giovedì 16 gennaio 2025

da smemo: intervista agli Offlaga Disco Pax (2005)


Continua la mia pubblicazione di articoli apparsi sul sito di SMEMORANDA purtroppo ora scomparsi, dopo la chiusura del sito della nota agenda. Torno a vent'anni fa, torno al 2005 quando intervistai gli OFFLAGA DISCO PAX che avevano pubblicato il loro SOCIALISMO TASCABILE  (PROVE TECNICHE DI TRASMISSIONE). Un'intervista lunga, a tutti e tre, con domande verbose (come cazzo scrivevo allora?) alle quali rispondevano imperturbabili e ironici. In questi giorni è partito un tour per i vent'anni di quel mitico disco, e spero di riuscire ad andare a qualche data. Per questo mi fa piacere riproporre quell'intervista a Collini, Carletti e Fontanelli, che purtroppo non è più con noi..

INTERVISTA AGLI OFFLAGADISCOPAX

di Diego Alligatore

 

 

Nella recensione al loro Socialismo tascabile (prove tecniche di trasmissione) l’ho detto, e ora lo ripeto: gli OfflagaDiscoPax hanno fatto il disco dell’anno, nettamente superiore a tutto ciò che le mie orecchie hanno potuto/voluto ascoltare in questo 2005 ormai agli sgoccioli. Il loro non è un semplice cd, ma un disco, un libro, un film, un vero e proprio oggetto di culto da ascoltare e riascoltare come faccio io, da quando mi sono casualmente imbattuto in una loro canzone su Radio Popolare della mia città parecchi mesi fa.

Come i primi film di Nanni Moretti, come il “Woobinda” di Aldo Nove, come i dischi dei CCCP, il simpatico digipak dei tre musicisti di Reggio Emilia dato alle stampe da Santeria, label gestita direttamente dal distributore indipendente Audioglobe, è un pezzo della nostra Storia, ma siccome non voglio caricarli di eccessive responsabilità e incensarli troppo (tipo un Fede qualunque di fronte al Berlusconi di turno), mi fermo qua e passo la parola a loro, per la solita intervista alligatoriana alla quale hanno gentilmente accettato di sottoporsi tramite e-mail.

La parola ad Enrico Fontanelli (basso, moog, casiotone, premeditazioni grafiche, pensiero debole), Daniele Carretti (chitarre, basso, mutuo quinquennale), Max Collini (voce, testi, ideologia a bassa intensità).

 

Carmen Consoli ha detto: “Io non credo di fare rock, se lo si intende in un senso troppo comune, con la massa del volume e la distorsione a tutti i costi delle chitarre. Se invece per rock si intende tutto ciò che è destabilizzante, allora si, io suono rock” Che ne dite? Voi, OfflagaDiscoPax, fate rock?

 

Enrico Un amico che posso tranquillamente nominare, Tiziano di Fooltribe, mi ha scritto  poco tempo fa dicendo che avrebbe messo il nostro disco nei  <<non ascolti>> di una playlist perchè "non rock". Gli ho risposto di dormire tranquillo che il rock era sì controcultura, e magari nera inizialmente, ma è pur sempre americano. E noi - parlo per me al plurale? - vorremmo starne alla larga, suonare se non italiani allora almeno europei. E che l'ultimo grande gruppo rock sul pianeta - loro stessi si autodefinivano rock - sono stati i Joy Division.

Daniele Se ci atteniamo alla definizione sopra citata direi di sì. Destabilizzanti quanto basta, credo…ma semplicemente faccio musica e non trovo necessario dover sempre etichettarla in un genere.

Max Enrico e Daniele suonano, io racconto storie. Circa.  Di più non saprei dire.

 

Come nasce il vostro originale progetto musicale? Come avete fatto a trovarvi e a decidere “creiamo un gruppo con uno che non canta ma declama sublimi versi ironici sulle miserie del nostro tempo e sui suoi ricordi d’adolescente emiliano”?

 

E. L'idea è più o meno mia, sollecitato da anni da Daniele a partecipare per gioco a questo concorso dedicato ad Augusto Daolio, da me ribattezzato "come potete giudicar", che da sempre prendeva in considerazione solo testi in italiano mentre io e Daniele in precedenza avevamo separatamente dedicato le nostre ugole alla lingua anglosassone. Ricevevo da un paio d'anni i testi di Max, che trovavo divertenti ed affascinanti per i riferimenti politici e vicini al mio vissuto (pur avendo dieci anni in meno sono cresciuto con due fratelli della sua stessa età). Un giorno, incamminandomi verso il suo ufficio, ho chiamato Daniele e ottenuto il suo appoggio ho chiesto a Max: "Cosa ne pensi di salire su un palco alla tua età?".

 

D. Max scriveva testi che sia ad Enrico che a me piacevano molto e volevamo fare qualcosa in italiano, viste le nostre precedenti esperienze con cantato in inglese. Inizialmente pensavamo ad una sorta di colonna sonora che accompagnasse storie…Semplicemente ci siamo trovati ed abbiamo fatto quello che ci sentivamo di fare e ci piaceva fare, senza dover preoccuparci del genere e utilizzando quello che avevamo a disposizione.

 

M. Daniele ed Enrico conoscevano i miei racconti da qualche tempo. Un giorno mi hanno chiesto di tentare un progetto che li utilizzasse in una maniera un po’ diversa dalla motivazione con cui erano stati scritti. Nessuna ambizione, nessuna pretesa e nessunissima aspettativa. E i miei “versi”, all’inizio dell’avventura, somigliavano ai ragli di un asino asmatico. Anche adesso non è che siano migliorati molto. Spesso mi dicono che quando parlo con qualcuno sembro quello sul disco. Uguale. Appunto. Per inciso a quella prima comparsa pubblica al “Premio Daolio” nel 2003, non è che destammo sta grande impressione. Nessuno, neanche noi ovviamente, avrebbe mai potuto prevedere che due anni dopo quegli stessi brani, certamente meno approssimati ma comunque quelli, avrebbero costituito l’ossatura su cui costruire un disco d’esordio tanto bene accolto come è stato “Socialismo Tascabile”.

 

“Non è facile fare musica con il sintetizzatore. Devi essere un vero musicista e devi avere pratica, sia che suoni un pianoforte o un sintetizzatore. Il fatto che sia facile per chiunque fare suoni divertenti o strani sul sintetizzatore non è una limitazione del sintetizzatore. È una limitazione delle persone che creano i suoni!” Così parlava l’ingegnere Bob Moog, il padre del synth, da poco scomparso. Cosa ne pensate in proposito, visto che la vostra musica è fatta, in parte, con gli strumenti da lui inventati?

 

E. Non mi considero un vero e proprio musicista, non almeno nel senso tecnico e altolocato del termine. Trovo che le cose siano cambiate e che questa sua affermazione non possa che essere datata se non assolutamente trasferibile oggi all'uso del computer in musica. Lui stesso ha creato il suo ultimo strumento snaturandone completamente l'ideologia originale assegnandovi una memoria digitale, il che rende in linea teorica parzialmente inutili le "manopole" sul quadro e l'approccio molto più adatto ad una generazione che preferisce trovare tutto pronto. Il suo strumento ha dimostrato negli anni (e per fortuna) di poter uscire dal contesto solista progressive a cui molti sono ancora abituati.

D. La limitazione dal mio punto di vista sta nel voler imparare sempre di più sperando che questo ti porti a fare cose belle. Io credo che il fare quello che ci si sente di fare liberamente sia molto più “spontaneo”, senza dover limitarsi a schemi teorici…chiaramente la pratica è molto importante, ma non deve diventare un fattore limitante, come molte volte accade.

 

“Su la testa! 1994-2004, dieci anni di rock italiano”, recita il titolo di un bel libro curato da John Vignola per Arcana, con alla base la tesi che l’indipendente rock italico (nella sua accezione più vasta) abbia alzato la testa in questi ultimi anni, sia come quantità sia come qualità. Che ne pensate in proposito? È così?

 

D. Forse negli ultimi anni la quantità è la prima cosa che viene in mente…ci sono molte cose interessanti, ma spesso vengono soffocate da una quantità di uscite esagerata, purtroppo limitante gli ascolti. Chi ha così tanto tempo per ascoltare tutte queste cose? Credo fondamentale in questi ultimi anni il live come approccio ad una band nuova (e non solo), il riuscire ad avere la possibilità di ascoltare direttamente e poi decidere se comprare il disco, in questo modo sostenendo direttamente la musica indipendente.

E. Deridiamo i nostri "nonni" al ricordo di quelle penose cover di brani americani con testo italiano (trovo che almeno all'epoca avessero il coraggio di cantare in italiano). Da questo punto di vista potremmo sentirci più vicini alla scena nostra degli anni ottanta che a quella attuale.
Immagino che tutto questo puzzi un poco di provincialismo se non di nazionalismo. O forse invidia per i nostri amici Disco Drive che in questo momento stanno girando la Gran Bretagna… Prendeteci con voi!!! La quantità è dovuta alle nuove tecnologie e queste non aiutano molto a distinguerci l'uno dall'altro. Riascoltandoli ora, per esempio, un gruppo come i primi Ustmamo'  mi mancano molto, sicuramente sghembi da morire ma con un coraggio di esprimersi meraviglioso.

M. Alberto Campo ne ha scritto un altro, si intitola: Nuovo? Rock?! Italiano! e si ferma agli anni novanta. La quantità e spesso anche la qualità non mancano ma è il pubblico ad essere relativamente poco e poco interessato alle produzioni  indipendenti italiane. La gente si interessa di altro. Ci sarà un perché, ma non sono sicuro che mi piacerebbe saperlo.

 


Graham Nash, intervistato da Paul Zollo per il libro Songwriters (minimum fax, 2005), sosteneva di aver risparmiato diversi milioni di dollari in visite psichiatriche perché scrivendo canzoni “parlava molto con sé stesso”. Identica cosa sosteneva Hemingway riguardo il processo mentale dello scrivere (quando gli chiesero il nome del suo analista, lui indicò la sua macchina da scrivere). Anche per voi scrivere è terapeutico? E suonare? Visto il numero dei vostri concerti si potrebbe parlare di una terapia di massa permanente …

 

M. Se ha risparmiato milioni (?) di dollari negli anni sessanta e settanta direi che aveva grandissimi problemi: neanche un trapianto permanente di cuore e fegato gli sarebbe costato così tanto (…gelo). Battuta a parte, direi che per me scrivere è ogni volta che lo faccio più che una terapia palliativa un esorcismo tentato e perennemente fallito.

 

D. Suonare è sicuramente una delle azioni più terapeutiche che conosca. Mi aiuta molto in qualsiasi situazione, poi a volte come per tutte le cose può essere anche troppo, ma il più delle volte è un ottimo diversivo e un ottimo modo per esprimersi ed imparare a conoscersi veramente…

E. Assoluta musicoterapia personale, prima di tutto. Da sempre.

 

Tra i tanti premi da voi vinti in questo indimenticabile 2005, c’è pure quello per il video della canzone “Robespierre”, miglior video indipendente assoluto al PVI, Premio Video Italiano a cura di Domenico Liggeri e il Premio Fandango “Videoclipped The Radio Stars” sempre come miglior video. Ci volete parlare della sua realizzazione?

E. Conoscevo i ragazzi del Postodellefragole dai primi del 2000, quando con Marco frequentavo un corso di grafica e si battagliava assieme [Marco Molinelli del collettivo Postodellefragle che ha realizzato il video]. Nel frattempo abbiamo intrapreso percorsi differenti ed è stato del tutto spontaneo affidare loro un abbozzo di idea che ci girava in testa da tempo. Era la prima volta che la nostra linea estetica veniva affidata ad esterni, la fiducia nel loro gusto è stata completamente ripagata e stiamo già parlando di un seguito.

M. Zora la Vampira (Chiara Saccani, l’attrice che la interpreta nel video) non risponde mai ai miei messaggi. Anche questo “perché” non credo amerei conoscerlo. Lo abbiamo girato intorno al Quattordici Luglio del 2005, faceva caldo ed era il 216° anniversario della Presa della Bastiglia. Per un video che si intitola “Robespierre” la coincidenza è perfetta. Ancora grazie ai ragazzi del Postodellefragole, sono stati bravissimi e lavorare con loro è stato istruttivo e divertente. Il video ha vinto quei due premi importanti in modo del tutto inatteso.

D. E’ stato un delirio…due giorni in un teatro di Modena, tantissime riprese e un risultato che ha lasciato stupiti anche noi!!

 


In molti vi hanno paragonati ai CCCP, visto che provenite dalla stessa zona e avete un simile approccio nell’affrontare tematiche politiche di sinistra. Vi sembra un paragone centrato o no? Quali sono i vostri gusti musicali e a quali altre band vi sentite vicini?

 

D. Sicuramente la zona di origine è quella e una qualche tematica del periodo si ritrova anche nei racconti di Max, ma non vedo altri punti in comune. Musicalmente poi siamo abbastanza distanti. I miei riferimenti sono vicini ad una certa Nuova Onda inglese di fine settanta inizi ottanta…etichette come 4AD e Factory prima, Creation poi hanno avuto grande importanza…poi una certa fine anni sessanta psichedelica fino ad elettroniche minimali degli ultimi anni. Non mi fermo comunque a generi precisi, spesso la musica che ascolto trasmette emozioni e il genere non conta poi così tanto (escludendo il reggae, quello proprio no…).

E. Ci sembra un paragone scontato, sin troppo; non siamo mica scemi e sapevamo da subito che occorreva mettere le cose in chiaro. Purtroppo alcuni di questi tentativi pratici hanno clamorosamente fallito, tipo la citazione in “Cinnamon” su disco e dal vivo, dimostrazione d'affetto più vicina ad un rapporto discendente-avo che figlio-padre, almeno nelle intenzioni. Musicalmente o comunque nell'insieme trovo analogie con Lcd soundsystem per amor di analogico, ironia dei testi e nella forma spesso parlata di questi. Pil, This Heat, De Andrè, tutte le prime produzioni di Martin Hannet su Factory e non, Loveless, Big Black, Kraftwerk, Shostakovich, Ligeti, Drexcyia, Tim Buckley, Kinks, Sonic Youth, Autechre, Boards of Canada, The Velvet Underground, John Carpenter, Satie, Anticon, To rococo rot, Hood, Low, Phonem, Altro, Smiths, Unwound, Piano magic, Tuxedomoon, Labradford, Constellation, Stanze, Sebadoh....

M. L’ironia e l’autoironia dei primi CCCP erano più marcate di quanto normalmente si creda, secondo me. Il paragone è estremamente lusinghiero ma un po’ fuorviante. Grandissima storia, la loro. Sono passati vent’anni e noi siamo una cosa ben più modesta e diversa. Tascabile al loro confronto, confronto che tra l’altro troviamo abbastanza imbarazzante per chi insiste nel sostenerlo se non per esigenze di estrema semplificazione. Non credo ci siano affinità nel mio modo di scrivere racconti con lo stile del Ferretti, anche se i CCCP sono stati da me talmente vissuti nel loro periodo storico che magari qualcosa nel dna ha sedimentato. Tra i gruppi che amo di più certamente Diaframma, Baustelle, dEUS, Depeche Mode, Black Heart Procession e molti altri, ma le mie influenze musicali nel gruppo hanno relativa importanza visto che mi limito alla scrittura dei testi. In questo senso  credo abbiano contato di più le letture di autori come Paolo Nori, Simona Vinci, Silvia Ballestra, Giuseppe Caliceti e Jonathan Coe oltre all’influenza esercitata sulla mia formazione da Arturo Bertoldi, storico fondatore del Movimento per il Socialismo Tascabile e del club dei Gysi Fans in periodi insospettabili.

 

Mio nipote sedicenne sta mettendo in piedi una band con alcuni amici. In questo momento, mentre scrivo, li sento provare nel mio garage. Che consigli dareste loro e a tutti quelli che sognano un futuro come gli OfflagaDiscoPax? Ad esempio, come vi siete scelti il nome?

 

D. Sicuramente di fare quello che gli piace e che sente affine al proprio gusto, poi ci vuole anche una buona dose di fortuna per cogliere il momento giusto. L’importante è che si diverta… Per il nome…mmm…il nome…

M. Il nome è uscito abbastanza in fretta, unendo due opzioni inizialmente distinte: Offlaga e Disco Pax. Non è facile memorizzarlo, ma quando è nato il gruppo chi mai avrebbe osato pensare che saremmo andati oltre a qualche concertino dalle nostre parti?  A tutti quelli che sognano di fare un disco con due rubli e trovarsi otto mesi dopo a ricevere premi, onore e gloria (soldi sempre pochi, ovviamente) consiglio di rivolgersi alla Santeria come abbiamo fatto noi. No, non la nostra etichetta, ma la religione cubana dai misteriosi riti voo-doo (…gelo). Direi che l’unica cosa che mi colpisce davvero in un gruppo di solito è la sincerità in quello che fa. Se poi sceglie l’italiano per i testi meglio ancora, che non mastico molto l’inglese e non ci capisco mai quasi niente.

E. Il nome è nato immediatamente dopo aver ricevuto l'assenso partecipativo da parte di Max. Pochi minuti. Ai "giovani" consiglio di staccare i poster dai muri della propria camera da letto e di attaccare delle proprie foto, per cominciare.

 

DISCOGRAFIA

-      Socialismo tascabile (prove tecniche di trasmissione)

Santeria 2005

SITO INTERNET

www.offlagadiscopax.splinder.com

Etichette: , , , , , , , , , ,

martedì 14 gennaio 2025

In palude con i Baseball Gregg


NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO 
GENERE Bedroom pop
DOVE ASCOLTARLO Bandcamp per il vinile o piattaforme 
LABEL La Barberia
PARTICOLARITA’ Molto breve!
CITTA’ Stockton, California - Bologna, Italia
DATA DI USCITA  29 novembre 2024

L’INTERVISTA 

Come è nato Briefs?
Sam: Briefs è nato più o meno come tutti nostri dischi. Abitiamo lontani, quindi nei nostri mesi separati scriviamo e condividiamo diversi canzoni e pezzetti musicali. Poi nell’estate 2024 sono tornato a Bologna ed abbiamo combinato i diversi lavori in questo disco. 
Luca: Il nostro ultimo lavoro, “Pastimes”, era lungo più di un’ora e aveva 20 tracce, e ci avevamo lavorato per praticamente sei mesi non stop. Con questo album volevamo tornare un po’ alle radici della nostra collaborazione, con canzoni brevi e condensando l’intera lavorazione in poco più di cinque giorni, lo scorso luglio.
 
Come mai questo titolo? Cosa significa?
Luca: Nasce tutto dalla Lettera al Padre di Kafka, a cui ci ispiriamo per il primo brano, Brief. In tedesco significa lettera. In inglese vuol dire “memo”, ma anche “breve”, e ci sembrava adeguato dato che son tutti brani molto corti e - come ti dicevo - la lavorazione è stata snella. 
Sam: Inoltre “Briefs” in inglese vuol dire anche mutande, e questo è sintomatico di alcuni aspetti dell’album un pochino più erotici o comunque liberi da un punto di vista sessuale o sentimentale rispetto al passato. Penso per esempio al primo singolo, Penetration, e al suo videoclip. 
 
Come è stata la genesi di questo disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?   
Sam: Non ricordo la genesi, onestamente. Come diceva poco fa Luca, il nostro ultimo disco “Pastimes” era lunghissimo, ed avevamo usato (quasi) tutte le canzoni che avevamo già scritto; per la prima volta dopo tanto tempo ci trovavamo senza una bozza per un pezzo nuovo. Però lentamente sono nate diverse ispirazioni, e nei primi mesi del 2024 è nata la materia per un disco nuovo.
Luca: Volevamo fare un disco corto, un disco “brief,” quindi stavolta sono rimaste fuori un paio di demo che non abbiamo incluso nel disco.

Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Briefs?  
Sam: L’abbiamo registrato a Colle Ameno, nei giorni della festa dell’Unità a Sasso Marconi. Ricordo benissimo che siamo andati a cenare alla festa 2 o 3 giorni durante la settimana di registrazioni, a mangiare una grigliata scarsa e a ballare liscio coi vecchi. 

 C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri dell’intero disco? … quello più da live? 
Luca: Beh, personalmente sono molto contento come abbiamo arrangiato dal vivo Mumbling and the Acropolis. In vista del release party al Covo del prossimo 17 gennaio stiamo lavorando a una setlist inedita, inserendo tanti pezzi che non abbiamo mai fatto; contiamo anche di aggiungere altri brani del disco nuovo in scaletta quella sera. 

Copertina con un dipinto favoloso; un giardino di notte, la luna, le piante ... Come è nata? Chi l’ha pensata così?
Sam: Dunque, quando non mangiavamo dalla festa dell’Unità, andavamo a cena dai genitori di Stefania, la fidanzata di Luca. Una sera ho scattato una foto del giardino e l’ho postata sulle storie di Instagram. Claire Tauber, la bassista della formazione Baseball Gregg californiana, ha risposto dicendo che voleva dipingerla, quindi le abbiamo chiesto di farlo per la copertina. 
Luca: È un quadro stupendo che al momento abbiamo smarrito, in quanto le poste non lo trovano più. Claire l’ha spedito a metà novembre da Sacramento e pare si sia perso per strada. 

A produrre artisticamente La Barberia… la vostra label. Chi altri?
Luca: La Barberia è la nostra etichetta sin dal nostro primo EP, pubblicato nel 2014. Giovanni e Luca ci hanno supportato sin dall’inizio e ne siamo molto grati. In questi ultimi anni assieme a loro si è affiancato nel nostro team Raffaele, che ci fa da manager, e Giacomo, il nostro agente di booking, che ci ha dato una grande mano a tenere la band viva in questi ultimi tempi. 

Come presentate dal vivo il disco? 
Luca: In Italia siamo in quattro, io, Asia aka Sleap-e, Luca e Sam, mentre negli Stati Uniti verrà presentata presto una nuova formazione live, in quanto Sam si è da qualche tempo trasferito a Oakland e ha trovato nuovi membri in loco. 

 Altro da dichiarare…
Grazie per l’intervista e felici ti sia piaciuto Briefs!




Etichette: , , , , , , , , , , ,

giovedì 9 gennaio 2025

Un anno al cinema… il 2024

Torna su questo blog Un anno al cinema, rassegna visti al cinema l'anno precedente, quindi il 2024. Un annata di buoni film, su tutti Il giardino delle vergini suicide, che non avevo mai visto (non so perché) riproposto nei cinema dopo 25 anni dall'uscita. L'esordio di Sofia Coppola è un vero capolavoro, curato nei minimi dettagli eppure spontaneo e vero. Poi, nel corso degli anni ha dimostrato di valere molto, ogni suo film è da vedere (in dvd ho pure recuperato la sua seconda pellicola Lost in Translation, ora mi pare di averli visti tutti). Per quanto riguarda film nuovi usciti nel 2024 non mi hanno entusiasmato i film di Kaurismaki, Wenders e Guadagnino, deluso il Virzì di Un altro ferragosto, lasciato perplesso quello di Almodovar, l'ultimo (mentre mi è piaciuta un sacco la riedizione di Kika). Non mi è dispiaciuto il Jocker 2, criticato da molti, ho adorato Berlinguer, Povere Creature e The Holdovers - Lezioni di vita. Il resto vedrete qui sotto con il voto e per alcuni il link a mie recensioni messe su FB. Buona visione.

Continua a leggere...»

Etichette: , , , , , , , , , , , ,

martedì 7 gennaio 2025

In palude con Vittorio Nistri e Filippo Panichi

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE   Sperimentale, elettroacustica, musica da camera, noise, avant-qualcosa

DOVE ASCOLTARLO qui, ma meglio su Lp o cd

LABEL Snowdonia Dischi

PARTICOLARITA Una ricetta sonora rischiosa (tanta improvvisazione di elettronica anarchica e rumorista, abbinata a tanta scrittura melodica per ensemble di archi e fiati) - ma, stranamente, ha funzionato

SITO INSTAGRAM FB Ancora no, forse in futuro (Fb Vittorio Nistri Fb Filippo Panichi)

CITTA’ Firenze

DATA DI USCITA 1 novembre 2024

Continua a leggere...»

Etichette: , , , , , , , , , , , , ,

venerdì 3 gennaio 2025

da smemo: Il mio Salinger



Continuo a pubblicare pezzi apparsi sul sito di SMEMORANDA, purtroppo ora chiuso, quindi scomparsi. Torno a un libro magnifico, per me un capolavoro del graphic novel. Si tratta di una parte della vita del grande scrittore J.D. Salinger, una parte poco nota, cioè quella del matrimonio con una donna tedesca, conosciuta in ospedale dopo la II guerra mondiale. S’intitola Il mio Salinger, scritto da Valentina Grande, disegnato da Eva Rossetti. Leggendo il libro, senti quanto noi, massa informe, siamo addormentati, illusi, che la vita sia bella, tra natali, vacanze, canzonette. Mentre la vita per molti è orribile, una carneficina continua per alimentare un sistema (dai lager alla Palestina di oggi). Be’, se pensate che sia un fumetto triste, vi sbagliate. È a colori! Dai, leggete quel pezzo di allora (era il 2018), e poi, magari, cercatevi sto libro. 


 Continua a leggere...»

Etichette: , , , , , , , , , , , , ,

mercoledì 25 dicembre 2024

Non auguri, ma riflessioni sull'orrore guerra


Ho sempre amato la leggenda de La tregua di natale, cioè l'interruzione dei combattimenti della I guerra mondiale tra il 24 e il 25 dicembre del 1914, circa centodieci anni fa. Ne scrissi nel centenario qui, e ho ripensato in questi giorni di guerre senza tregua di riparlarne. La tregua di natale, se non volete leggere tutto il mio pezzo di allora, è semplicemente l’interruzione dei combattimenti e il fraternizzare tra soldati tedeschi e inglesi in particolare, ma anche francesi e belgi, nel primo anno di fronte nella zona delle Fiandre occidentali. Fu decisa dai soldati semplici, non dagli alti graduati o dai politici che non ascoltavano manco le richieste  del pontefice. Si scambiarono doni semplici, bottoni delle divise, dell'alcol, alberelli improvvisati. Si narra anche di una mitica partita a calcio, di sicuro approfittarono per seppellire i tanti morti di una delle più incredibile carneficine della Storia.
Continua a leggere...»

Etichette: , , , , , , , , , , , ,

lunedì 23 dicembre 2024

In palude con le So Vixen

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE Drycore – slowcore – no wave

DOVE ASCOLTARLO Bandcamp, Spotify

LABEL autoprodotto

PARTICOLARITA’ ep d'esordio

INSTAGRAM FB LINKTR

CITTA’ Verona

DATA DI USCITA 12-12-24

Continua a leggere...»

Etichette: , , , , , , , , , , ,

giovedì 19 dicembre 2024

… è nato, è nato … 17 anni fa il blog dell’Alligatore


                                                                Cultura rock è...
 

Etichette: , , , , , , , , , ,

domenica 15 dicembre 2024

Oggi Chico Mendes avrebbe 80 anni

L'ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio, ci ha insegnato Chico Mendes, sindacalista dei lavorarori rurali brasiliani, ucciso il 22 dicembre del 1988 per le sue lotte in difesa dell'Amazzonia. Figura da studiare e rileggere, alla luce della banalizzazione dell'ecologismo di questi anni. Il suo legare le lotte dei lavoratori alla questione ambientale me lo rende simpatico e vivo. E voi, vi ricordate di lui?
 

Etichette: , , , , , , , ,

giovedì 12 dicembre 2024

In palude con Guinevere

NOTE SINTETICHE ALL’ASCOLTO DEL DISCO

GENERE New Folk – Rock, Pop, Alternative

DOVE ASCOLTARLO Ovunque tipo qui, o qui

LABEL La Tempesta Dischi

PARTICOLARITA’ infinite

INSTAGRAM FB

CITTA’ everything, everywhere, all at once

                                                DATA DI USCITA 29.11.2024

Continua a leggere...»

Etichette: , , , , , , , , , ,

venerdì 6 dicembre 2024

Trent'anni senza Gian Maria Volonté

Trent'anni senza Gian Maria Volonté, attore comunista senza ogni dubbio. Impegno politico dentro e fuori lo schermo, capace di interpretare personaggi dalle mille sfaccettature, presente in centinai di film, tutti particolari, tutti da vedere. Da Todo Modo a Banditi a Milano, da A ciascuno il suo a Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, da Sacco e Vanzetti a Il caso Mattei. E poi La classe operaia va in paradiso, I sette fratelli Cervi, Il caso Moro, L'armata Brancaleone, Per un pugno di dollari, Il giorno della civetta ... andate a vederli tutti e poi cercatene altri.

 

Etichette: , , , , , , , , ,