Frigidaire per quasi un decennio dalla metà degli anni ’80 alla metà dei ’90, per la sua intelligenza viva, la sua arguzia trascinante, il suo disincanto. Riccardo, come la sua prima pupilla Cicciolina, non era affatto uno sciocco, aveva idee, progetti, princìpi solidi.
PER CONTINUARE A LEGGERE QUI

Etichette: , , , , , , , , ,

giovedì 13 dicembre 2012

Due parole con Francesca Lago



Per la prima volta in palude Francesca Lago, cantautrice milanese di stanza in Canton Ticino. Una voce di valore nel nostro panorama rock-cantantuorale, che produce musica destinata a durare, come il disco del quale vedete l’intima copertina qua sopra: Siberian Dream Map, dato alle stampe per la label svizzera On the Camper Records lo scorso anno. Un album, che a dispetto del titolo, fa sentire molto calore e colore ben rappresentati dallo scatto della cover. Veramente una foto perfetta per rappresentare il suo contenuto. Dodici pezzi facili, di un rock classico, semplice e diretto, dal sapore internazionale.
Francesca Lago, una voce e una chitarra, con molte visioni attorno. È straordinario come un impianto scarno, riesca, ascolto dopo ascolto, a creare emozioni forti: oltre a lei, Zeno Gabaglio e il suo violoncello, più una sezione ritmica essenziale (Francesco Miccolis batteria, Marco Ferrara basso). Registrato al Jacuzi Studio di Milano, prodotto da lei con Max Lotti, segna il ritorno ad un disco lungo dopo molti anni (il ritorno con il magnifico ep The Unicorn è del 2008. Potevo farmi sfuggire l’occasione di ospitarla in palude? No! Pronti?
PERCONOSCERLA MEGLIO

Etichette: , , , , , , , , , , , , ,

mercoledì 12 dicembre 2012

Rivalutiamo i fichi secchi

Perché l'espressione vali un fico secco è così dispregiativa? Sono buonissimi i fichi secchi. Una delle poche vere delizie delle abbuffate delle festività. Lasciamo stare quelli ricoperti di cioccolata, e assaggiamone uno nudo e crudo. Non c'è nulla di più buono. Spezzo una lancia per il fico secco, da rivalutare nella sua dignità ... poi costano poco, potremo risparmiare e dare i soldi al governo dimissionato, che ci regala gli F35.

Etichette: , , , , , , , , ,

lunedì 10 dicembre 2012

Due parole con Caffésport Orchestra



Caffésport Orchestra questa sera in palude. Per la prima volta? In realtà è un gruppo con tanti nomi, alcuni dei quali, già passati in palude. Più che un gruppo, un supergruppo, attorno a Francesco (Franz) Senni, voce, chitarra, pianoforte, e le sue storie ironiche (anche auto-ironiche), bozzetti di provincia da cantautori anni ’70, ma con in più il pop del mare della Romagna. Dietro storie d’amore andate a male, bar, friggitorie di pesce, sogni di note. Insomma, un universo poetico che si sta dilatando, per dirla come il vecchio Woody Allen; meglio, in perenne dilatazione.
Il disco ha un titolo che è tutto un programma: …e pensare che sono venuto solo per comprare un pesce spada, come a dire, adesso mettetevi comodi, e state a sentire tutte le storie che ho da raccontarvi. Prodotto da Chihuahua records (e anche qui c’è dietro una storia), Aidoru, ABuzzSupreme edizioni, è nato nel corso degli anni, con pezzi scritti tra il 2004 e il 2011. Registrato al Bluscuro di Monteleone (Fc), da Senni, con Andrea Comandini e Andrea Zanella, e in qualche altro posto cult della riviera romagnola, oltre ad essere pieno di parole, e anche zeppo di suoni. Cosa dire di più? La parola alla Caffésport Orchestra. Pronti.
PERCONOSCERLI MEGLIO 

Etichette: , , , , , , , , , , , ,

sabato 8 dicembre 2012

Napolitano congela la crisi ...

... neve anche in palude. 
Per questo leggo CONTRO LA CRISI

Etichette: , , , , ,

giovedì 6 dicembre 2012

Due parole con Alessandro Grazian



Alessandro Grazian torna finalmente in palude. Dico finalmente perché sono passati quasi quattro anni dal suo ultimo passaggio su questi schermi. Era il gennaio del 2009, e il giovane cantautore padovano aveva da poco dato alle stampe il suo secondo album, Indossai, con gli amici de La famosa etichetta Trovarobato. Ora, dopo un periodo di tempo dove si è dedicato a diverse cose (pittura, teatro, colonne sonore), lo ritrovo molto più grande, con un nuovo cd, diverso, sotto molti aspetti diverso dal precedente: Armi, uscito ad ottobre con Ghost Records.
Armi, fin dal titolo, rivela un’anima più rock, più pesante/pestante, senza però perdere quella densità e poesia, tipica di Grazian. Anzi, il suo giocare con  le parole resta intatto, però c’è più ritmo, chitarre elettriche, cattiveria. Forse non è un caso esca oggi, autunno 2012, quando il gioco si è fatto duro. Titoli come Estate, Non devi essere poetico mai, e la title-track Armi, messa proprio in testa, sarebbero state difficilmente immaginabili nel primo Grazian. Dopo l’attesa di qualche mese, causa troppi impegni, siamo riusciti a trovare la data giusta per parlarne insieme, ora. Pronti?
PERCONOSCERLO MEGLIO

Etichette: , , , , , , , , , , ,

mercoledì 5 dicembre 2012

Quale polsino scelgo?

Ho il  polso che mi duole, forse vi sarete accorti passo meno dai vostri blog, e mi dispiace. Questo post l'ho scritto con la mano sinistra, non essendo mancino (anche se di sinistra fino al midollo) è stata dura. Tunnel carpale? Forse. In queste ultime settimane ho lavorato giornalmente al pc anche per 10 ore di seguito (pure ora sono al lavoro, il post l'ho messo in programma ieri sera). Dura la vita del videoterminalista ai tempi delle crisi: chi lavora troppo, chi minga. Urge una ridistribuzione del lavoro, questo è il nodo centrale.


Etichette: , , , , , , ,

lunedì 3 dicembre 2012

Due parole con Massimiliano D’Ambrosio



Ritorna in palude Massimiliano D’Ambrosio, il cantautore romano di scuola Folkstudio. Lo ha frequentato negli anni novanta il Folkstudio, nei suoi ultimi anni di attività, ma ha assorbito tutto quello che c’era da assorbire. Quando ascolto un suo disco sento subito la diversità, quel mondo fatto di cantautori ormai rari, ma fondamentali per la nostra musica. Massimiliano è così: raro e fondamentale. L’ho sentito subito, appena è partita la prima canzone del suo nuovo album, Novembre, dato alle stampe da Latlantide, label anch’essa rara e fondamentale. La copertina, con quel micione felice, abbracciato da una donna, immagino farà colpo, come le sue canzoni.
Il disco si apre proprio con un omaggio alla donna, prendendo in prestito le parole di uno dei nostri grandi intellettuali, Edoardo Sanguineti (quanto ci manca), e la sua La ballata delle donne. Poi Massimiliano usa le sue di parole, per raccontare storie a me molto vicine: Lettera dalla Palestina, a narrare il dramma dei soldati israeliani obiettori di coscienza, il bilancio dei suoi qurant’anni, la vicenda di Stefano Cucchi (da non dimenticare mai), un Gesù visto come personaggio storico, la depressione e la morte. Temi forti e caldi, temi da trattare in palude, questa sera, tra poco. Pronti? 
PERCONOSCERLO MEGLIO

Etichette: , , , , , , , , , , , , , , , ,

sabato 1 dicembre 2012

Transylvania mon Amour

Cliccate sulla foto, se volete vedere meglio e ridere degli scherzi della tecnologia. Si tratta di un pezzo del libretto che pubblicizza i film di alcuni cinema della mia città. Il refuso è veramente esilarante, quasi una provocazione situazionista. Chissà se l'errore era solo sul mio o su altre copie. Magari è una rarità, tipo il Gronchi rosa. Mi immagino la faccia di Haneke o Isabelle Huppert.
Confuso, ho finito per vedere Hotel Transylvania, al posto di Amour.  Erano anni non vedevo un cartoon al cine, e, devo dire, hanno fatto passi avanti (almeno tecnicamente). Me ne sono accorto alla fine, quando le immagini dei titoli di coda, ricordavano i vecchi cari cartoni animati, piatti, meno videogame. Pensandoci bene, mi chiedo se abbiano fatto veramente passi avanti ...

Etichette: , , , , , , , , , , ,