sabato 6 maggio 2017

Daevid la nuova radio Trovarobato

Daevid, è la nuova radio nata da quei genialoidi della TROVAROBATO, label bolognese spesso ospitata in palude con i suoi dischi, tra i più originali dell'underground italico. Conoscendoli bene, credo che sarà originale anche il loro palinsesto attivo dal 4 maggio 2017, con musica selezionata della label stessa, dirette, concerti storici, presentazioni di dischi e molto altro ancora ... apertura dedicata ai Gong dei Daevid Allen (da qui il nome), band culto per quelli dell'etichetta fondata dai Mariposa.
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giovedì 21 novembre 2013

Due parole con Hobocombo

Hobocombo per la prima volta in palude, con i suoi suoni, tra moderno e antico, cose alte e cose basse, un sapore di multiculturalismo vero che ben si adatta a questi schermi. Un trio magico, formato da Andrea Belfi, batteria (lo stimo fin dai tempi dei Rosolina Mar, forse non lo sapeva), Rocco Marchi, chitarra e synth (già su questi schermi con i fantastici Mariposa), e la giovane Francesca Baccolini al contrabbasso. Tutti e tre usano la loro voce, in questo disco, quasi sempre come un altro strumento musicale. Hanno Louis Thomas Hardin in arte Moondog come spiritual guidance fin dal loro esordio (un instant disc dedicato alla rilettura del repertorio dell’eccentrico newyorchese), questa volta omaggiato a partire dal titolo, Moondog Mask, per non dire della copertina (ovviamente ne parleremo nell’intervista).
Uscito ai primi di novembre con la Trovarobato e la Tannen, due tra le realtà più belle della nostra musica indipendente, Moondog Mask è un album internazionale, pensato a Parigi, registrato e mixato tra Berlino, Bologna e Cerro Veronese (monti Lessini, ancora). Mi verrebbe da dire un “disco per palati fini”, ma potrebbe essere fuorviante. Moondog Mask è la via italiana all’exotica, tra ritmi tribali e improvvisazioni jazz, elettronica minimale e strumenti del folklore italico, danze propiziatorie, atmosfere da b-movies e tanto altro ancora: tutto un mondo in fermento. Cercherò di bloccarlo nell’intervista che va ad incominciare. Pronti?  
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giovedì 31 gennaio 2013

Due parole con i Mimes of Wine

I Mimes of Wine per la prima volta in palude, ed è un vero piacere, perché per me il loro album è uno dei migliori usciti nel 2012. Dato alle stampe lo scorso novembre per la Urtovox, label dal gran fiuto, Memories for the unseen l’ascolto spesso, per le sue atmosfere magiche, molto adatte alle nebbie di questi giorni… ma anche al sole, visto le sua natura sfaccettata, ricca di momenti introspettivi, con molti di cambi di marcia. La voce di Laura Loriga, mai monotona, mai uguale, incanta e crea storie, comportandosi, a volte, come un altro strumento musicale (domani, venerdì 1 febbraio, aprirà in solo il concerto di Thony al Covo di Bologna, sarà una gran serata, fortunato chi ci sarà).
Album decisamente internazionale, poco italiano Memories for the unseen, mostra l’esperienza americana della cantautrice bolognese, e piacerà a chi ama gente come Nick Cave, PJ Harvey, per fare due esempi a me cari. Registrato dal Mariposa Enzo Cimino alla Casa del Vento, prodotto artisticamente, suonato ed arrangiato dagli stessi Mimi, fa sentire quello che la misteriosa copertina e il bel titolo promettono. Memorie per l’invisibile, memorie invisibili … questa sera cercheremo di fermarle per fissarle nella mente, rispecchiandoci come nella copertina. Pronti?

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venerdì 11 maggio 2012

Due parole con i eildentroeilfuorieilbox84


Questa sera parliamo de La fine del potere… no, non preoccupatevi, non parleremo dei risultati elettorali, o della crisi mondiale (anche se magari ci potremmo accennare). La fine del potere è il titolo del disco di un gruppo romano, un trio di giullari (nel vero senso del termine) con un nome stranissimo, eildentroeilfuorieilbox84 (sono nati nel box auto 84, dice la loro bio, non so a cosa si riferisca eildentroeilfuori, ci diranno …). Il cd, dalla semplice simpatica copertina gialla con lo spaventapasseri, è uscito da poco con La famosa etichetta Trovarobato, e lo stanno presentando in giro (ieri sera nella loro città, domani, sabato 12 maggio, a Latina, poi a giugno in alcuni locali del centro e sud Italia).
Sì tratta di dodici pezzi allegri e spensierati, che però a volte fanno pensare. Sembra quasi sia la linea della loro label, quella di musicanti così, tra l’impegno pop-rock e una certa ironia nel proporsi. Non per nulla, dietro alla Trovarobato, ci sono i mitici Mariposa, quelli della musica componibile (si legga la prima blog-intervista con loro per capire cos’è). Il gruppo romano invece, si presenta parlando di musica HardQuore, un bel concentrato acido di diversi tipi di suoni e stili musicali apparentemente sconclusionati, ma che alla fine rendono bene l’idea. Attivi da qualche anno, con già ben tre dischi nel loro box, sempre diffusi sotto licenza Creative Commons. Insomma, avevano tutte le caratteristiche per finire in palude e ci sono finiti  … pronti?       
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venerdì 13 maggio 2011

Leggo Frigidaire e penso ai REFERENDUM


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martedì 5 aprile 2011

Intervista ai Mariposa

I Mariposa stanno invadendo la palude, aiuto. Un’invasione pacifica e comica, musicale e divertente, cinematografica e citazionista. Si sono clonati per l’occasione, per battere il record di partecipanti (temevano di essere in pochi?). Forse il gruppo più rappresentativo dell’ABuzzSupreme sound (anche quello con più cd e anni di attività, se non vado errato), questa sera sul blog per la seconda volta nella Storia. Con il nonsense che li caratterizza, e ci aiuta a rimanere vivi, presenteranno il nuovo cd Semmai Semiplay.

Semmai Semiplay, ovviamente prodotto da La famosa etichetta Trovarobato, è uscito da qualche settimana, mostrando il nuovo volto dei Mariposa, quelli del secondo decennio. Dei Mariposa divertiti/divertenti, con i testi sempre più perfetti del sempre più figo Alessandro Fiori, rivestiti dai suoni più vari e mai sentiti nel panorama italico, grazie anche all’orchestrazione senza buchi di Emanuele Gabrielli, fantasioso Tim Burton della musica.

Ma ora basta con i paroloni, faccio partire per l’ennesima volta Semmai Semiplay e mi arrendo all’invasione dei Mariposa replicanti… e voi, se volete, cercate di capire chi è il Mariposa che si è fatto in tre. Non si vince niente ma può essere divertente... Pronti?

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http://www.myspace.com/mariposamusicagruppo

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giovedì 18 febbraio 2010

Meglio Sanremo dei Mariposa a Sanremo ...

Non ho mai capito perché Sanremo si scrive così e non San Remo, staccato, come San Benedetto del Tronto, San Martino di Castrozza, San Miniato e via di questo passo. Ora i Mariposa complicano le cose, dicendomi che Sanremo prende il nome da San Romolo… che casino, anzi, che casinò! Per questo l’allegro gruppo emilio-romagnolo-veneto-siculo-toscano ha fatto una canzone (intitolata semplicemente Sanremo) e l’ha messa online e in rotazione radiofonica nei giorni del cosiddetto festival della canzone italiana.
La loro è una vera canzone italiana, con una vecchietta invidiosa di un'altra perché alla slot machine vince dove lei ha perso tutta la sua pensione. Ironia e pop soave alla loro maniera, per raccontare l’Italia di oggi, quella del Gratta e Vinci, dell’invida e di come dobbiamo investire i nostri magri guadagni … e poi per dimenticare Sanremo non c’è altro sistema: ascoltare Sanremo.
PER SCARICARE SANREMO ANDATE A QUESTO LINK
http://www.naufragati.com/index.php/discografia/sanremo/

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lunedì 27 aprile 2009

Intervista ai Mariposa

Continua la ricerca di gruppi di culto del panorama indipendente di casa nostra, gruppi che fanno musica sperimentale, con composizioni che sanno andare molto al di sopra della canzonetta da tre minuti (ma quando lo fanno, la canzonetta non è mai la stessa). I Mariposa, quelli della musica componibile (cos’è?...) in questo campo sono sicuramente i più rappresentativi e non hanno certo bisogno di pirotecniche presentazioni.
Sono dei grandi, da dieci anni sui palchi a suonare e ironizzare sulle miserie dei nostri tempi. Sono un supergruppo, con componenti provenienti da diverse parti d’Italia, con un’energia positiva che ti salva la giornata, con dei momenti cantautorali belli come pochi e altri spiazzanti, di demenziale puro, che riescono solo a dei musici con ottime capacità tecniche.
Lo ammetto, sto sbrodolando, ma con i Mariposa è inevitabile, perché è impossibile definire la loro musica con termini normali. È un ensemble unico e indefinibile. Bisogna solo sedersi in un cantuccio e starli a sentire. Meglio dal vivo, ma se non è possibile anche su qualche supporto. E allora passo la parola a loro. Per la prima volta su questi schermi i Mariposa. Dieci anni di attività, dieci dischi fatti (l’ultimo senza titolo, con loro nudi e a testa in giù), più di 300 concerti, collaborazioni illustri e ora qui, sul blog dell’Alligatore. Incredibile ma vero. Pronti?
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