Intervista agli Elettrofandango
È una band molto forte quella ospite questa sera. L’ascolto in auto da un po’ di giorni e l’unico paragone che mi viene in mente è Il Teatro degli Orrori. Forse perché al loro recente cd, In quanto già peccato, ha collaborato Giulio Ragno Favero, forse perché sono eretici come loro. Ma in realtà gli Elettrofandango possono andare anche oltre, sento che se lo vogliono, possono diventare la band rock-blues-sporco più sporca d’Italia. Non per niente vengono dal profondo nord-est, zona di malessere diffuso quanto di benessere esibito.Titoli come Caino e Ferro, Dal Furore alla Cenere, Verrà la Morte e Avrà i tuoi Occhi, sono inequivocabili. Dovreste sentire come spaccano e inquietano. Ma più di tutti dovreste sentire il grande Remo Remotti che declama il grande Bukowski (ritorna spesso con i miei giovani musicanti, e non credo sia un caso) di Confessioni di un Vecchio Sporcaccione (perfetta, puntuale, l’ascolterei ogni mattina), o il Salmo di Guido Rizzo Confessioni di un Garibaldino.
Malata come tutto il cd la copertina nera, dove non si vede subito una donna nuda, distesa in poltrona con un corvo sulla testa, e i disegni interni, anche quelli caldi, decadenti, perdutamente belli. Se in questi giorni sudate, leggendo del nostro incontro suderete ancora di più (sudare è salutare). Ecco perché lascio la parola agli Elettrofandango, prima che il calore sciolga il mio pc. Pronti?
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A Villadose (Ro), per dirne una, c’è il grande Vinicio Capossela che ritira il premio Amnesty 2009 per la canzone Lettera di soldati. E dico solo questa, perché è la più grossa. Ci sono piccoli e grandi concerti ogni giorno ...