In attesa che riparta la stagione cinematografica, scrivo alcune
note su di un film visto di recente, distribuito da noi con
grande ritardo:
Fiore del deserto diretto dalla regista
tedesco-americana
Sherry Hormann. Film intenso, duro, girato in modo
originale con un montaggio geniale, bei costumi, bei colori, una
storia appassionante intrecciata con la Storia (e non lascia fuori
chi non la conosce, perché riesce a contestualizzare). Realizzato
nel 2009 è uscito in Italia solo quest'anno, appunto. Incredibile!
La storia, vera, è quella di Waris Dirie, Fiore del deserto,
bellissima modella nera, con alle spalle una vicenda personale
drammatica: da bambina, come tante donne africane, ha subito
l'infibulazione, cioè la mutilazione genitale femminile, praticata
per motivi religiosi e di possesso sul corpo delle donne, e una
volta famosa ha rivelato al mondo la vergogna di tale pratica. Ma
per diventare famosa ne ha dovuto passare di storiacce ...
In giovanissima età fugge dalla sua Somalia e da un matrimonio
combinato con un anziano, grazie all'aiuto della nonna, raggiungendo
fortunosamente Londra, dove diventa la serva all'ambasciata del suo
paese. Tenuta in una sorta di semischiavitù, riesce a liberarsi dopo
la fuga dall'ambasciata dei potenti del regime di Siad Barre in caduta libera, e, senza sapere una parola
d'inglese, si aggira per la capitale britannica come un
extraterrestre, inconsapevole delle leggi, usi e costumi del luogo
dove si trova. A "salvarla" una commessa con la passione del ballo,
anzi, con il pallino di diventare una famosa ballerina. Le scene con
Fiore del deserto nei grandi magazzini, che scopre un mondo
incredibile, è magia pura, quasi felliniana (ma anche pasoliniana).
Ti chiedi: ma come ha fatto ad arrivare lì? ... non sapendo ancora
tutto il suo dramma. Io ve lo racconto, tanto, chissà quando (e se)
riuscirete a vedere tale pellicola.
La commessa l'aiuta ad inserirsi nella vita londinese, le trova un
lavoro in un fast-food, la ospita nel suo piccolo appartamento.
Grazie a fortunate coincidenze, riesce poi ad entrare nel dorato (e
stronzo) mondo della moda, a viaggiare per il pianeta, scalando poco
a poco gli scalini del successo, e, una volta famosa, a rivelare al
mondo la pratica dell'infibulazione: nominata da Kofi Anan
ambasciatrice contro le mutilazioni genitali femminili presso le
Nazioni Unite. Un lieto fine che lascia l'amaro in bocca.
Interpreti tutti in palla a partire da
Liya Kebede, molto
somigliante alla vera
Waris Dirie, di una bellezza unica. E poi,
nella parte dell'amica commessa, la sempre bravissima
Sally Hawkins
(è una delle mie attici preferite, se posso così dire), che ricordo
in più di una pellicola inglese colta e impegnata, quasi sempre in
ruoli di spensierata ribelle proletaria (su tutti
We Want Sex e
La felicità porta fortuna). Il fotografo che "scopre" la modella è
invece un volto indimenticabile del cinema britannico, quel
Timothy
Spall, che alcuni forse avranno visto in
Turner, biopic sul pittore
William Turner, diretto un paio di anni fa da
Mick Light. Un volto
da tipico inglese con una dieta di grassi insaturi, un po' maniaco,
un po' classe lavoratrice, sì, un volto indimenticabile ...
La bellezza di Fiore del deserto sta nel non essere politicamente
corretto quanto potrebbe sembrare. Questa pellicola non è una mera
denuncia della pratica dell'infibulazione (oh, come sono cattivi i
neri! ... come è superiore la società occidentale! Nein!), ma prima
di tutto una storia appassionante. Durante la visione senti come
sono assurde le frontiere, come sono contro natura le frontiere.
Senti quanto siano repressivi gli apparati statali e le dogane,
contro la naturalità dell'uomo, animale migrante. Questo il suo gran
pregio ... poi vedi un certa Londra anni '80, contrapposta alla Somalia vista poco prima, il mondo affascinante e ipocrita della
grande moda, i soldi, il potere, contrapposti alla bellezza del
deserto, anzi, di un Fiore del deserto.
Etichette: Cinema, Film, Fiore del deserto, Infibulazione, Kofi Anan, Liya Kebede, Londra, Mick Light, Moda, Sally Hawkins, Sherry Hormann, Somalia, Waris Dirie
9 Commenti:
Molti film interessanti in Italia vengono censurati oppure buttati nel dimenticatoio. La pellicola proposta sicuramente fa riflettere molto.
Saluti a presto.
Vero, a volte sono censure di mercato: escono, ma per brevi periodi (come in questo caso, e poi, lontani dalla data di realizzazione, come in questo strano caso).
Alla prossima.
Che bel post! Incentiva a recuperare questo film, che io ignoravo esistesse fino ad ora. Mi piace molto l'idea dell'assurdità delle frontiere, anche se l'attenzione principale va alla tragica e barbara pratica -_-
Anche a me è piaciuto che abbia raccontato la storia senza false denunce scandalizzate, ma semplicemente dal punto di vista della protagonista che l'ha vissuta personalmente, scoprendo sulla sua pelle che quella tradizione che si portava addosso non era "normale" in tutto il mondo, e nemmeno davvero rispettosa della donna come le avevano insegnato.
Sono proprio contenta che siamo riusciti a recuperarlo, mi era dispiaciuto perderlo. Abituata ai ritardi italiani nel presentare film che a Berlino erano già in circolazione, non credevo però che fosse addirittura del 2009!
@Glò
Spero tu riesca a recuperarlo al cinema, magari in una proiezione all'aperto (il film, per i colori, merita una visione sul Grande Schermo).
@Elle
Già, pure io ho avuto un mancamento quando ho visto la data, e mi fa piacere siamo riusciti a vederlo, nel nostro cinema, prima della chiusura estiva ... la Storia che racconta è forte, ed è resta bene, senza uno scandalismo barbaro.
Ecco, io già non riesco a vedere i film che escono normalmente nelle sale, figuriamoci uno quasi introvabile come questo :-(
Dai, magari in un viaggio aereo ci riuscirai :)
p.s. se ci riesci,non fartelo scappare.
Non ci giurerei ma sai che penso di averlo visto?
Tante tue descrizioni mi ricordano qualcosa compreso l'attore di " Turner", ma posso sicuramente sbagliare...
Come sempre grazie di queste dritte
Bacio della buona notte!
Se l'hai visto Nella, l'hai visto in questa estate, oppure fuori dall'Italia (o a qualche festival). Grazie, buona notte a te.
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page