martedì 27 aprile 2010

Intervista a TheTransisters

Questa sera ho l’onore di avere sul blog i veneti Transisters, appena tornati da un tour in Germania e pronti a far uscire il loro secondo cd: How To Irritate People. Sarà ufficialmente fuori la settimana prossima, ma io l'ho già ascoltato parecchio e la coda mi batte bene. Sì, perché sono 9 pezzi per venticinque e rotti minuti di musica autenticamente sbatticoda, dove non si tira mai il respiro. Sembra quasi siano davanti a te a suonare, a divertire, a divertirsi … a pensarci bene, sembrano pure più di quattro (almeno sei), tanto e tale è la varietà di suoni e voci prodotte.
Le influenze dichiarate sono varie e molto importanti: dai Joy Division ai Gang of Four, dai Wire ai Pere Ubu, ma il piatto forte sono i Monty Python, ispiratori dei titoli e dei testi delle loro canzoni. E poi ci sono i Velvet Underground (quelli di White Light - White Heat, in particolare), W.S. Burroughs, i Sonic Youth…insomma tanta buona gente per dar vita a tanta altra buona musica. Non a caso a produrre c’è la label indipendente ScrivereMale, da sempre accanto a band vive.
I Transisters vivi lo sono di sicuro. Il disco è stato registrato e mixato con sola strumentazione analogica (e si sente). Lo ascolto in questo momento per la ventesima volta e non vorrei interrompermi, ma l'intervista deve iniziare (rimarranno in sottofondo). Ci siete?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/thetransisters

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lunedì 26 aprile 2010

Alex Zanotelli e la Liberazione acquatica

“…l’acqua, secondo noi, dev’essere dichiarata diritto fondamentale e gestita dalle comunità locali al minor costo possibile senza essere quotata in borse, senza nessuna ingerenza dei privati …"
Alex Zanotelli,
intervistato da Cecchino Antonini su http://www.liberazione.it/ sabato 24/4, all'apertura della campagna referendaria L’acqua non si vende.
Per informarsi, firmare e far firmare:
http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php

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giovedì 22 aprile 2010

Ultimo Frigidaire con Liberazione

Il prossimo numero di FRIGIDAIRE sarà l’ultimo di sole quattro pagine come inserto del quotidiano http://www.liberazione.it/. Ci sarà pure una mia piccola rece. Segnatevi la data sull'agenda: sabato 24 aprile, vigilia della FESTA DELLA LIBERAZIONE.
Da Sabato 5 giugno tornerà in edicola come giornale mensile autonomo di 16 pagine tabloid a colori … più bello e forte di prima. Per chi si abbonerà entro il 31 maggio un regalo cult: un disegno originale di Vincenzo Sparagna. Io mi abbonerò solo per questo (quasi). Sabato, dopo l'edicola, passerò in posta. Costa 30 euro, per un anno. Sarà un vero investimento …
Del frigidaire c’è sempre bisogno. Impossibile vivere senza (come cavolo facevano una volta?). Il mio è rotto da un paio di settimane, forse tre o quattro (messaggio per il tecnico: allora 'sta scheda?). All’inizio ho messo il cibo sul terrazzo, ma con l’avanzare della bella stagione era impossibile continuare così e allora me ne sono fatto dare uno in prestito (piccolo, non ci stanno manco i gelati, chiapperi). Non è proprio possibile vivere senza frigidaire. Per questo dico che è un vero e proprio investimento. Altro che borsa …
Se volete investire anche voi leggete qui Abbonamenti FRIGIDAIRE

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martedì 20 aprile 2010

Intervista ai Marquez

Da ragazzino ho avuto una cotta pazzesca per i libri di Gabriel Garcia Marquez. Leggevo tutto di lui, tutto quello che trovavo (Cent’anni di solitudine in testa), poi basta, altri innamoramenti, altre pagine… Questa sera trovo un gruppo che ha lo stesso nome dello scrittore colombiano, forse per omaggiarlo (sarà una delle domande), forse no. Di sicuro la loro scrittura mi affascina, come quella di un bravo romanziere, e le musiche mai banali mi conquistano altrettanto.
Ho ascoltato molto in questo periodo le canzoni del gruppo di Cesena, quelle del nuovo album Il rumore migliore (dal 12 marzo scorso in digital download gratuito, da sabato prossimo, 24 aprile, in edizione limitata già preordinabile online). Dodici pezzi che sembrano dodici singoli, con degli attacchi perfetti, un cantato in italiano convincete, dei testi tra i migliori del pop-rock di casa nostra da far invidia a Perturbazione e Baustelle. Vi invito ad andare su loro sito per ascoltarli, poi mi direte se ho preso una cantonata sotto l’effetto di pessimo peyote oppure sono ancora lucido e ho sentito giusto …
Intanto io provo a sentire se i Marquez sono pronti. Gabo?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/wearemarquez
VAI AL LORO SITO http://www.marquezonline.com/

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sabato 17 aprile 2010

Alligatorepacifista sempre!

“… Ci pare allucinante che il nostro governo, che mette tanti soldi e soldati in questo paese, non abbia nemmeno la possibilità di chiedere dove sono rinchiusi tre suoi cittadini! Tutta questa storia è una macchinazione vergognosa, e anche stupida…"
Una delle infermiere italiane di Emergency rientrate a Kabul da Lashkar-gah racconta i fatti di questi giorni.
Se vuoi, leggi l'articolo completo su PeaceReporter.

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giovedì 15 aprile 2010

Intervista a Samuel Katarro

Pochi giovani musicanti possono vantare due interviste in diretta sul mio blog. Pochi, del resto, hanno la voglia e il coraggio di ripresentarsi per la seconda volta nella palude dell’Alligatore. Tra questi c’è Samuel Katarro, gradito ospite circa due anni fa, ai tempi del promettente esordio di Beach Party, che ritrovo ora, nell’unica serata libera della lunga serie di concerti in programma. Per questo lo ringrazio molto … poteva uscire ad ubriacarsi, invece si è rituffato per tornare qui, a fare due chiacchiere con me.
Questa poi, è una giornata importante: oggi è ufficialmente uscito il nuovo The Halfduck Mystery, un disco dilatato/dilatante, acidissimo, dove ci si perde dentro (tipo Alice nel paese delle meraviglie, quella vera…). Mi è parso molto barrettiano, ai primi ascolti, meno blues e più rock anni sessanta. Denso e con tanta più gente dentro, a fare baccano intorno ad un piano. Se non vi fa schifo io lo definirei un disco katarriano. Ma forse comincio a sbrodolare troppo e allora cerco dall’altra parte del web Samuel. Sei pronto?
VAI AL SUO MYSPACE http://www.myspace.com/samuelkatarro

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domenica 11 aprile 2010

Libertà per i tre di Emergency e fine della guerra

… l’Afghanistan ci perseguiterà perché è la cartina di tornasole della nostra immoralità, delle nostre pretese di civiltà, della nostra incapacità di capire che la violenza genera solo violenza e che solo una forza di pace e non la forza delle armi può risolvere il problema che sta dinnanzi…
Tiziani Terzani, Lettere contro la guerra, Peshawar, 27/10/2001
Mi è venuto in mente Terzani e quel libro fondamentale per il nuovo secolo, quando ho sentito dell’arresto di tre operatori di Emergency a Lashkar-gah, dentro questa guerra infinita.
Era il 2001, ora siamo nel 2010 …
VAI AL COMUNICATO UFFICIALE DI Emergency:

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giovedì 8 aprile 2010

Intervista agli … A Toys Orchestra

Midnight Talks, dialoghi di mezzanotte s’intitola il cd della band ospite questa sera. È uscito da qualche giorno, ma l’ho già consumato, letteralmente. Quattordici canzoni una più bella dell’altra, che ti chiedi “ma questi sono italiani?”. Musica senza tempo, proprio come i dialoghi di mezzanotte, come la mezzanotte, confine temporale tra l’oggi e il domani. Mi piace pensarla così la musica degli … A Toys Orchestra, che domani saranno al Kalinka di Carpi per una delle date del lungo Midnight Tour e questa sera hanno trovato il tempo di essere sul blog dell’Alligatore. Mi fa immenso piacere parlare con loro di questo disco carnale e vivo, come la sua copertina animalesca e la maestosità del suono. Dicono di parlare di sesso, romanticismo dell’amore buono ma soprattutto quello cattivo. A guardarli e a sentirli c’è da crederci. Sembrano i protagonisti di un film di Wes Anderson (o anche dell’ultimo Salvatores), che ci raccontano con perfezione plastica l’assurdo e il sogno delle vite di oggi. Lo fanno con arrangiamenti molto sofisticati (ma allo stesso tempo semplici), con fiati ed archi ad aumentare l’atmosfera sospesa come un’orchestra che gioca. Ma ora sto cominciando a sbrodolare e non è bene. Meglio sentire se qualcuno della band è online. Enzo dovrebbe esserci …

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martedì 6 aprile 2010

Intervista ai Saesciant

La foto che vedete sopra non è del mio spensierato lunedì di pasquetta, anche se potrebbe essere. La foto è quella del gruppo ospite questa sera, i Saesciant. A pensarci bene potrebbe essere pure un’immagine del lunedì di pasquetta, perché il gruppo romano richiama alla memoria la primavera, i giochi all’aperto e i momenti divertenti. Si sorride ascoltandoli, si sorride molto, come una canzone di Rino Gaetano, con quelle frasi ad effetto che ti colpiscono con velocità e precisione.
Satira di costume, che sfiora la politica, la saluta e l’irride da lontano. Musica pop, musica rock, con qualche accenno folk e certi nostri cantautori nelle vene (il già citato Gaetano, ma anche Edoardo Bennato e l'Ivan Graziani meno malinconico). Un esordio autoprodotto il loro Andiamo a Zanzibar, con il sostengo della Synpress 44. Un esordio fresco e diretto, che fa ben sperare per il futuro del gruppo. Non amano prendersi troppo sul serio e questo di questi tempi è un gran merito; poi da musicanti può essere utile per affrontare il palco con scioltezza e senza troppe paure, e se hai pure qualcosa da dire…
I Saesciant credo proprio qualcosa da dire lo abbiano. Questa sera lo potranno fare direttamente e senza filtri. Pronti?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/saesciant

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sabato 3 aprile 2010

CINEMA: Happy Family

È un bel ritorno alla commedia questo Happy Family per Gabriele Salvatores. Un film leggero e spensierato, se volete lo sia, ma in realtà con un’idea forte sulle realtà virtuali da far impallidire il suo Nirvana (e chi vive al pc, come tutti noi, lo potrà ben capire).
Si può parlare senza imbarazzo di metacinema grazie al personaggio di Fabio “Buster Keaton” De Luigi, aspirante scrittore di cinema che davanti al suo pc (o dietro) scrive il film in visione, quello di due famiglie strane, strane quasi come i Tenenbaum di Wes Anderson. Indimenticabile la variopinta colonna sonora di quel film, forse una delle migliori della storia del cinema, mentre Happy Family ha “solo” Simon and Garfunkel, giusto per dare leggerezza e ritmo al film (e ci riesce, la colonna sonora è uno dei punti forti della pellicola).
Metacinema si diceva. Come non dirlo? Senza paura di usare paroloni. Le due famiglie decidono di incontrarsi a cena, perché i loro due figli sedicenni hanno deciso di sposarsi: lui è un dandy secchione (sarebbe un perfetto Tenenbaum, non solo per l’abbigliamento), lei una dark-baby (Tim Burton le ha insegnato come vestirsi). A questa cena invitano pure lo scrittore, entrato in contatto con loro grazie ad un incidente con la bici. Sì, i suoi protagonisti lo invitano a cena, interagiscono con lui, parlano, litigano perché vuole finire la storia in modo insulso, reclamano più battute, si innamorano, vanno ad un concerto… insomma, senza scomodare Pirandello, siamo ad una trovata del miglior Allen (ma, perché non citarlo, anche di un certo Nichetti, cineasta troppo dimenticato).
La cena lunga e complessa serve a spengere l’idea assurda del matrimonio e a delineare i caratteri delle due famiglie: quella alto borghese (Buy/Bentivoglio) con lui avvocato di successo affetto da un cancro maligno e quella proletaria (Signoris/Abatantuono) con lui libero spinellatore che consegna in giro per il mondo navi per ricchi nababbi. Insegnerà a farsi le canne all’avvocato (non se ne era mai fatta una Bentivoglio, ma, con quegli occhietti, è difficile crederlo) e lo porterà in un viaggio in barca a vela verso Panama; un viaggio definitivo, bellissimo, da sogno. Ritorna la coppia Diegone/Bentivoglio per la gioia di molti.
Ma non è finita con i personaggi: c’è la madre dell’avvocato (Corinna Agustoni, debitamente invecchiata) e la giovane figlia della Buy (la giovane emergente Valeria Bilello). La ragazza, pianista molto dotata, vivrà una bella storia d’amore con lo scrittore del suo film. Notevole la scena del concerto, con lei al piano e la città di Milano notturna e in bianco e nero come la Manhattan di Woody Allen, però con molti lavoratori, immigrati, poveracci (mi fa venire in mente Kamikazen, ma non ricordo il perché; dovrò rivedere il secondo film di Salvatores, un cult da riscoprire, da rivedere tutti).
Happy Family è geometricamente perfetto, nel suo chiudersi come un cerchio, con l’inquadratura dell’appartamento dello scrittore incasinato, pieno di libri, oggetti, dischi (solo Simon and Gafunkel… Gabriele, quanta buona musica anche oggi, leggi il mio blog!), cioè tutti gli attrezzi usati per scriverlo (non basta gooooogle), compresa la vicina di casa della quale è segretamente innamorato; chi scrive, più o meno professionalmente, capirà.
Perfetto il timido e impacciato De Luigi, pure nella “deviazione” grottesca dell’incontro con la massaggiatrice orientale (molto richieste oggi nel cinema comico europeo di qualità, come ricordo nello splendido Soul Kitchen). E questo è un vero film di qualità, con un regista con in testa un’idea di cinema e quindi anche di società. Lo senti, senza perdere la leggerezza...

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