giovedì 24 marzo 2016

Letti a Berlino: Storia popolare dell'impero americano a fumetti

Howard Zinn, Paul Buhle, Mike Konopacki
(traduzione Annamaria Baldassarre e Marina Lanzavecchia)
Hazard Edizioni/il manifesto
Howard Zinn è stato uno dei più importanti storici Usa, e questo libro è la versione a fumetti della sua più nota pubblicazione. Semplicisticamente potrei dirvi che racconta le malefatte del suo paese (per il quale ha pure combattuto), in giro per il mondo. Anzi, inizia a casa loro (anche se, veramente non era casa loro, ma degli indiani d'America), narrando il sanguinoso massacro di Wounded Knee. E poi la guerra contro la Spagna per "liberare" Cuba, e dopo per "liberare" le Filippine. Liberare, messo tra molte virgolette, in quanto, gli Stati Uniti, intervennero in questi stati per il loro interesse, e i paesi liberati passarono da un oppressore (la Spagna) all'altro (gli Usa). Le opposizioni rivoluzionarie cancellate, a parte chi accettava lo status quo.
Questo è uno schema, bene o male, sempre usato dalla superpotenza Usa, fino ai giorni nostri (quante operazioni chirurgiche per la libertà abbiamo visto e sentito?... quante ancora ne sentiremo?). Pochi potenti, in nome di sacri principi, hanno da sempre mandato a morire per la bandiera e le loro tasche, uomini bianchi e uomini neri (anche loro, sì, magari nelle missioni più pericolose, sono stati chiamati a esportare la democrazia). In tutte le guerre c'è questo dato di fatto, anche in quella contro Hitler. Howard Zinn in quella vi partecipò direttamente, da volontario, e lì si formò la sua coscienza pacifista: dovette eseguire l'assurdo ordine di bombardare dei tedeschi in un paesino francese, questo lo scosse dentro. Un po' come Oliver Stone in Vietnam. Già, il Vietnam, qui raccontato in modo splendido, da protagonista nel movimento pacifista (uno dei momenti più alti della controcultura). Poi gli anni '70 con il Watergate del perfido Nixon, costretto a dimettersi. Il Nicaragua, Reagan e i Bush (padre e figlio), che prima sostengono i loro dittatori, da Saddam Hussein in giù, poi, dopo averli mollati, guerra.
La guerra, il più grande business  da sempre. Questa la "lezione"di un libro davvero appassionante, che si apre con le immagini della caduta delle Torri gemelle e le successive guerre infinite di Bush jr, per chiudersi con la caduta del muro di Berlino (dove ho per caso letto il fumetto) e il nuovo Sudafrica di Mandela. Due episodi che sembravano aprire una nuova era, invece ...

La simpatica immagine di Zinn, dalla bianca chioma, salta fuori ogni tanto a spiegare alcuni passaggi, come un professore universitario per nulla noioso. Il libro, grazie anche a questo, non è per nulla didascalico, ma incalzante e davvero bello. Gli altri due autori, Paul Buhle, Mike Konopacki, già impegnati in fumetti così, hanno saputo rendere al meglio la Storia dell'impero americano. Ottima versione italiana, meritoriamente data alle stampe da Hazard Edizioni con il quotidiano il manifesto, nel 2011.

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giovedì 22 settembre 2011

La Storia americana a fumetti

Non c'è bisogno ormai di insistere che un libro a fumetti non è meno serio di qualunque altra cosa. Se ce ne fosse stato bisogno, questo è un esempio straordinario: aggiunge all'informazione fattuale, alle notizie e al commento storico-politico, la forza di un'immaginazione visuale…

Parole sante, quelle dell’articolo di Alessandro Portelli su il manifesto di venerdì scorso, per parlare dell’importante opera a fumetti in edicola in questi giorni per Hazard edizioni/il manifesto, Storia popolare dell’impero americano di Howard Zinn. L’avrei preso lo stesso, ma questo articolo mi invoglia ancora di più. Leggetelo sul blog di Alessandro Portelli e ditemi se non invoglia anche voi…

DAL BLOG DI PORTELLI Controcanto a fumetti alla storia americana

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