sabato 30 maggio 2009

Marlene Kuntz live – Verona, Teatro Romano 29.05.2009

È stato uno dei più bei concerti della mia vita. Per l’umiltà, la disponibilità, la maturità, il rock nelle vene, un mucchio di belle canzoni, il darsi totalmente all’arte, lo splendido scenario tra antico e moderno. Tutto era cominciato nel pomeriggio di venerdì, quando Cristiano Godano (privo del barbone, male) e compagni, si erano presentati alla Fnac di fronte ad un pubblico giovane e attento, per sottoporsi ad una sfilza di domande sulla loro musica e su ciò che le gira attorno (scrittura, poesia, cinema, amore…). Quaranta minuti intensi e simpatici, a mostrare un gruppo compatto, con le idee chiare e la consapevolezza nei propri mezzi.
La sera, saliti sul palco dell’intimo Teatro Romano di Verona , quasi totalmente gremito nonostante il freddo (quasi in perfetto orario, da veri professionisti), cominciano a snocciolare classici e qualche pezzo recente, con un’energia ed una freschezza straordinarie. Nel pomeriggio avevano parlato degli anni che passano, ma non sembrano siano passati gli anni per i Marlene Kuntz. Precisi, se non per qualche capello bianco, a quando andavo a vederli ai primi concerti da ragazzino.
Il pubblico è molto vario. Dai quarantenni ai trentenni che con i Marlene sono cresciuti, ad un pubblico più giovane, ma molto entusiasta, che quando il terzetto aveva cominciato a suonare era appena nato; sembrano conoscerli meglio del sottoscritto: cantano, chiamano la canzone, scattano immagini con il telefonino. Una ragazza davanti a me, tutta ricci ed energia, corre vicino al palco e abbraccia e bacia Godano alla fine del concerto, fregando i gorilla attenti (ma, almeno in questo caso, tolleranti). Fine del concerto per modo di dire, perché i Marlene Kuntz non si stancano mai, e concedono due bis tirando fino alle undici e mezza passate.
Alla vera fine il pubblico si avvicina al palco ed abbraccia (proprio fisicamente) la band, anche qui estremamente generosa nello stringere mani e regalare sorrisi. Non in modo ruffiano, come fanno i politicanti a caccia di voti in questi giorni, ma da amici di sangue. La ragazza di prima si prende in regalo la bacchetta e il plettro (se li è guadagnati), ed io rincaso felice, quasi ritornato adolescente. Nella mezz’oretta di viaggio non accendo la radio. Ho nelle orecchie buona musica a sufficienza per un bel po’.
Ho detto di Godano, leader carismatico senza pose da duro. Ma i Marlene sono anche una grande chitarra, umile ma necessaria come quella di Riccardo Tesio (c’è sempre) e un fantasista dietro alla batteria come Luca Bergia. Questo è il gruppo, il terzetto così entrato nella storia del nostro rock (e così Godano ama, come ha detto nell’intervista, essere ricordato), ma fondamentale è l’apporto di due innesti come il sicuro basso di Luca Lagash Saporiti e il giovane ma molto bravo Davide Arneodo (tastiere, violino e percussioni). Due Marlene Kuntz extraparlamentari, che spero rimangano a lungo accanto al terzetto. Le canzoni. Le canzoni. Non sono bravo a ricordarmi le canzoni, è un mio difetto. Ho la memoria di pasta frolla e ho sempre invidiato chi se le ricorda tutte e le canta a squarciagola. A fine concerto non ho avuto la prontezza di riflessi di prendere al volo la scaletta, altrimenti sarei qui a sparare titoli. L’ha presa la ragazza di prima (no, scherzo, questa l’ha preso un ragazzo). Ho avuto l’impressione di un concerto molto rock, con un sacco di energia e qualche momento psichedelico. Accanto ai classici fatti fuori uno dietro l’altro, nuovi piacevoli pezzi, come quello che chiude il recente film di Davide Ferrario (Tutta colpa di Giuda, dove Godano stesso ha recitato) Canzone in prigione, bel rock sociale e Pregiudizio, ritmico, nervoso, instabile come una vera marlenekuntzsong. Nota a parte per Impressioni di settembre, cover della PFM: acida, dilatata/dilatante, vera ecologia per la mente e il corpo; i Marlene Kuntz l’hanno fatta loro come nessuno altro mai. Ciliegina sulla torta di un grande concerto rock.
SITO E MYSPACE MARLENEKUNTZIANI

Etichette: , , , , , , , , , ,

giovedì 28 maggio 2009

Intervista ai Tecnosospiri

Mi sembra che la band ospite questa sera su questi schermi abbia trovato uno splendido luogo per collegarsi: al mare, con la chitarra pronta all’uso, una scacchiera per stare ben concentrati e il portatile vicino. Non si fanno mancare niente i Tecnosospiri, come non manca nulla alla loro musica, un pop-rock con venature cantantuorali molto maturo, nonostante la giovane età.
Io i Tecnosospiri li seguo da alcuni anni. Li seguo dal loro precedente cd, In confidenza, uscito come il recente I lupi, per la romana CinicoDisincanto. Devo dire che sono cresciuti, molto cresciuti. I lupi è un concept-album che tocca tematiche sociali e politiche senza perdersi in discorsi banali o complicati, ma facendo vera musica.
Non dimenticano la melodia, non dimenticano la tenerezza i Tecnosospiri (come potrebbero, con un nome del genere?) e passano con incanto e consapevolezza dalle macerie di Sarajevo all’amato Pasolini, da Varsavia sporcata dalle multinazionali ai palazzinari delle nostre metropoli. Ma questo non è un comizio, è un concept-album sullo stato di crisi dei nostri giorni con dieci pezzi perfettamente legati insieme. Per questo lascio la parola a loro. Ci siete?

Etichette: , , , , , , ,

lunedì 25 maggio 2009

CINEMA: il Che di Soderbergh… un film storico (anzi due) senza perdere la cinefilia

È un film importante, attesissimo e non delude le attese (anzi, due film che non deludono le attese). A dirigerli Steven Soderbergh, cineasta con un’idea di cinema indipendente in testa, perfezionista, a tratti freddo, perfetto per questa pellicola su uno dei miti più importanti del Novecento. Chi meglio di lui sarebbe riuscito a realizzare il film sul Che senza farne un santino o denigrarlo, ma facendo semplicemente cinema? E pure Benicio Del Toro appare l’interprete ideale: non gigioneggia (a differenza dell’interprete di Fidel, ma forse era inevitabile), ha una certa somiglianza con il Che, inseguiva il progetto da alcuni anni.
Che-L'argentino, cioè la prima pellicola, quella sulla vittoria della Revoluciòn, è un film molto europeo, con salti cronologici da far paura; Soderbergh se ne fotte altamente dello svolgimento lineare, grazie alle sue capacità tecniche da sempre apprezzate. All’avanzare della guerriglia nella Sierra Maestra fino alla vittoriosa conclusione (il nucleo centrale del film, a colori, con il verde a dominare la scena), vengono inseriti momenti del discorso del Che alle Nazioni Unite nel 1964 (in un bianco e nero da doc storico), e momenti ancora precedenti, come l'incontro tra Che Guevara e Fidel Castro in Messico nel 1955. Questi salti di tempo danno alla pellicola un buon ritmo e nell’economia del film il tutto risulta perfetto.
Che-Il guerrigliero, sul fallimentare tentativo di esportare la Revolucòn in Bolivia, ha invece un andamento più lineare, più da film “tradizionale” con un inizio, uno svolgimento, una fine. Una fine che già conosciamo (come del resto il film n.1), ma non per questo meno interessante. Sembra una parabola inversa alla precedente. Mentre nel primo film tutto (o quasi), procedeva per il verso giusto, qui tutto va storto: non c’è simpatia da parte della popolazione per i rivoluzionari, l’esercito non si unisce a loro, ci sono delle incomprensioni tra i militanti, il territorio è ostile, vengono presi facilmente i simpatizzanti…c’è solo il Che.
Soderbergh però, anche qui costruisce con precisione chirurgica un’epoca e un personaggio che ha fatto epoca. Sembra proprio di sentire, di respirare, quel periodo storico ahimé lontano, con quei personaggi storici, quel modo di parlare, quel modo di credere, quando tutto aveva un significato preciso a partire proprio dalle parole: intellettuali, rivoluzionari, comunisti, anticomunisti, reazionari, rivoluzione, colpo di stato, dittatura … quando le parole erano importanti.
Per me sono state due visioni coinvolgenti: mi sono smarrito nel film per ritrovarmi in un'altra realtà. È questo che il cinema dovrebbe darci. Sì, due film coinvolgenti e alla loro maniera commoventi. Uscito dalla sala cinematografica mi pareva di provenire da un altro mondo. Poi, piano piano, mi sono riadattato, sono tornato alla piattezza dei nostri giorni. Giusta la divisione in due parti. Sbagliata l’uscita un anno dopo (era a Cannes 2008, dove Del Toro ha ricevuto lo strameritato premio come miglior attore …). Ripescatelo in questa stagione calda. Sarà ancora più coinvolgente.
VAI AL DISTRIUBUTORE DEL FILM http://www.bimfilm.com/

Etichette: , , , , , , , , , , , , , , ,

venerdì 22 maggio 2009

Intervista ad Ila

Ila è una ragazza con la chitarra, difficile immaginarla lontana dallo strumento con il quale scrive, suona, canta e si diverte. È di Genova ma vive a Bergamo (di sopra o di sotto?). Nella sua vita ha fatto un sacco di lavori dai più umili ai più creativi (e continua a farne). La sua vera passione però è la musica e s’incazza quando vede il poco interesse nel nostro bel paese per essa. S’incazza così tanto che lo scorso anno ha fatto pure un film documentario intervistando molti suoi colleghi, La guerra dei poveri (nel parleremo).
Pure alcune sue canzoni nascono da queste arrabbiature, come possono far intuire alcuni titoli del'ultimo album Va tutto bene ...: Basta, Giorno peggiore, … ma c’è anche poesia e delicatezza nel suo pop gioiosamente arrabbiato, come nelle melodie che si contaminano con jazz, world music, folk. Saranno le su origini genovesi, terra di mare dove la contaminazione multiculturale è sempre stata feconda?
Ha cominciato a suonare a 17 anni durante un’occupazione scolastica e non ha più smesso. Il malgoverno a volte, tortuosamente, fa cose positive: ci ha regalato una voce femminile importante. Ma non voglio buttarla in politica. Meglio allora sentire se Ila è pronta? Ci sei? Riesci a scrivere anche se hai un dito grosso come una melanzana?... a proposito, cosa ti è successo? Se non sono indiscreto?
VAI AL SUO MYSPACE http://www.myspace.com/ilasinger
VAI AL SUO SITO http://www.ilamusic.it/

Etichette: , , , , , , , , , , , , ,

mercoledì 20 maggio 2009

Frigidaire è tornato in edicola

Posso dire che sono cresciuto con loro, o almeno, una buona parte di quello che culturalmente sono lo devo alle letture adolescenziali di Frigidaire. Lasciamo stare tutti i grandi del fumetto che hanno lanciato (anche se lanciare non è la parola giusta) …allora, che hanno dato vita a Frigidaire, ma Frigidaire era un giornale culturale spiazzante: dai semi di cannabis dati in omaggio ad un illuminante articolo sulla fusione nucleare fredda (quella pulita), dai racconti di subletteratura ad articoli sulla prostituzione, dal rock più seminale ai reportage di viaggi veri e crudi al critico d’arte Bonito Oliva nudo in copertina (completo, in erezione e con una modella, rigorosamente vestita, a guardarlo, quando sulle copertine degli altri giornali c’erano solo donne desnude), ad un articolo/appello per ospitare una mucca che rischiava di finire macellata dopo anni passati a fare il latte a vignette di satira mai indolore … Frigidaire era così. Una grande rivista di cultura a tutto tondo. Per questo mi ha fatto piacere sapere che è tornato in edicola. Lo trovate una volta al mese in allegato al quotidiano Liberazione. La prima uscita con il n. 214 è stata significativamente il 25 aprile. La prossima sarà sabato 23 maggio. Conviene prenotarlo, perché quei 4 fogli di satira e idee sconvolgenti, vanno a ruba. L’ho letto tutto d’un fiato, a partire dall’editoriale di Vincenzo Sparagna e mi sono sentito meglio. Una sveglia... meglio, una liberazione.
http://www.frigolandia.eu/
http://www.liberazione.it/

Etichette: , , , , , , ,

lunedì 18 maggio 2009

LIBRI: Novalis di Giorgio Fontana, un libro rock

"Tocca a te" dice Hans, e mi passa una patata.
Siamo qui, io e lui, come piccioni su un balcone di un metro, a tirare patate sui vetri di un garage sfitto di fronte a casa sua. È domenica e il cielo è azzurro.
"Sai?" dice. "C’era un gruppo, non ricordo quale, che aveva un jet privato con la parte anteriore a forma di cazzo. Per scopare tutte le città in cui arrivavano, dicevano."
"Non è vero."
"L’ho letto da qualche parte."
"Te l’avrà detto Marco."
"No, l’ho letto."
"In ogni caso mi sembra un’idiozia."
"È la tipica cosa che a sedici anni avresti adorato."
"Erano altri tempi. Credevo ancora nel rock’n’roll."

E voi, credete ancora nel rock’n’roll? E di quello strano aereo avete mai sentito parlare? Non solo per questo mi sono divertito a leggere Novalis, libro del giovane Giorgio Fontana, autore molto intelligente, decisamente rock. Il suo è proprio un romanzo per chi crede ancora nel rock’n’roll, forse un po’ punk, forse un po’ dark. Pulp si sarebbe detto qualche anno fa.
Sì, c’è del cannibale in questa storia di un giovane musicante in crisi. La sua band è finita, i suoi genitori sono malati e/o depressi, tutto si dissolve davanti a lui. Manca solo trovi una ragazza che cerca amanti sulle pareti dei bagni pubblici e si prostituisce con successo tramite il web. Inizia così una storia di sesso e perversione e poi morte con il gruppo Novalis (praticano una forma teatrale snuff, cioè con suicidi in diretta). Un vero incubo … chissà se succedono cose così anche ai miei amici musicanti?
IL SITO DELL’AUTORE http://www.giorgiofontana.com/
IL SITO DELL’EDITORE http://www.marsilioeditori.it/

Etichette: , , , , , ,

venerdì 15 maggio 2009

Intervista a unòrsominòre.

Intervistare unòrsominòre. non è cosa da poco. unòrsominòre. (con gli accenti così e il punto alla fine) non lo incontri tutti i giorni. È un’occasione da prendere al volo. Mi è capitata perché, da buon ecologista (della mente), l’ascolto da anni. Unòrsominòre. infatti è il nuovo progetto di kappa, voce e chitarra dei Lecrevisse, gruppo psico-rock della mia città che alcuni anni fa sconvolse piacevolmente la scena indi con tre dischi memorabili (il secondo, uscito come il terzo per Jestrai, è il più noto, ma pure gli altri due sono imperdibili e girano spesso sul mio lettore).
Da marzo gira spesso anche questo omonimo esordio da òrsominòre., alternative di razza cantato in italiano, registrato ostinatamente in analogico tra i monti di Trento, uscito per la label indipendente I Dischi del Minollo (mi ricorda Massimo Troisi, e a voi?). Un modo di cantare originale, delle melodie mai convenzionali, un rock particolare e unico, quando l’ascolto sento delle forti emozioni (non è una frase fatta, le provo sinceramente).
Non saprei a chi paragonarlo, non saprei con quali parole razionali descriverlo. Per questo lascio la parola a kappa, rivelando che la prima intervista della mia vita da Alligatore, l’ho fatta proprio con lui e Matteo, il bassista dei Lecrevisse. Era il 2003. Ma torniamo al presente. Ciao kappa.
VAI AL SUO SITO http://www.unorsominore.it/
VAI AL SUO MYSPACE http://www.myspace.com/unorsominore

Etichette: , , , , , , , , , , , ,

mercoledì 13 maggio 2009

Brutti Caratteri 5

Ogni tanto fanno qualcosa di vivo e bello anche nella mia città.

Leggi il seguito… » per saperne di più

Etichette: , , , , , , ,

lunedì 11 maggio 2009

Intervista ai Silvia’s Magic Hands

James Wood III da Dorset (Inghilterra) e Giuseppe Lovreglio da Taranto sono i fondatori, nel 2007, di questa celestiale band pop-folk con le suggestioni di un nome di donna (Le magiche mani di Silvia…?! chissà cosa significa?... lo riveleranno questa sera?), un duo al quale si è poi aggiunto, nel 2008, il batterista Luca Casamassima. Due chitarre, due voci e una sezione ritmica senza basso. Strano, possibile e niente male.
Un gruppo che fa musica senza tempo, mi sono detto al primo ascolto delle loro canzoni, un gruppo capace di farsi apprezzare senza grossi problemi anche fuori dall’Italia, tipo The Mojomatics (ai quali, per certi versi, assomigliano), un gruppo che ha dato di recente alle stampe, con la storica label bolognese Irma Records, il primo cd, Flying saucer for recreation: interessante ascolto dopo ascolto, un cd, per dirla alla critichese, che cresce.
Pure il terzetto, nel giro di pochi anni, è cresciuto, partecipando a varie rassegne di musica giovane (uscendone sempre tra i migliori), come venerdì scorso al primo Paradise of Rock di Ancona, del quale sono risultati i vincitori. Mi fa piacere ospitare proprio questa sera Giuseppe, che ci racconterà, tra le altre cose, questa recente esperienza positiva. Ci sei? Oppure stai ancora brindando con la band?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/silviasmagichands

Etichette: , , , , , , , , ,

venerdì 8 maggio 2009

LIBRI: I riciclisti di Andrea Satta mi ha sbloccato la schiena

Finalmente un libro che soddisfa le mie passioni in modo totale, perché le contiene quasi tutte: bicicletta, ciclismo, musica, letteratura, Têtes de Bois … e tutto quello che ci va dietro (anarchia, poesia, canzoni, bevute, vita…). Manca solo il cinema. O forse c’è, visto che leggendo, in un unico pomeriggio assolato, questo agile e divertente romanzo di Andrea Satta, mi sono visto un film. Un film su di un padre ed un bambino che aspettano vicino ad un paracarro l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia (già un paracarro, come quel paracarro di Bartali, ma nel romanzo ce ne sono altri, c’è una specie di elogio del paracarro), e con loro altre persone che per un giorno diventano amiche. Un’umanità varia e colorata, ricca di storie da raccontare (altre storie, dentro la storia, come una matrioska), di vino da bere, di campioni da ricordare, di fuochi da accendere per cucinare insieme in attesa dell’arrivo dei ciclisti. Il passato si fonde con il presente, storie di numeri uno accanto a gregari, divertenti aneddoti su quel ciclista abbonato all’ultimo posto con tristi ricordi di chi ci ha rimesso la pelle. Si poteva cadere nella solita retorica del ciclismo sport sano e popolare. Ovviamente questo non succede, perché Satta, oltre alla cultura ciclistica (ha seguito il Tour lo scorso anno per il manifesto e quest’anno per l’Unità seguirà il Giro del Centenario , che parte domani da Venezia) è ricco di cultura altra. Quattro canzoni inedite dei Têtes, su/per/con il ciclismo e la bici sono allegate al romanzo (una scritta da Gianni Mura). Altre, scaricabili dal web, dopo l’estate.E poi, finalmente, dopo qualche settimana di schiena bloccata, posso dire di essere tornato in gran forma proprio leggendo I riciclisti, lettura decisamente terapeutica. Domani, prima dell’inizio del Giro, farò un giro pure io con la mia bici, ferma in cantina dal 18 aprile… troppo tempo.
PER TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SU ANDREA SATTA E SUI TĔTES DE BOIS E NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE …
http://www.tetesdebois.it/ www.myspace.com/tetesdebois
VAI AL BLOG www.riciclisti.it
…E SULL’INTERESSANTE EDITORE DEL LIBRO, SPECIALIZZATO IN BICI-LIBRI, CHE LEGGO SPESSO (COME TUTTI QUELLI DI EMILIO RIGATTI, DEL QUALE UN GIORNO FARŎ L’ELOGIO) …
http://www.ediciclo.it/
LEGGI SUL SITO DI SMEMORANDA

Etichette: , , , , , , , , , , , , , ,

mercoledì 6 maggio 2009

Intervista agli Zenerswoon

Finalmente domani uscirà Frames, l’atteso secondo album dei Zenerswoon e loro hanno deciso di farmelo ascoltare in anteprima (grazie!). Un disco con una copertina particolarmente bella, che profuma di nuovo inizio con quei resti di matite colorate passate nel temperino. Una cosa tra l’avanguardia e i ricordi di scuola, come la musica del power-trio fiorentino, del resto. Atmosfere sospese alla Radar Brothers, qualche staffilata noise ben assestata e una voce calda e rock, bella, che resta (dalle parti di Eddie Vedder, se volete qualche paragone ingombrante). Queste sono le mie prime impressioni.
Attivi sulla scena da più di dieci anni, gli Zenerswoon sono cresciuti tra concerti e ottime manifestazioni (Wave Love Festival, Rockcontest e altre mille iniziative che stanno creando una vera e propria “nuova scena toscana”), qualche cambio di formazione (il batterista, è sempre il batterista che se ne va nelle giovani band italiche…) fino alla line up definitiva: Andrea Angelucci (voce, chitarra), Lorenzo Bettazzi (basso, voce), Stefano Tamborrino (batteria e percussioni). E adesso, dopo le presentazioni, è proprio il caso di lasciare la parola a loro. Ci siete Zenerswoon? Uno sono sicuro …
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/zenerswoon

Etichette: , , , , , , , ,

lunedì 4 maggio 2009

Buon compleanno EMERGENCY

Nel maggio di 15 anni fa nasceva Emergency. Non so la data precisa, ma auguro al gruppo fondato da Gino Strada una buon compleanno e ne approfitto per invitare chi vuole a contribuire con il proprio 5 per mille. Manteniamo in vita questa splendida esperienza di pace. Io, nel mio piccolo, lo faccio sempre, perché non mi hanno mai deluso…
QUESTO IL LORO SITO: http://www.emergency.it/

Etichette: , , , , ,

domenica 3 maggio 2009

Buon compleanno Pete

Pacifista, ecologista, dalla parte dei lavoratori di tutto il mondo, si è sempre battuto per i diritti civili e per ogni causa degna di rispetto. Ha cantato e diffuso (tra le tantissime) We Shall Overcome e This Land Is Your Land dell’amico Woody Guthrie, è finito sulla lista nera del maccartismo come tutti i veri difensori della libertà e della giustizia sociale. Non è un santino ma un grande musicante. Quando penso a lui penso all’amato banjo e al berretto da marinaio calato in testa, penso che il Sessantotto non sia solo una data storica ma uno stato della mente.
Bruce Springsteen gli ha reso omaggio nel meraviglioso modo che sappiamo e festeggerà oggi il suo novantesimo compleanno assieme all’amica Joan Baez e a un sacco di altri grandi. Al di fuori di ogni retorica, credo che se non fosse vissuto Pete Seeger, la nostra musica più amata sarebbe stata molto, ma mooolto più povera. Non solo il folk, ma anche il rock e tutte le sue diramazioni devono a Seeger qualcosa. Per questo dedico il post a lui e ai suoi splendidi novant’anni. Auguri Pete! Canta ancora per noi.
ALIAS IN EDICOLA PROPRIO OGGI, DOMENICA 3 MAGGIO, DEDICA AL GRANDE FOLKSINGER LA COPERTINA E UNA BELLA SERIE DI ARTICOLI CON TANTO DI INTERVISTA TELEFONICA.

Etichette: , , , , , , , ,