lunedì 28 febbraio 2011

Intervista ai Minimono

Questa sera è di scena sul blog la disco più alternativa d’Europa, quella dei Minimono, duo con base in Toscana, impegnato da più di dieci anni a diffondere nell’etere una dance-funky-house con anima black e attitudine sperimentale. Sono il fiorentino Fabio della Torre e il leccese Ennio Colaci, fondatori della Bosconi Records e Bosconi Extra Virgin per ballare in modo intelligente. Con la seconda hanno dato alle stampe da qualche settimana il loro nuovo cd, Runaway.

Runaway, fuggiasco, un album ricco ed eterogeneo, dalle atmosfere soffuse, con momenti Thievery Corporation, a tratti ricorda certi brani sognanti del primo cinema di Spike Lee. Difficile da definire, quanto piacevole da ascoltare. Affiancano all’elettronica di base un buon uso di strumentazione analogica, la voce umana e la capacità di creare pezzi dilatati. Ma ora sto cominciando a sbrodolare, e non vorrei esagerare. Meglio sentire se sono pronti i Minimono

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domenica 27 febbraio 2011

Il mondo che vogliamo


"Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un'equa distribuzione delle risorse..."

Inizia così Il mondo che vogliamo, il manifesto di Emergency che verrà discusso nel corso di 20 incontri in tutta Italia da Gino Strada, insieme con tanti ospiti del mondo della cultura, della società civile e con tutti i cittadini che vorranno partecipare.

Questa non è una semplice comunicazione di servizio, o un copia e incolla dalla newsletter di Emergency. Questo è ciò che credo profondamente senza se e senza ma …

Calendario degli incontri

Il manifesto "Il mondo che vogliamo"

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venerdì 25 febbraio 2011

Intervista ai Laradura

Dalla grassa, dotta, rossa … Bologna, ecco un altro magico gruppo di bolognesi provenienti da diverse parti d’Italia, i Laradura. Sono in quattro e “vengono da Calabria, Sardegna, Sicilia, terre calde come il suono che propongono” (leggo sul loro facebook la frase e concordo), sono quindi perfetti per rappresentare questa scena locale, sempre più caratterizzata da musicanti di tutta Italia. Il loro disco, Senzafine, uscito ufficialmente da pochi giorni presso la bella label indipendente di Sassari Red Birds Records (canta bene l’uccellino rosso), mi è piaciuto subito.

Registrato e mixato nel mitico Lotus studio di Gianluca Lo Presti e Lorenzo Montana (tra gli altri, Simona Gretchen e Nevica su quattropuntozero), Senzafine è caratterizzato da un cantautorato nuovo, che colpisce nella scrittura, nel modo di proporsi, nelle melodie che l’accompagna. Dal vivo deve essere ancora più coinvolgente. Spero siano molti i giri dei Laradura con il loro amico Harry, nella foto sopra dalle suggestioni on the road. Senzafine vorrei non finisse mai. Intanto andiamo a cominciare l’intervista. Pronti?

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mercoledì 23 febbraio 2011

Verona Infedele a Buffi caratteri


Mi sono commosso quando ho visto quel mitico logo, quello di Verona infedele. Forse a molti di voi non dirà niente, o poco, ma a me dice molto. Erano gli anni ’90, tangentopoli era scoppiata anche nella mia città, questo giornale satirico senza padroni e senza padrini, senza nessuno che avesse le palle di sostenerlo economicamente, con intelligenza e spirito critico, la raccontava. Non era un semplice giornaletto di denuncia, ma vera arte con nomi quali Milo Manara (chi non lo conosce?), Gianni Burato (ho il suo autografo), Claudio Bighignoli, Alberto Cavazzuti e il direttore/fondatore Cesare Furnari, vivace intellettuale che non c’è più. Spesso i politici locali presi di mira passavano per le edicole della città cercando di comprare tutte le copie possibili, tranne la mia (me la facevo mettere da parte dall’edicolante). Manca alla mia città una cosa così. Sarà uno dei piatti forti di Buffi caratteri: quattro giorni di satira a Verona, il prossimi fine settimana.

Qui il nutrito programma

http://brutticaratteri.noblogs.org/bufficaratteri/bufficaratteriprogramma


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sabato 19 febbraio 2011

Live: Honeybird & the Birdies



Nella serata di M’illumino di meno mi sono illuminato di più, anzi, io e tutti quelli presenti al concerto di Honeybird & the Birdies, al teatro DIM (http://www.dimcafe.it/) di Sandrà, piccolo centro di Castelnuovo del Garda con una struttura teatrale che manco certe città hanno (non c’ero mai stato, anche se è ad una ventina di km da casa mia, spero di aver occasione di tornarci).
Mi aveva segnalato il concerto la stessa honeybird, non potevo mancare, considerata la bellezza del loro recente cd, e la straordinaria intervista fatta sul blog ("Intervista a Honeybird & the Birdies"). E poi il loro esordio, Mixing Berries, l’avevo definito su Smemoranda disco dell’anno, vista la varietà di suoni, lingue, impegno e divertimento, in esso contenuto. Dal vivo queste caratteristiche vengono esaltate dall’allegria contagiosa di honeybird, capace di creare emozioni a getto continuo tramite la sua voce, il suo mitico charango, suonato per tre quarti del concerto, la seconda voce di p-birdie, batterista e percussionista del gruppo, che non è una seconda voce, ma si completa alla perfezione con quella di honeybird. Al basso mancava l’infortunato ginobird, sostituito degnamente da Francesco Cerroni (bird cosa?), ottimo musicante attivo in una marea di progetti, veramente bravo ad imparare in poco tempo i diversi pezzi sempre nuovi ed originali.
Ovviamente per il concerto ho chiamato a raccolta i miei amici più colti. Il solito parmense (il fidanzato della mia veterinaria), il suo amico di Varese e siamo andati alla ricerca del DIM e di emozioni. Dopo un pizza veloce siamo entrati nel bel bar del teatro. Ho visto subito Honeybird & the Birdies seduti al tavolo intenti nella preparazione della scaletta. Per questo mi sono seduto ad un tavolo vicino. E anche per timidezza: adesso,cosa faccio? Mi presento o aspetto la fine del concerto? Per gli amici dovevo farlo subito. "Dai, che vanno via. Fallo ora Ally. Se non ora, quando?..."
Chi mi conosce sa che sono un codardo, non amo le luci, mi muovo poco e lentamente. Ho proposto agli amici un bel giro di rum, rigorosamente liscio (non c’è niente come il rum per darsi coraggio), e finalmente ho trovato la forza di avvicinare questo concentrato di emozioni sotto forma di rock-band FrankZappa-style. È stato bello: baci, abbracci, scambio di simboli (il loro logo con i tre uccellini, le mie pins, una delle quali finita subito sulla tunica nera con disegni floreali di honeybird)
Il concerto è iniziato verso mezzanotte, dopo l’apertura della serata del bel gruppo veronese degli Unavez, interessante folk vario e coinvolgente. Ho avuto così tempo di parlare per un bel po’ con l’allegro trio sul come va nella scena indie-italica e sul loro tour (provenienti dalla Liguria e diretti a Brescia: oggi 19 febbraio, suoneranno al mitico LE TITS, il 3 di marzo a Livorno, al FEFFO&SODA).
L’esibizione è stata apprezzato dal pubblico (alla fine si sono bruciati tutti i cd). Luci soffuse per M’illumino di meno e un’oretta creativa/ricreativa di forte impatto. Canzoni che fanno pensare, tipo Dolores inside (sulle ingiustizie e sofferenze del sud del mondo), seguite a pezzi scanzonati da farti saltare sulla sedia come il funky Sexy tour guide/tutto al limone o La bếte mouffette (gentilmente a me dedicata, facendomi saltare sulla sedia). Una varietà di lingue, dall’inglese al francese, al congolese, al portoghese, qualche accenno in italiano, il suono celestiale del charango, strumento boliviano costruito con il guscio dell’armadillo (ma il suo, ci tiene a dirlo, è giustamente di legno), batteria e percussioni impeccabili, ed un basso diligentemente ordinato. Andate e cercateli, possibilmente vivi: questa sera a Brescia, poi Livorno…

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giovedì 17 febbraio 2011

Festa del gatto, festa degli spiriti liberi


Oggi è la festa del gatto. Avete fatto gli auguri al vostro? Io sì, e ho preso pure il regalo (nella foto, GoodyGoody Afternoon in attesa di riceverlo). L’ho scoperto solo ieri, leggendo il blog dell’amica desa (Come l'Acqua). Poi sono andato su wikipedia tramite google (sono moderno io) e ho letto questo.
La festa del gatto è celebrata in Italia tutti gli anni il 17 febbraio. La festa viene celebrata dal 1990. La scelta della data non è casuale, infatti il mese di febbraio è il mese del segno zodiacale dell'Acquario tipicamente considerato il segno degli spiriti liberi, mentre il giorno 17 è stato scelto appositamente per sfatare tutti i miti che hanno accompagnato la storia di questo felino.
Sfatiamo tutti i miti e … auguri ai mici e alle micie ;)

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martedì 15 febbraio 2011

Intervista a Edipo

Questa sera sul blog c’è Edipo e mi sembra paradossale che proprio lui non abbia il complesso, ma è così. Edipo è un nuovo cantautore, con la chitarra a tracolla, la bici, tanta ironia. Anche lui di Brescia (zona lago, praticamente sul lato opposto alla mia palude), è direttore artistico di un locale a Salò (già, Salò) il 24, e responsabile della Produzioni Dada. Insomma, a guardare le sue attività si capisce molto della qualità della scena musicale bresciana e del perché c’è: locali, radio, piccole esperienze produttive.

Edipo in realtà di complessi ne ha frequentati alcuni, prima di mettersi in proprio. Dagli Edwood, già passati su questi schermi, ai Gretel & Hansel. Ora sembra aver intrapreso la strada solista, con un cd autoprodtto assieme a Circolo Forestieri e Foolica Records, intitolato simpaticamente Hanno ragione i topi: dieci canzoni ironiche, ben scritte e musicate con gusto, che rivelano Edipo come uno dei più promettenti cantautori della leva degli anni uno. Si sorride e si parla del presente, tra citazioni musicali (Sergio Endrigo) e cinematografiche (il remix del Gian Maria Volontè di Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto). Insomma, tanta carne al fuoco. Pronto?

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http://www.myspace.com/edipomastersystem

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lunedì 14 febbraio 2011

Un calcio a culoflaccido …

Il mio post di venerdì Se non ora quando …sempre! ha scatenato una serie di riflessioni argomentate e belle, belle perché argomentate. Ringrazio chi ha contribuito al “dibattito”, anche con post nei loro apprezzati blog, che invito a leggere e commentare, perché la discussione sia continua e il calcio a culoflaccido di oggi non sia stato sterile. Per incrementare la discussione segnalo il dossier de il manifesto, 13 febbraio Prima e dopo, perché la mobilitazione deve essere continua, non una semplice prova di forza e solo contro un simbolo, prima o poi destinato a passare, ma una razionale presa di coscienza delle storture del neoliberismo.

SUL SITO DE IL MANIFESTO 13febbraio

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venerdì 11 febbraio 2011

Intervista ai Leitmotiv

Difficile immaginare i Leitmotiv fermi e rilassati, vista la quantità di concerti in Italia e in Europa e la forza fisica della loro musica, ma questa sera si sono seduti su quella panchina per l’intervista sul blog e niente e nessuno riuscirà a schiodarli. Da una bella piazza mediterranea nella mitica Puglia risponderanno alle mie domande a molti chilometri di distanza. Una magia tecnologica come è magica la loro musica, difficilmente classificabile o paragonabile con altri gruppi: i Leitmotiv sono i Leitmotiv.
In questi giorni il loro Psychobabele (le città dimenticate), uscito per Pelagonia Dischi, ha accompagnato i miei viaggi in auto. Non riuscivo a toglierlo perché affascinato dai giochi di parole dentro complessi giochi sonori. Del resto il titolo dice molto, con citazione calviniana (da Italo) e anche il produttore artistico con il quale hanno collaborato, Amerigo Verardi, può indicare molto sulla loro musica. Si potrebbe parlare d’incontro tra rock e canzone d’autore, ma sarebbe solo un’etichetta. I Leitmotiv sono molte cose. Alcune cercherò di scoprirle questa sera. Pronti?

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giovedì 10 febbraio 2011

Se non ora quando … sempre!

Non sappiamo se e in che modo usciremo da questa crisi, morale, civile, economica, sociale, politica e via discorrendo. Mi auguro non sia un uscita moralista e bacchettona, che punisca i festini di Arcore, o presunti tali, e lasci immutato il quadro dei rapporti di forza capitale/lavoro, uomo/donna. Ecco perché aderisco a Se non ora quando, manifestazione del 13 febbraio, ma in modo critico e attento e invito a leggere questo interessante dibattito innescato dal sito Globalproject.it.

Se non ora quando .. vale la pena di uscire dai luoghi comuni

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martedì 8 febbraio 2011

Intervista ai Pitch

È stata dura trovare una data buona, ma alla fine sono riuscito a portare anche i Pitch sul blog. Sì perché i Pitch sono sempre in giro a fare concerti. Per non dire di Alessandra Gismondi, frontwoman del gruppo, che si divide con altri due progetti musicali, Schonwald e Vessel, ed è sempre su e giù per la penisola a suonare (modo di dire banale e un po’ ridicolo, ma rende …). Ora dovrebbe essere ferma davanti al pc, o almeno lo spero. Immobile come nell’affascinante foto che ho voluto mettere, sofisticata e sognate al pari delle nuove sonorità della band.

Con questo loro quarto disco, Comme Un Flux, uscito presso DeAmbula Records (label anche dei Ka mate Ka ora, passati di recente sul blog) e Pocket Heaven Records dal Lussemburgo (già), hanno dato vita ad un piacevole pop moderno, concentrato acido di puro rock malinconico. Dieci pezzi facili cantati in inglese, a parte la title-track in francese, ovviamente sensuale alla maniera di un Gainsbourg di oggi e con una bella chitarra in coda. Ma è solo un pezzo. Vi invito ad ascoltarli tutti. Ci troverete molte altre cose. Ci troverete i nuovi Pitch. Pronti?

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lunedì 7 febbraio 2011

CINEMA: Qualunquemente di Giulio Manfredonia

Ho visto Qualunquemente appena è uscito, attratto in modo quasi animale. È un film da vedere, ma non saprei spiegarvi il perché. Mi viene in aiuto Leopardi e il suo Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani. Dopo averlo letto guardatevi il trailer tra i miei preferiti nel YouTube ALLYDIEGO … ditemi che effetto fa.

Un discorso a parte meritano gli italiani. «Le classi superiori d’Italia sono le più ciniche di tutte le loro pari nelle altre nazioni. Il popolaccio italiano il più cinico dei popolacci». Il cinismo degli italiani ha avuto, tuttavia, il merito di aprire loro per primi gli occhi di fronte «all’apparir del vero», contro le illusioni e gli inganni della tradizione. Questo vantaggio iniziale, però, si è poi tradotto in un freno verso la formazione di un costume nazionale. «Gl’italiani hanno piuttosto usanze ed abitudini che costumi». E queste, «che si possono e debbono dire provinciali e municipali, sono seguite piuttosto per sola assuefazione».

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venerdì 4 febbraio 2011

Intervista agli Ofeliadorme

Ofeliadorme per la seconda volta sul blog dell’Alligatore (Francesca, voce e chitarra del gruppo, per la terza, è record!) e la cosa mi rende estremamente felice. Come i La Blanche Alchimie, ospiti domenica scorsa, si tratta di una band per niente banale, con delle soluzioni musicali mai scontate, una splendida voce di donna e la volontà di fare tutto da soli. È una buona annata questa per le donne nel rock e anche per il sottobosco più vivo e veramente indipendente. Le nuove tecnologie e le comunicazioni web rendono il momento favorevole, approfittiamone.
A sentirli sembrano poco italiani gli Ofeliadorme, (non a caso all’estero si sono già fatti conoscere): abbinano al classico rock chitarra-basso-batteria, strumenti altri, tipo trombe, mandolini, archi, senza esagerare però. Questo loro nuovo cd autoprodotto, intitolato significativamente All Harm Ends Here, vero e proprio esordio nella forma lunga, è bello dalla testa alla coda. Paranoid Park, River, Naked Evil … butto lì alcuni titoli solo per farvi sentire il profumo della migliore cultura indie (cinematografica e/o letteraria) della quale sono impastati. Cultura rock forte. Era ora … basta dormire.

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giovedì 3 febbraio 2011

Ciao Maria

Mi piace ricordarla in Ultimo Tango a Parigi, film amato da molti cinefili, odiato da altri, ma indiscutibilmente vittima di una censura ingiusta, simbolo in un’italiaetta retrograda e bacchettona che lo condannò al rogo (sì, al rogo) umiliando Bertolucci, maestro come pochi. Maria Schneider rimase ingabbiata in quel personaggio e nonostante la partecipazione ad altri film importanti (da Professione Reporter a Notti selvagge), il pensiero torna a quella pellicola dalla fotografia sgranata, con un Marlon Brando invecchiato, la famosa scena del burro … abbiamo visto e sentito molto di più dopo, ma Ultimo Tango a Parigi rimane nell’immaginario collettivo come lo scandalo assoluto. È invece una profonda riflessione sul cinema, la vita, la morte, per me un vero e proprio cult-movie (non a caso l’ho messo nel mio profilo tra i film preferiti, non a caso è il primo). Magari ne scriverò in un'altra occasione. Oggi il ricordo va a Maria Schneider prematuramente scomparsa. Senza di lei il Tango sarebbe stato diverso.

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mercoledì 2 febbraio 2011

In edicola il più bel Frigidaire della storia

È il più bel Frigidaire della storia, quella nuova intendo. Copertina a parte (è bella pure quella, di Cossu, ma non ci sono io nudo… non si può avere tutto), ci sono dei pezzi da rimanere con le dita incollate al giornale. Me lo sono letto tutto d’un fiato, con un piacere fisico immenso. Dal pezzo di Sparagna, Onde Ribelli, sulle salutari scosse da una parte all’altra del Mediterraneo (occhio al suo disegno con un Gramsci nero, un capolavoro che ho tentato invano di scanerizzare), all’originale storia a fumetti de I nuovi partigiani (vanno a Sanremo per sconvolgere la capitale della canzonetta imbecille), dalla testimonianza di un antropologo sulle sue esperienze in Amazzonia all’intervista a Vendela Vida, e poi fumetti magnifici, strisce, il grande Pablo Echaurren, due mie rece, chiapperi (Numero6 e Kyò) e sopratutto due splendidi pezzi su Angelo Quattrocchi. Chi era? Era Baby Face … io lo conoscevo come editore di libri, libri più radicali di quelli di StampaAlternativa. Alla sua Malatempora proposi un mio romanzetto anni fa. Quattrocchi mi rispose con una bella lettera scritta a mano e due libri in regalo. Questo la dice lunga sull’umanità della persona. Quanti editori fanno così? Non sapevo fosse amico di Sparagna, dovevo immaginarmelo …

E ALLORA http://www.frigolandia.eu/

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