Un piccolo incidente con la bici ogni tanto ci vuole, giusto per imparare a non distrarsi. E allora, sono sbandato e rotolato giù per un burrone per un paio di metri. La bici è volata da una parte e io dall’altra. Sembrava tutto scritto mentre succedeva. Non mi sono fatto niente, solo qualche graffio sulle gambe dovuto ai pungitopo dove sono atterrato, che hanno attutito fortunatamente il colpo. Delle signore tedesche mi hanno aiutato a rialzarmi (erano spaventate più loro di me). Una assomigliava alla Merkel, ma mi è sembrata più premurosa e preoccupata del primo ministro tedesco nei confronti dei greci.
Starò qualche giorno fermo e invece di andare in bici, domani mi deciderò a leggere il libro a fumetti in cima alla pila sul comodino. Titolo emblematico: Alligatore dimmi che non vuoi morire, della Coconino press/Fandango.
AGGIORNAMENTO
Approfittando della giornata con qualche sprazzo di sole (e poi nuvole minacciose, sole, nuvole …), ho fatto una ventina di km. Meglio ripartire subito dopo una caduta. Ho però avuto il tempo di leggere il libro, Alligatore, dimmi che non vuoi morire. È veramente un grande fumetto, una storia inedita dell’investigatore privato inventato da Carlotto, messa a disposizione di Igort. C’è una cantante, sosia di Patty Pravo, c’è Cagliari e c’è Parigi, città ben conosciute sia dallo scrittore, sia dal disegnatore (l’idea di fare il libro insieme è nata durante una loro cena proprio nella capitale francese), c’è un ricco albergatore amante della cantante. Ricatti, omicidi, piccole miserie personali (in questo c’è una somiglianza con il miglior Simenon, anche se l’Alligatore non è certo un poliziotto, ma l’investigatore privato più libero al mondo). C’è finalmente una faccia per l’Alligatore, e, devo dire, se non avessi la barba, potrebbe assomigliarmi un po’ …ecco, in un vecchio mio post cercavamo un attore per interpretare questa parte ("Carlotto riporta l’Alligatore in vita"). Mi candido io, se mai faranno un film tratto dai romanzi di Massimo Carlotto con l’Alligatore.
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