lunedì 20 luglio 2015

Waterboarding mentale

Viviamo in una democrazia, o no? Ha ancora senso questa parola? Credo, come molte, sia stata svuotata di senso, calpestata, presa a manganellate, uccisa in tv, venduta su qualsiasi mezzo di stampa (e propaganda) del sistema (lo scrivo con la minuscola perché mi fa troppo schifo). Mi riferisco all'impossibilità di cambiare le regole del gioco anche se si ha dietro un enorme consenso popolare, come aveva Alexis Tsipras. Ne parla Giovanni De Mauro, in un piccolo ma prezioso articolo scritto su Internazionale dall'illuminante titolo Intimidazioni. Vi invito a leggerlo e a rifletterci. Forse non è un caso che lo evidenzi sul mio blog nell'anniversario dell'assassinio di Carlo Giuliani, quando in Italia fermarono in quel modo il movimento dei movimenti, cioè cancellarono ogni possibilità di cambiamento con le maniere forti, come hanno poi continuato a fare sistematicamente ogni giorno dal fatidico 2001. Allora non conoscevamo il significato della parola waterboarding, usata da De Mauro per far capire il trattamento ricevuto dal leader di Syriza, dalla democratica Europa politica, l'avremmo conosciuto qualche anno dopo, in seguito alle guerre infinite di Bush Jr e successori. Per chi no lo sapesse, è una forma di tortura, che induce il torturato a credere di morire soffocato, usata spesso e volentieri dai democraticissimi Stati Uniti.
Buona estate ...

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lunedì 6 luglio 2015

Culla di democrazia

Con il 92,9 per cento dei voti scrutinati, il no ha raccolto il 61,2 per cento dei consensi, con il sì fermo al 38,7 per cento (fonte Internazionale). Essendo un Referendum, difficile ci siano sorprese, quindi possiamo gridare vittoria, la Grecia si dimostra ancora una volta culla della democrazia come nessun altro paese al mondo. Buona anche l'affluenza alle urne, a dimostrazione di quanto sia stato sentito, dal popolo greco, questo appuntamento. Una vera lezione di democrazia per l'Europa, dall'Europa ...

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sabato 24 maggio 2014

... quasi quasi chiudo il blog

Mi giravano e mi girano ancora, ero incazzato e lo sono ancora. Perché? Perché fai un post dove tenti di scrivere una seria analisi di un personaggio, alla ricerca di un'altra Europa, cioè una vera strada alternativa per uscire dalla crisi, quella che ti morde sulla schiena tutti i giorni, e ti leggono/commentano in pochi. Mi riferisco al post dedicato al libro Tsipras chi? Ne fai uno minimale dove colpisci con parole e immagini (tipo quello sulle palle che girano), e in poco tempo ti si riempiono i commenti, anche di blogger poco frequenti qui. Capisco, c'è caldo, si tende a stare lontani dal pc (ma non dallo smartphone), la politica interessa poco (a parte la gazzarra, a parte gli interessi particolari), però che delusione... quasi quasi chiudo il blog e me ne vado nel Bosco d'Amore di Guttuso. Ci sto pensando da un po', forse ho fatto il mio tempo...

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sabato 17 maggio 2014

Un libro, un voto: Tsipras...

Dalla copertina sembra qualcosa che sta nascendo, in Italia si è formata un lista che porta il suo nome, la Lista Tsipras, lui è candidato alla presidenza per la Commissione europea. Nel suo paese, la Grecia flagellata dalla politica di austerity, il giovane Alexis Tsipras, con il suo partito Syriza, punta direttamente al governo. Questa è la novità più bella, che emerge da questo libro, da questa storia: la volontà di portare un pensiero alternativo e di sinistra all'interno del governo del paese, in Europa (non in Asia o in America Latina), senza compromessi al ribasso, ma con l'idea di cambiare il sistema, invece di farsi cambiare da esso.
Lo conoscevo poco
Tsipras, il libro di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena, in 127 agili pagine (edito da Alegre- il megafono delle idee), mi ha aiutato a capire molte cose. La sua storia, da giovanissimo militante No Global (a Genova 2001, voleva esserci, ma assieme ad altri compagni venne poco democraticamente respinto, nella UE della libera circolazione dei capitali, ma non delle persone), a leader di un partito in crescita. La sua avanzata elezione dopo elezione, in mezzo alla grande crisi alimentata dalla politica comunitaria, la disfatta del Pasok (lo storico partito socialista), la capacità di unire tutti gli spezzoni della sinistra di alternativa e la sfida del governo, per cambiare radicalmente l'Europa. Spero ci riesca, anche per questo voterò la lista che porta il suo nome.
QUI L'INTERVISTA CHE APRE IL LIBRO

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