lunedì 29 giugno 2020

Lynchiana 1

Tutto è cominciato con l'idea di vedere o rivedere Twin Peaks. Elle non l'aveva mai visto, io sì, tanti anni fa (quasi trenta, come passa il tempo). L'abbiamo visto tutto, anzi, tutte e tre le serie (ne ho parlato qui). Poi, la decisione di vedere tutto David Lynch, almeno quello disponibile. Era possibile vedere subito il suo film d'esordio, Eraserhead del 1977, con protagonista un giovane Jake Nance, stralunato e dalla strana capigliatura (Nance è stato poi in molti altri film di Lynch, in Twin Peaks è l'uomo che scopre il cadavere di Laura Palmer mentre va a pescare nel lago). 
Eraserhead - La mente che cancella è una pellicola in bianco e nero, surreale e poco parlata, turba senza perdere di vista l'ironia. Marca di fabbrica di tutto il cinema lynchiano. Ne avevo già scritto in coda al post su Twin Peaks. Confermo questo, Eraserhead è qualcosa di veramente unico, non avevo mai visto qualcosa del genere. Forse solo Freaks di Ted Browning mi aveva turbato tanto. Bisogna vederlo per capire cosa intendo.

Di sicuro è un film di Lynch. Come di di sicuro è un film di Lynch Velluto blu, la seconda pellicola di questa nostra rassegna lynchiana. Velluto blu è uno dei miei film preferiti in assoluto. Un vero e proprio gioiellino. Il cast è straordinario, la musica è straordinaria, le situazioni, il modo di raccontare cosa si trova dietro le staccionate candide da sogno americano. Rose rosse, ma no  solo. Insetti, orecchi tagliati, cantanti ricattate, teppisti fuori di testa, sesso, droga e rock'n'roll ... sembra una cosa stramba, ma è forse il film più normale e realista del genio di Missoula. E vi dirò, non è per niente invecchiato. La pellicola uscì nel 1986 suscitando scalpore e rilanciando, se non ricordo male, la carriera di Roy Orbison (si canta la sua In Dreams, e io mi presi un disco con tante sue canzoni immortali). Splendida Isabella Rossellini, cantante ricattata, malata, depressa, ninfomane, grandi Kyle MacLachlan e Laura Dern, quasi esordienti (e poi centrali in tutto il cinema di Lynch), grandissimo Dennis Hopper nella parte del criminale pazzoide. Una delle sue migliori interpretazioni di sempre. Ritornava al cinema dopo anni di lontananza, tra crisi di droga e alcool. Negli anni '80 ritornò in sella, e partecipò, e/o diresse molti film memorabili. Velluto blu è forse il suo migliore. C'è anche Jake Nance, nella parte di uno dei criminali psicopatici della gang capitanata da Hopper. Blue Velvet  da una canzone di Bobby Vinton.

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lunedì 14 aprile 2014

Due parole con The Vickers


Ritornano in palude The Vickers, ritornano dopo ben cinque anni. Allora presentavano, in una delle prime interviste su questi schermi, Keep Clear, loro acclamato esordio con Foolica Records. Di acqua sotto i ponti ne è passata, molti concerti macinati, passaggi in tv con video, un altro disco, e poi concerti, concerti, concerti. Sì, la dimensione live è a loro molto congeniale, riescono pure con facilità a sbucare fuori dall’Italia spesso e volentieri (anche pubblicando con label straniere). A fine marzo è uscito il terzo loro album, Ghosts, tra poco ne parleremo.
Ghosts è stato dato alle stampe con la Black Candy Records, altra vecchia conoscenza dell’Alligatore. È un disco di pop-rock senza tempo, malinconico, acido, come la copertina lascia intuire: delle tombe fotografate con dei colori giallastri, un’immagine strana che sembra uscire diretta dal cult-movie di Dennis Hopper, Easy Rider. In quel film, qualche canzone dei The Vickers, non avrebbe certo sfigurato. Pur essendo un disco fatto con le tecnologie di oggi, conscio della realtà che lo circonda, Ghosts, ha il sapore di quella musica. È un gran merito della band fiorentina. La sento arrivare in cuffia... Pronti?
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mercoledì 16 gennaio 2013

Come Guernica su di un francobollo

Non lo faccio da più di un mese, cosa per me rara. Manco d'estate, con i quasi tutti i cinema chiusi, riesco a stare lontano così a lungo dalla sala cinematografica. Per una serie di cose, è andata così, e allora ho provato a vedere qualche film in tv, per attenuare i problemi d'astinenza. Ho trovato pure Apocalypse Now, un film immenso, visto al cine più di dieci anni fa,  quello restaurato con dei pezzi in più. La versione circolata su Rai4 è quella originale (del resto il titolo dell'altra è Apocalypse Now Redux), e mi ha deluso enormemente. Un film così, sul  piccolo schermo, perde tutta la sua grandezza; rimane solo Dennis Hopper che gigioneggia con la macchina fotografica in mano e Marlon Brando che filosofeggia: «Hanno addestrato i nostri bombardieri a gettare tonnellate di napalm sui civili ma se i nostri ragazzi scrivono "cazzo" sulle bombe allora s'indignano».
Vedere Apocalypse Now in televisione, è come ridurre il Guernica di Picasso su di un francobollo. Non lo farò più.

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sabato 29 maggio 2010

Ciao Dennis

Gioventù bruciata, Il gigante, Easy Rider, Apoclaypse Now, L’amico americano, Velluto blu, basterebbero questi film per entrare nella Storia del Cinema, almeno la mia personale, e poi Colors, Nick mano fredda, Rusty il selvaggio, American Way – I folli dell’etere, La vedova nera, The Hot Spot, Basquiat, Blackout, Palermo Shooting …sono solo altri suoi titoli che mi vengono in mente di questo estremista della celluloide. Radical da giovane, era finito, dopo gli eccessi dei sixty, dalla parte dei repubblicani, tipico esempio del riflusso. Ecco il comunista, diceva John Wayne quando lo vedeva arrivare sul set de Il grinta. Si sarebbe sorpreso di vederlo tra i sostenitori di Bush, salvo una retromarcia nel finale, simpatizzante di Obama.
Il mio primo suo ricordo è la sua presenza, negli anni ‘80, come ospite ad una puntata del Fuori Orario di Ghezzi e Giusti delle origini. Raccontava del suo ritorno ad Hollywood, dopo un periodo di disintossicazione. Diceva di aver ritrovato quasi tutti i suoi vecchi amici integrati nel sistema che poco prima contestavano e al quale poco dopo pure lui si sarebbe accodato. Nonostante queste giravolte da politica italica, Dennis Hopper mi è sempre stato simpatico per la sua fedeltà al Cinema ed oggi ne piango la scomparsa. Non sono lacrime di coccodrillo, io sono un alligatore.

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