Intervista agli En Roco
Il loro terzo cd è uscito da pochi giorni, il 24 aprile, giusto il giorno prima della Liberazione (ed è una bella liberazione di suoni, concedetemi la battuta), ma è già passato parecchie volte sul mio lettore cd questo denso Spigoli (per niente spigoloso). Complice il mio mal di schiena che mi ha costretto spesso a letto in questi giorni, complici le piacevoli melodie con delle chitarre splendide (che restano ascolto dopo ascolto), l’ho sentito spesso e, devo dire, mi ha fatto bene. Terapeutico? Probabile …Anche per questo mi fa piacere avere subito in diretta sul blog i genovesi En Roco, esponenti di un rock con venature cantautorali particolari e nuove. Mi fa piacere anche perché a produrli c’è una piccola ma bella label indipendente italica come la Fosbury, che produce poco ma buono, e poi per la sfilza di ospiti stranieri (ma come hanno fatto a trovarli?) che hanno reso ancora più viva la loro musica: dal Cile a Buenos Aires fino al batterista dei Belle & Sebastian Richard Coldburn …per non parlare del “nostro” Mario Pigozzo Favero dei Valentina Dorme, voce nella prima canzone del cd.
Per tutto questo e altro ancora non vedo l’ora di interrogarli a dovere. Ho pronte un sacco di domande: chi sono gli En Roco? Perché questo nome? Come nascono le loro canzoni … ma prima facciamo l’appello: ci siete?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/enroco
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Non so quanti di voi amici blogger soffrano il mal di schiena. Io fino a qualche giorno fa non sapevo che cosa fosse (mi sembra un miracolo, visto che passo 15 o 16 ore seduto, tra pc al lavoro, pc per hobby, pc per passione…). Aggiungeteci che i miei altri hobby sono andare al cine e in montain bike (anche lì, sempre seduto) e il gioco è fatto. Insomma, a parte il dormire, fare sesso e la doccia, io vivo seduto. Inevitabile il blocco (della parte sinistra del mio corpo… cosa vorrà mai dire?). Così oggi niente manifestazioni per il 25 aprile, ma quasi tutto il giorno a letto. A farmi gradita compagnia, tra gli altri, un nuovo ep di amici musicanti passati sul blog quasi un anno fa: i Mauve, direttamente dal lago Maggiore, zone di Resistenza forte.



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È Vinicio Capossela il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia, con un pezzo fortemente critico con la guerra, Lettere di soldati, contenuto in Da Solo, album celebratissimo dello scorso anno.
Io all’epoca ero uno studentello delle superiori. Mi ricordo quella paura. Mi ricordo le manifestazioni e le mie prime prese di posizione politiche. Molte scelte fatte dopo, come l’obiezione di coscienza al servizio militare, per chi votare, cosa leggere e come respirare, lo schierarmi per la pace in ogni guerra venuta dopo (e sono state tante, troppe, infinite …) sono nate in quei giorni. Mi fa piacere sentire Vinicio, ascoltato tante volte, casualmente responsabile di alcune mie scelte di vita, grande lettore dell’amato John Fante come me, rievocare quel triste momento storico, quando la guerra è ritornata di prepotenza nelle nostre case senza più uscirne.
