lunedì 29 giugno 2009

Intervista agli Ossi Duri

Vediamo se sono veramente degli ossi duri questi Ossi Duri, se terranno la bocca chiusa o se qualcosa ci diranno. Sono in cinque loschi figuri, come vedete dalla foto, provenienti dalla provincia di Torino. Hanno la musica nel sangue. Soprattutto Frank Zappa (è il loro spiritual guidance) al quale s’ispirano per lunghi o brevi pezzi fantastici dove il progressive s’incontra con il jazz, gioca ai preliminari con la psichedelia che poi scopa con il rock, concependo canzoni dai testi demenziali perfetti. Una vera e propria gang bang musicale, se gli Ossi Duri mi concedono l’ardito paragone.
Martin Craig, Musquio, Ruben Ludo, Vidjo, Monne, questi i loro nomi, sono tutti sotto i trent’anni di età, ma hanno già all’attivo un bel po’ di dischi. Alcuni di loro suonano insieme fin da bambini (e si sente), dimostrando una tecnica musicale ineccepibile. Fanno musica difficile da produrre in Italia, soprattutto se si vuole farla bene, musica tipo quella Elio e le Storie Tese, per dirne uno, con il quale gli Ossi Duri hanno già suonato. I loro live sono dei veri spettacoli sorprendenti (date un occhio ai video sul loro myspace), che fanno venire voglia di andarli a vedere. Per ora devo accontentarmi di un incontro scritto sul mio blog. Se ci saranno tutti faremo il record di post. Ci siete Ossi Duri? Uno? Due? Tre?...
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sabato 27 giugno 2009

LIBRI: Zona del silenzio, fumetto su Aldro, ragazzo

È un caso ancora giuridicamente aperto (la sentenza di primo grado è attesa a giorni), ma ampiamente discusso sui media, grazie al coraggio di alcuni giornalisti e ad un blog, quello della mamma del ragazzo morto, Federico Aldrovandi, Aldro per gli amici.
Il libro ripercorre quei giorni tristi, seguendo il giornalista che indaga assieme ad uno studente. È l’Italia di qualche anno fa quella ritratta in questo fumetto, con i personaggi disegnati come animali, alla maniera del capolavoro Art Spiegelman.
E questo Zona del silenzio è un piccolo capolavoro di gusto e misura. Unisce ad un tratto sporco, tipo certi fumetti alla Frigidaire, un racconto lineare, di cronaca italica ben conosciuto. Val la pena ripassarlo.
ALTRE INFO DIRETTAMENTE DAL SITO DI MINIMUM FAX
Zona del silenzio

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mercoledì 24 giugno 2009

Intervista ai Margareth

Ho tra le mani il loro ep da alcune settimane. Un semplicissimo cartoncino piegato, con l’elegante disegno di grossi pali di legno che si specchiano nell’acqua (la bricola) e il titolo sotto al nome della band: this town. Tutto scritto in stampatello sul bianco lattiginoso. Margareth stampato in nero, this town in grigio. Molto malinconico e decadente, un bel stile da band delle indie italiche, con una pecca: quattro sole canzoni, ne vorrei di più, molte di più. Ma a quanto leggo sul loro myspace, stanno preparando un lungo…
Uno di questi quattro pezzi, Mad Man’s Poem, è presente anche nella compilation della Canebagnato, Even Dogs Like To Dance. Un bel biglietto da visita, con un modo di cantare particolare e la tromba a creare un’atmosfera magica, come del resto tutte le canzoni create da questi cinque ragazzi dell’estremo nord-est d’Italia. Un folk-pop con venature psichedeliche che possono ricordare, trai grandi, i Wilco. Ma non voglio caricarli di eccessive responsabilità e paragoni ingombranti. I Margareth sono i Margareth: Paul, Andrea, Ale, Gibò e Niccolò. Siete pronti?
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lunedì 22 giugno 2009

Festa Europea della musica …solo una volta l’anno?

Io adoro l’estate, il caldo, il sudore sulla pelle. Certe immagini, come quella sopra, che sono vita allo stato puro. Mi sembra di sentire ancora le cicale cantare, come quando ho scattato la foto lungo la ciclabile ad un passo da casa mia. Sì, l’estate è bella anche perché vado in bici; in autunno, a differenza di molti, smetto: se non sudo non mi diverto. Del resto le cose più belle della vita portano dietro di sé il sudore. Ma questo non è un discorso sulla bellezza dei sacrifici, sia ben chiaro, non sono il tipo. Quando penso alle cose belle della vita, ricche di sudore, penso alla bici, al sesso oppure ai concerti.
Concerti come quello visto il primo giorno d’estate alla Ca’ Verde. È un luogo splendido la Ca’ Verde, l’ho sempre amato. In collina, in mezzo alla campagna e alle viti del Valpolicella. Qui, nei tanti anni di militanza rock, ho visto passare, quasi sempre d’estate, gruppi noti e meno noti: dai giovani Marlene Kuntz, al mitico Steve Wynn (l’adoro ancora, all’epoca aveva fatto il primo disco solista), agli Ustmamò (forse due volte) ai Prozac + di AcidoAcida (lo comprai alla fine del concerto quel mitico vinile colorato), ai Lecrevisse
Ieri, primo giorno d’estate, alla Ca’ Verde c’è stata la Festa Europea della Musica, un’intera giornata dedicata ai musicanti e alle label indipendenti della mia città. I concerti della serata hanno proposto due realtà veronesi forti, capaci di uscire dall’ambito provinciale, come gli Ultimo Attuale Corpo Sonoro e unòrsominòre., passato di recente sul blog (leggi Intervista a unòrsominòre.).
Gli U/A/C/S propongono una musica originale, intelligente, di opposizione a tutto. Non sembrano manco veronesi, tale il loro spirito anticonformista. Hanno proposto pezzi del recente cd, Memorie e violenze di Sant’Isabella, uscito presso Manzanilla, label indipendente della mia città. Mi ha colpito in particolare il pezzo dedicato a Pasolini e alle stragi impunite del nostro paese; molto forte e crudo, declamato alla maniera di Max Collini degli Offlaga Disco Pax, come quello finale, dedicato a Victor Jara, grande cantautore cileno barbaramente assassinato dopo il golpe di Pinochet. Da riascoltare/rivedere.
Unòrsominòre. è il nome che ha chiuso la serata. Lo conosco da alcuni anni, da quando suonava con i mitici Lecrevisse. L’ho sentito prima dell’esibizione. Temeva il freddo della serata (speriamo l’estate arrivi, ora qui tira vento di bufera), ma alla fine l’ha riscaldata per bene. È partito con una cover che se non scalda ti ammazza, cioè Foxy Lady, per poi proporre gran parte dell’ottimo omonimo cd da poco uscito per I dischi del Minollo, più qualche altra cover e suoi vecchi cavalli di battaglia, dilatati/dilatanti. Tra le prime, Gagarin, dal nuovo cd (anche se non c’erano ancora stelle in cielo) molto intima (un testo splendido, l’ha cantata alla grande), la fossattiana Discanto (lui ha sempre riscoperto, facendole sue, canzoni del cantantuorato italico) … Psichedelico, capace di giocare con le melodie e le parole come pochi tra i giovani musicanti di casa nostra. Da ascoltare e ascoltare…
A fine concerto è stato bello conversare con lui, l’orso, la sua dolce amica, che ha un disco in produzione, immenso (sarà presto ospite sul blog anche lei, ma non anticipo nulla) e alcuni musicanti/produttori della zona. Bello sentire questa voglia di suonare, fare musica, dischi… per passione vera. Nonostante i mille impedimenti, difficoltà, un’Europa che festeggia la musica solo una volta all’anno.
Anche questo è il bello dell’estate: stare fuori fino a tarda notte a chiacchierare. Peccato per il Valpolicella che non ho potuto bere, per paura di qualche controllo sulla strada di casa. Basta solo un bicchierino di troppo, chiapperi! Una volta non era così. Segno di questi tempi proibizionisti, su tutto. Tempi illiberali per noi, non certo per chi vive nei palazzi del potere …
http://www.myspace.com/ultimoattualecorposonoro
http://www.myspace.com/unorsominore

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venerdì 19 giugno 2009

Intervista agli Ofeliadorme

Se Ofeliadorme io sono morto, e pure voi non state tanto bene. Questo per dirvi che la musica della band ospite questa sera è viva, vibrante, anche se a tratti malinconica, a tratti ricca di momenti dilatati/dilatanti, e anche se non spacca subito ti entra dentro e non ti molla più. Musica molto adatta a questa serata, con un cielo nero solcato da nuvoloni grigi sulla collina dietro casa mia, uccelli notturni e qualche lampo in lontananza (speriamo bene).
I pezzi della band bolognese ti conquistano con grazia, con la voce di Francesca (già ospite su questi schermi con i Magic Babyet), capace di tratteggiare paesaggi intimi e oscuri, con il basso ipnotico di g.Mod, la vibrante batteria di Post (nome perfetto per un blog) e le chitarre dilanianti di Tato. Ma questi ruoli sono intercambiabili, la band, nata solo un paio di anni fa, sa prendere da tutti e quattro il meglio e spalmarlo in toccanti song vellutate.
Le canzoni che ho sentito finora sono tutte impeccabili, ben levigate e ricche di pathos. Si sono autoprodotti un dischetto con sei pezzi veramente belli, Sometimes it’s better to wait, che sta ottenendo un sacco di critiche positive (pure fuori d’Italia). Una di queste canzoni, la fascinosa 6:17 pm, è pure presente nella compilation della Canebagnato, che oggi festeggia il terzo anno di vita (vedi post precedente). Ma meglio lasciare la parola a loro... Ofelia ci siete?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/ofeliadorme

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giovedì 18 giugno 2009

Buon compleanno Canebagnato

Canebagnato non è un cane bagnato, e manco il mio miglior amico che farà cinquant’anni tra qualche giorno (auguri Gian), Canebagnato (tutto attaccato) è una microetichetta che da tre anni culla i sogni di molti giovani musicanti …e di altrettanto giovani (o meno) ascoltatori dotati di buone orecchie. Hanno scelto come simbolo un cane bagnato, in cerca di coccole, in cerca di un asciugamano e di una tazza di latte, in cerca di attenzioni. Non potevano fare scelta migliore per la nostra musica più amata, quella sotterranea; se lo dice un alligatore amante dei gatti potete crederci (o l’hanno corrotto con sesso e alcool a gogò). Quello che spero scorra domani, venerdì 19 giugno al Cicco Simonetta di Milano, zona navigli, dove dalle 21 in poi si potrà tirare le orecchie alla Canebagnato. Io, dalle 21,30 in poi, ospiterò sul blog una band presente nella nuova compilation del gruppo: gli Ofeliadorme. E la settimana prossima un’altra… Even Dogs Like To Dance, è questa la nuova compilation, fatta per festeggiare degnamente il compleanno: 18 canzoni della scena indie, quella reale, 18 pezzi scelti con amorevole cura. Alcuni nomi sono stati ospiti sul blog, alcuni lo saranno. La compilation la trovate sul loro sito, ai vari concerti e dove vedrete un canebagnato scodinzolare. Scodinzolo pure io quando metto sul lettore il dischetto. Un dischetto molto compatto, nonostante la diversa provenienza dei gruppi e il periodo di registrazione. Da Milano a Venezia, da Cosenza a Bologna, da Bruxelles a Verbania, Firenze, Mestre, Goteborg, Chieti, Ferrara… buone vibrazioni malinconiche-ironiche. Alcune da pelle d’oca, altre struggenti, altre ancora brumose. È il loro stile autunnale pensato in spiaggia. Mi piacciono tutti e 18 i pezzi, hanno scelto bene (tra loro gruppi, di altre label e cani sciolti). Cito solo i Baby Blue, per la loro splendida Alligator (scusate la megalomania…).

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lunedì 15 giugno 2009

Intervista alle Freaky Mermaids

Sembrano divertirsi un sacco le Freaky Mermaids con i vari strumenti musicali. Suonano? Recitano? Giocano? Forse tutte e tre le cose, visto che due di loro sono musicanti mentre la terza è attiva nel teatro. Studi di musica classica al conservatorio per Ombretta (musicante pure con Le Man Avec Les Lunettes) e Angela (conosciuta anche come Angela Kinczly per l’altro suo progetto musicale), che poi hanno “deviato” verso il folk, totalmente prese da strumenti quali il banjo, la fisarmonica, il clarino…; teatro del movimento con La Fabbrica del Vento di Brescia per Laura. Dal loro incontro (più che fortunato, per le nostre orecchie) è nato il thetrical folk.
Sono sempre così, o almeno appaiono sempre così nelle foto e ai concerti. Segno che sono a loro agio sul palco, si divertono e fanno divertire. Tutta questa forza e questo entusiasmo si sente nel loro fresco ep, Freaky Circus, uscito di recente presso l’Aveit. Un dischetto magico, contraddistinto da cinque pezzi di scanzonato country-folk-vaudeville, sempre diverso ad ogni ascolto. Bello, veramente bello, un cd con un unica pecca: è troppo breve; ma girano voci che presto ci sarà anche un cd con più pezzi. I pezzi del resto non mancano alle Freaky Mermaids. Sono molte le nuove canzoni provate e riprovate nei diversi live che hanno fatto e faranno (occhio alle date, live sono imperdibili). Ma non voglio anticipare nulla … ci siete ragazze?
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domenica 14 giugno 2009

IndieTrotutta! – A Trento. Ho sudato più qui che in bici …

Ho ancora nelle orecchie i suoni e negli occhi le immagini di un grande sabato di musica al C.S. Bruno, per l’edizione trentina di IndieTrotutta (l’altra parte, come saprete, era a Bologna). Non riesco a razionalizzare, a rendere su carta la forza della manifestazione. Cercherò di farlo con qualche istantanea.
Approfittando della bella giornata di sole sono salito a Trento in bici, lungo la Ciclopista del Sole (guida Ediciclo alla mano), la ciclabile che collega il trentino alla Germania (la parte della mia provincia è tutta da fare, niente a che spartire con la perfezione trentina in materia di ciclabili; era una promessa elettorale del centrodestra veronese, appena bulgaramente eletto, vedremo …). E allora, dopo un breve tratto in auto, 55 km di bici sotto un bel sole. Una sudata fantastica, preludio a quella della nottata al Bruno.
Al Bruno incontro il mitico Felix Lalù, il detentore del record dell’intervista più lunga sul blog (Intervista a Felix Lalù). Anche dal vivo è di una simpatia unica. Mi racconta della serata precedete, piena di gente. Della sua apertura del concerto che purtroppo mi sono perso, mi racconta degli altri gruppi. Mi dice di stare attento alla prima band a salire sul palco, secondo lui davvero forte; sono i Supercanifradiciadespiaredosi (un nome più corto no? per esempio, Red Hot Chili Trento). Comunque Felix ha ragione, sono l’apertura ideale per una serata calda. Power trio (più power, che trio) surreale e incazzato, con baffi finti e altri strani disegni sul volto. Una piacevole sorpresa. Decisamente a suo agio di fronte al pubblico di casa.
Alla fine della loro esibizione mi prendo una birra, giusto per sudare ancora di più, e Felix Lalù mi rapisce perché sta per lanciare i video delle Mountain Sessions (http://mountainsessions.wordpress.com/), video delle migliori band trentine (con lo zampino della Ostia produzioni artigianali dello stesso Felix). Veloci e dal forte impatto, divertenti, intelligenti. Da scompisciare le registrazioni dei gruppi nei posti più strani (negozi, stazioni ferroviarie, boschi, giardini di casa, lo stesso C.S. Bruno…), fatti con allegria ma estrema professionalità. Hard, veramente hard, quelli della Cripta Crew (http://www.youtube.com/zincuzencu). Quello che mi colpisce di più è uno degli ultimi, con un giovane gruppo a suonare in mezzo ad un prato di montagna. Una storia della I^ guerra mondiale, veramente intensa. Un testo profondamente pacifista, nato quasi un secolo dopo quella terribile guerra, proprio in uno dei suoi luoghi simbolo (http://www.youtube.com/watch?v=_Nds3GRCdi0). Mi perdo l’esibizione di qualche band (per esempio, quella della foto precedente, del quale mi sfugge il nome, forse gli In Zaire? Ho sentito solo un pezzo), ma non mi perdo quella de il N.A.N.O.
È strana e diversa quella de il N.A.N.O. Primo perché non è sudata come le altre, non si svolge sul palco rosso ma su quello blu, più intimo (siamo schiacciati come sardine, l’esibizione non è sudata, ma si suda lo stesso…) e poi perché Emanuele Lapiana si presenta con un’essenziale scenografia: buio pesto e il suo microfono addobbato con lucine tipo albero di natale (è una cosa nuova, che usa da poco, mi dirà poi). È un piacere sentirlo a due passi, io che lo seguo da un bel po’, dai tempi dei mitici cod. Infila alcuni pezzi tra i miei preferiti, tipo Canzone di cemento armato (da mondomadre) e Tsunami [graziosamente] (da Preparatevi per la fine), cantata da tutti gli intimi attorno. Di vero culto il finale, una canzone alpina, con Felix Lalù come ospite. Alla fine non posso che complimentarmi con lui (anche N.A.N.O., come Felix, non l’avevo mai visto dal vivo, solo intervistato un paio di volte tramite mail, l'ultima si può leggere qui: Consigli ad un giovane musicante: il N.A.N.O.). Una felice sorpresa per entrambi.

Cambio di scenario, cambio di intensità. Sul palco rosso ci sono Il Teatro degli Orrori, pronti a spaccare, pronti ad incendiare tutto/i. Pierpaolo Capovilla è più fuori di testa di quando lo vidi sette anni fa (passa il tempo) con gli One Dimensional Man. Un “fuori di testa” consapevole e indignato, un “fuori di testa” ginnico (ma cosa beve?... ma cosa mangia?) e carmelobeniano. Suda, gigioneggia, si tuffa tra il pubblico numerosissimo ed eccitatissimo. Insomma, forte impatto fisico e alle spalle un gruppo con i controfiocchi: il vecchio marpione Giulio Favero, impeccabile come sempre, Gionata “Super Elastic Bubble Plastic” Mirai, che sembra non sudare, e il batterista senza camicia Francesco Valente (avete mai visto il batterista di una band di Capovilla non svestirsi?). Una prova al pepe di Cayenna con pubblico in delirio. Come ad ogni esibizione c’è Felix Lalù, attento e partecipe. Lo saluto a fine concerto. Sono le due e trenta passate. IndieTrotutta! Al C.S. Bruno di Trento. Ho sudato più qui che in bici…
http://www.centrosocialebruno.blogspot.com/
http://www.myspace.com/miroslavfagocevic

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giovedì 11 giugno 2009

Intervista ai Ka mate Ka ora

È una strana serata questa. È strano avere sul blog, mezzo moderno e veloce, i Ka mate Ka ora, giovane band che fa della rilassatezza e della lentezza un modo di vita. Le loro canzoni sono dilatate/dilatanti, per dirla in critichese. Nel cd d’esordio Thick as the summer stars, che esce proprio domani per il fresco ma già mitico Consorzio Utopia - AbuzzSupreme (come tradizione vuole, vengono qui, perché dicono, l’Alligatore porta bene), ci sono anche pezzi di sei, sette e dieci minuti. Una cosa originale e coraggiosa, per una band della nostra epoca sempre di corsa.
E di coraggio ne hanno da vendere questi tre toscani (due fratelli e un amico), dalla provincia di Pistoia, come il loro vicino Samuel Katarro, presente in più di un pezzo. La sua voce accresce il cupo e maledetto dei suoni Kamatekaoriani, di questo piccolo gioielino di album ispirato alla figura di William Blake. Sembra di vedere la nebbia, paesaggi suggestivi dove perdersi a riflettere, rallentare, sognare. Qualcuno dice che nella velocità della vita moderna, di Internet, myspace, facebook e compagni, ci sia meno frenesia di quello che si crede: momenti di vuoto, tempo libero per aggiornare le pagine, pensare, per cazzeggiare …allora, in questo caso, i Ka mate Ka ora sono modernissimi.
Meglio sentire loro, sono io che cazzeggia ora… siete pronti?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/kamatekaoraband

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mercoledì 10 giugno 2009

CINEMA: Uomini che odiano le donne, un film Rapace

A volte vado al cinema per il solo gusto di farlo, non sapendo bene a cosa vado incontro. Mi butto nella sala, come mi buttassi nel mare, e poi nuoto, se mi piace. Come in questo caso, Uomini che odiano le donne. Sapevo solo che era tratto da un bestseller di uno scrittore del nord Europa. Mi sono trovato subito a mio agio, diciamo che l’acqua era calda e ho nuotato bene. Uomini che odiano le donne è un film strano, perturbante, demodè; a tratti sembra un Hitchcock-movie (dell’ultimo periodo): il mistero, la fantapolitica, il sesso morboso. Siamo però ben piantati nella nostra epoca da piccole iene, con computer, hacker, microtelecamere, dati e foto disponibili con un clic.
La vicenda si dipana grazie a queste nuove tecnologie, usate per scoprire il mistero della scomparsa di una ricca ereditiera. Legati a lei, nel corso degli anni, mostruosi delitti di donne rimasti impuniti. Al centro una ricca famiglia industriale, con personaggi eccentrici, alcuni dal passato nazista (ora vecchi nostalgici) e un patriarca alla ricerca della verità. Incaricato di dipanare il mistero un giornalista d’estrema sinistra, al quale si affianca una giovane hacker inquieta, a sua volta vittima di violenze, con il riformatorio alle spalle e un tutore che più figlio di puttana non si può.

È lei il vero motore del film (forse anche nel libro?). Sconvolge l’impianto di una pellicola altrimenti avviata su binari convenzionali con il suo spirito punk. I suoi tatuaggi, le sue abitudini sessuali, i suoi piercing, il suo corpo androgino. Difficile non innamorarsi di lei. A darle corpo è la giovane attrice Noomi Rapace, moretta poco nordica (il cognome tradisce le sue origini italiche?), vera ribelle senza causa dei nostri giorni. Senza causa?
QUESTO IL SITO DEL FILM http://www.uominicheodianoledonne.it/

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domenica 7 giugno 2009

Intervista alle Sarah Schuster

Questa sera le Sarah Schuster faranno il bis. Non ne hanno avuto a sufficienza lo scorso anno con l’intervista sul blog dell’Alligatore, probabilmente. Ritornano in questa strana serata elettorale, con un anno sul groppone, alcune esperienze live di rilievo (lo scorso anno, prima del nostro incontro, dovevano andare Livorno, all’ITALIA WAVE LOVE FESTIVAL, come ospiti giovani in rappresentanza del Veneto, vedremo cosa ci diranno dell’esperienza…) e un nuovo cd autoprodotto, che uscirà ufficialmente martedì prossimo, Rain From Mars, con una splendida foto del pianete rosso in copertina. Speriamo sia di buon auspicio.
Io le chiamo sempre le Sarah Schuster, perché sono tre ragazze, ma forse, visto che alla batteria c’è un ragazzo, dovrei dire i Sarah Schuster (ci diranno loro come preferiscono). Maschile o femminile, quella che fanno è grande musica. Un rock dolce-amaro che ti resta nella testa anche giorni dopo l’ascolto. Sarà per l’originale mancanza di un basso, per alcuni piacevoli innesti di sax e fisarmonica (è l’ospite statunitense Amy Denio, direttamente dalla mitica Seattle), sarà per la registrazione in presa diretta… ma ora comincio a sbrodolare troppo. Meglio sentire se sono pronte/i…Pronti o pronte?
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/sarahschuster1

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sabato 6 giugno 2009

IndieTrotutta! - A Trento e Bologna rock e fumetti da leccarsi i baffi, venerdì 12 e sabato 13 giugno

Venerdì 12 e sabato 13 giugno, se non avete nulla da fare (ma anche se avete qualcosa, rimandatelo), vi segnalo IndieTrotutta!
Non è un convegno sull’Italia berlusconiana (passatemi la battutina di satira; a proposito, andate a votare, io l’ho già fatto), ma una grande rassegna di Rock vero e fumetti gajardi, al Centro Sociale Bruno di Trento e al Tpo di Bologna. C’è veramente della bella e brava gente. Alcuni già passati su questi schermi come il mitico Felix Lalù …
Vedi il blog con il programma dei due giorni di Bologna e Trento

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giovedì 4 giugno 2009

Intervista a La Blanche Alchimie

Hanno forse intenzione di passare tutta la sera su quei tronchi segati o entreranno nel blog per la classica chiacchierata in diretta? Speriamo scendano, anche se devo dire che non stanno per niente male Federico Albanese e Jessica Einaudi, in quella posizione. Sembrano stare a loro agio immersi in quel paesaggio, come la loro musica, vera forza delle natura, sì, elemento naturale, con la voce di lei che t’incanta ed entra dentro e le trame sonore di lui, tra le più belle della nostra giovane musica. Psych-pop, se volete un’etichetta bella e pronta, con innesti di classica, rock sperimentale e cantantuorato (francese soprattutto).
A vederli, nelle recenti foto per l’album d’esordio, che dopo il passaggio sul blog potrà uscire domani sotto i migliori auspici, con la Ponderosa Music & Art, mi ricordano la Melato e il Giannini di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto. Ma ad ascoltarli, non hanno nulla di volgare come quei personaggi, se non la passione, quasi carnale direi, che trapela dalle loro perle musicali. Unici. Ma ora comincio a sbrodolare troppo. È un trucco per farli scendere dai tronchi e tuffarsi nel blog dell’Alligatore. Dai che c’è pure il temporale in arrivo…
VAI AL LORO MYSPACE http://www.myspace.com/blanchealchimie

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lunedì 1 giugno 2009

Afterhours live – Verona, Teatro Romano 30.05.2009

Avere per due sere di seguito la possibilità di vedere un concerto rock in uno scenario splendidamente bello com’è il Teatro Romano, di solito sede di recite shakespeariane (la mia è la città di Giulietta e Romeo), è una fortuna non da poco. Una sera i Marlene Kuntz, un’altra gli Afterhours, con Godano ospite in tre pezzi, mica palle. Troppa grazia. Così, dopo un sabato pomeriggio passato ad un dibattito di presentazione del candidato alla presidenza della provincia di Verona per la sinistra unita (esperimento unico in Italia: Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Sinistra e Libertà, insieme “dal basso” nel nome di un grande uomo di sinistra, Campagnari), sono corso in città e ho trovato uno degli ultimi 20 biglietti disponibili.
A differenza della sera prima con i Marlene Kuntz, quando ero in terza fila, con gli Afterhours mi sono trovato più lontano, in gradinata non numerata. Ma il Teatro Romano non è immenso, e a parte le foto che vedete piccole piccole, ho goduto di una buona visione unita ad un ottimo ascolto. Il Teatro Romano ha un’acustica invidiabile, spero che molti altri del rock passino di qui.
Anche la band di Manuel Agnelli, ha dimostrato forza e umanità. Più di pancia e meno di testa dei Marlene (ma i Marlene sono anche di pancia... e anche gli After sono un po' di testa), con Manuel infortunato alla mano sinistra, comunque energico/energetico, erotico/eretico come sempre. Sanremo non l’ha rammollito, forse un po’ ingrassato (tanto, dalle mie foto non si vede).
In apertura una sorpresa annunciata: Cristiano Godano viene chiamato sul palco dal cantante degli Afterhours e canta Il paese è reale, per suggellare l’unione dell’alternative italico maturo. È una bella versione la sua, forse migliore, non me ne voglia Manuel, di quella del suo autore. Ed è bello vedere questa vicinanza tra i due. Poi gli Afterhours cominciano ad infiammare il palco, sfornando un’ottima versione di Ballata per la mia piccola iena (la canto a squarciagola pure io), alcune perle dello stesso disco (per me il loro vertice), con Agnelli che ogni tanto abbandona il centro del palco per suonare le tastiere, con impeto e follia. Da infarto al miocardio Male di miele, cantata assieme a tutto il pubblico, come altri pezzi sempre più intensi. Nel finale, una cover di What a Wonderful Love poco armstronghiana, molto più vicina invece a quella avinazzata di Nick Cave e Shane McGowan. Come prima tappa del Voglio far qualcosa che serva tour può andare. Perdonato il loro passaggio sanremese.
A fine concerto una grande sorpresa per me. Vedo l’amico scrittore Gianluca Morozzi e lo saluto. Sembra un’entrata fantastica da film di Woody Allen. Morozzi l’avevo intervistato anni fa per Smemoranda, gli scrivo ogni tanto e lui qualche volta è passato sul mio blog, ma non l’avevo mai visto in carne ed ossa. È come nei suoi romanzi. Un grande. Ci scambiamo opinioni sul concerto (lui la sera prima aveva visto sempre gli After, a Taneto di Gattatico, che stia pensando ad un romanzo su Agnelli Manuel e compagni?), pareri sulle nostre squadre del cuore salve per un pelo (il mio Chievo già da una settimana, il suo Bologna chissà…ancora non c’era la certezza matematica ieri notte), i concerti che vedremo quest’estate (lui, finito il campionato, ritornerà ad inseguire il Boss) e condividiamo il parere su Cristiano Godano: in forma strepitosa (questa sera ha ricantato Impressioni di settembre, avevo ancora la pelle d’oca dalla sera precedente…). Insomma, un sacco di motivi per dire che anche questo concerto è da incorniciare.
SITI E MYSPACE AFTERHOURSIANI
http://www.afterhours.it/it/
http://www.myspace.com/weareafterhours
MYSPACE MOROZZIANO
http://www.myspace.com/gianlucamorozzi

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