giovedì 29 dicembre 2011

Elogio di Luca Guadagnino - prima parte


Questo mese, come da tradizione, è velocissimo. Forse perchè le ferie sono divertenti, e quando ci si diverte il tempo vola. Questo mio dicembre è stato divertente, anche perchè ho visto un bel po' di film di Luca Guadagnino, è ho capito che per il cinema italiano non tutto è perduto. Guadagnino è un grande, capace di saltare senza problemi dal cinema di finzione al documentario fino all'opera lirica (in questi giorni mette in scena nella mia città il Falstaff di Verdi, e se avessi avuto tempo e soldi sarei andato a vedere pure quello). Il 7 dicembre è stato omaggiato in un cinema dove vado spesso, con due film, Melissa P. del 2005, e Io sono l'amore del 2009 e io avevo un biglietto omaggio (un sentito grazie alla cassiera del cinema).
Conoscevo di fama il libro di Melissa Panarello, e avevo già visto in televisione questa trasposizione, facendo allora zapping in quanto mi sembrava banale e noiosa. Al cine è stata invece una visone diversa. Il film ha preso spessore, mi è sembrato un modo molto delicato e buono di trattare l'argomento, che, come saprete, è quello della scoperta del sesso da parte di una ragazza e del suo scontrarsi con gli adulti. Un film buono, devo dire, un ritratto centrato dei giovani d'oggi, del parlare con cognizione di causa di Internet, delle chat e di un nuovo mondo vecchio. Una film buono anche grazie ad un bel cast a partire dalla protagonista spagnola Marìa Valverde, a Gerarldine Chaplin nella parte della nonna anticonformista (è lei quella dei cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, del sottotitolo del libro), e di giovani promettenti attori in ruoli minori (Elio Germano, Alba Rohrwacher, Claudio Santamaria).
Grandissimo cast anche nell'altro film visto di seguito, Io sono l'amore, per me, lo dico subito, un capolavoro da vedere assolutamente. Lo sarebbe anche se fosse un film muto, grazie alla bellezza della Milano ripresa dal regista siciliano: l'apertura sotto la neve è uno dei migliori inizi della storia del cinema, al pari di Manhattan e Uccellacci e uccellini; ma non solo, anche la Milano d'estate, certi suoi scorci mai visti, oppure la campagna ligure dove si incontrano i due amanti motore del film. Mi è sembrato di vedere le immagini raccontare una storia, come dovrebbe succede sempre. 
L'ambiente di Io sono l'amore è quello di una ricca famiglia di industriali del tessile, raccontata nei suoi rapporti di amicizia e di sesso. In particolare le donne della famiglia sono le più vive, a partire dalla moglie del rampollo designato, un russa apparentemente fredda (è Tilda Swinton), che si rivelerà per nulla fredda nei rapporti carnalissimi con il giovane cuoco (Edoardo Gabriellini) amico del figlio. I suoi incontri d'amore nella campagna vicino alla vecchia casa destinata a diventare un ristorante di grido della famiglia, sono da cineteca, un vero idillio nei campi, e Guadagnino mostra una rara capacità nel riprendere scene di sesso (poco italiana, direi). Ma è meravigliosa anche la seduzione precedente a questo, nata dai piatti speciali preparati dal giovane cuoco. L'altra donna viva è la sempre ottima Alba Rohrhwacher, qui nel ruolo della figlia del rampollo, scopertasi lesbica e ribelle (sarà l'unica a piangere l'allontanamento della madre, ma non aggiungo altro per non rovinarvi la visione). Il rampollo è interpretato forse dal nostro più grande attore teatrale vivente, sicuramente il più sperimentale e sconvolgente, Pippo Delbono. Viene designato a capo dell'azienda la notte della nevicata dal padre ormai alla fine (Gabriele Ferzetti); la porterà in borsa per poi venderla a degli arabi che la smembreranno. Nessun rispetto per il lavoro e i lavoratori (a parte un debole tentativo di uno dei figli, memore della passione del nonno, non un santo, ma uno che credeva nel lavoro).  Colpo di scena finale che non racconterò, con un crescendo drammatico mirabilmente creato quasi solo con le immagini. Insomma, un film stilisticamente e ideologicamente impeccabile, paragonato da alcuni a Pasolini e Visconti, per me assomiglia solo ad un grande: Luca Guadagnino. Il film è del 2009 e mostra perfettamente la crisi, la decadenza morale e fisica, nonché economica, del capitalismo europeo, quasi come fosse la nobiltà del '700.
Mi sono spellato le mani ad applaudire Guadagnino presente in sala. Ha parlato brevemente della sua attività attuale, di regista dell'opera Flastaff, cosa inedita per lui. Poi ha presentato un film di un cineasta a lui caro, Jonathan Demme, in passato da Guadagnino analizzato in alcuni articoli. Il film previsto era Qualcosa di travolgente, che quando uscì nel 1986, ha raccontato, non riuscì a vedere perchè troppo poco in cartellone nella sua Palermo (come nella mia Verona). Uno dei migliori film di Demme per me, prima del successo planetario de Il silenzio degli innocenti (un cult per Guadagnino, meno per il sottoscritto). Colpo di scena della serata: il film previsto, probabilmente causa uno scambio di pizze, non c'è. Al suo posto un vecchio film in bianco e nero. Non chiedetemi il titolo, perchè me ne sono andato alla ricerca di un bar per bere dell'acqua (avevo in corpo dal pomeriggio solo una birra e un caffè, ma ero sazio di vero cinema ...).

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martedì 27 dicembre 2011

Due parole con The White Mega Giant


Se non avete avuto un white christmas, questa sera potrete avere The White Mega Giant, anzi, ci saranno loro, ospiti nella palude in queste giornate di festa. TWMG sono un trio di Padova con un bell’esordio fresco, di post-rock dal sapore internazionale, registrato la scorsa estate dopo essere stati protagonisti all’Italia Love Festival di Lecce come giovani rappresentanti del Veneto. S’intitola Antimacchina, ed è un concentrato acido di emozioni in musica, senza parole. Scommessa coraggiosa, vinta in partenza.
Cinque pezzi, per quasi 45 minuti di suoni, che guardano all’esperienze più avanzate del nord-Europa, Antimacchina esce con la label indipendente Shyrec, e come la copertina è fatto di momenti di buio vicini ad altri di luce. Pezzi dilatati come l’emblematica Mururoa (Preludio All’antimacchina), che può essere un riferimento agli esperimenti nucleari francesi sull’atollo corallino, oppure un chiaro omaggio allo studio dove l’hanno registrato, il Mururoa Studio appunto (o entrambi), pezzi onirici come Katrina (ancora riferimenti ecologici?), o esplosivi come la title-track finale di dodici minuti e rotti. Parleremo di questo e molto altro nell’intervista che va ad incominciare. Pronti?

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domenica 25 dicembre 2011

Gioco: 7 Links Project ... per 7 bloggers

L'amica Minerva Jones a fine novembre mi aveva invitato a partecipare ad un gioco, ad una una sessione di autocoscienza sui nostri blog con questo suo post: Gioco: 7 Links Project 
Approfittando di questo periodo di feste oggi l'ho fatto, cioè ho risposto ad alcune domande sul mio blog. Eccole.
1. Il post il cui successo mi ha stupito
"Due parole con Tommi" Mi ha stupito perchè di solito le blog-interviste vengono commentate poco. Questa invece, complice una copertina estiva, vacanziera, spensierata, veramente bella, ha ottenuto un sacco di complimenti e commenti. Bene, perchè anche la sua musica merita di essere ascoltata.
p.s. l'ho detto pure nell'intervista, mi ricorda il mare del film di Ferreri tratto da Bukowski, Storie di ordinaria follia (visto un centinaio di volte, fino a che non si è consumata la videocassetta).
2. Il mio post più popolare
"Facciamolo senza protezione ..." Mi piace perchè parla di un argomento caro a molti bloggers, il captcha, cioè quel fastidioso verificaparole che fa perdere tempo, impedisce ai nonvedenti di commentare, non serve a nulla perchè il programma anti-spam dei nostri blog è molto forte e risponde colpo su colpo ai nuovi maledetti spammatori. Mi dispiace che non tutti abbiano capito, e allora rilancio ancora una volta: stop al captcha.
3. Il mio post più controverso
"Temperature a picco, Frigidaire in tutta Italia" Perchè parlava di un argomento tabù, anche tra chi ragiona, cioè quello della legalizzazione delle droghe leggere. In Italia c'è molta ipocrisia, si lascia fare basta che non si dica (è così con il sesso a pagamento, e con molte altre cose, e questo è dannoso per la morale, come per l'econiomia, oltre ad essere un sistema ottimo per foraggiare la criminalità organizzata). Antiproibizionista da sempre ...
4. Il mio post più utile
"4 SI "per quelli che passeranno"" Abbiamo vinto i REFERENDUM anche per la Rete, non solo, ma anche per la Rete. Credo sia stato utile, se non decisivo, per far conoscere a più persone quello che i media ufficiali e i grandi partiti nascondevano.
5. Il post che non ha avuto l'attenzione che meritava
"Piccolo spazio solidarietà" Forse perchè distratti dal natale, forse perchè sembrava solo una richiesta di fondi, non ha avuto l'attenzione che meritava. In particolare mi aspettavo che qualcuno si ricordasse chi era Jerry Essan Masslo - Wikipedia . Visti i fatti di sangue e razzismo di questi giorni, è meglio ricordarsi chi era ...
6. Il mio post più bello "Quasi fuori strada per andare da Gino Strada" perchè la pace è bella.
7. Il post di cui vado più fiero "Quando hanno ucciso Carlo io giocavo a tennis" Perchè credo non bisogna dimentiCarlo, anche se sono passati più di 10 anni.

Bene, adesso dovrei indicare altri 7 bloggers per fare la stessa cosa, ma destesto le catene e allora... spezzo le catene e rigiro le domande a tutti  i bloggers che vorranno fare liberamente autocoscienza.

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venerdì 23 dicembre 2011

Due parole con Fadà


Un nuovo musicante si affaccia nella palude questa sera, è il giovane cantautore sannite Fadà. Un viaggio lungo, fatto attraverso il teletrasporto partendo direttamente dal suo studio. Tutto rigorosamente ecologico, visto l’impianto fotovoltaico utilizzato pure per produrre il cd in modo autarchico e pulito. S’intitola Polvere di musica (continuo a scrivere polvere di stelle, se lo farò durante la blog-intervista chiedo scusa in anticipo), album allegro ma non troppo, fatto di fantasia, violini, trombe, ironie... fatto bene, grazie anche alle esperienze maturate prima in altri gruppi e uno spiritual guidance come Carmelo Bene.
Uscito ufficialmente il 28 novembre, Polvere di musica non esiste su supporto fisico, perché, sempre fedele ai principi ambientalisti, Fadà ha voluto diffondere la sua musica in modo liquido, cioè solo tramite download (poi se uno vuole, può farsi il cd, ovvio), presentandosi come un musicante moderno (e allo stesso tempo antico), che scrive, produce e poi suona dal vivo davanti ad un pubblico. La plastica, l’involucro, viene dopo. Non ho trovato un suo sito, e manco myspace, così, per la prima volta nella storia, indico qua sotto il facebook. Insomma, Fadà ama rompere le consuetudini, e questo mi piace. Vediamo cosa romperà questa sera. Pronto?    

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giovedì 22 dicembre 2011

Piccolo spazio solidarietà

 In questi anni da alligatore ho conosciuto un sacco di musicanti, artisti, liberi pensatori, gente che come me fa le cose per il puro piacere di farle. Ogni tanto mi scrivono, mi mandano anticipazioni di loro cose, o dei progetti in movimento. A fine novembre mi hanno scritto due, quasi lo stesso giorno. Una era Ila, cantautrice già venuta sul blog, l'altro era Paolo, leader dei The Orange Beach, pure loro passati una volta nella palude.
La prima mi ha presentato un calendario fatto da lei a scopo benefico, con fotografati molti amici musicanti (da Elio e le Storie Tese a Cristina Donà, e tanti musicanti e/o gruppi, quanti sono i mesi dell'anno). Il secondo un cd con gruppi della sua zona, Caserta, e una serie di concerti ad esso legato. Questo a favore dell'Associazione Jerry Essan Masslo, sudafricano fuggito all'apartheid, che trovò la morte nel nostro paese. Ho preso il calendario e ascoltato il cd, trovandoli di ottima qualità. Ne ho parlato con entrambi in due interviste, le trovate sul sito di Smemoranda con molte interessanti e utili notizie. Tutto questo non per essere più buoni a natale, ma sempre ...
PER LEGGERLE CLICCATE I LINK SOTTO

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martedì 20 dicembre 2011

Due parole con Outopsya


È un ritorno nel segno del doppio quello degli Outopsya, giovane gruppo proveniente da Rovereto, bel centro trentino spesso meta dei mie viaggi in bici. Doppio perché sono in due, Evan e Luca, perché questo è il loro secondo disco ufficiale (dopo l’esordio Sum presentato in questa palude nel 2010), e soprattutto perché è un doppio album viola e nero, colori presenti pure sulla tentacolare e intrigante copertina di Fake, come falso (il titolo mi ricorda uno strano film di Orson Welles, ma non c’entra nulla).
Ma se queste sono solo facili considerazioni da vecchio critico rock, ora dico quelle difficili: nato come un’unica composizione, un po’ per caso, un po’ per comodità, è stato suddiviso in 22 brani: 11 sul primo cd, 11 sul secondo. E allora è venuto naturale farlo uscire in una data significativa, manco farlo apposta doppia, come 11.11.11. Oggi è il 20, quindi tutto torna. Ma perché è nato come un blocco unico? Perché in origine era la “colonna sonora” del film muto di Rupert Julian, Il fantasma dell’Opera (1925), da loro musicato. Da sempre gli Outopsya amano mischiare le arti. Ma ora mischieranno le parole. Pronti?  
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/outopsya

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lunedì 19 dicembre 2011

… è nato, è nato … 4 anni fa il blog dell’Alligatore

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sabato 17 dicembre 2011

Tondelli, vent'anni e un giorno dopo

Ieri è stato l'anniversario della morte di Pier Vittorio Tondelli. Vent'anni tondi tondi. Mi aspettavo su qualche blog un ricordo, magari da parte di aspiranti scrittori, ma non ne ho visti. Forse sono stato distratto, e magari ora me ne indicherete uno sproposito. Tondelli era un mito per molti aspiranti scribacchini come me, negli anni Ottanta. Io ho letto praticamente tutto, da Altri libertini a Camere separate a Un weekend postmoderno - Cronache dagli anni ottanta, raccolta di articoli dove c'è dentro tutta la sua passione di giovane intellettuale. Per me questo è il suo libro migliore, una sorta di zibaldone, con articoli su scrittori, musicisti, fumetti, cose particolari. Col senno di poi potrebbe assomigliare ad un blog. Di sicuro Tondelli avrebbe un blog oggi, da sempre attento alle tematiche giovanili. A questo proposito penso al progetto Under 25, concorso dedicato a scrittori in erba, lanciato su Linus, con il quale collaborava, assieme all'editrice Transeuropa (il mio amico Zio Scriba, sosia dello scrittore emiliano, la conosce bene).
In questi giorni nella sua Correggio si celebra il ventennale della somparsa, probabilmente dovuta all'Aids, malattia simbolo di quel decennio.

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venerdì 16 dicembre 2011

Due parole con My Foolish Heart


Questa sera spalanco la palude ai My Foolish Heart, gruppo piemontese per la prima volta sul blog. Originari della città di Torino, ora si sono spostati nella campagna di Asti, dove hanno terminato questo loro splendido esordio, Ocean Ocean. Disco dato alle stampe per la label napoletana Happy/Mopy, Ocean Ocean diverte e incanta per la varietà di suoni, strumenti e musiche che richiama alla mente: rock, folk, pop, psichedelia, prog, tropicalismo, jazz. Insomma, molta carne al fuoco ben cotta e non stufa. Ne vorresti ancora.
Caterina Sandri, che usa la voce come fosse uno strumento musicale e Stefano Ordazzo, che suona di tutto e di più, sanno giocare con la musica su vari livelli, creando dei bei momenti di riflessione e distensione. Nati nel 2007 prendendo il nome da un apprezzato standard jazz degli anni ’40, dopo alcuni ep autoprodotti, concerti, innesti di altri musicisti, hanno trovato la loro forma stabile, e deciso di fermarsi un attimo con i live per dedicarsi alla loro vera e propria opera prima. Il titolo Ocean Ocean rende bene l’idea di cosa sia. Sentiamo cosa hanno da dirmi in più. Pronti?
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giovedì 15 dicembre 2011

Frigidaire e il Nuovo Male per reggere al natale

Copertina puntuale, per portarci al prossimo natale e sopravvivere ad esso quella de Il Nuovo Male, più avanti quella di FRIGIDAIRE con le previsioni per il nuovo anno. Hanno fatto l'oroscopo? Non lo so, di sicuro ci sono un paio di mie rece: una al recente cd de unòrsominòre., già gradito ospite su questo blog, e una a quello degli Scumbag Philosopher, interessante gruppo post-punk inglese; tra i miei preferiti sul canale YouTube ALLYDIEGO (cliccateci sopra) trovate un loro bel video sfottente la mania dei social-network.
Per saperne di più, abbonarsi a FRIGIDAIRE e Il Nuovo Male, e regalare/si gli introvabili numeri da collezione storici e non solo questi (non volevo dirvelo, per acquistare i pezzi migliori per primo), cliccate qui http://www.frigolandia.eu/

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martedì 13 dicembre 2011

Due parole con Tommi

Questa sera è di scena il mare. Che bello, vero? È uno scatto di Tommaso Varisco, in arte Tommi, sensibile musicante di Chioggia autore di un gradevolissimo pop-folk con profonde venature rock. Con la sua barca sta raggiungendo la mia palude dove parleremo del recente album, Always, uscito a distanza di cinque anni dall’esordio di This is how I feel. Come l’immagine di copertina, Tommi dimostra di sapersela prendere con calma, come il mare è pieno, libero, e se ci aggiungete che sul cd stesso c’è un gabbiano in volo, il senso di libertà è completo. E vai con le metafore …
La label è la giovane Prosdocimi Records, già su questo blog con The ex KGB. Alcuni componenti di questa band spacca-coda hanno pure partecipato alla realizzazione di Always, anche se la musica che fanno è molto diversa. Diciamo che Tommi si siede sul lato morbido, soave, della giovane etichetta veneta. E anche noi questa sera ci sediamo lì, ad ascoltare la bella voce di Tommi. Mi sembrerà di sentirla rispondere alle domande, avendo già in sottofondo Always, un cd da ascoltare sempre. Pronti? Pronto?
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sabato 10 dicembre 2011

Paolo Villaggio è vivo e lotta insieme a noi

Noi poveri ci illudiamo anche questa volta. Siamo nella merda, ma vedrete che quella squadra di "bocconiani" entro Natale salverà i nostri risparmi. Come? È semplice, senza toccare le pensioni e senza altri tagli. Insomma, con dei semplici miracoli come quelli che faceva il "buon'anima" ai suoi tempi: moltiplicazioni pani e pesci al lago di Tiberiade e trasformazione dell'acqua in vino alle nozze di Canaa.
Se vuoi continuare a leggere clicca qui sotto

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venerdì 9 dicembre 2011

Due parole con lincompreso

Sì, la madonna era ieri, ma questo blog la festeggia oggi. Scherzi a parte, se esistesse dovrebbe piangere lacrime di gioia all’ascolto del cd qui ritratto. È l’esordio de lincompreso (scritto così, mi raccomando, non è un errore/orrore), cantautore siciliano di stanza a Roma, ironico e lucido, già attivo in altre band, ora imbarcatosi in questo nuovo interessante progetto. S’intitola Voglio essere come te!, è uscito da qualche settimana per Imago Sound, label messinese all’avanguardia e Duckhead Green Music, creatura delle mie amiche Honeybird & the Birdies già passate sul blog.

Sono dodici canzoni “scritte per scrollarsi il fardello delle congiunture sfavorevoli” (cito dalla cartella stampa), registrate prima in stanzetta, come ogni bravo nuovo cantautore, e poi in studio. Surreali, canzoni di non-amore (altra su definizione diffusa per depistare, forse), con titoli stupendi: Attento al collo, Sono un felice normodotato, Chi fuma perde l’accendino, Vuoi toglierti questo dente? (che si riferisca a quel cantautore oggi di moda?). Tante domande suscita lincompreso. Del resto non sarebbe incompreso altrimenti. Pronto?

VAI AL SUO BLOG http://www.lincompreso.com/wordpress/

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mercoledì 7 dicembre 2011

Il solito ombrello, cambia lo stile

Vignetta presa dal nuovo sito di Mario Biani
Si parla di stile quando non si può parlare di sostanza. Quindi fino ad oggi il governo Monti è stato descritto con i toni elegiaci tipici di chi si sveglia da una lunga seduta di ipnosi e torna alla vita reale. Il confronto è impietoso e i grandi giornali fanno a gara per farlo notare: al confronto dell’ Alvaro Vitali che avevamo prima a capo del governo, ora abbiamo Shakespeare.
Per continuare a leggere il pezzo dell'impeccabile Alessandro Robecchi, apparso come sempre su il manifesto domenicale, cliccate sotto

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lunedì 5 dicembre 2011

Due parole con i Luminal

Un grande e attesissimo ritorno quello dei Luminal, dopo la prima volta circa due anni fa con l’esordio Canzoni di Tattica e Disciplina. Questa sera parleremo del nuovo cd, uscito la scorsa primavera, quasi in contemporanea con il 150° anniversario dell’Unità d’Italia (o presunta tale). Uscito come il precedente con l’indipendente Black Fading records, alla quale si è aggiunta Action Directe, è un disco che mette il piede nel piatto dell’Unità del nostro paese. Un paese senza rivoluzioni (se non importate), rivoluzioni tradite, sconfitte, gattopardismi assortiti. Non a caso il cd s’intitola, con vero spirito punk, Io non credo.

Avuta la fortuna di sentirlo in anteprima in marzo, avevo suggerito al gruppo di mettere Monicelli che parla della rivoluzione in quella famosa intervista (vedi il mio post del 29/11/11) prima della title-track. Purtroppo il cd era già pronto, altrimenti l’avrebbero inserito di sicuro. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta di questo album acido e indignato, autentico post-tutto italico. Un album importante, più ermetico del precedente, ma sempre luminal-style con le voci femminile/maschile ad alternarsi nel cantato, tante chitarre, testi belli forti. Per questo gli ho voluti sul blog adesso, che il gioco si è fatto duro. Molto più duro. Pronti?

VAI AL LORO BLOG http://luminalband.blogspot.com/

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sabato 3 dicembre 2011

30: Bukowski, i Coen e la pizza


Da: jacopo@30.it

A: lorenzo@30.it

Data invio: lunedì 3 dicembre 2001 18.51

Oggetto: La ragazza della domenica


C’è sempre la luna splendente quando esco con lei. Che strano modo di iniziare un e-mail, dirai. Chissà cosa diranno quelli del grande fratello? Non mi riferisco alla trasmissione televisiva, ma a quei spioni che ci tengono tanto alla mia corrispondenza. Saranno contenti come matti, visto che gli offro tanto materiale di lavoro. O forse saranno incazzati se è un lavoro stupido/noioso come il mio. Lasciamo stare, continuiamo con le note dolci. Sì, caro Lorenzo, ieri sera è stata una bella serata. Il sabato Teresa è sempre impegnatissima, non vuole uscire, mentre la domenica la trovo libera, felice, disponibile. Vorrà dire che la ribattezzeremo La ragazza della domenica, parafrasando un vecchio film di Comencini. Mi raccomando, mantieni il segreto.

Ieri pomeriggio verso le sei sono andato da lei. Poi siamo usciti a mangiare una pizza nella nostra pizzeria (ormai la pizzeria vicino alla casa di Stefania è diventata la nostra pizzeria).

"Io prendo una pizza con le patate, con tanto rosmarino", ha ordinato lei al cameriere.

"Io la prendo margherita", ho detto per evitare di fare sempre le stesse cose.

Ho preso questa anche perché non avevo molta fame. Forse per l’agitazione di uscire nuovamente con lei.

"La fanno buona qua, è una delle pizzerie dove la fanno meglio", ha cominciato a discorrere lei sgranocchiando un grissino.

"Già…Grazie per il libro di Bukowski".

"Di niente. L’hai pagato, no?".

"Sì, ma l’ho pagato meno di quello che avrei dovuto. È un libro raro, quasi introvabile. Di Buk buttano fuori tanti libri ogni anno, ma quelli vecchi non li ristampano. È un peccato".

"Bukowski è uno scrittore che ha molto seguito. Non immaginavo. Da quando me ne hai parlato tu mi sono accorta che è molto letto".

"Si, perché è lo scrittore più attuale che c’è. La nostra società è completamente americanizzata. Lavoretti precari, follie, megasupermercati…".

"… l’Italia è un paese ancora chiuso su molte cose. Si è americanizzata prendendo il peggio dell’America e ha mantenuto il suo di peggio".

"Per esempio?".

"La cultura. Chi tenta di fare qualcosa di culturale è guardato come un pazzo. Se dici che stai scrivendo un libro ti chiedono: ma quanti soldi prendi?".

"E dalle altre parti del mondo è diverso?".

"Si, certo", mi ha detto quasi incazzata. "In Inghilterra se tu dici che stai scrivendo un libro ti chiedono di vederlo. Vogliono leggerlo! Ti fanno i complimenti".

"Anche se il libro non gli piace?", l’ho presa in giro per evitare di cominciare a parlare dei miei racconti; sai che è un argomento tabù.

Per fortuna sono arrivate le pizze. Lei l’ha mangiata più velocemente di me. Aveva una fame.

"Mi daresti il tuo numero di cellulare", mi ha chiesto lei. "Magari ne ho bisogno. Tu come hai fatto ad avere il mio?".

"Ascoltando la tua segreteria telefonica. Il mio è 3…".

"Ho voglia di andare al cinema. Tu che sai tutto, cosa fanno di bello?".

"Io andrei a vedere L’uomo che non c’era dei fratelli Coen".

"Wow! Sì, andiamo a vederlo? Sono veramente grandi i Coen. Non esistono altri così".

Siamo andati a vedere il film subito dopo la pizza. Seconda serata in pizzeria, seconda serata al cinema io e lei. Il film dei Coen è piaciuto ad entrambi. In sintesi: con la solita maestria i Coen ci fanno entrare nella squallida vita di un barbiere impassibile, taciturno, con la voglia repressa di uscire dal suo stato (un grande Billy Bob Thornton). L’ometto ricatta un amico che se la fa con la propria moglie (pensa te che ridicolo). Un bel giorno litiga con il ricattato e per caso lo uccide. La colpa cade sulla moglie del barbiere stesso mentre lui sembra farla franca, ma…ma il barbiere viene alla fine accusato per un delitto commesso da un altro. Sarcastico apologo sulla cecità della giustizia? Decisamente. Ottimo, anche se a volte eccessivamente perfetto. Bianco e nero d’autore.

Teresa ha voluto stare dentro nel cinema fino alla fine dei titoli di coda. Voleva sapere in che zone degli Stati Uniti è stato girato L’uomo che non c’era. Degli scenari inediti di un’America decisamente originale. Altro punto a favore dei Coen. Mi è piaciuto molto starle seduto accanto mentre tutti gli altri lasciavano la sala. È stato l’inizio di qualcosa di importante.

Nella prossima e-mail il seguito della serata.

A presto.

CineJac

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giovedì 1 dicembre 2011

Due parole con gli En Roco

Ritorno gradito quello dei genovesi En Roco, che mi onorano presentando il loro nuovo album direttamente nella palude. Un cd dove senti la maturazione musicale della band questo Né uomini né ragazzi, uscito, come il precedente Spigoli (era il 2009), con Fosbury records, label veneta in gran forma. Dodici canzoni di pop-rock riflessivo, racconti mai banali, momenti pieni, storie intime e sentite come si può intuire dalla malinconica copertina che si apre per raccontarne altre. Dovreste vederla.
Un disco che cresce canzone dopo canzone, giusto per tirar fuori una frase dal repertorio del bravo critico musicale. Frase però vera in questo caso. Un bel cantato in italiano, tipo Perturbazione o Valentina Dorme, riferimenti alti a livello internazionale come Cure e Morrissey, gli En Roco, dopo undici anni di attività e quattro dischi all’attivo, sembrano aver trovato la loro strada. Parleremo anche di questo, se ora troveranno la strada per la palude. Trovata?
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http://www.myspace.com/enroco

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