domenica 31 luglio 2011

Temperature a picco, Frigidaire in tutta Italia

L’estate quest’anno non arriva, quindi Frigidaire in tutta Italia. Non è una battuta, ma la realtà. Da questo mese il mensile popolare d’èlite sul quale scrivo pure io, esce anche in Calabria, Sicilia e Sardegna. È un bel numero ricco, non lo dico solo per le mie rece (questa volta Freaky Mermaids e La Metralli), ma perché si legge con vero piacere fisico.

Come vedete dalla copertina, Frigidaire rilancia la sacrosanta campagna per la legalizzazione delle droghe, che in passato costò al direttore Vincenzo Sparagna una denuncia per “incitamento alla coltivazione di marijuana”. Lo fa con un articolo e la traduzione integrale del recentissimo documento della Global Commission on Drugs dell’ONU, che chiede la legalizzazione di tutte le sostanze considerate droghe nei trattati internazionali. Un bel passo avanti, del quale pochi avevano parlato.

http://www.frigolandia.eu/

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mercoledì 27 luglio 2011

Libri: È tutto a posto di Deborah Gambetta


DOMANDA
Questo lavoro di ricerca ha influito sulla tua vita privata? Ora che sai e hai visto determinate cose sulla violenza nei confronti degli animali, ti comporti in modo diverso? Ha aumentato la tua coscienza ecologica? ... che già sapevo buona. Sarebbe utile ad altri, vedere, leggere, sentire, quello che hai visto, letto, sentito tu?
RISPOSTA
Per sapere sapevo anche prima, ma calarsi per un anno intero dentro questo mondo alieno ha acuito il mio sguardo, l’ha reso più profondo. Ad esempio, certi video – non solo sulla vivisezione – che prima potevo scegliere di non voler vedere adesso dovevo vederli, anche se a volte succedeva che dovevo almeno togliere l’audio, perché più delle immagini ad essere davvero insostenibili sono le grida. E l’unica domanda che mi risuonava in testa era una delle domande più banali in assoluto: perché. Perché questo scempio? Queste torture reiterate giorno dopo giorno e assolutamente legali? Vivisezione, allevamenti intensivi, macelli, o comunque tutta la violenza esercitata sulle bestie? E’ questo il grado di civiltà che ci arroghiamo la presunzione di possedere?

Una parte della mia intervista a Deborah Gambetta, autrice di È tutto a posto, magnifico romanzo dentro l'orrore della vivisezione, pubblicata da oggi sul sito di Smemoranda. Una lettura ottima per l'estate come per l'inverno, per chi non manda in vacanza il cervello. Per leggere tutta l'intervista cliccante qui sotto ...
Contro la vivisezione: Un'intervista a Deborah Gambetta

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lunedì 25 luglio 2011

Intervista ai Cozmic Mojo


Questa sera ci divertiamo, ci scommetto la coda. Basta guardarli i Cozmic Mojo, appena sbarcati nella palude con quel sorriso sulle labbra e l’intensità dei loro volti, la gioia e la beatitudine del blues, la concentrazione del rock; cozmici (complimenti anche a chi ha fatto la foto). I Cozmic Mojo non sono l’ennesima band di Brescia nella mia palude, ma un gruppo internazionale, sia per la composizione, sia per i numerosi concerti fatti in giro per il mondo (sono da poco tornati dalla Germania, un po’ di risposo e poi ripartiranno).

Nati dall’incontro tra il bresciano Luca Gallina (chitarre) e la texana Elizabeth Lee (voce), dopo alcuni cambi di formazione sono giunti ad un buon punto di equilibrio con Federica Zanotti (batteria) e Luca Manenti (baritone guitar). Niente basso quindi, e una donna alla batteria. Questo dona alla band un suono diverso al loro alternative-rock dal sapore di blues classico. Attivi sulla scena da circa sette anni, hanno dato alle stampe già quattro cd. Il più recente, con un divertente cane rosso in copertina, l’ascolto con piacere da un bel po’. S’intitola Southern Frequency Club e rende felici nel profondo ascoltarlo. Quando Elizabeth mi darà il via, lo farò ripartire … pronti?

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http://www.myspace.com/cozmicmojo

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domenica 24 luglio 2011

Leggere Terzani per ricordarlo ...

Come ogni anno, ricordo questa divertente e colta inziativa. Giovedì 28 luglio, a sette anni dalla partenza di Terzani dal suo corpo, in molte città italiane (e non solo), ci si trova in una piazza, una strada, un luogo pubblico, e si legge qualche pagina di un suo libro. Per sapere dove, come e quando, e/o proporre liberamente altri luoghi dove farlo, potete andare al forum o cercare su questa mappa . Io suggerisco sempre Lettere contro la guerra, malgrado i nostri sforzi, sempre attuale ...

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venerdì 22 luglio 2011

Intervista ad AbbaZabba

Ritorna sul blog dell’Alligatore, dopo quasi tre anni, AbbaZabba. Allora era dicembre del 2008, e si presentava sotto la neve, con un berretto invernale. Oggi c’è caldo, ma non ha abbandonato il berretto (forse teme l’umidità della palude), e ha in più una barba fluente. La sua musica, fatta di canzoni intimiste, tra il folk e il blues, ha preso qualcosa di pop e qualcosa di elettronico, sotto però c’è sempre lui, cantautore triestino con la sua chitarra acustica e la malinconia sapientemente mischiata all’ironia.
Il nuovo, cd uscito ad inizio anno per la label svizzera Sonic Shapes, s’intitola The Alphabet, ed è un omaggio, fin dalla bianca copertina, alle lettere dell’alfabeto con le quali AbbaZabba ama giocare molto bene. Una dietro l’altra per scrivere canzoni, per cercare di portare ordine nel caos. Niente numeri, ma lettere, anche ad elencare le canzoni dell’album: dalla lettera A di Breakfast On A Hill alla lettera M di Black And White. Ad accompagnarlo una classica rock-band, con chitarre, basso e batteria, qualche gioioso innesto di Hammond e in un pezzo la voce di Lara-B, artista slovena che ha prodotto assieme a lui il cd. Tante cose da dire, tante cose da chiedere nell’intervista che va ad incominciare…pronto?
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http://www.myspace.com/abbazabbahome

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martedì 19 luglio 2011

Quando hanno ucciso Carlo io giocavo a tennis


Ho scritto un libro intitolato 30, un romanzo e-pistolare formato da uno scambio di email tra due amici nel 2001/2002, periodo pieno zeppo di cose interessanti, epocali sotto molti aspetti, che hanno avuto conseguenze nefaste in seguito (la repressione a Genova, l'11 settembre, la guerra in Afganistan, il passaggio dalla lira all'euro ...). Non ho mai trovato un editore disponibile nonostante qualche apprezzamento, forse è stato meglio così. Il romanzo rimarrà nel fatidico cassetto senza rimpianti.

Propongo la pagina relativa alla morte, non certo accidentale, di Carlo Giuliani a dieci anni da quei tragici fatti. A volte la "trasfigurazione artistica" è più vera del vero ...


Da: jacopo@30.it

A: lorenzo@30.it

Data invio: sabato 21 luglio 2001 10.00

Oggetto: Quando hanno ucciso quel ragazzo io giocavo a tennis

Lorenzo, quando a Genova hanno ucciso quel ragazzo io giocavo a tennis. Non me lo perdonerò mai. Era da una vita che volevo giocare a tennis. Fin da bambino. Mi piace esteticamente. Dico soprattutto i colori: il campo arancione, le righe bianche, le palle gialle, le racchette delle più diverse tonalità a seconda dei gusti del tennista. E poi è un gioco da snob, e a me piace sentirmi un po’ snob. Non dire, come alcuni miei amici, che è un gioco di destra. A parte il fatto che di destra o di sinistra esistono solo le zucche (a meno che tu non legga i sondaggi estivi di qualche noioso rotocalco), il tennis ha molti praticanti di sinistra. Tanto per dirne una, nel torneo giornalisti vincono quasi sempre quelli de il manifesto, il mio giornale preferito. Vorrà dire qualcosa? Insomma, ho sempre adorato il tennis. Finalmente quest’anno mi sono iscritto al club di G*** e ho cominciato a prendere lezioni. Ieri pomeriggio, quando è successo quello che è successo, proprio nelle stesse ore dell’assassinio di quel giovane, io imparavo come tenere in mano la racchetta, come colpire la palla di dritto o di rovescio. E intanto dalla jeep dei carabinieri partiva il solito colpo per fermare il Movimento; o mettono le bombe in qualche stazione o giustiziano in piazza qualcuno. Insomma, non credo che giocherò più a tennis. Come posso dopo questo? Ogni volta che prenderò in mano la racchetta avrò di fronte l’immagine di quel ragazzo col passamontagna immerso in un mare di sangue. Quanto vorrei essere stato al suo posto.

Con profonda indignazione.

jacopo@30.it

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domenica 17 luglio 2011

Abbronziamoci sotto al Titanic …

Come vedete la mia abbronzatura da ciclista prende piede, come buona parte degli italiani mi rosolo al sole. Approfittando di questo il nostro governo (nostro?), ha preparato una manovra lacrime e sangue sempre per quelli: lavoratori, precari, insegnanti, pensionati, servizi pubblici … una manovra recessiva, cioè che comprime i consumi e porterà avanti la crisi per anni. Una spinta a privatizzare, cioè svendere i nostri beni comuni contro il volere dei recenti REFERDUM, la stessa identica politica economica che ha portato la crisi in tutto il mondo. Altro che Titanic, qui siamo sotto e nessuno sembra accorgersene

DA IL MANIFESTO SUGGERSICO DI LEGGERE

Il superministro d'azzardo

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venerdì 15 luglio 2011

Intervista a Daniele Scarsella

Daniele Scarsella è in viaggio da Frosinone verso la palude, a piedi, con il cappotto pesante incurante del caldo. Ancora pochi passi e avrò l’ennesimo cantautore ospite per la blog-intervista. C’è un ritorno ai cantautori in questo periodo, o è solo un caso questo continuo passaggio nel mio blog? Daniele è un cantautore riflessivo e intimista, poetico, ama le parole ed è da esse ricambiato. Attivo dalla fine degli anni ottanta, si è autoprodotto i primi album nei novanta, ritrovandosi finalista al Premio Ciampi del 1998, non ancora trentenne.

Dopo molte altre esperienze, intrecciando sapientemente la musica con la poesia e la letteratura, è giunto quest’anno al suo quarto disco ufficiale, un doppio album intitolato Con l’olio nell’acqua, uscito con Eleinad Studio. Paragonato a molti grandi, da Capossela a Fossati e Cammariere, ha in effetti molto di questi (in particolare del primo), ma dimostra nel complesso una sua specificità che in pochi anni potrebbe portarlo a diventare lui stesso un esempio. Tra qualche anno potrei intervistare un giovane cantautore che assomiglia a Scarsella …ma ora ho la possibilità di sentire l’originale. Stanco, in affanno e un po’ sudato è arrivato nella palude. Una volta comodo potremo partire …

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mercoledì 13 luglio 2011

La maledizione degli affetti

Ha un titolo perfetto e la lunghezza giusta questo La maledizione degli affetti. Sì, sento che ha usato il numero di parole necessarie l’amico Andrea Consonni, manco una in più, manco una in meno, per scrivere questo libro uscito per Area51 Publishing (http://www.area51editore.com/).

Ne aveva già parlato durante la mitica intervista con gli altri due scrittori d’acqua dolce, di questa chicca per l’estate ("Forum scrittori d’acqua dolce"). Sono frammenti, racconti brevi, a volte brevissimi, dove c’è il nostro mondo, ma soprattutto il suo. Chi ha già letto il precedente Wrong, iconoclasta romanzo che consiglio, ritroverà l'umore nero del Consonni, i ricordi dell’infanzia, la crisi morale, civile, economica del Paese.

And è uno scrittore rock. Lo è nello stile, come nelle citazioni: Belle e Sèbastien, colline sventrate da multinazionali che ormai sembrano lo “Smile sulle magliette dei Nirvana”, i Buzzocks, Good-bye Lenin?, “…impennare e piegare e girare e girare come fa Valentino Rossi” … Sublime nel pezzo breve, tipo nel nero di famiglia Fiori, come nella lunga bio Barbara, storia di una prostituta e della sua vita, come tante (triste, riguardandosi indietro pensa che “... non era male guadagnarsi i soldi godendo”).

Oggi, approfittando di una giornata di pioggia, l’ho scaricato e letto tutto d’un fiato con i Mauve in sottofondo. Si legge che è un piacere. Si legge sul pc (io ho facilmente scaricato Adobe Digital Editions e , se ci sono riuscito io …), oppure su e-reader, iPad con eBooks o app equipollente...

Scaricate, scaricate, scaricate …

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lunedì 11 luglio 2011

Intervista alla Piccola Orchestra Karasciò

Che spettacolo averli davanti, dentro la palude a suonar e cantar. Sembrano nati per questo. E poi sanno proporsi in modo originale questi giovani di Bergamo, gruppo tra il folk e il cantautorato, nato da soli quattro anni, ma con un bel po’ di concerti nei piedi. Ballate divertenti, da ridere, accanto a qualche momento impegnato, come piace a me. Non per nulla, lo scorso anno sono stati protagonisti a Villadose, nell’ormai storica manifestazione dedicata alla musica dai contenuti umanitari organizzata da Amnesty International (quest’anno dal 21 al 25 luglio, guardate qua il programma: http://www.vociperlaliberta.it/).

La Piccola Orchestra Karasciò ha vinto il Premio Amnesty Italia Emergenti 2010 con il brano Beshir, che è pure contenuto nel loro recente Made In Italy, autoprodotto con gusto e fantasia mai viste. È veramente un oggetto di culto questo loro cd, a partire dal supporto: una piccola scatola della pizza, in cartone, con un asino a preparare quel piatto unico simbolo dell’unità dell’Italia. E poi dentro trovate un cd a forma di pizza, la birra, il tovagliolo con i testi delle canzoni e scritto sopra Buon Appetito! Un vero e proprio capolavoro. Un pezzo di artigianato italico. Andy Warhol ne andrebbe pazzo…e allora parliamone con loro. Pronti?

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http://www.myspace.com/piccolaorchestrakarasci

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sabato 9 luglio 2011

Franco Nero nudo

Possibile che settimanalmente qualcuno cerchi nel web Franco Nero nudo e finisca poi nel mio blog? Vi giuro, ogni settimana, nelle parole chiave per la ricerca (voi che avete un blog capite cosa dico), c'è scritto "franco nero nudo". Vi assicuro, qui non c'è ...andate da altre parti. Altrimenti il grande Franco Nero vi prenderà a sedie in faccia ... in mutanda.
PESCATO DAL SITO

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giovedì 7 luglio 2011

Intervista ai Fragil Vida

Quando me li sono visti sbarcare in palude ho pensato: qui sono cazzi amari, sono venuti a farmela pagare. Quello con il cappello e Ia maglietta viola ha detto: “Ora te le suoniamo.”

Ho cercato di fuggire, ma loro hanno tirato fuori gli strumenti cominciando a suonare. È una banda, ma musicale. Sono i Fragil Vida, dei banditi da Modena, meglio, da Finale Emilia, meglio ancora, dal circolo culturale Lato B, da dove partono con la loro poesia e una ricca strumentazione.

Rock, cantautorato, pop, jazz, folk, alternative, difficile dire cosa suonano, ma suonano bene, facendoti dimenticare dove ti trovi. Dopo aver eseguito un paio di pezzi, mi hanno lasciato un loro recente cd, uscito per la label indi La Fabbrica. S’intitola Giorni sospesi, ed è il loro ottavo cd (il primo, esattamente dieci anni fa). Ho proposto ai musicanti emiliani una delle mie solite bloginterviste perchè riescono a mischiare l’intimo, il privato, con il pubblico, con l’impegno... e non è facile. Ascoltateli sul loro myspace, cercateli live se non avete la fortuna di avere una palude come la mia … ma ora ci siete. Ci siamo. Pronti Fragil Vida?

VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/fragilvida

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martedì 5 luglio 2011

Intervista a Paolo Rigotto

Cerco di mettere a fuoco Paolo Rigotto, da poco arrivato in palude, ma non ci riesco: è cantautore o uno che si diverte con l’elettronica? È un solista o una band? Probabilmente è queste cose insieme, in diversi momenti (a volte anche insieme). È un cantautore degli anni uno, conscio della storia, ma immerso (come non potrebbe?) nella musica costruita con le macchine: testi scritti bene con l’uso intelligente ed ironico delle nuove tecnologie.

Paolo è giovane, ma musicalmente di strada ne ha fatta. Un sacco di collaborazioni, come quella con la Banda Elastica Pellizza, con la reunion dei Syndone, con il cantautore Francesco Stabile, con Freak Antoni … sì, dopo tutte queste esperienze è nato il suo progetto solista, e poi il primo cd a suo nome Corpi Celesti. Si tratta di un buon album autoprodotto, dove il sarcasmo sulla nostra società viene aiutato dall’uso del pc, che diventa quasi un altro strumento musicale (provate ad ascoltare Scheda Madre, premiata non a caso con La musica elettronica italiana nel 2061). Pop cantautorale elettronico, come definizione potrebbe andare… comincio a mettere a fuoco Paolo, forse perché si è avvicinato. E allora può partire la blog-intervista …pronto?

VAI AL SUO MYSPACE http://www.myspace.com/paolorigotto

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domenica 3 luglio 2011

Jim Morrison vivo, nella palude

Dicono che sia morto giusto quarant’anni fa, ma io l’ho visto fare il bagno nella mia palude.

Jim Morrison è vivo e lotta insieme a noi ...

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