venerdì 30 settembre 2011

Due parole con i Lapingra

Questa sera arrivano nella palude i Lapingra, un magico duo inclassificabile composto da Angela Tomassone e Paolo Testa. Magico e inclassificabile perché la loro musica è così. Strana diresti a sentirla la prima volta, come la copertina del loro cd in uscita ufficiale ad ottobre con Imago Sound: verde acquoso, con degli stranissimi esseri che nuotano (sono degli esperimenti genetici?... metafora della loro musica?). Per vederla bene la copertina si deve aprire tutta, e sembra di tenere in mano un acquario uscito da un film di Tim Burton.

I ripetuti ascolti di Salamastra, questo il titolo del loro album d’esordio, mi hanno stordito, impressionato, preso. C’è musica classica e pop, ballabile e un bel lavoro sulla voce, e poi elettronica, momenti cinema. A tratti sembra di sentire la voce di Odette di Maio, cantante dei Soon, gran bel gruppo indipendente anni ’90. Bisogna solo lasciarsi andare e alla fine ci si diverte, come spero ci divertiremo questa sera con i Lapingra. Pronti?

VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/lapingra

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mercoledì 28 settembre 2011

Non si uccidono così anche i blog?


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lunedì 26 settembre 2011

Due parole con i Gentless3

Gentless3 direttamente dalla Sicilia nella palude. Un lungo viaggio, che sono contento abbiano fatto perchè pure io viaggio quando ascolto la loro musica e anche voi lo farete se vi lascerete prendere dalle semplici trame sonore dei Gentless3. Post rock dal sapore internazionale, ballate tra l’alternative e il folk-rock (Wilco, se volete l’esempio più alto), quelle offerte dal primo loro cd, uscito con Wild Love Records, label indipendente di grande intensità. S’intitola I've Buried Your Shoes Down by the Garden, è contraddistinto da sette pezzi facili, intimi e coinvolgenti come un racconto di Carver.
Carlo Natoli, voce e chitarra della band, dice di aver letto molto l’autore di Cattedrale ed altri mille racconti, e si sente. Accanto a lui Sergio Occhipinti, alla chitarra acustica, Floriana Grasso al piano elettrico e Sebastiano Cataudo alla batteria. Sono quattro invece di tre come ti aspetteresti a leggere il nome, ma dal vivo sono anche di più. Natoli è il vicepresidente de L'Arsenale, Federazione Siciliana delle Arti e della Musica, presieduta da Cesare Basile, già gradito ospite nella palude. Parleremo anche di questo nell’intervista che va ad incominciare, sperando Carlo si sia ripreso dall’ultimo meeting della sua viva associazione. L’ultimo è durato da giovedì e ieri notte, mi diceva in una mail notturna. Pronti?
VAI AL LORO SITO http://www.gentless3.com/

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sabato 24 settembre 2011

Nevermind oggi ha vent’anni, chiapperi …


Sul canale YouTube ALLYDIEGO (cliccateci sopra), tra i miei preferiti uno dei pezzi più rappresentativi di quel disco …

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venerdì 23 settembre 2011

Due parole con i Karl Marx was a broker

Questa sera ho il piacere di ospitare nella palude Karl Marx was a broker. Sì, il grande pensatore tedesco sotto forma di una giovane band di Pistoia, un power-duo (basso e batteria) capace di distorsioni noise-hardcore da capitalismo decadente e ormai alla fine, come teorizzato dal filosofo di Treviri. Un progetto musicale tutto di testa, pensato e creato fin nei minimi dettagli. Solo musica, ma fatta ed elaborata prova dopo prova. Una miscela di stoner, math rock, momenti funk e momenti metal dilatati/dilanianti.

Esordio spiazzante il loro Alpha to Omega, uscito a caso questo mese, il giorno 11, a caso, per la label torinese Escape from today. Sconvolgenti la copertina e libretto interno (con i testi da cantarsi mentre si ascolta il cd), un lavoro grafico costruito tutto sulle foto di Cesare Lombroso (non in omaggio alle sue allucinanti teorie, ma come raccolta di un tempo passato incredibile). Insomma, i Karl Marx was a broker, spaccano come musica, immagini, parole e azioni … spaccheranno anche in chat? Pronti?

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giovedì 22 settembre 2011

La Storia americana a fumetti

Non c'è bisogno ormai di insistere che un libro a fumetti non è meno serio di qualunque altra cosa. Se ce ne fosse stato bisogno, questo è un esempio straordinario: aggiunge all'informazione fattuale, alle notizie e al commento storico-politico, la forza di un'immaginazione visuale…

Parole sante, quelle dell’articolo di Alessandro Portelli su il manifesto di venerdì scorso, per parlare dell’importante opera a fumetti in edicola in questi giorni per Hazard edizioni/il manifesto, Storia popolare dell’impero americano di Howard Zinn. L’avrei preso lo stesso, ma questo articolo mi invoglia ancora di più. Leggetelo sul blog di Alessandro Portelli e ditemi se non invoglia anche voi…

DAL BLOG DI PORTELLI Controcanto a fumetti alla storia americana

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martedì 20 settembre 2011

Due parole con gli Jolaurlo

Un manichino azzurro in pezzi su di un divano sfatto, così si presenta il nuovo cd dei giovani Jolaurlo, Meccanica e Natura. Metafora della situazione del nostro paese? Troppo facile sarebbe dire questo, l’elettro-pop danzante della band tra Bologna e Bari vola alto, sembra parlare d’altro, ma i loro titoli sono rivelatori dell’inquietudine giovane: Polistirolo, Banale, Il Caos, Senza Paura … la cover finale live di Annarella dei CCCP, spiazzante, nuova, ma allo stesso tempo simile all’originale. La riconosci subito.

In uscita per la sofisticata Irma Records di Bologna, questo loro terzo cd nasce grazie (anche) all’apporto del pubblico. “Se noi lo facciamo tu low fi?” è il progetto (premiato allo scorso M.E.I.), con il quale gli spettatori dei loro concerti hanno finanziato la realizzazione di Meccanica e Natura. Ci faremo spiegare da loro i dettagli. Pure il titolo è stato scelto dagli ascoltatori con un contest sul ricco sito della band, che invito a perlustrare in cerca di altre chicche (http://www.jolaurlo.com/). Insomma massima partecipazione, una band 2.0 consapevole dei propri mezzi. Pronti a chattare con me?

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lunedì 19 settembre 2011

Il segreto della scrittura secondo Morozzi

Come nasce un tuo scritto? Come decidi una storia da raccontare? Oppure è lei che decide di farsi raccontare da te?

Generalmente, da un proiettile magico. Davvero. Uno è lì che passeggia per via Indipendenza, e c’è un elfo invisibile con un proiettile magico dietro un portico, mira alla tua testa, tac, il proiettile magico è nel tuo cervello, si apre come un fiore, un attimo prima non avevi mezza idea, un attimo dopo hai questa trama che si dipana nel tuo cranio, personaggi, dialoghi, un finale, un altro finale... quando capita, davvero, è bellissimo.

Per leggere l’intera mia intervista a Gianluca Morozzi sul sito di Smemoranda clicca qui

Un proiettile magico per scrivere - Intervista a Gianluca Morozzi

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sabato 17 settembre 2011

Paolo Villaggio, il Benpensante sognante


È inutile negarlo, non è un momento felice per il mondo occidentale. Stiamo perdendo fiducia nella nostra cultura da esportare con la violenza delle armi in tutto il mondo. L'impero americano è in crisi. Le democrazie europee sono forse più temibili delle dittature sudamericane e maoiste, perché usano per governare malamente, la maschera della libertà. Le vacanze, le storie d'amore, i sogni di successo, che sono in fondo la felicità dei giovani, sono inquinati da una paura vera per il futuro. Loro non hanno il ricordo di tempi migliori, ma hanno tutta una vita da vivere ancora e la speranza di grandi cambiamenti. Noi vecchi abbiamo un ricordo esasperato di tempi migliori, ma purtroppo poca vita davanti. C'è una soluzione per farci morire felici: giornali radio, telegiornali e giornali speciali che vengono consegnati a domicilio con la bottiglia di latte. Faccio un esempio: «Pensionato cade dal 5° piano, rimbalza sulla tenda del caffè sotto casa e vola su un carro di fieno che si ferma: tutti applaudono, viene aiutato a scendere e il sindaco è pronto a consegnargli una medaglia d'oro e 100.000 euro al valore civile».
Paolo Villaggio su il manifesto del 10.09.2011 nella sua rubrica Il Benpensante.

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giovedì 15 settembre 2011

Buon compleanno Greenpeace


Il 15 settembre 1971, un gruppo di attivisti salpò a bordo del peschereccio Phyllis Cormack alla volta di Amchitka, nel Pacifico settentrionale, per protestare contro un imminente test nucleare sotterraneo Usa. Non riuscirono a fermare il test e la bomba esplose il 6 novembre, ma fu l'ultima: il tentativo eroico di quel piccolo gruppo di attivisti conquistò le prime pagine dei giornali nordamericani e da allora Amchitka non fu mai più utilizzata per i test nucleari.

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lunedì 12 settembre 2011

Due parole con Mezzala

Colore testoRitorna Michele Bitossi, il prolifico leader dei Numero6 qui nella veste di Mezzala. Nome non a caso preso dal calcio, sua altra grande passione accanto alla musica, come preso dal mondo del pallone è il titolo di questo suo primo cd solista, Il problema di girarsi. Lascerò a lui dire il perché, io vi dico che questo disco personale e pieno di parole, dato alle stampe come il precedente dei Numero6 presso Urtovox, uscirà a fine mese (il 24/9 per essere precisi), ma se ne sta già parlando in giro. Intimo e diretto come la simpatica copertina che vede ritratto lo stesso Michele appena sveglio, mette i piedi nel piatto su molti argomenti di attualità, ricordi personali e malinconie, con la consueta ironia e vena polemica.

Come sempre da mandare a memoria i testi delle sue canzoni. Cito l’incipit di Che fine faremo, perché chiama direttamente in causa l’attuale mondo del web: io mi ribello al fatto che per strada quando ci incontriamo è tanto se alziamo lo sguardo se sprechiamo un “ciao”, ma a casa dietro alle tastiere a schermi piatti come il cuore siam brillanti ed amicali gonfi di socialità … che dire? Ci sarebbe da aprire il dibattito. Anzi, lo apriamo subito se Mezzala è pronto dietro la sua di tastiera. Ci sei?

VAI AL SUO SITO http://www.mezzala.it

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domenica 11 settembre 2011

... giocavo a basket

Altro capitolo del mio 30, un romanzo e-pistolare formato da uno scambio di email tra due amici nel 2001/2002. Ogni tanto pubblicherò dei pezzetti, in occasioni particolari. Un modo di ripercorrere un periodo che ha pesato e pesa molto su tutti noi ...



Da: jacopo@30.it

A: lorenzo@30.it

Data invio: martedì 11 settembre 2001 13.01

Oggetto: Ho sognato il mio gatto

Ieri notte ho sognato il mio gatto. Il mio vecchio gatto Cirillo (diciotto anni). L’ho sognato che dormiva nel mio letto, come quando era piccolo. L’ho sognato che mi svegliava per graffiarmi… O forse che mi graffiava per svegliarmi?… ?! Cirillo non mi graffia più da un pezzo. Freud diceva che i sogni sono desideri repressi. Facendo un’autoanalisi superficiale direi che ho un profondo desiderio di ritornare piccolo, quando Lei non mi faceva soffrire, non avevo un lavoro così seccante, il mio gatto era forte, vispo, pieno di salute. Questa mattina ho provato a scrivere un racconto. Non mi è venuto nulla di buono. Alla fine ne ho buttato giù uno pessimo intitolato Il lavoro uccide la mia creatività (due paginette, metà delle quali occupate dalla frase del titolo ripetuta alla noia). Poi ho giocato a basket con NBA 98. Ovviamente con i miei Chicago Bulls (ti ricordi il racconto con il quale ho vinto il premio letterario? bei tempi quelli…). Be’ lasciamo stare. Domani si ritornerà al vecchio tran tran (che espressione orribile): sveglia alle 6,58, acqua gelata in faccia, pipì, pupù, lavoro precario. Spleen.

jacopo@30.it

P.S.

Non ci siamo scontrati con le nostre vetture. Niente crash tra me e Teresa. Peccato!

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mercoledì 7 settembre 2011

Due parole con i Sarah Schuster

Ritornano nella palude i Sarah Schuster, ritornano per la terza volta direttamente da Vicenza. La prima nel 2008, si presentarono con un ep e tanto entusiasmo (dovevano andare all’Italia Love Festival di Livorno, come vincitori del contest regionale del Veneto). Poi nel 2009 con il sospirato esordio Rain From Mars, cd elegante e forte, quanto il pianeta rosso in copertina. Ora è la volta di Possibilities, nuova strada imboccata dalle sorelle Dal Zotto (Daniela, voce e chitarra, Eleonora, chitarra) e Matteo Mosele (batteria), con un rock più classico nelle loro vene e l’inedita formazione a tre.

Nove pezzi autoprodotti dalla Viola e Fucsia Production, con il sostegno di ABuzzSupreme, GattoRosso e il contributo di Andrea Rovacchi (il cd è stato registrato in gran parte nel suo Bunker Studio di Rubiera), e Giovanni Ferrario, produttore artistico di alcuni pezzi, uno dei quali scritto insieme alla band. Entrambi suonano in più di una canzone, e Possibilities prende quota con dei bei giochi di voce, chitarre acustiche accanto a chitarre elettriche, ballatone, l’organo in evidenza. Io ho avuto la fortuna di ascoltarlo quando era ancora un progetto iniziale, ora che ho la possibilità di ascoltarlo nella sua forma definitiva mi rendo conto dei passi avanti fatti. Questo può essere il disco della definitiva consacrazione. Parliamone con i diretti interessati. Pronti? Pronte?

VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/sarahschuster1

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domenica 4 settembre 2011

Le Luci Della Centrale Elettrica live in Verona

È stato uno dei concerti più emozionanti della mia vita, quello di ieri al Teatro Romano di Verona. Conosco, ma ho sempre seguito poco Vasco Brondi, in arte Le Luci della Centrale Elettrica, però ho sempre sentito nei suoi confronti una condivisione del mondo (potrei dire empatia) e di come raccontarlo. Lui ha una capacità straordinaria di trasformare in canzoni le idee, senza risultare pesante o banale.

Mi sono comprato i suoi due cd all’entrata, due cuscini per stare comodo, e mi sono messo a leggere i testi, sorridendo, dicendo tra me “è così …che forza … come scrive bene, con due parole racconta …vorrei essere lui”. Lui è sicuramente una parte di me. Poi lui è arrivato sul palco, e quelle parole si sono trasformate in energia rock.

Fuochi artificiali, ultimo suo concerto di presentazione di Per ora la chiameremo felicità, ha riunito sul palco amici con i quali ha collaborato negli ultimi anni, dando vita a dei veri e propri fuochi artificiali. Se sul palco ci sono stati stabilmente Lorenzo Corti alla chitarra elettrica (impeccabile), Sebastiano De Gennaro alla batteria e alle percussioni (generosissimo e in disparte), Giovanni Ferrario al basso e tanto altro (l’autorevolezza dell’esperienza del vecio, finalmente l’ho visto live, dopo tanti “suoi” cd discussi nelle blog-interviste), le guest-star succedutesi sono state infinite. Il meglio della scena alternative italica: Rachele Bastreghi, Giorgio Canali, Manuel Agnelli, Davide Toffolo, Rodrigo D’Erasmo … insomma, sogno o son desto?

Con la splendida voce di Rachele dei Baustelle, Vasco ha eseguito per la prima volta live Un campo lungo cinematografico, la canzone scritta per il film Ruggine di Daniele Gaglianone, presentato la sera prima al Festival di Venezia (esperienza strana, lunare andare a Venezia per lui, ha raccontato). Bella, riesce ad entrare nel suo mondo fatto di licenziamenti ai call center, che ci fregano sempre, che ci fregano sempre …

Alle spalle della band, ad un certo punto cominciano ad affiorare dei disegni. Anzi, prima una mano tutta sporca di colori. È quella di Davide Toffolo (sto leggendo il suo libro in questi giorni, Cinque Allegri Ragazzi Morti, l’omnibus, ve lo consiglio), che in un angolino, con la solita maschera, disegna in diretta: un corvo in una città, poi la città è sempre più sporca di nero e l’uccello vi rimane sotto, fino a scomparire … poi una ragazza nuda, poi un uomo nudo con la faccia da cavallo accanto a lei (o un cavallo con il corpo da uomo?), poi alla ragazza spuntano le ali, è un angelo …poi Toffolo si concede anche una canzone con Vasco. I due artisticamente mi sembrano i più lontani tra quelli presenti, anche se c’è affetto sincero e Toffolo è il responsabile della label dei suoi primi cd, La Tempesta, mitica, se non ci fosse bisognerebbe inventarla.

Manuel Agnelli si siede al piano elettrico con il codino e l’aria intimidita ma autorevole come sempre, ed esegue qualche pezzo. Tra i due c’è simpatia, si conoscono ed apprezzano, però anche qui, la distanza artistica si sente. Giorgio Canali è quello più a suo agio, quello con il quale Vasco mostra maggiore vicinanza. Esegue le sue canzoni migliori, tra la quali La gigantesca scritta coop (… e i ccp non ci sono più/e i ccp non ci sono più/ i ccp non ci sono più da un bel po’); cortocircuito emotivo, ironia della sorte cantarla davanti alla faccia del grande Giorgio Canali, che di quella storia è stato in parte protagonista.

Gran finale ricco di emozioni, con tutti sul palco, Toffolo ancora a disegnare e il pubblico tutto incollato al palco, in una specie di amplesso scatenato. Vasco salta, corre, ruba la maschera ad un allegro ragazzo morto, sembra improvvisare canzoni come una storica dei CCCP (quale?... la canto mentalmente con lui, ma non chiedetemi il titolo), e una versione stratosferica de La domenica delle salme. Rachele e Manuel insieme al piano, Giorgio Canali una roccia, una scultura (è lui?), inossidabile.

Le Luci Della Centrale Elettrica illuminano la notte. Mi prendo pure il suo libro e la spilletta. La maglietta no, ho finito i soldi. Sulla via di casa, finestrino aperto e il suo cd a manetta. Abbandono la mia città per tornare verso la palude e nella mezzora di viaggio riesco ad ascoltarlo quasi tutto. Due ore di storia del rock, in uno scenario splendido quale l’antico Teatro Romano (http://www.eventiverona.it/teatro_romano.asp). Qualcuno dice non sia adatto al rock, ma solo a Shakespeare e al jazz. Io lo trovo stupendo, ho sempre goduto ottimi concerti. È stato bello vederlo sconsacrato da Le Luci Della Centrale Elettrica. Sconsacralo ancora Vasco.

http://www.leluci.net/

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venerdì 2 settembre 2011

Paolo Villaggio, il Benpensante

La fine della II guerra mondiale è stata festeggiata con Churchill con la V a Piccadilly come un grande momento della storia inglese e con MacArthur che firmava il trattato di pace a bordo della "Missouri" nella baia di Tokio. Un momento di gioia e di euforia per tutto il mondo occidentale, però il prezzo da pagare è stato 62 milioni di morti. Ci siamo illusi tutti: da lì sembrava che le guerre sarebbero finite per sempre. Niente da fare: tra guerre in Corea, Vietnam, Golfo, Afghanistan e Libia, il prezzo finora è solo di 12.850.000. A questo punto non riusciamo a capire qual è l'obbiettivo fondamentale delle "missioni di pace" occidentali. A chi possiamo chiedere: «A chi servono queste guerre?» Vogliamo fare un ultimo tentativo, convincere gli animalisti di non proteggere solo le balene e i panda, ma anche i maiali, le pecore, le mucche e i cavalli del Palio di Siena, ma anche gli uomini. Perché di questo passo rischiano l'estinzione, come i brontosauri.
Paolo Villaggio su il manifesto del 28.08.2011 nella sua rubrica Il Benpensante.

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